di Tyler Durden
I palestinesi vorrebbero “lasciare” Gaza, gli Stati Uniti potrebbero “prenderla”, proclama Trump a fianco di Netanyahu
In uno scambio con i giornalisti, mentre era seduto accanto a “Bibi”, Trump ha continuato a insistere sull’idea che i palestinesi dovrebbero essere trasferiti fuori da Gaza.
Non c’è più quasi nessun edificio in piedi, e quelli che ci sono stanno per crollare. Non si può vivere a Gaza in questo momento. E penso che abbiamo bisogno di un altro luogo,
ha detto Trump, facendo eco a commenti precedenti.

Trump ha alimentato ulteriori polemiche affermando che i palestinesi vorrebbero “lasciare” Gaza – commenti che sono già stati condannati da molti opinionisti come equivalenti a una campagna di pulizia etnica. Anche i leader arabi hanno criticato qualsiasi piano che preveda un esodo di massa o il trasferimento dei palestinesi nei Paesi vicini.
Chi vorrebbe ritornare?
ha affermato Trump durante il colloquio con Netanyahu. In effetti il luogo è stato raso al suolo, ma con il cessate il fuoco si èvisto il ritorno in massa di decine di migliaia di palestinesi alle loro comunità, in gran parte distrutte, nel nord della Striscia di Gaza.
La mia speranza è che si possa fare qualcosa di veramente bello in cui non vogliano tornare
ha ragionato Trump, nonostante l’attuale tregua tra Israele e Hamas preveda una futura ricostruzione della Striscia.
Non deve essere un’unica zona, ma si prendono alcune aree e si costruiscono alloggi di qualità, come una bella città, un posto dove possano vivere e non morire,

ha detto Trump.
Gli Stati Uniti prenderanno il controllo della Striscia di Gaza, e faremo anche un lavoro con essa”, ha detto Trump. “La possederemo e saremo responsabili dello smantellamento di tutte le pericolose bombe inesplose e di altre armi presenti nel sito, livelleremo il sito e ci libereremo degli edifici distrutti – livelleremo il sito. Creare uno sviluppo economico che fornisca un numero illimitato di posti di lavoro e di alloggi per gli abitanti della zona. Fare un lavoro vero. Fare qualcosa di diverso.
“Non si può tornare indietro”, ha continuato. “Se si torna indietro, finirà nello stesso modo in cui è stato per cento anni.” —CBS
I due leader hanno anche discusso lo stato del cessate il fuoco a Gaza e la questione dello sradicamento di Hamas.
Sono favorevole alla liberazione di tutti gli ostaggi e al raggiungimento di tutti i nostri obiettivi di guerra
ha dichiarato Netanyahu.
Questo include la distruzione delle capacità militari e di governo di Hamas e la garanzia che Gaza non rappresenti mai una minaccia per Israele,
ha aggiunto, in ampio accordo con Trump – anche se non è chiaro quali siano i dettagli su cui i due vedono di buon occhio in termini di prossimi passi pratici. Secondo aljazeera:
Rivolgendosi a Netanyahu, che era seduto accanto a lui, Trump ha detto: “E anche lui vuole la pace”.
Abbiamo a che fare con un gruppo molto complesso di persone, una situazione e un popolo, ma abbiamo l’uomo giusto
ha aggiunto Trump.
Abbiamo il giusto leader di Israele. Ha fatto un ottimo lavoro e siamo amici da molto tempo”
Per quanto riguarda un qualche piano di reinsediamento di massa dei rifugiati, la realtà è che le passate ondate storiche di rifugiati palestinesi e di gruppi armati che hanno invaso i Paesi arabi vicini sono letteralmente scoppiate in guerre e battaglie di strada, come può testimoniare soprattutto il Libano. Anche la Giordania ha visto il suo Paese a volte destabilizzato – Settembre Nero è un caso emblematico.
C’è anche la logistica: con i palestinesi che stanno tornando di corsa alle loro comunità, in gran parte distrutte, nel nord di Gaza, stanno sfidando il mondo dicendo che non hanno intenzione di lasciare la loro patria. Il cessate il fuoco a Gaza probabilmente crollerebbe se i palestinesi venissero improvvisamente spinti fuori a grandi ondate verso l’Egitto e la Giordania.
Intanto un po’ di controllo dei danni…
La Giordania ospita già diversi milioni di palestinesi, in base alle grandi ondate storiche di rifugiati del passato e al risultato degli spostamenti di massa dovuti alle varie guerre arabo-israeliane.
Se la Giordania dovesse seguire il piano di Trump, ci sarebbe la probabilità di una sorta di rivolta armata palestinese all’interno della Giordania stessa.
Un piano del genere sarebbe quasi impossibile da eseguire o comunque profondamente complicato fin dall’inizio. E alla fine può essere visto come la definizione da manuale di pulizia etnica di un territorio.
Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare