di Leonardo Guerra
L’assassinio di Charlie Kirk non è solo politico, come i media mainstream vogliono far credere. Si tratta di un assassinio rituale che rappresenta un messaggio univoco per tutto il mondo.
Un padre di famiglia di 31 anni, impegnato politicamente e socialmente, che ha creato un movimento denominato “Turning point” con un seguito di 5 milioni di persone, prevalentemente giovani sotto i 30 anni, cioè che parla, potenzialmente, alla futura classe dirigente del paese. Si stava spendendo molto per la pace in Ucraina e in Palestina. Quindi, una minaccia molto grave per il sistema di potere attuale. Quanto successo, ha molto in comune gli assassinii di JF Kennedy, di Martin Luther King J., di Moro e di Rabin.
Un atto simbolico che va ben oltre il gesto di uno squilibrato, come si vuol far credere. L’assassinio è compiuto prima di tutto in pubblico e in favor di telecamere, mentre parla ad un gruppo enorme di giovani presso l’università dello Utah.
Lo scopo era generare un trauma collettivo e influenzare la mente delle masse.
Internet e il suo popolo festeggiano
La reazione di una parte rilevante dell’umanità che popola internet, e non solo, è stata sconcertante. In moltissimi in tutto il mondo occidentale hanno celebrato e festeggiato l’assassinio, come fosse normale.
In Italia, un centro sociale ha pubblicato la foto di Kirk a testa in giù (come a dire si trattava di un fascista), con un -1 rosso a caratteri cubitali, stampato sopra.

Per non parlare di un soggetto molto particolare come Roberto Saviano che ha pubblicato un post squallido o il Prof Odifreddi che si è perfino lanciato in una infelice e squinternata disquisizione intellettualoide del tipo:
“c’è omicidio e omicidio”.

Sostengo da anni che il prestigio derivante da una carica pubblica (qui si tratta di un professore universitario), o dalla notorietà ottenuta dai mass media per Saviano, non coincida quasi mai né con pari livello di competenze, né con pari capacità, né tanto meno con un’adeguata intelligenza e/o integrità morale della persona.
Substrato culturale

Sono anni che anche nel nostro paese aleggia la convinzione, in una certa parte politica che non è certo minoritaria, che aggredire gente che la pensa diversamente, presunti “fascisti” o “anti-semiti” o “novax”, sarebbe legittimo e giustificato. Vedasi cosa è successo durante la PsyOP Covid-19.
Anche la stessa Ilaria Salis è parlamentare Europeo per il merito di aver ridotto in fin di vita dei cittadini di un altro paese, grazie al partito AVS di Fratoianni e Bonelli.
L’omicidio politico come strumento di lotta in Italia continua a covare sotto le ceneri.
La malvagità si è tolta definitivamente la maschera in tutto il mondo.
Violenza come linguaggio politico
La violenza contro i non conformi ha occupato da molti anni il linguaggio dei politici e dei loro megafoni (giornalisti, virostar, influenzatori, ecc.) ed è diventata parte preponderante del dibattito politico. Questa acredine continua ed ha cambiato, inevitabilmente, il nostro ambiente, la nostra vita e la nostra società.
Nel momento in cui la tua idea non corrisponde perfettamente al pensiero unico e si discosta anche di poco, la violenza prende il posto del dibattito. Il linguaggio violento è di fatto una vera e propria arma. Il discredito dell’avversario sostituisce la conversazione aperta e in questo modo la nostra vita cambia. Si radicalizza lo scontro volutamente perché ci si ritiene moralmente superiori di chi la pensa diversamente. Serve anche come distrazione delle masse. Sono le stesse dinamiche delle tifoserie di calcio. Hanno frammentato il popolo, isolato le persone e le hanno fatte aderire a gruppi d’interesse contrapposti. Questo è un antichissimo trucco degli antichi romani, delle megere e della magia nera. Il diavolo divide.
Guerra psicologica e pensiero tribale

Si tratta di fenomeni non casuali ma bensì sono da manuale di guerra psicologica.
Tipici di operazioni militari camuffate in cui ti insegnano ad isolare un gruppo per farlo diventare un bersaglio da parte del resto della popolazione e così fomentare odio tribale gli uni contro gli altri.
Quando si entra nella modalità del pensare tribale, si assorbe qualsiasi cosa ti dica il capo tifoseria di turno, qualsiasi bugia diventa verità e ti auguri che il tuo avversario soffra i mali peggiori.
Questo è il livello in cui ci stanno portando pur di radicalizzare un paese e una società, grazie all’odio.
Controllo mentale delle masse grazie ai traumi
Il trauma collettivo di un assassinio pubblico, così come quello del terrore generato dalla PsyOP Covid e ora dalle guerre, ha un potere trasformativo della mente delle masse. Le rende manipolabili (fase di competenza), le resetta e radicalizza le fazioni. Scompare la possibilità di dibattere apertamente e prevale la rabbia e l’odio.
Perché lo fanno?
Perché temono più di ogni altra cosa un popolo unito, normale, coeso e connesso sulla base di valori umani e spirituali forti e radicati. Quindi creano culti:
1. Isolano gli individui per farli aderire ad un culto.
2. Creano “camere dell’eco” in cui far risuonare, incubare e lievitare fino a far prendere loro forma reale, i messaggi chiave e la rabbia nelle persone.
3. Attivano la modalità tribale: chi non appartiene alla mia tribù è una minaccia esistenziale per tutti. Si alimenta l’idea di una presunta superiorità morale che legittima e celebrando la violenza di ogni tipo, in modo rituale.
4. Si radicalizzano la società e le persone che si trasformano, inconsapevolmente, in agenti dormienti, senza che se ne rendano conto, pronti all’uso, attivati da uno stimolo specifico.
Non si uccide la persona ma le sue idee

Gli assassinii servono a fermare certe idee, non certo la persona ma le sue proposte. Sono terrorizzati di come certe idee possano far presa e lavorare sui popoli.
Martin Luther King fu assassinato per la usa visione di unità e di equità economica del paese. In molti ne erano attratti nella società americana.
JFK perché aveva iniziato a scavare nei buchi oscuri della guerra e nel sistema di difesa del paese.
Rabin, in Israele, perché stava spingendo il paese verso la pace.
Moro perché voleva la collaborazione dei principali partiti per garantire stabilità politica e, quindi, lo sviluppo pieno del nostro paese.
Tutte queste situazioni rappresentavano gravissime minacce per il potere.
La storia parla chiaro.
Il dibattito politico in un paese muore quando la soppressione, l’intimidazione e la violenza prevalgono sul dibattito aperto. La società si blocca inevitabilmente perché cammina su un vero campo minato.
Foto di copertina: La gente piange la morte di Charlie Kirk, fuori dalla sede centrale di Turning Point USA, il 12 settembre 2025, a Phoenix, in Arizona [AFP]
Leonardo Guerra, laurea in biologia molecolare con tesi sperimentale sul mRNA nel 1982 c/o UNIFE.
Ho ricoperto ruoli dirigenziali in Ricerca e Sviluppo (area Anti-Infettivi), nel settore dei Rapporti Istituzionali di primarie Multinazionali farmaceutiche fino a Giugno 2020.
Co-Fondatore di una Start Up Biotech (RARESPLICE srl) per la cura di malattie genetiche rare.
Da Luglio 2020, opero come Consulente free-lance.
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