Chiaroveggenza, Iniziazione, Magia

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di Adriana Koulias

Miei cari amici,

dopo la conferenza MysTech, riguardo al mio intervento, questo è ciò che nasce dalla mia anima per incontrare la vostra.
In passato c’erano chiaroveggenti, iniziati e maghi, e tutti avevano compiti diversi.
I chiaroveggenti potevano vedere il mondo spirituale
Gli iniziati non potevano vedere, ma conoscevano le leggi del mondo spirituale
I maghi potevano vedere, conoscevano le leggi, ma erano anche in grado di esercitare le forze del mondo spirituale nel mondo fisico.

In passato, chiaroveggenti e iniziati lavoravano insieme.

Rudolf Steiner ci dice:

Il chiaroveggente che durante diverse incarnazioni e in un’abnegazione totale aveva utilizzato e praticato i metodi che gli permettevano di accedere ai mondi superiori, poteva vedervi molte cose, ma si asteneva dall’impararne le leggi per non attardarsi, e per rendere un miglior servigio all’umanità, sviluppando cosí piú rapidamente le facoltà di chiaroveggenza. Questa abnegazione non deve essere presa alla leggera. È qualcosa di grande e di prodigioso vedere qualcuno prendere la decisione di diventare chiaroveggente, senza imparare nello stesso tempo l’insieme delle leggi che regolano questi mondi superiori; e se aspetta ad arrivarci, forse dopo un migliaio di anni, può farlo solo a condizione di porsi sotto la stretta sorveglianza di un guru o di un Maestro prescelto. In effetti, se egli abbordasse con la semplice chiaroveggenza le cose del mondo spirituale senza conoscerne le leggi, sbaglierebbe in fretta strada e commetterebbe i peggiori errori se non seguisse i consigli del suo guru per tutte le cose essenziali (Rudolf Steiner, Miti e saghe. Segni e simboli occulti, O.O.101)

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Si potrebbe dire che il chiaroveggente vedeva le forze dello spirito all’opera nel mondo e nel mondo spirituale, l’iniziato non le vedeva ma conosceva le leggi che regolavano queste forze e gli esseri che vi appartenevano, mentre il mago differiva sia dal chiaroveggente che dall’iniziato in quanto era in grado di vedere, conoscere e, inoltre, controllare e applicare queste forze spirituali superiori nel mondo fisico.

È mago, o adepto, solo colui che sa utilizzare nel nostro mondo le forze superiori che si manifestano in ogni fenomeno fisico, e che è dunque in grado non soltanto di utilizzare le forze e poteri fisici in ogni campo della sua attività, ma sa anche maneggiare le forze superiori. Non è dato a tutti di essere mago o adepto nel nostro secolo. Nell’evoluzione dell’umanità nessuna epoca è stata come la nostra, cosí radicalmente opposta a questa pratica di mago o adepto (Rudolf Steiner, ibid.).

Oggi Rudolf Steiner ci dice che non abbiamo l’altruismo necessario per avere il vecchio rapporto tra chiaroveggente e iniziato, in cui essi lavoravano insieme per raggiungere la conoscenza. Un chiaroveggente lavorava con un guru o un maestro e gli metteva a disposizione la propria volontà.

Oggi non siamo in grado di abbandonare la nostra volontà a un guru che possa guidarci attraverso i rigori dell’addestramento affinché possiamo vedere il mondo spirituale in sicurezza, perché siamo nell’era dell’anima cosciente e questo significa che la nostra volontà deve essere libera, con il risultato che l’egoismo diventa una “virtù”, l’egocentrismo abbonda, l’ego è stato liberato.

Questo egoismo è tuttavia una cosa positiva, perché impedisce a molti di attraversare consapevolmente la soglia prematuramente, poiché ciò li condurrebbe all’errore, quindi lo evitano (guardiano). L’anima, tuttavia, percepisce questo attraversamento inconscio come paura e ansia, odio e dubbio… ma non può superarlo, quindi non può attraversare consapevolmente, anche se questo non è difficile ai nostri giorni e ne percepisce la vicinanza.

Ciò significa che in ognuno di noi esistono due desideri fondamentali che si contrappongono: il desiderio di vedere con i propri occhi il mondo spirituale che sentiamo esistere e il dubbio, l’odio e la paura del mondo spirituale perché non siamo preparati ad entrarvi.

In verità non possiamo sviluppare l’altruismo necessario per attraversare la soglia mentre ci sforziamo di sviluppare l’anima cosciente. Bisogna invece coltivare l’amore.

Solo attraverso l’amore spirituale nasce l’altruismo in modo non pericoloso. L’amore in questo senso come forma di devozione interiore, che permette a qualcosa di entrare in noi, mentre allo stesso tempo usciamo da noi stessi.

Sviluppiamo ulteriormente questo concetto perché sembra controintuitivo.

Osservare qualcosa con devozione significa applicare tutto il nostro interesse a qualcosa al di fuori di noi stessi, cioè a qualcosa che non è noi, anche se è dentro di noi. Questa esperienza soggettivo-oggettiva ci conduce all’immaginazione e l’immaginazione conduce alla comprensione, che è ispirazione e unione con ciò che vediamo, e conduce all’intuizione, che è una conoscenza irrefutabile.

Se l’amore non viene coltivato come forma di devozione, di vero interesse per chi varca la soglia, allora assume sempre una forma di egoismo, i propri colori, che colorano tutto ciò che vedono, rimangono sempre dentro se stessi e non sviluppano una comprensione di ciò che vedono e non possono unirsi ad esso, ma, dato che sono solo chiaroveggenti e non iniziati, non lo sanno.

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Se queste persone dichiarano di essere chiaroveggenti, possono avere molto successo nel mondo di oggi e lo vediamo nel movimento New Age, che nel corso degli anni è entrato in una certa misura nella Società Antroposofica. Questo perché un chiaroveggente fa appello a quel desiderio nascosto in ogni persona di varcare la soglia.

Questi chiaroveggenti sono spesso venerati come veggenti e onniscienti, perché nella maggior parte delle persone oggi c’è una confusione tra chiaroveggenza e iniziazione.

Ma un chiaroveggente che sperimenta qualcosa che non comprende, come abbiamo visto sopra, può facilmente cadere preda dell’illusione, e questa illusione, una volta sperimentata, lascia un’impronta personale nel mondo spirituale in cui entra, che rimane. Non vedrà mai più l’universale. Ovunque guardino nel mondo spirituale, vedono la loro “versione” del mondo spirituale, colorata dalle loro simpatie e antipatie.

Un’illusione luciferica/arimanica.

Lo vediamo in una forma inferiore su Internet, dove, se non ce ne rendiamo conto, vediamo solo ciò che vogliamo vedere e quindi ognuno vede qualcosa di diverso, confermando i propri pregiudizi personali.

Gli errori dei chiaroveggenti oggi spesso non vengono contestati per due motivi: ci sono pochi iniziati, cioè coloro che hanno sviluppato tutte e tre le facoltà dell’immaginazione, dell’ispirazione e dell’intuizione e sono giunti allo stadio della Conoscenza, in modo tale da sentirsi in grado di discernere correttamente; e quei veri iniziati che esistono sono vincolati da una legge sacra che li obbliga a rispettare la volontà degli altri e a non rivelare di essere iniziati, pena il rischio di essere venerati come guru. Devono invece affrontare gli errori dei chiaroveggenti facendo appello all’intelletto, che è visto come un esercizio intellettuale e qualcosa di meno importante della visione.

I chiaroveggenti sono come un bambino che vede un albero per la prima volta: possono dirti che è verde e che ha dei rami, ecc., ma non sanno ciò che sa un iniziato, il suo nome e le sue molteplici manifestazioni, cioè quanti tipi diversi di alberi esistono, come differiscono in qualità e sostanza da un cespuglio o da un arbusto, come alcuni crescono qui e altri là nel tempo e che alcuni hanno frutti buoni e altri velenosi – in sostanza le leggi fisiche che governano tutto ciò che bisogna sapere sull’albero per non confonderlo con qualcos’altro.

Ora veniamo ai maghi. La magia ai nostri giorni non è più legittima, a causa dell’egoismo insito in tutte le anime umane odierne e della tentazione di usare i poteri spirituali a proprio vantaggio o a vantaggio di una nazione particolare.

Questo perché i maghi non solo conoscono tutto ciò che c’è da sapere sull’albero, ma sanno anche come usare gli aspetti positivi e negativi di esso per produrre veleni o rimedi. Non vogliono fermarsi al livello dell’iniziazione (vedere e conoscere), ma desiderano diventare dei utilizzando questa conoscenza.

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Ed è qui che diventa pericoloso: per sapere come guarire, ad esempio, bisogna anche sapere come nasce la malattia – le leggi della metamorfosi – e senza amore, un desiderio egoistico entra nel mago che vuole usare la malattia per motivi egoistici – auto-esaltazione, potere personale. Tutta la magia nera è l’uso di questo potere e della conoscenza per se stessi o per il bene di una nazione, di un popolo.

Questo vale non solo per la medicina e l’occultismo igienico, ma anche per l’occultismo meccanico e l’occultismo eugenetico.

Abbiamo visto cosa ha fatto Hitler con l’eugenetica: tutti i genocidi utilizzano l’idea dell’occultismo eugenetico in modo malvagio. Abbiamo visto come il Covid sia stato un uso improprio dell’occultismo igienico e come le macchine da guerra odierne, compresa l’intelligenza che le gestisce, siano il frutto di un uso improprio e malvagio dell’occultismo meccanico, tutto basato sulle arti della magia nera.

Ma se il nostro compito oggi è quello di diventare consapevoli dell’attraversamento della soglia, come possiamo farlo senza cadere nelle braccia di guru e chiaroveggenti o cadere noi stessi nell’errore dell’egoismo? Come possiamo farlo attraverso l’amore senza provare simpatia o antipatia?

Una formazione rosacrociana ci aiuta in questo:

1. Studio – sviluppo della conoscenza.

Studiare le leggi del mondo spirituale senza simpatia o antipatia. Riprodurre questo studio nell’anima e verificare se si può vivere con esso. Cioè, arrivare a conoscere ciò che è.

Come si fa?

2. Immaginazione o conoscenza immaginativa – Sviluppo della consapevolezza.

Se non riproduciamo solo intellettualmente ciò che studiamo, ma portiamo nell’anima ciò che studiamo e sperimentiamo l’immagine che ciò che abbiamo studiato produce in noi, notiamo che nell’anima sorgono dei colori, che hanno dei gesti che esprimono il loro essere interiore come simboli, come lettere.

3. Ispirazione – Sviluppo del discernimento – Il primo passo nell’iniziazione.

Imparare a leggere questi colori è come imparare l’ABC o la scrittura occulta. Aristotele ha dato dieci categorie:

La sostanza, la quantità, la qualità, la relazione, il dove, il quando, il giacere, l’avere, il fare, il subire.

I colori hanno sostanza, qualità, una relazione tra loro, ecc. Il magenta sta per devozione o amore, il blu per l’aspirazione superiore, il gesto di apertura è quello di muoversi dal centro come un sole – giallo, il gesto di contrazione è quello di muoversi verso l’interno dalla periferia – viola. I colori vivaci sono colori superiori collegati all’amore, alla fede e alla speranza, i colori scuri e opachi suggeriscono dubbi, odi e paure. In questo modo è possibile penetrare più profondamente in ciò che la nostra interazione con lo spirito sta cercando di dirci su ciò che è entrato in noi. È come osservare il pensiero e ascoltare ciò che dice interiormente. Come leggere un libro. Si sente la propria voce interiormente.

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Tutto ciò che studiamo forma, gesti, colori in noi per dipingere un quadro nella nostra anima che dobbiamo imparare a “leggere” proprio come facciamo quando ci troviamo davanti a un quadro: possiamo ‘leggere’ tutto ciò che si è combinato per crearlo e dire “questo è un quadro di un campo di gigli”. Ma è ancora solo una sembianza, non il vero campo di gigli. Vogliamo conoscere l’essere che ha usato queste lettere, che sono esseri elementali; vogliamo conoscere l’essere che ha visto il campo di gigli e che è stato ispirato a creare il quadro.

4. Intuizione – la conclusione della conoscenza:

Seguite l’elemento ritmico dei colori e dei gesti nell’oscurità dell’anima, lasciate che affondino nel sé e permettete a tutti i colori di svanire nel nulla. Il contenuto del pensiero cessa di pensare se stesso in noi e noi conserviamo solo il potere di pensare, cioè il gesto volitivo che usiamo per vedere questi esseri che hanno creato il colore e il gesto in noi.

Questo unisce il nostro “io” con ciò che abbiamo sperimentato in modo tale che diventa uno con noi e non lo vediamo più. Ciò che emerge dall’oscurità delle nostre anime, se lo abbiamo fatto con sufficiente interesse e amore, è l’essere che entra nella nostra visione dal macrocosmo, l’essere che ha ispirato ciò che abbiamo studiato.

Il macrocosmo e il microcosmo diventano uno.

Siamo diventati un tutt’uno con ciò che abbiamo visto e ora incontriamo l’essere ispiratore che ha creato quei pensieri e ha ispirato ciò che abbiamo studiato: l’autore, il pittore, l’ispiratore.

Nessuna discussione o argomentazione può allora farci cambiare idea, perché sappiamo attraverso l’amore e la devozione come le stesse cose possano essere dette da due persone e avere esseri ispiratori completamente diversi.

Uno può essere ispirato da Michele, l’altro da Ahriman.

Questo è il modo per sviluppare il discernimento.

Quando un certo numero di persone che hanno sviluppato il discernimento si riuniscono e condividono le loro scoperte, questo è l’inizio della creazione di un senso comune.

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Possiamo iniziare con l’opera di Rudolf Steiner… poi possiamo applicare ciò che abbiamo imparato da lui al lavoro di altri per vedere se i colori, i gesti, l’udito interiore e la conoscenza ci mostrano la fonte dell’ispirazione come Michele o qualche altro essere.

In un certo senso, è anche così che ritroviamo Rudolf Steiner. Non esteriormente, ma attraverso ciò che egli porta nelle nostre anime, perché allora troveremo Michele, Michele risplenderà in tutto ciò che dice e attraverso Michele Cristo stesso.

Ahriman è qui… sta lottando con tutte le sue forze per creare le condizioni di cui ha bisogno per trasformarsi in un Messia. Parlerà in modo tale da apparire altruista, amorevole, gentile e comprensivo. La gente dirà che Cristo Gesù risplende attraverso di lui, quando in realtà è Ahriman stesso. E sarà come un lupo travestito da agnello.

Praticare questo e imparare a discernere e a unirsi con altri che sanno discernere è un’abilità necessaria per la sopravvivenza. Dobbiamo impararla ora.

Potete farlo con questo post o con qualsiasi cosa leggiate, interiorizzatela… cosa vedete? Quali esseri si sono uniti per renderlo possibile? Chi lo ha ispirato?

Fare queste osservazioni non è così difficile ai nostri giorni. Tutti possono vedere un colore complementare quando guardano dentro di sé, tutti coloro che hanno studiato Rudolf Steiner sono in grado di applicare la conoscenza dei colori e dei gesti a ciò che vedono – stiamo tutti attraversando la soglia inconsciamente – la chiaroveggenza non è speciale. Lo è il discernimento.

Tuttavia, qui vale il detto di Goethe:

Tutto quel che volete, e anche di più’ è facile, ma il facile è difficile

Con amore e profondo rispetto,

Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare

 


Adriana Koulias è nata nel 1960 a Rio de Janeiro, in Brasile. All’età di nove anni la sua famiglia è emigrata in Australia.
Nel 1989 Adriana ha iniziato a studiare Antroposofia, Filosofia e Storia e ha intrapreso una carriera artistica, vendendo opere a varie gallerie d’arte e partecipando a diverse mostre miste. Autrice di diversi romanzi tra cui tradotti in italiano: Il segreto della sesta chiave, Il tempio del Graal, I custodi del Graal.
Oggi Adriana tiene regolarmente conferenze su storia, filosofia e scienze esoteriche. Ha due figli e vive a Sydney.

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