di Elisabetta Barbadoro
È un caso di cronaca giudiziaria, ma il processo, in questi giorni, lo stanno facendo soprattutto i media mainstream, con un mare di articoli, pieni di inesattezze e imprecisioni, che suonano come sentenze di condanna.
Stiamo parlando della storia di una coppia benestante di origine australiana che nel 2016 si è trasferita in Italia e ha scelto di vivere nel bosco vicino a Vasto, in provincia di Chieti. Pochi anni dopo, in un ospedale in provincia di Teramo, sono nati i loro tre figli.

Si sono stabiliti in un’ ex casa colonica, che hanno attrezzato con pannelli solari e una stufa a legna (una cucina economica) per scaldarsi e cucinare, fuori hanno parcheggiato una roulotte.
Utilizzano un bagno secco e prendono l’acqua dal pozzo e da una fonte limitrofa. Coltivano un orto, hanno alberi da frutto, e allevano animali da cortile da cui ricavano uova e derivati, non li macellano.
A seguito di un’intossicazione da funghi, lo scorso anno, sono stati ricoverati e il loro stile di vita è finito sotto la lente della magistratura.
Nei giorni scorsi la Procura ha chiesto la revoca della responsabilità genitoriale e l’allontanamento dei figli dai genitori, il Tribunale per i minorenni dell’Aquila dovrà esprimersi nell’arco del prossimo mese.
Intanto però i giornali “di sistema” si scatenano, parlando di una famiglia che vive isolata, senza assistenza sanitaria e frequenza scolastica, senza elettricità, senza acqua, in una condizione precaria e di degrado. Niente di più falso.

Abbiamo parlato con il loro avvocato, Giovanni Angelucci: ci ha confermato che i bambini godono di ottima salute psicofisica, non hanno mai subito violenze o abusi, sono amati e curati dai genitori, hanno un pediatra (tra l’altro sono pure vaccinati), non hanno l’allaccio a luce, gas e acqua corrente, ma questo in Italia non è reato.
I bambini fanno home-schooling, scuola a casa, e la più grande, di otto anni, ha sostenuto e superato l’idoneità di terza elementare. I gemelli fanno la prima e sosterranno il test alla fine dell’anno, come previsto dalla legge.
Non sono isolati, hanno un’automobile con cui raggiungono i centri abitati limitrofi, fanno la spesa al supermercato ogni settimana e frequentano regolarmente altre famiglie. I genitori sono economicamente indipendenti, lavorano e non hanno mai chiesto sussidi o aiuti allo Stato italiano.
Se il loro stile di vita è un problema, giuridico o morale che sia, allora quale dovrebbe essere il modello di riferimento per crescere dei figli? Forse vivere in una città inquinata, immersi nell’elettrosmog, mangiando cibi ultraprocessati con gli occhi fissi su uno schermo, e giocando in vasche di cemento lontano da alberi e natura?
9 Novembre 2025
Fonte: https://www.byoblu.com/2025/11/03/oltre-le-fake-news-del-mainstream-la-verita-sulla-famiglia-che-vive-nel-bosco-in-abruzzo/?mc_cid=cd23ffea03&mc_eid=05882fa988


