indifferenza

Forse è l’indifferenza l’aspetto più inquietante della nostra società.
Ci interessa veramente solo quello che ci tocca direttamente.

Sia che – parlando del reale svolgimento dei fatti della politica, degli eventi – si creda ciecamente alle spiegazioni ufficiali, sia che di esse non si creda una sola parola e si pensi che i veri motivi siano da ricercare in tutt’altra direzione.

 

Se nel primo caso il disinteresse può essere comprensibile – “in fondo c’è chi pensa per me e si occupa benevolmente delle mie esigenze” – lo è di meno nel caso degli appartenenti alla seconda categoria.
Questi, infatti, invece di provare indignazione, impulso alla ribellione, per il fatto stesso di essere soggetti alle menzogne e agli inganni da parte di chi dovrebbe invece rappresentare la verità e la cura dei cittadini – le istituzioni e gli organi di stampa – sovente provano solo una sorta di rassegnazione.

“Tanto si sa che i governanti ci hanno sempre ingannato. Cosa possiamo farci?”

Non c’è quell’indignazione e quella ribellione che invece ci sarebbe, se al posto della verità ci venisse tolto qualcosa dal frigorifero o dalla sala da pranzo.
Se ci toccano il portafoglio, la partita del weekend, o la possibilità di procurarci l’ultimo gadget elettronico, allora si che ci indigniamo.
Se toccano il nostro diritto ad avere – non ad essere – ecco che ci ribelliamo.

L’indignazione e la ribellione, allora, nascono da una minaccia al nostro avere e non al nostro essere.
In altri termini, ci interessa molto di più se viene minacciato il nostro diritto all’aumento di stipendio che non se veniamo privati del nostro diritto alla verità.

Questo semplicissimo fatto mostra – se mai ce ne fosse bisogno – in maniera inequivocabile in che misura la nostra civiltà sia una civiltà dell’avere e non dell’essere.

Piero Cammerinesi

* * *

Die Welt wird nicht bedroht von den Menschen, die böse sind, sondern von denen, die das Böse zulassen.

Albert Einstein

Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che fanno male, ma a causa di coloro che stanno a guardare senza fare niente.


Albert Einstein

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