di Fabio Antonio Calò
Il mondo sensibile è quella parte di realtà che io posso “sentire”, quella realtà in grado di divenire in me contenuto di esperienza. Se un oggetto è in grado di produrre in me un contenuto di esperienza, si definisce “sperimentabile” e quel contenuto della percezione si dice “percetto”.
Tutti i miei organi di senso del mondo esterno sono, in sostanza, organi di percezione della modificazione del mio sé, della mia interiorità.
La pelle ed il tatto, ad esempio, agiscono contraendo ed espandendo il corpo eterico, cioè modificando lo stato di equilibrio ed anche il senso dell’equilibrio. Altrettanto per il senso dinamico, il senso cenestetico e così via.
Ma lo fanno non in modo individuale bensì correlato: ogni senso modifica l’interiorità umana, interagisce con gli altri sensi e li trasforma, modificando nel tempo anche se stesso fino a metamorfosarsi nel relativo senso superiore. Il percepire, che è sempre una momentanea modificazione dell’interiorità umana, a lungo termine diventa “metamorfosi”.

La natura crea metamorfosando e, se vuole conoscerla, deve risalire il processo di metamorfosi. “L’uomo deve spiare la natura mentre crea”, scrive Goethe. ”Io devo poter seguire ogni cosa percepita fino al punto in cui mi è apparsa come qualcosa di compiuto”, aggiunge Steiner.
L’uomo stesso è quella parte della natura che ha coscienza di sé stessa, poiché viene metamorfosato dalla natura mentre la sperimenta nel suo continuo crearsi metamorfosandosi.
L’uomo è la natura in grado di modificarsi, metamorfosarsi ed evolvere solo osservando se stessa, mediante un sistema sensoriale che comunica e s’interrelaziona in modi complessi ed ancora da scoprire.
Dunque, io posso sperimentare, percepire un oggetto perché da un lato lo stimolo sensoriale ha attivato in me una metamorfosi che ha consentito all’oggetto di produrmi un contenuto di esperienza; dall’altro, uno dei fatti sconnessi all’interno di tale mia esperienza è il contenuto di Pensiero del mondo.
Qui mi si apre il bivio.
Ordinariamente, io lascio che quel contenuto, vivo ed oggettivo, perda via via la sua forma vitale archetipica fino ad irrigidirsi in una configurazione fissa, soggettiva, così che il mio cervello possa afferrarla e forgiarne, in concetto astratto, una forma senza forza.
Ma esiste un’altra via: se invece osservo attentamente il mondo sensibile, abbandonandomi al sentire “immediato” (privo di rappresentazioni) ed “artistico” (pregno di forza creativa), io risveglio nelle cose quel contenuto di Pensiero del mondo: quella forza-pensiero diviene allora utilizzabile dall’essenza dell’oggetto, che si produce l’Ur-Phaenomenon nell’oggetto. Il Pensiero del mondo si attiva allora dentro l’oggetto come primitiva forza-pensiero IN FORMA NON CONCETTUALE.
L’essere diviene “intelligente” ma non ancora “intelligibile”.
“Intelligente”, cioè capace di CREARE da sé la correlazione tra tutte le sue manifestazioni; capace di “COMPIERE” il suo contenuto concettuale universale, di realizzare se stesso come essenza; capace di liberare l’Idea vivente nelle cose, finora imprigionata nella necessità ed in attesa di essere conosciuta, disvelata. Così, nel percetto, nel caos sconnesso del contenuto dell’esperienza, il Pensare riemerge come forza senza forma o come forza in forma ancora non concettuale, fatto ancora sconnesso dell’esperienza: quel contenuto di pensiero, datosi all’interno dell’immediatamente dato, non è ancora <concetto dell’oggetto>. Affinché lo diventi, l’oggetto deve divenire “intelligibile”. L’oggetto non è ancora “intelligibile”, “pensabile”, perché non è ”antropomorfo”: il suo contenuto di Pensiero del mondo NON HA ANCORA “FORMA UMANA” o forma di concetto.
Se voglio conoscerlo, intelligerlo, io devo “pensarlo antropomorficamente”, ovvero “umanizzarlo”, conferire “FORMA UMANA” (forma di concetto) al pensare-Pensiero del mondo, che vive nell’oggetto e che io sempre percepisco solo come fatto, ancora sconnesso, dell’esperienza. Ma la “FORMA UMANA” può essere impressa solo da forze viventi, plasmatrici. Tali sono le “esperienze spirituali soggettive”, che “completano” e liberano l’essenza intima ed oggettiva delle cose.
Le ESPERIENZE SOGGETTIVE sono “LA FORZA DELLA FORMA UMANA”, la dynamis vivente che mantiene in movimento ovvero IN ETERNA METAMORFOSI quella UR-FORM, quella “forma di tutte le forme”, il linguaggio formale segreto in cui l’oggetto mi parla di sé.

Il vivere nella veridicità le proprie esperienze soggettive di vita “umanizza” la natura, introduce la forza-calore dell’elemento cuore-ragione, soggettivo, creativo e perfezionatore umano, nella fredda, oggettiva correlazione dei fenomeni attuata dal cervello-intelletto, portando l’essenza intima delle cose alla piena espressione e liberazione.
Grazie alla forza vivente delle esperienze soggettive nella personalità umana, il pensare-Pensiero del mondo può “penetrare e registrare l’altro lato della realtà, quello che i sensi non percepiscono”. Può allora risorgere NEL SOGGETTO in FORMA UMANA cioè IN FORMA DI CONCETTO VIVENTE, facendo sì che l’essere divenga “intelligibile”, “pensabile”: in grado di fornirmi il suo “concetto”.
L’essere è allora conoscibile in quanto mi parla nel mio linguaggio-forma umana, ovvero IN CONCETTI, dall’intimo della mia interiorità, ma secondo la natura della loro essenza, che l’uomo trae fuori, libera dalla necessità.
Scrive Goethe in Massime e riflessioni:
“Osservando la natura, così nei suoi fenomeni grandi come in quelli piccoli, mi sono posto costantemente questa domanda: <È l’oggetto che parla o sei tu?>.”
L’essenza delle cose è tratta solo dalle esperienze soggettive della mia umana personalità:
“solo dal suo intimo l’uomo può giudicare/conoscere il mondo”.
Io posso percepirne la forma senza fissarla bensì al contrario “trattenerla in quella forma iniziale in cui mi si presenta” (principio dell’esperienza), donandole la mia dynamis creativa che ha il potere di mantenerla nella sua universale UR-FORM o “forma di tutte le forme”: in continua METAMORFOSI.
“Umanizzare la natura” significa “abbandonarsi al sentire artistico”, donare all’oggetto le mie “esperienza soggettive”, la mia “osservazione attenta”, la forza del mio sentire amorevole e la forma del mio pensiero creativo.

Nella sfera del pensare l’uomo sa ordinariamente solo prodursi rappresentazioni individuali e soggettive: ma quando egli davvero “si abbandona al suo sentire artistico” e si trattiene nella fase antecedente al rappresentare ovvero nelle sue “esperienze spirituali soggettive” (immagini percettive, forma del percetto), egli è in grado di ri-Conoscere la verità oggettiva, l’in sé delle cose.
La differenza tra il concetto (l’altra faccia del percetto) e la rappresentazione è che entrambi scaturiscono dall’uomo, perciò entrambi sono “antropomorfici”: Ma attraverso la rappresentazione parla il soggetto, mentre attraverso il concetto parla l’oggetto: tutto sta nel distinguere l’antropomorfismo reale (spirituale) da quello illusorio (psicofisiologico e proiettivo).
In conclusione,
“si umanizza la natura quando la si spiega”.
Solo l’uomo può spiegare la natura, “umanizzandola”: uomini però non si nasce, si diventa. Per far parlare le cose e udire il loro Tono, il linguaggio dell’Idea, l’uomo non può quindi restare come viene al mondo ma metamorfosarsi fino ad acquisire la “forma umana”. La conoscenza è, infatti, ascesi, e l’ascesi comporta un impegno noetico ed etico.
Cos’è allora, in sostanza, la forma umana? È il “concetto dello Spirito Libero” ovvero “il concetto di Uomo”.
Scrive infatti Steiner in Filosofia della Libertà:
“L’uomo deve riunire per propria attività il concetto di Uomo con la percezione «uomo». Qui concetto e percezione coincidono solo se l’uomo stesso li porta a coincidere. Egli può però portarli a coincidere soltanto se ha trovato il concetto dello SPIRITO LIBERO, vale a dire il Concetto di se stesso.”
Solo se ha assunto la Libera Forma Umana ovvero se ha saputo creare il concetto-forma di Uomo riempiendolo della forza-vita del percetto.
Immagine di copertina: Hermann Linde, illustrazione per la favola ” Il serpente verde e la bella Lilia” di Goethe
Fabio Antonio Calò è un musicista compositore, progettista e produttore di componenti elettronici atti a registrare e riprodurre la musica secondo i principi ed i fini della Scienza dello Spirito. Manager del settore trasporto aereo e pilota professionista.