di Piero Cammerinesi
“Al diavolo la verità! Come dimostra la storia del mondo, la verità non ha alcuna importanza. È irrilevante e immateriale, come dicono gli avvocati. È la menzogna di un sogno irrealizzabile che dà vita a tutta la nostra folle e malriuscita combriccola, ubriaca o sobria che sia.”
Eugene O’Neill, The Iceman Cometh
Sembrava una domenica estiva come un’altra, le file per andare e tornare dal mare, il caldo afoso, le solite preoccupazioni della maggior parte delle famiglie per arrivare a fine mese, gli esami appena finiti e il batticuore per i risultati…
E invece no. Potrebbe essere una delle ultime domeniche di relativa serenità prima di una catastrofe bellica di ampio respiro.
Perché, ancora una volta, gli USA hanno tradito accordi e promesse e sembrano essere entrati a gamba tesa al fianco di Israele contro l’Iran.
Ecco cosa titolano oggi a piena pagina i quotidiani di tutto il mondo:
Dunque apparentemente tutto perfettamente chiaro.
Gli americani – come è loro costume, peraltro – mentre offrono accordi di pace con una mano, con l’altra accoltellano alle spalle. Lo abbiamo visto centinaia di volte nella breve storia di questo Paese, dai tradimenti consumati ai danni dei nativi americani – “Uomo bianco ha lingua biforcuta”, ricordate? – alle guerre scatenate con false flag, come nel conflitto ispano-americano e nella guerra del Vietnam, dall’Iraq con il falso pretesto della provetta di antrace sino alle primavere arabe.

Per non parlare dell’11 settembre e della fantasmagorica cattura e assassinio di Osama bin Laden. Ma questa è un’altra storia.
Ed ora abbiamo le mirabolanti narrazioni – sembrano la trama di un filmaccio hollywoodiano – dei bombardieri invisibili mandati da una parte come esche per attaccare invece nottetempo da un’altra.
Naturalmente il Potus – il Capo supremo – ha, come da manuale, esclamato Mission acomplished, missione compiuta.
E ci mancherebbe che l’egemone non portasse a termine con successo una operazione bellica, ci perderebbe la faccia.
O no?
Eppure – stampa mainstream a parte – non sembra che tutti condividano la narrazione ufficiale.
Ci sono, in effetti, alcuni commentatori che vedono in questa vicenda del bombardamento dei siti nucleari iraniani una clamorosa presa in giro dell’opinione pubblica mondiale come avvenne per l’attacco alla Siria del 2017.
Scrive ad esempio Cesare Sacchetti, un osservatore decisamente attento di politica internazionale, anche se con una spiccata tendenza a voler avere ragione a tutti i costi anche quando i fatti lo contraddicono palesemente:
Nel 2017, in Siria ci fu il false flag di Khan Sheikhun. I servizi segreti inglesi, israeliani e americani misero in atto un presunto attacco chimico contro questo villaggio siriano e diedero la colpa ad Assad pur di costringere Trump a intervenire nel conflitto siriano. Trump intuì immediatamente la manovra e con l’accordo di Russia e Siria bombardò i deserti siriani. I vari apparati che volevano costringere Trump alla guerra furono tutti giocati perché Trump aveva pubblicamente “punito” Assad.
L’episodio di stanotte in Iran è la fedele fotocopia di quanto visto in Siria 8 anni fa. Nessun sito distrutto e Teheran è stata avvisata in anticipo. I media, e ovviamente la loro sponda della falsa controinformazione, stanno spingendo a tutta forza per far credere che gli Stati Uniti ora entreranno nel conflitto contro l’Iran, mentre con tale mossa gli Stati Uniti se ne sono appena distanziati perché ufficialmente i siti nucleari iraniani sono stati distrutti e Israele non ha nemmeno più quel pretesto per trascinare gli USA in guerra. Ecco come Trump ha beffato tutti ed ecco come si gioca una partita a scacchi in politica estera.

Ma Sacchetti non è il solo a dubitare della versione ufficiale. Lamberto Rimondini, commentatore politico ed autore di due pregevoli volumi sulla storia d’Italia, scrive:
Il sito nucleare di Natanz è intatto. Gli stessi siti mediorientali affermano che non c’è una immagine o una prova che Trump abbia bombardato le centrali nucleari iraniane. Stanotte Trump ha chiuso definitivamente il capitolo Iran. Ha tolto a Israele qualsiasi pretesto per chiedere l’ingresso in guerra degli Stati Uniti perché ufficialmente i siti sarebbero stati colpiti anche se poi non lo sono stati. Non sta dando armi allo stato ebraico che ha la sua contraerea a secco e sta lasciando che l’Iran bombardi Israele indisturbata. Il “sionista” Trump sta lasciando distruggere Israele.
L’agenzia di stampa iraniana, IRNA, conferma che il sito di Fordow è perfettamente intatto e operativo. Trump se ha fatto sganciare qualche bomba l’ha fatto fare nel deserto iraniano avvertendo prima Teheran esattamente come fece in Siria nel 2017. Intanto gli Stati Uniti continuano a non rifornire la contraerea israeliana e lasciano che l’Iran bombardi Israele senza problemi.MA ALLORA? Chi diffonde informazioni false? Chi sono sono stati i principali finanziatori dell’Iran? Bush Clinton Obama Biden.

Raisi ha dichiarato all’agenzia Fars che
contrariamente alle affermazioni del bugiardo Presidente degli Stati Uniti, l’impianto nucleare di Fordow non è stato gravemente danneggiato e la maggior parte di ciò che è stato danneggiato era solo a livello del suolo e può essere ripristinato.

L’effetto del bombardamento americano è stato definito “superficiale”, e senza vittime o fughe radioattive; tanto che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha dichiarato che non è stato segnalato alcun aumento dei livelli di radiazioni a Fordow, Natanz ed Esfahan.
Se il GBU-57A/B “Massive Ordnance Penetrator” consta di 30.000 libbre di tungsteno, inneschi ritardati e sequenze di stress geologico, ed è stato progettato per frantumare le montagne, il sito di Fordow è stato realizzato proprio per uno scenario di questo genere. Tunnel curvi, caverne sfalsate, strati anti-penetrazione e camere centrifughe IR-6 ridondanti.
Ed ora alcune riflessioni non vincolanti ma certamente da non sottovalutare.
Prima di tutto c’era da sempre una notevole incertezza sul fatto che le bombe GBU-57 fossero in grado di penetrare la montagna sotto la quale si trova l’impianto di arricchimento nucleare iraniano di Fordow. Ora, secondo quanto riferito da un funzionario statunitense al New York Times ben sei bombardieri B-2 – che avrebbero volato ininterrottamente per 37 ore con rifornimenti in volo – avrebbero sganciato una dozzina di giganteschi “bunker buster” sul sito nucleare. Un battesimo del fuoco visto che è la prima volta che queste bombe vengono utilizzate in guerra.
Come si è detto, se Trump ha sostenuto che gli impianti nucleari iraniani sono stati “completamente e totalmente distrutti”, non vi sono in realtà evidenze a suffragare tale affermazione.
Non sapremo con certezza fino al mattino cosa è stato distrutto, ma crediamo di aver eliminato tutto ciò che volevamo.
ha dichiarato un alto funzionario statunitense al Journal.

Altra questione decisamente sospetta è costituita dal fatto che secondo l’Organizzazione per l’energia atomica iraniana, l’Autorità saudita per la regolamentazione nucleare e radiologica e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, non v’è stato alcun aumento delle radiazioni a seguito degli attacchi americani ai tre siti nucleari.
Sarà anche che – essendo stati avvertiti dell’attacco, come sostengono alcuni commentatori – avevano spostato l’uranio altrove, è tuttavia evidente che un fatto del genere possa portare a dubitare dell’efficacia dei bombardamenti, in particolare di quello di Fordow.
Una ulteriore questione non irrilevante riguarda la posizione di Russia e Cina, alleati strategici dell’Iran. Perché non hanno fatto nulla, se non esprimere delle flebili proteste che fanno pensare ad un “non vorrei ma lo devo fare per forza”.
Scrive Craig Roberts:
Il Presidente Trump ha commesso un atto di guerra a favore di Israele. Questo si aggiunge al fatto che un pazzo ha dato il via libera all’attacco alla triade strategica russa, un attacco che è stato minimizzato persino dallo stesso Putin. Quale sarà il prossimo atto sconsiderato di Washington?
Perché Putin ha dato il via libera all’attacco all’Iran annunciando opportunamente che il trattato della Russia con l’Iran non prevedeva il supporto militare, un’affermazione che secondo John Helmer è smentita da disposizioni segrete del trattato?
Russia e Cina avrebbero potuto evitare l’attacco, ma non hanno fatto nulla.
Infine non è da sottovalutare il fatto che gli attacchi USA all’Iran non abbiano coinvolto le basi americane nel Golfo Persico e in Medio Oriente e neppure quelle in Italia, con gli oltre 40 mila militari americani, basi ospitate in nazioni arabe che hanno giudicato negativamente l’attacco di Washington.
Ecco, come si vede, nulla è come appare e potrebbero esserci notevoli sorprese nei giorni a venire per confermare l’una o l’altra ipotesi.
A seconda della reazione dell’Iran non sarà difficile capire se quello di Potus è stato un bluff o se aveva il punto in mano.
Certo è che stiamo ballando sul Titanic a due passi dall’iceberg.
Immagine di copertina: una vignetta di Carlos Latuff