Vi serve un Disegnino?

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di Franco Remondina

 

Eccolo qua:

 

 

Il problema è evidente, si cerca di destabilizzare un “fianco” del blocco euroasiatico.
L’Iran permetterebbe, se rovesciato, ampi spazi di manovra a US e Compagnia…
Ecco perché abbiamo visto il cinema che hanno montato in questi ultimi mesi.
Il problema è che non puoi assediare il mondo!
Eppure gli incredibili “cervelli” che pianificano il ritorno al mondo unipolare, sembrano rimasti alla strategia di isolare nazioni per farle fallire.
Il punto però è che c’è un problemino non da poco:

 

L’America vive ancora nell’epoca della Conferenza di Bandung dei Paesi Non Allineati del 1955 in Indonesia, a quei tempi quando questi Paesi decisero di procedere da soli, si resero conto che erano economicamente troppo piccoli per farcela, ma oggi?

Russia, la Cina, l’Iran e tutti i paesi confinanti hanno ben chiaro che non hanno bisogno di scambi commerciali e investimenti con gli Stati Uniti.

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Lo stravolgimento della produzione di merci dove la maggior parte della crescita della produzione, della manifattura e del commercio mondiale si è verificata in Cina, insieme al controllo della raffinazione delle materie prime, come le terre rare, ma anche il cobalto, perfino l’alluminio e molti altri materiali lascia sgomenti i cervelloni che hanno pensato al piano di isolamento.

Come fai a isolare la Russia?
Come fai a isolare la Cina?
Confinano tra loro, hanno la politica classica de “il nemico del mio nemico è mio amico”.

Così, il tentativo strategico dell’America di isolare Russia, Cina e i loro alleati nei BRICS o nell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai finisce per isolare se stessa.

Ma c’è di peggio, una simile strategia sta di fatto mettendo gli altri paesi di fronte a una scelta di campo, li costringe a scegliere da quale parte stare.

Ora, la scelta è esattamente questa: o paghi il pizzo o ti brucio il negozio.

Suona un po’ così, un modello di controsviluppo, gli USA non hanno null’altro da offrire, non producono nulla e possono offrire solo attentati e destabilizzazione.

L’America ha sostanzialmente dichiarato guerra a qualsiasi tentativo di creare un sistema di commercio e investimenti internazionali che non sia sotto il suo controllo, nel proprio interesse personale, volendone tutti i guadagni, tutte le entrate, non solo una parte.

I dazi!
E’ la chiamata degli US: state con noi o contro di noi?

Osservate attentamente:

https://www.presstv.ir/Detail/2025/05/31/748978/Role-of-new-Iran-China-rail-line-in-global-order

Il 31 maggio l’Iran ha completato la parte di ferrovia che serviva a collegarla via terra alla Cina…
Altro che l’uranio arricchito per ottenere la bomba atomica, è questa la bomba atomica!

Dall’articolo:

 

Il treno proveniente dalla città di Xian, nella Cina orientale, è arrivato al porto di Aprin, vicino a Teheran, con un carico di pannelli solari, giusto in tempo per l’impegno dell’Iran nell’espansione della sua capacità di energia rinnovabile.

L’evento è in netto contrasto con l’amministrazione del presidente Donald Trump che, secondo Reuters, starebbe valutando la possibilità di fermare e ispezionare le petroliere iraniane in mare.

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Grazie alla distanza della linea ferroviaria da qualsiasi presenza militare americana, l’Iran può esportare petrolio e importare merci dalla Cina senza problemi nel caso in cui il commercio marittimo venisse interrotto.

Il novanta percento delle esportazioni dell’Iran verso la Cina è costituito da prodotti derivati ​​dal petrolio, come prodotti petrolchimici, prodotti petroliferi e gas, o prodotti minerari, come concentrato di rame, concentrato di ferro e simili.

Sebbene queste merci siano difficili da trasportare su rotaia e debbano essere trasportate via nave, la nuova rotta offre una soluzione essenziale per ogni evenienza, al fine di proteggere il commercio bilaterale dai tentacoli dell’egemonia statunitense.

Trump ha promesso di ripristinare una campagna di “massima pressione” per isolare l’Iran dall’economia globale e ridurre a zero le sue esportazioni di petrolio.

La modalità ferroviaria riduce i tempi di consegna delle merci a 15 giorni, rispetto ai 30 giorni della rotta marittima, e aiuta la Cina a eludere il passaggio obbligato dello Stretto di Malacca.

Lo Stretto di Malacca è uno stretto canale d’acqua attraversato da una parte significativa delle importazioni cinesi di petrolio greggio dall’Asia occidentale e dall’Africa. Ma con il Mar Rosso trasformato in un campo di battaglia tra le forze di resistenza yemenite da un lato e Israele e i suoi alleati dall’altro, i costi di spedizione sono aumentati del 250%, secondo la BBC, e il transito è diminuito del 70%.

La nuova linea, parte del corridoio est-ovest in evoluzione che collega la Cina all’Iran, agli stati costieri del Golfo Persico, all’Africa e, infine, all’Europa, rappresenta una delle rotte commerciali più sicure attualmente in uso.

Il 12 maggio, i responsabili delle ferrovie di Iran, Cina, Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan e Turchia si sono incontrati a Teheran per promuovere una rete ferroviaria transcontinentale che colleghi l’Asia all’Europa.

Le sei nazioni hanno concordato tariffe competitive e standard operativi per semplificare i servizi ferroviari regionali e potenziare la connettività commerciale.

Cina e Iran hanno ampliato le relazioni commerciali ed economiche negli ultimi anni. Entrambi i paesi condividono una visione strategica volta a contrastare l’egemonia globale degli Stati Uniti, dopo aver subito sanzioni e altre pressioni da parte americana per anni.

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L’Iran fa parte dell’iniziativa cinese One Belt One Road (BRI), che mira a ripristinare le rotte commerciali via terra un tempo note come Via della Seta.

Il collegamento ferroviario integra l’Iran nella BRI da mille miliardi di dollari e getta le basi per legami politici ed economici più profondi. La sua genesi risiede in uno storico accordo di cooperazione economica di 25 anni, del valore di 400 miliardi di dollari, firmato nel 2021.

L’implementazione con successo del progetto ferroviario dimostra la forza e il potenziale dell’infrastruttura logistica iraniana nell’attrarre merci internazionali.

Può fungere da modello per lo sviluppo e il rafforzamento delle rotte commerciali internazionali e da esempio riuscito di integrazione economica regionale e internazionale.

I suoi vantaggi rispetto ad alcuni corridoi concorrenti, come il corridoio centrale transcaspico che comprende Cina, Kazakistan, Azerbaigian, Georgia e Turchia, aumenteranno la posizione di transito dell’Iran nella regione, faciliteranno il commercio e promuoveranno l’economia e l’imprenditorialità della Repubblica islamica.

In generale, l’attuazione del piano del corridoio est-ovest nell’ambito della Nuova Via della Seta e del piano del corridoio nord-sud attraverso l’Iran può rafforzare la posizione del Paese nel nuovo assetto regionale.

In una prospettiva più ampia, il progetto di collegamento ferroviario Cina-Iran rappresenta un’alternativa strategica al progetto del corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC), che mira a trasformare Israele in una porta di accesso per il commercio di beni ed energia nell’Asia occidentale.

L’IMEC parte dall’India e si estende fino agli Emirati Arabi Uniti, all’Arabia Saudita e alla Giordania, prima di raggiungere i territori occupati da Israele e l’Europa attraverso il Mar Mediterraneo.

In altre parole, il progetto ferroviario Iran-Cina dovrebbe essere visto nel contesto di una grande guerra di corridoio tra Iran e Cina, da un lato, e gli Stati Uniti, dall’altro, destinata a determinare il futuro del nuovo ordine mondiale.

Il futuro è caratterizzato dal miglioramento delle infrastrutture di trasporto e doganali lungo il corridoio, per agevolare ulteriormente il commercio e la circolazione delle merci.

Inoltre, gli sforzi per aumentare il numero di treni e migliorare gli orari dei trasporti contribuiranno a rafforzare questo corridoio e a creare reti commerciali più ampie.

Capite adesso?

Fonte

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