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È un errore di pensiero e quindi di valutazione dell’essere umano, separare in un individuo la presunta realtà spirituale dal comportamento nella vita sensibile. Non esiste separazione, perché in realtà colui che veramente sia potuto entrare nella sintesi dell’esercizio di concentrazione ed ha, anche solo per un momento, sperimentato la potenza del pensiero nell’atto conoscitivo ha anche appreso a condursi con equilibrio nel mondo sensibile: sa dare ad ogni cosa la sua misura, sa essere presente a se stesso, sa qual è il momento di fare o non fare, dire o non dire. Conosce l’atto della libertà da attuare in questo mondo per porsi in relazione con gli altri esseri umani.

Se si è squilibrati nell’umano vuol dire che si è squilibrati anche nello spirituale, perché l’autentica esperienza fuori del corpo, diventa anche l’esperienza della completa immissione nella corporeità, e questa comporta la facoltà della coscienza, della presenza se stessi, della svegliezza, dell’attenzione, dell’accoglimento del dono.

Orao (Commento alla IV Meditazione, da Graal N.79-80)
Immagine di Nina Sombart

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