Chi percorre Oggi i Sentieri del Cristo in Palestina?

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di Adriana Koulias

Miei cari amici,

E se Mani fosse nato in Palestina per essere vicino alla terra su cui camminò il Cristo, in prossimità del 2000° anniversario del Mistero del Golgotha? E se anche Jeshu ben Pandira fosse lì? Sarebbero ancora vivi? Questo pensiero mi è venuto in mente alcuni giorni fa, durante il turbinio di opinioni che ho letto qui su Facebook.

L’intuizione molto accurata e ispirata del mio caro amico Piero Cammerinesi sul massacro dei bambini di Erode e Gaza si è unita nella mia anima a un meraviglioso post di Bradford Riley e i due pensieri si sono fusi nel mio cuore e sono giunta alla domanda: e se fosse così? Mi sono chiesta: sarebbero ancora vivi?

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Mi sono chiesta: è questo il motivo che sta dietro al desiderio di Netanyahu/Erode di uccidere tutti i bambini di Gaza, tutti gli uomini e tutte le donne, di annientarli completamente e di non lasciare nemmeno un animale, nemmeno un insetto, alla maniera dei mongoli che invasero l’Europa nel Medioevo?

Cosa penserebbero dell’umanità oggi Mani o Jeshu Ben Pandira, se fossero ancora vivi?

Cosa penserebbero di un mondo che avrebbe dovuto essere preparato dagli antroposofi per la loro venuta?

Un mondo in cui ci stiamo dirigendo verso la sesta epoca, l’epoca in cui non potremo essere felici finché un solo essere umano soffrirà, un’epoca che comprende cosa sia la vera moralità?

Dov’è quindi l’empatia per la sofferenza degli altri al di là delle simpatie e antipatie intellettuali che giustificano la morte e la distruzione di così tante persone?

Dov’è la forza morale?

Perché tanta venerazione per Gesù? Dov’è l’amore per il Cristo? Perché ci sono così tante persone bloccate nel pantano delle vecchie anime di popolo e razze? Dove sono coloro che sono in grado di trovare una verità superiore?

Questi pensieri e queste domande vivono nella mia anima da tre giorni.

Questa mattina nel mio giardino mi sono chiesta se oggi i manichei siano riuniti a Gaza, dove il bene e il male nei cuori umani lasciano un’impronta profonda nelle loro anime.

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Impareranno a riconoscere il Buddha Maitreya quando predicherà la moralità in futuro proprio per questo motivo? Perché, come i Templari, hanno visto il male con i propri occhi?

Il male di Israele e di Hamas e delle potenze occidentali unite contro di loro con tanta veemenza, sono una chiara immagine di ciò che vive lì. Ogni volta che vedete un male di questo tipo, dovete cercare il bene contro cui sta agendo!

Nel frattempo alcuni antroposofi sulla terra continuano a discutere di semantica avanti e indietro come se tutte le teorie materiali sul mondo fossero l’unica cosa che conta per il mondo spirituale in generale e non si pongono domande sulla possibile nascita di Mani o forse sull’esistenza del Maitreya, proprio come probabilmente non credono che il Cristo si stia manifestando nel mondo eterico sopra Gaza.

E per prevenire l’antipatia di alcune anime verso questo: il Cristo non si manifesterebbe lì? Il luogo dove ha camminato, insegnato e è morto così vicino all’anniversario del Mistero del Golgotha? Questi maestri non vorrebbero anche loro essere lì in questo momento?

Non c’è bisogno di essere d’accordo o in disaccordo con me, miei cari amici, solo di accogliere le mie parole, se lo desiderate, come stimoli per la vostra comprensione. Oppure sentitevi liberi di ignorarle!

Vi darò un indizio che è venuto molto tempo dopo le domande: Parsifal (Mani) dovette portare il suo fratellastro arabo nero al Graal.

Parsifal fu anche il primo a sperimentare l’anima cosciente.

“Nel ventesimo secolo appariranno sicuramente grandi personalità, come il Bodhisattva, il successore di Gautama Buddha, che diventerà il Buddha Maitreya tra circa tremila anni” (Rudolf Steiner, Storia e contenuti della prima sezione della Scuola Esoterica, 1904-1914, O.O.264) .

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Offro questi pensieri alla vostra riflessione, senza alcun intento, poiché alcuni pensano che io voglia essere un’autorità, ma questo mi danneggia!

Mi piacerebbe sapere a quali conclusioni sareete giunti, una volta che avrete riflettuto a sufficienza sulla questione, se decidete di condividerle. Lascio queste domande aperte.

Lo sviluppo di un senso comune nega qualsiasi necessità di accordo come cosa ovvia, non inizia con opinioni che vengono in mente immediatamente, ma con intuizioni che mettono da parte le opinioni per un po’ e cercano di arrivare a conclusioni solo attraverso la contemplazione e l’osservazione.

Quando raggiungiamo un senso comune, siamo davvero d’accordo solo se abbiamo visto gli stessi fenomeni, come un colore verde o rosso. Saremmo d’accordo su un colore che non osserviamo? No, perché saremmo bloccati nelle nostre opzioni su quale potrebbe essere quel colore.

Osservare, vedere e riconoscere che si è visto lo stesso, intuitivamente, sentito lo stesso, non dipende dall’autorità. È un atto libero. Non lo facciamo per il consenso, ma per amore dell’azione. In altre parole, per amore dello spirito che condividiamo.

Vi auguro la pace che deriva dalla vera comprensione e l’amore dello spirito che ne consegue.

Namaste

 

Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare


Adriana Koulias è nata nel 1960 a Rio de Janeiro, in Brasile. All’età di nove anni la sua famiglia è emigrata in Australia.
Nel 1989 Adriana ha iniziato a studiare Antroposofia, Filosofia e Storia e ha intrapreso una carriera artistica, vendendo opere a varie gallerie d’arte e partecipando a diverse mostre miste. Autrice di diversi romanzi tra cui tradotti in italiano: Il segreto della sesta chiave, Il tempio del Graal, I custodi del Graal.
Oggi Adriana tiene regolarmente conferenze su storia, filosofia e scienze esoteriche. Ha due figli e vive a Sydney.

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