Cronache della Pandemenza – La Nuova Normalità

di Piero Cammerinesi

Prendiamo ad esempio il caso della pluri-annunciata intervista di Tucker Carlson a Vladimir Putin. Una intervista – che ha avuto luogo ieri, martedì 6 Febbraio  (notizia confermata oggi dal Cremlino) – che viene presentata dalla stampa di regime come qualcosa di anomalo, propagandistico, antipatriottico, mentre è quanto di più normale al mondo che un giornalista che si rispetti debba – e possa – intervistare i protagonisti di un conflitto.

Ma d’altra parte viviamo ormai in un mondo upside-down, dove un giornalista come Julian Assange è rinchiuso in un carcere di massima sicurezza da anni per aver fatto il proprio lavoro e solo in Palestina da Ottobre sono stati ammazzati come cani ben 85 giornalisti.

Assistiamo evidentemente al Tramonto dell’Occidente i cui valori fondanti, tra i quali in primo piano la libertà di stampa e di opinione, ancora esaltati a parole, sono stati nei fatti totalmente traditi.

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I media, ridotti ormai a megafono del potere, strombazzano ai quattro venti che non si dovrebbe “dare spazio” al nemico di turno che, guarda caso – come in ogni propaganda bellica che si rispetti – è malvagità pura, natura sanguinaria ed animalesca, se non si vuole venir etichettati come nemici del proprio Paese.

Eppure fino a pochi anni fa era del tutto normale intervistare i ‘cattivi’ di turno; basti pensare alle memorabili interviste di Peter Arnett a Bin Laden e Saddam Hussein. Quest’ultimo fu intervistato, peraltro, anche dal nostro Bruno Vespa e nessuno si stracciò le vesti allora.

Persino il Male per antonomasia, Adolf Hitler, fu intervistato nel 1940, a guerra già iniziata, da Karl Von Wiegand, dell’Hearst Newspapers, mentre Josip Stalin fu intervistato da Roy Howard, presidente del Scripps-Howard Newspapers, nel 1936.

Ma torniamo a Tucker Carlson che, dopo essere stato spiato illegalmente e mobbizzato quando annunciò di voler intervistare Vladimir Putin, ha deciso di andare avanti comunque partendo a sue spese per Mosca e garantendo di mettere a disposizione gratuitamente di tutti la controversa intervista, come ha annunciato nel video che ha ricevuto oltre 260.000 like.

“Quasi tre anni fa, l’amministrazione Biden ha spiato illegalmente i nostri messaggi di testo e poi ne ha fatto trapelare il contenuto ai suoi servi nei mezzi di informazione. Lo hanno fatto per fermare un’intervista a Putin che stavamo pianificando. Il mese scorso, siamo abbastanza certi che hanno fatto esattamente la stessa cosa ancora una volta, ma questa volta siamo venuti comunque a Mosca,”

ha detto Carlson nel video postato sulla sua pagina X.

 “Vogliamo rimanere prosperi e liberi. Abbiamo pagato noi stessi questo viaggio. Non abbiamo preso soldi da nessun governo o gruppo”

ha detto il giornalista.

L’ultima intervista del presidente russo a un reporter occidentale risale all’ottobre 2021 quando aveva parlato con Hadley Gamble della CNBC.

Da parte sua, Elon Musk, proprietario di X (ex Twitter) si è impegnato a non censurare l’intervista di Tucker Carlson quando sarà pubblicata sulla piattaforma.

Carlson ha ringraziato Musk per il suo impegno visto che

I governi occidentali, al contrario, faranno certamente del loro meglio per censurare questo video su altre piattaforme meno virtuose, perché è questo che fanno: hanno paura delle informazioni che non possono controllare”,

ha proseguito il giornalista, incoraggiando gli americani a guardare l’intervista per informarsi sugli “sviluppi che cambiano la storia” in corso in Russia e Ucraina.


 

Va comunque notato che, se pure, dopo l’acquisizione di Twitter alla fine del 2022, Musk ha denunciato il fatto che diverse agenzie governative statunitensi stavano reprimendo in modo incostituzionale la diffusione di narrazioni che ritenevano indesiderabili sui social media, nonostante dunque che si sia presentato come un assolutista della libertà di parola al momento dell’acquisto della piattaforma, oggi X (ex Twitter) ha decisamente aumentato l’accoglimento delle richieste di rimozione dei contenuti da parte dei governi, (l’80% dei casi rispetto al 50% dei suoi predecessori) secondo un rapporto del Rest of World.

Ciò nonostante molti governi occidentali, tra cui l’UE, stanno facendo pressioni per ulteriori strette contro la “disinformazione” e i “discorsi d’odio”, minacciando severe sanzioni a X in caso di disubbidienza.

Come si può vedere, dunque, il doppiopesismo del “libero e democratico Occidente” non può che dimostrare – a chi sappia ancora pensare liberamente – il più completo controllo delle menti da parte della menzogna globale in grado di ribaltare le più elementari verità relativamente alla dialettica libertà/schiavitù.

“La pace è guerra, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza”.
(George Orwell, 1984)

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