Hoster-Flower Blooming
di Piero Cammerinesi

Ci sono due tipi di trasformazioni di noi stessi che incontriamo nel corso della nostra vita.
Per sintetizzare possiamo dire che il primo tipo ci viene incontro, mentre siamo noi ad andare incontro al secondo.

Il primo è quello della trasformazione subitanea, ad esempio dopo un grande dolore, una malattia grave, un evento esteriore rilevante. Non entra in campo la nostra volontà; è il destino che si incarica – per nostro conto – di realizzare la trasformazione.
Dopo la prova andiamo a dormire e il mattino successivo siamo una persona diversa.

Il secondo tipo è quello che invece passa attraverso la nostra volontà, la tenacia e la tensione ideale.
Siamo scontenti di noi stessi, non ci piacciamo, vediamo lo iato tra il nostro essere ideale e il nostro essere reale.
Decidiamo di cambiare.
Lavoriamo, ci sforziamo, cadiamo, ci rialziamo.
Cadiamo e ci rialziamo molte volte.
Moltissime.
Passano degli anni, sembra quasi che l’obiettivo sia irraggiungibile.
Qualche volta siamo scoraggiati e ci sentiamo di dare ragione a chi afferma che è tutto inutile, che tanto non si cambia. – “Sì, magari puoi cambiare un atteggiamento, ma la natura, l’indole, quella no”. – 

Poi, un giorno, ci svegliamo e siamo diversi.
Non c’è più sforzo, non c’è più tensione.
Prima cercavamo disperatamente, a tentoni, una porta nel buio della nostra anima.
Ora, d’improvviso, la porta che non vedevamo è spalancata e troviamo dentro di noi una fermezza che non conoscevamo.
È sbocciato in noi, silenziosamente, inaspettatamente il fiore della nostra trasformazione.

* * *

Look for the flower to bloom in the silence that follows the storm: not till then.

(Mabel Collins)

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