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Chi – per lavoro o per inclinazione – è solito essere connesso al web anche su dispositivi mobili avrà certamente avuto qualche volta l’esperienza di trovarsi in un luogo non coperto dalla rete.
Avrà allora provato sicuramente una strana sensazione – quasi di smarrimento – nel non essere collegato ad Internet.

E adesso come faccio? Come leggo le notizie, il meteo, i messaggi? Come comunico le mie esperienze? Come chatto con gli amici?

Sicuramente qualcuno avrà provato, viceversa, un senso di momentaneo sollievo, ma resta il fatto che la maggioranza delle persone oggi – in particolare i millennials – hanno una radicata dipendenza da connessione.

Ora, chi segue un percorso spirituale sa bene che questa connessione – pur facendo legittimamente parte del nostro presente e del nostro futuro – è una connessione elettrico-magnetica che va sì usata ma dalla quale non dubbiamo essere usati.
Sappiamo infatti che si sta diffondendo a macchia d’olio la IAD “Internet addiction disorder” vale a dire un disturbo da dipendenza dall’utilizzo intensivo e ossessivo di internet in tutte le sue forme.
Ecco dunque che l’elemento indubbiamente utile di “essere connessi” si può facilmente ribaltare nel suo contrario, creando dipendenza patologica.

Il fatto è che questo “essere connessi” virtuale è basato su un tipo di connessione profondamente irreale, collegata alla sub-natura.
Eppure un collegarsi autentico al mondo esiste ma passa inosservato alla maggior parte degli uomini ed è dato talmente per scontato che non viene neppure considerato.

Rudolf Steiner scrive nel suo La soglia del mondo spirituale: “Io mi sento, pensando, tutt’uno con la corrente degli eventi del mondo”.
È con il mio pensare, infatti, che mi collego autenticamente al divenire del mondo e che ho contezza della realtà del mondo, il quale, a sua volta, mi testimonia la realtà del pensare.
Solo il mio pensiero mi permette di conoscere quanto accade nel mondo e, allo stesso tempo, so che questo elemento del pensiero è qualcosa che condivido con tutti gli altri esseri che insieme a me creano la “corrente degli eventi del mondo”.
“Essere connessi” con il pensare, inoltre, non produce dipendenza; al contrario, rende liberi da qualsiasi dipendenza – anche le più nascoste – in quanto le illumina con la luce della coscienza, primo indispensabile passo per poterle affrontare e superare.

Questo è allora “l’essere connessi” che ci viene indicato in un percorso di autoconoscenza mentre l’altro“essere connessi” – quello del web non è che un ribaltamento della realtà spirituale che si impone come realtà.

Piero Cammerinesi

* * *

Ich empfinde mich denkend eins mit dem Strom des Weltgeschehens.

Rudolf Steiner (GA 17)

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“Io mi sento, pensando, tutt’uno con la corrente degli eventi del mondo”

Rudolf Steiner (O.O.17)

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