Nel suo Studio: la Malattia di Rudolf Steiner

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di Peter Selg

 

Dal 1° ottobre 1924 al 30 marzo 1925:

“Una fine improvvisa [dei corsi di settembre]: La malattia di Rudolf Steiner si manifestò. La situazione cambiò completamente. Lasciai la clinica per fare da infermiera al dottor Steiner, senza immaginare le difficoltà che sarebbero arrivate”, scrisse Ita Wegman anni dopo.1

Martedì 30 settembre 1924 inviò telegrammi urgenti ai suoi colleghi medici Ludwig Noll e Eberhard Schickler, chiedendo loro di venire ad Arlesheim per gestire la clinica durante la sua assenza e che Noll la aiutasse con la cura di Rudolf Steiner. Il giorno dopo, il 1° ottobre, Steiner si congeda da Casa Hansi: “Vado su [allo studio] per due giorni”, dice a Helene Lehmann. Alla fine Steiner si ammalò per sei mesi e non tornò più dal suo studio nella falegnameria.

Helene Lehmann ricorda che: “Mi ha confortato quando ero spaventata”.


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Il giorno prima, il 30 settembre, Marie Steiner-von Sivers si era recata in Germania per un tour di una settimana con l’ensemble di euritmia del Goetheanum. Visto lo stato di salute di Steiner, non volle partire. Il 2 ottobre, egli le fece sapere che si era trasferito per le cure e l’assistenza: “Quindi, sono qui e resterò solo per il tempo necessario”.

I primi giorni di trattamento

Steiner non andò all’Istituto clinico-terapeutico di Ita Wegman ad Arlesheim.

Andò nella sua stanza al Goetheanum, la stanza che conosceva così bene, dove aveva lavorato per quasi dieci anni – il suo “studio di scultore”, dove erano nate molte opere e conversazioni molto importanti.

Si recò sul luogo della scultura lignea di Cristo.

Sei mesi dopo morì accanto ad essa. Era appena riuscito a terminare i sei corsi paralleli di settembre – 70 conferenze, 400 colloqui individuali e innumerevoli altre attività, 2 compreso il breve discorso del giorno prima della festività di Michele – quando le sue forze si esaurirono.

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“Con i corsi di settembre è come se Rudolf Steiner si fosse impegnato a fare tutto il possibile per ottenere ancora qualcosa a livello spirituale”,

ha scritto Ita Wegman. Lo fece per

“senso del dovere verso potenze superiori”,

scrisse a Marie Steiner-von Sivers dal suo studio il 6 ottobre. Nelle settimane successive, sottolineò più volte che poteva riunire le forze per i corsi di settembre, ma non per le infinite preoccupazioni personali, i problemi e i desideri dei membri.

Il 2 ottobre, con un avviso scritto a mano e attaccato alla bacheca del laboratorio di falegnameria, Rudolf Steiner annullò le conferenze già annunciate; una settimana dopo, il 10 ottobre (e subito dopo nel Foglio notizie del settimanale Das Goetheanum), invitò a porre fine a tutte le speculazioni dei membri sul suo stato di salute, a tutte le “dicerie nei circoli antroposofici”.

“Egli sperava che, grazie alle “cure unicamente sacrificali della mia cara amica Ita Wegman e del suo fedele aiutante Dr. Noll“, gli sarebbe stato presto possibile tornare

“all’attività fisica, senza la quale, purtroppo, lo spirituale non può lavorare sulla Terra, almeno in una certa misura”.

Aggiungendo poi:

“Ma alla fine, tutto deve essere percepito secondo il destino (karmico)”.

Nonostante ciò, molti membri continuarono a pressare Rudolf Steiner con lettere piene di domande, desideri e preoccupazioni.

“Il Dottore si è ammalato proprio perché lo si carica sempre di queste domande”, rispose Ita Wegman, e “sembra che la gente non capisca quanto il Dottore sia effettivamente malato”.

Steiner scrisse a Marie Steiner-von Sivers sull’eziologia della sua malattia, dicendole che tempo fa le aveva raccontato “come, dal gennaio 1923, la connessione tra le membra superiori del mio essere e il mio corpo fisico non fosse andata bene”. Era diventato “molto estraneo” al suo corpo fisico, “non in connessione” con esso, il che aveva “portato a un equilibrio labile delle forze fisiche”.

Guardando indietro, Ita Wegman ha sottolineato che c’era stato un “forte allentamento del corpo eterico fino al punto di una parziale separazione del corpo eterico dal corpo fisico”. “Rispetto ad altre persone, io in realtà sono già morto sulla Terra”, diceva spesso [Rudolf Steiner], “il mio “io” e il mio corpo astrale dirigono il corpo fisico e integrano l’eterico”. Secondo Ita Wegman, Steiner ha mantenuto il suo corpo con una forza di volontà sovrumana dopo la distruzione del Goetheanum a causa di un incendio – un attacco che non ha colpito solo l’edificio, ma anche lui che aveva diretto i lavori e le sue forze vitali. Da allora, il suo nutrimento, l’interiorizzazione di sostanze estranee che il corpo eterico richiede, è stato sempre più difficile.

Pianta: l’atelier di Rudolf Steiner, arredamento di base 1923-1925 secondo le indicazioni di F. Gränicher: 0 anticamera, 1 tavolo, 2 statue di legno, figura centrale, con piattaforma di lavoro, ripiani, 3 letto (dall’autunno 1923?), 4 scrivania, 5 stufa in ferro su lastra di pietra, oltre al riscaldamento centralizzato, 6 semplici sedie di legno, 7 armadio, 8 atelier rialzato con motivi originali della scultura in legno, 9 sale per le esercitazioni di euritmia, 10 ripostiglio, 11 il gruppo Ahriman, 12 la statua di Cristo (entrambi in legno), OL finestra a lucernario, PF arcareccio, DB capriata

Silenzio e lotta

“Vivevamo in un silenzioso isolamento”, sottolineò Ita Wegman, e Marie Steiner-von Sivers chiese a Rudolf Steiner in una lettera del 9 ottobre 1924: “Vedi persone oltre a quelle che ti curano?” In una delle sue lettere, lei riuscì a leggere indirettamente la risposta:

“Tutto il contatto con le persone mi affatica terribilmente in questo momento”. Il suo segretario Günther Wachsmuth con la posta quotidiana, Albert Steffen per il settimanale e Ernst Aisenpreis per le questioni edilizie potevano ancora venire da lui per brevi momenti della giornata, così come Mieta Waller della casa Hansi e Marie Steiner-von Sivers al loro ritorno dal tour. Scriveva del suo necessario riposo e della speranza di un miglioramento imminente, inoltre: “Devo evitare tutto ciò che è ‘distruttivo'”. Aveva già parlato della “breve vita” che gli restava in una conferenza del 1919..3

La situazione era difficile. «Ha sopportato la sua malattia con pazienza e dignità», ha osservato Ita Wegman, ma anche: «Ha sofferto indicibilmente nel sentire le forze fisiche diminuire gradualmente, nel dover richiedere sempre più cure». Ne parlano sporadicamente anche le lettere di Rudolf Steiner a Marie Steiner-von Sivers; egli non era “affatto disposto” a “dedicare ore alle proprie cure”. “Si può aiutare così bene gli altri in termini di salute, mentre si deve fare appello all’aiuto degli altri”. “La questione è davvero poco in linea con lo stile in cui vorrei vivere e lavorare”.

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Rudolf Steiner voleva e doveva continuare in una situazione decisiva con il movimento antroposofico, quindi a Berlino, a una serie di incontri e ad eventi pubblici in grandi sale affittate come la Berliner Philharmonie. Ma ora non era più possibile pensarci. Tutto era ancora agli inizi dopo il convegno di Natale, la rifondazione della Società e dell’Università, compresa la creazione dei singoli dipartimenti dell’Università (sezioni specialistiche), il corso interno della Scuola di Michael e l’ulteriore sviluppo delle istituzioni antroposofiche esistenti.

Ma ora Rudolf Steiner era stato fermato e non poteva più lasciare il suo studio.

«Cercate di andare d’accordo con tutti. Ora è importante portare avanti la corrente di Michael. Chi ha fiducia in voi, verrà, gli altri semplicemente se ne staranno alla larga, devono saperlo da soli. Rendete solo le lezioni di prima classe ricche di contenuti e serie, e allora farete già un buon lavoro”,

scrisse Ita Wegman il 16 ottobre alla lettrice di classe Anna Wager Gunnarsson, che si era rivolta a lei per domande sulla trasmissione delle lezioni di classe e sulla traduzione svedese.

Ciò che pesava a Rudolf Steiner, oltre a tutto il resto, erano le discussioni sulla seconda costruzione, la “Michaelsburg [Città di Michele NdT] , come la chiamava di fronte a Ita Wegman, il sito della Libera Università di Scienze Spirituali, che doveva essere attivo con impulsi e iniziative di cambiamento in molti settori della vita della civiltà in pericolo, come una vera e propria Università di Michele nell’era di Ahriman.

Sebbene nel settembre 1924 Steiner avesse ottenuto il permesso di costruzione dal Cantone di Solothurn  nonostante le obiezioni dell’Associazione svizzera per la tutela del patrimonio nazionale, che aveva giudicato l’edificio progettato come un «monumento eccessivo» e una «presunzione» dalle forme «grottesche» , come «arroganza folle» e «offesa permanente alla vista» – e in questo era stato sostenuto nel giugno 1924 dalla Società Svizzera degli Artisti, Scultori e Architetti, che prevedeva un danno per l’intera Svizzera a causa del «vergognoso monumento culturale»Rudolf Steiner voleva costruirlo «il più rapidamente possibile»; tuttavia, mentre era in convalescenza, vide con quanta energia la controparte si mise al lavoro dopo che era stata concessa la licenza edilizia.

Il 25 ottobre fu pubblicata la documentazione riccamente illustrata “Il cosiddetto Goetheanum a Dornach” della Schweizerische Bauzeitung [Rivista Svizzera di Edilizia, NdT], che fu allegata come tiratura speciale in alta tiratura a molti giornali locali, come il Tagblatt für das Birseck, Birsig- und Leimental. In esso si accoglieva con favore la distruzione dell’incendio del primo edificio e si chiedeva la “scomparsa dell’intruso straniero nel paesaggio del Birseck”; Steiner era sospettato di “eresia e seduzione del popolo”.
Rudolf Steiner si fece quindi sentire ancora una volta, nolens volens, e pubblicò due articoli su giornali di Basilea tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre 1924, ‹Der Wiederaufbau des Goetheanum› [La Ricostruzione del Goetheanum, NdT] e ‹Das Zweite Goetheanum› [Il secondo Goetheanum, NdT] , con illustrazioni del modello di costruzione.

Il 23 novembre, il comitato d’azione contro la costruzione convocò una grande manifestazione di protesta di massa nel cortile della scuola di Arlesheim e adottò una risoluzione che venne respinta quattro giorni dopo dal consiglio comunale di Dornach. Il 3 dicembre Rudolf Steiner e Ita Wegman ringraziarono il consiglio comunale di Dornach a nome della Società Antroposofica con una lettera dall’atelier, ma sottolinearono anche che

“per noi al momento sarebbe meglio limitarci a costruire e non partecipare alle discussioni pubbliche. Non vogliamo disturbare la pace in alcun modo e quindi non parteciperemo alle discussioni pubbliche finché sarà possibile.

 

“Devo impedire a tutto ciò che è distruttivo di distruggermi”.

Tuttavia, Steiner rispose personalmente anche al presidente dell’Associazione svizzera per la tutela del patrimonio nazionale, che aveva proposto di bandire un concorso di idee per il progetto di costruzione, includendo architetti non antroposofici. La proposta di negazione architettonica dell’antroposofia nella propria casa non era possibile:

“Sarebbe davvero niente di meno che un suicidio spirituale da parte mia”.

Ciò che lo aveva offeso di più era stata l’accusa sollevata che

«la grandezza dell’edificio sia una conseguenza dell’arroganza, della presunzione o addirittura di qualche brama di potere, poiché sono pienamente consapevole di agire solo per necessità».

Ita Wegman nello studio di Rudolf Steiner. 21 marzo 1925 © Archivio Ita Wegman

Michael, Ahriman, Cristo

Nelle ore mattutine, dalle 5 alle 8 circa, Rudolf Steiner continuava a scrivere quotidianamente nel suo studio: sulle riflessioni e i principi guida (in seguito denominati “lettere Michaelite”) e sulla sua autobiografia “Mein Lebensgang” [La mia Vita NdT], che trattava del periodo di Weimar. Tutti questi testi apparivano settimanalmente nella parte pubblica (Mein Lebensgang) e in quella interna Leitsätze [Massime NdT] del settimanale Das Goetheanum e raggiungevano così persone in tutto il mondo.

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Steiner non poteva più viaggiare, tenere conferenze e condurre conversazioni più lunghe. Tuttavia, continuò a parlare di questi testi alle persone e presentò l’essenza dell’antroposofia e il compito spirituale del movimento antroposofico nel dramma del XX secolo. Datò i suoi testi scritti in studio – e apparvero con questa data. Era ancora lì, riconoscibile per i suoi amici e avversari.

Fino alla metà di novembre 1924 apparvero scritti sul “Sentiero di Michele” e sul “Compito di Michele nella sfera di Ahriman”, sulle ” esperienze e vicende durante l’adempimento della sua missione cosmica», sul «futuro dell’umanità e l’attività di Michele», sull’«esperienza di Michele Cristo nell’uomo», sulla «missione di Michele nell’era mondiale della libertà umana» e, infine, con un dramma difficilmente superabile, su «I pensieri del mondo nell’azione di Michele e nell’azione di Ahriman».

Non solo lo “scivolamento in un’altra storia del mondo” dall’inizio dell’era moderna e l’accesso di Ahriman all’intelligenza umana liberata è stato chiarito ai membri, ma anche l’intero compito che la Società Antroposofica e la sua Università dovevano affrontare. Anche di contemporanei come Adolf Hitler, Steiner scrisse, senza nominarli e da un punto di vista spirituale:

«Sviluppando la propria libertà, l’uomo cede alle lusinghe di Ahriman ed è trascinato nell’intellettualità, come in un automatismo spirituale, di cui è un anello, non più se stesso. Tutto il suo pensiero diventa esperienza della testa; solo questa lo separa dalla propria esperienza del cuore e della propria vita di volontà e cancella l’essere se stessi».

Durante la sua detenzione a Landsberg, Hitler lavorò contemporaneamente ai suoi propri “principi guida”, il suo scritto programmatico polare “Mein Kampf”. In una descrizione spirituale di Ita Wegman, in ricordo di una conversazione con Steiner prima ancora del ricovero in ospedale, si legge:

“Un giorno Rudolf Steiner mi disse come i demoni anti-Michele si mettono al lavoro senza scrupoli per impedire e distruggere l’opera di Michele”.

All’epoca, Steiner disse che la questione cruciale sarebbe stata se gli impulsi michaeliti, che si erano manifestati così vigorosamente durante il convegno di Natale, avrebbero comunque avuto successo.

«La mia domanda angosciosa era: cosa succederà se non ci riusciamo? E la risposta fu: allora il karma prevarrà».

Che la degenza di Steiner fosse un periodo di intenso confronto spirituale in questo senso, fu suggerito da Ita Wegman in una conferenza biografica tenuta a Londra il 27 febbraio 1931:

“Qui tralascio le ore, le settimane e i mesi dolorosi della sua degenza, che si svolgeva nell’officina di falegnameria e che ho supervisionato. È davvero impossibile descrivere come in quelle ore di silenzio si sia combattuto contro l’impatto delle forze nemiche.

“Combattimenti demoniaci ogni notte”, si legge in una nota di Steiner. Ita Wegman annotò alcune delle sue dichiarazioni: ‘Spero davvero di guarire’. ”Presto dovrà essere presa la decisione, o una cosa o l’altra…” La maggior parte dei sei mesi, tuttavia, non è nota e gli scritti tramandati possono essere considerati al massimo come frammenti di un contesto più ampio. Senza dubbio, tuttavia, Rudolf Steiner e Ita Wegman continuarono a lavorare a stretto contatto anche in condizioni difficili –

Christian Rosenkreutz ha svolto un ruolo importante in queste meditazioni [comuni]”, ha sottolineato Wegman. Nonostante tutte le limitazioni, Rudolf Steiner cercò di sviluppare l’Università con le sue sezioni e il suo lavoro di base. Su sua richiesta, il 21 novembre Ita Wegman chiese a Karl Schubert la trascrizione degli stenogrammi del corso di pedagogia curativa per una prossima edizione (come documento universitario); solo una settimana dopo scrisse a una direttrice di filiale a Stoccarda riguardo alla prevista edizione delle conferenze sul karma del settembre 1924: «Questo sarà il prossimo lavoro del dottore e non appena la sua salute lo permetterà, inizierà a lavorarci.» Nel mese di novembre, Rudolf Steiner ricevette anche Emil Leinhas per un breve periodo presso la società per azioni Der Kommende Tag, che doveva essere liquidata («Mi spaventò la sua vista. Era emaciato fino allo scheletro.»), e Ludwig Graf Polzer-Hoditz, con il quale parlò del futuro della Michael-Schule e delle sue classi.

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Programma della conferenza di Natale al Goetheanum con le correzioni di Rudolf Steiner. Dornach, 20 dicembre 1924 © Archivio Rudolf Steiner

Natale e Capodanno 1924/25

Steiner non dimenticò l’invito a una celebrazione per Albert Steffen, che il 10 dicembre 1924 compì 40 anni, e inviò una lettera all’incontro, che onorava il lavoro di Steffen, compreso il suo impegno per la Società Antroposofica. Rudolf Steiner sperava ancora nell’efficacia della Società Antroposofica, nell’unità di volontà nel senso di Michael, anche se non poteva più tenere lezioni di classe e conferenze sul karma.

Il 24 dicembre Rudolf Steiner salutò i membri che erano venuti al Goetheanum per Natale e si erano riuniti nella sala della falegnameria con una lettera letta da Marie Steiner-von Sivers. Ricordò il decisivo convegno di Natale tenutosi nello stesso luogo un anno prima, che aveva dato alla Società «una nuova vita» e posto le fondamenta spirituali. Ancora una volta Steiner parlò della «cura senza precedenti della sua amica, la dottoressa I. Wegman» e le porse i suoi saluti.

Tuttavia, la lettera non menzionava alcun miglioramento delle sue condizioni e nessun ritorno al lavoro; nei giorni precedenti aveva avuto la febbre la sera ed era in condizioni pietose. Tuttavia, durante la riunione di Natale di Marie Steiner-von Sivers (il 24 dicembre 1924, l’1 e il 2 gennaio 1925), furono letti tre nuovi testi lunghi e profondamente impressionanti, che iniziavano con: “Considerazioni sul Natale: Il mistero del Logos”.

Il 28 dicembre 1924, l’intera meditazione della pietra di fondazione, ora con la quarta strofa, fu eseguita per la prima volta in euritmia nella sala della falegnameria.

Il 2 gennaio 1925, Rudolf Steiner scrisse la seguente lettera d’addio ai partecipanti:

“Questa volta ho potuto essere unito a voi qui solo nello spirito. Tuttavia, spero che nei vostri cuori le forze che sono state alimentate dal convegno di Natale di un anno fa abbiano ricevuto un nuovo impulso”.

Lo spera ‘con tutto il cuore’. Salutò nuovamente da parte di Ita Wegman.

Ciò che i membri non potevano sapere era che il primo dell’anno Rudolf Steiner attraversò una crisi esistenziale con un temporaneo stato di incoscienza, nel secondo anniversario dell’incendio e esattamente un anno dopo il crollo durante la “Rout” [fallimento, NdT] alla fine del convegno di Natale.

Una settimana dopo, in una lettera di Mien Viehoff, collaboratrice di Ita Wegman, a Clarita Berger, si leggeva:

«La dottoressa [Wegman] è disperata perché il dottor [Steiner] si indebolisce sempre di più».

Ita Wegman aveva chiesto a Hilma Walter di dormire sempre nell’anticamera dello studio durante la notte,

“la dottoressa [Wegman] si sente terribilmente sola lì”.

Nonostante tutte le resistenze, nel gennaio 1925 iniziarono gli scavi per la seconda costruzione, dopo che il Consiglio federale bernese aveva respinto una nuova richiesta del “Comitato d’azione”; secondo il Consiglio federale, la decisione di Soletta era determinante. Il professore di architettura Ernst Fiechter del Politecnico di Stoccarda si recò a Dornach per una riunione di costruzione con Rudolf Steiner. Steiner, però, era troppo debole per riceverlo; tuttavia, Fiechter poté ammirare a lungo il modello in plastilina del Secondo Goetheanum nella serra:

«Si poteva intravedere un edificio incredibilmente sublime».

In seguito, il professor Fiechter si impegnò molto per il progetto di costruzione presso l’università di Stoccarda, con i colleghi, di fronte agli studenti e nelle riviste specializzate in Germania e Svizzera. Tuttavia, suo figlio Nik, di dieci anni, che nell’estate del 1924 aveva subito una grave lesione agli occhi, curata presso l’Istituto Clinico-Terapeutico di Stoccarda con il sostegno di Steiner, fu lasciato a Dornach da Rudolf Steiner; Steiner chiese espressamente a Wegman di poter vedere il ragazzo all’Epifania. Quest’ultimo scrisse in seguito dell’incontro nello studio:

«Dovevo percorrere alcuni metri da solo attraverso la stanza. Il percorso mi sembrava infinitamente lungo. Lì c’era la possente scultura in legno, che catturò per prima la mia attenzione. Di fronte a questa statua di Cristo c’era il letto di Rudolf Steiner. Più mi avvicinavo, più questo ultimo incontro diventava solenne e grandioso. Rudolf Steiner si sedette sul letto e mi guardò con occhi che irradiavano un amore indescrivibile. Lo spazio fisico scomparve, si creò un’ampiezza, accompagnata da un calore luminoso. Non ricordo cosa fu detto. Poi mi mise la mano sulla testa e pronunciò le parole che da allora mi hanno accompagnato: “Va bene così”.

Gli ultimi tre mesi

Solo nel gennaio 1925 Rudolf Steiner scrisse altri sei lunghi e innovativi testi con “principi guida” che riguardavano l’incarnazione dal mondo delle gerarchie spirituali, ma anche il destino passato e futuro della Terra e del macrocosmo. Faceva freddo a Dornach, c’era un’epidemia di influenza, l’atelier poteva essere riscaldato solo da una piccola stufa – e tutto era ancora estremamente semplice e misero. Tuttavia, Rudolf Steiner rilesse l’intera “Scienza Occulta nelle sue linee generali” per una nuova edizione con una nuova prefazione:

“Tutto ciò che ho potuto dire da allora, se inserito nel posto giusto in questo libro, appare come un’ulteriore elaborazione del suo abbozzo originale”.

Nella seconda settimana di febbraio, consegnò un testo rituale per l’insediamento di Friedrich Rittelmeyer come capo supremo della Comunità dei Cristian e il 22 febbraio, in occasione del suo compleanno, ad Ita Wegman una meditazione centrale su Efeso.

Cinque giorni dopo Rudolf Steiner compì 64 anni nell’atelier.

“Spero che questa lettera arrivi in tempo e ti porti tutto il mio amore, rispetto e gratitudine per me e per l’umanità”,

gli scrisse Marie Steiner-von Sivers da Berlino. Albert Steffen parlò nella sala della falegnameria dell’opera della vita di Steiner e lesse la meditazione della Pietra di Fondazione e l’immaginazione di Michele.

Gli studenti Waldorf di Stoccarda inviarono un grande pacco regalo, che conteneva anche un’edizione dei Drammi Misteri rilegata a mano da loro in pelle rossa e blu («con taglio, risguardo e dorso che nessun rilegatore professionista potrebbe rendere più puliti», A. Steffen). Lo stesso giorno, il 27 febbraio 1925, Hitler rifondò il NSDAP e tenne un discorso sul “futuro della Germania”.

Rudolf Steiner voleva assolutamente continuare a lavorare:

“Devo essere presto in grado di lavorare, perché ciò che accadrebbe se la mia malattia dovesse interrompere la costruzione, dopo tutto quello che è successo, è incommensurabile”,

scrisse a Marie Steiner-von Sivers il 5 marzo. La casseratura delle colonne era già iniziata, la loro fusione era prevista per la fine di marzo. Il 23 marzo, tuttavia, in un’altra lettera a lei indirizzata si leggeva:

“Per me tutto procede terribilmente lentamente; in realtà sono piuttosto disperato per questa lentezza”.

Libro di Peter Selg: Rudolf Steiner Atelier, Die letzte Lebenszeit / The Final Years. 2019

Ancora una volta Steiner ricevette anche il conte Polzer-Hoditz e la loro conversazione toccò nuovamente la Scuola di Michael e la sua motivazione alla richiesta di Ita Wegman:

“Solo attraverso questa domanda posta in questo modo [Ita Wegman] è stato possibile istituire la Scuola di Michael sulla Terra. In questa scuola si trova il nucleo del futuro come possibilità. Se solo questo fosse compreso dai membri: come possibilità”.

In questo contesto, Steiner disse anche a Polzer-Hoditz:

«Quando terrà le lezioni di classe, e ovunque, tenga sempre presente che durante la lezione di classe non deve portare una lezione didattica da leggere, ma è un’azione, deve compiere un’azione che può metterci in contatto con il flusso misterioso di tutti i tempi».

Il 28 marzo Rudolf Steiner firmò 13 tessere blu per i nuovi membri dell’Università.

Continuò a scrivere anche i suoi saggi sui principi guida e il suo “Lebensgang”  fino alla sua morte, fino al completamento dell’ultimo saggio “Dalla natura alla sub-natura”.

“L’uomo deve trovare la forza, la capacità di conoscenza interiore, per non essere sopraffatto da Ahriman nella cultura tecnica. La sotto-natura deve essere compresa come tale. Può farlo solo se l’uomo nella conoscenza spirituale sale almeno fino alla sopra-natura extraterrestre, come è sceso nella sotto-natura nella tecnologia. […] È proprio attraverso la comprensione consapevole di quella spiritualità a cui i poteri ahrimanici non hanno accesso che l’uomo viene rafforzato per affrontare Ahriman nel mondo».

Steiner aggiunse la parola “consapevole” al suo manoscritto solo alla fine.

Il 29 marzo, quando Hitler fece la sua prima visita a Weimar, che negli anni successivi trasformò in una roccaforte di prestigio del nazionalsocialismo (con la fondazione delle SS e delle HJ a Weimar, del campo di concentramento modello a Buchenwald, ecc.), Rudolf Steiner consegnò a Ita Wegman le bozze corrette del suo libro di medicina, il primo libro di testo scientifico specialistico della scuola superiore in assoluto.

«Era molto contento quando me lo consegnò: “Ci sono cose importanti in questo libro”».

«Steiner chiese se l’atelier accanto sarebbe stato presto pronto «per poter lavorare al modello interno del nuovo Goetheanum».

Il giorno dopo, la mattina del 30 marzo, Rudolf Steiner morì verso le 10.

Note

  1. Tutte le citazioni dell’articolo: Peter Selg, Die letzte Lebenszeit. Dornach, ottobre 1924 – marzo 1925. In: Peter Selg, Rudolf Steiner. 1861-1925. Lebens- und Werkgeschichte. Volume 7. Arlesheim 2017, pp. 2021-2115 o Peter Selg, Rudolf Steiners Atelier. Die letzte Lebenszeit. Arlesheim 2019.
  2. Cfr. Peter Selg, «Weit über unser normales Bewusstsein hinaus …» Dornach, settembre 1924. Rudolf Steiners letzte Kurse. Arlesheim 2024.

Tradotto dal tedesco da Piero Cammerinesi per LiberoPensare

Fonte

Peter Selg


Peter Selg dirige l’Istituto Ita Wegman per la ricerca antroposofica di base ad Arlesheim ed è membro del Consiglio direttivo della sezione antroposofica generale del Goetheanum. Insegna antropologia medica ed etica all’Università di Witten-Herdecke e all’Università Alanus per l’Arte e la Società di Alfter.

 

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