Comunità Spirituali e Nuova Umanità – Prima Parte

di Piero Cammerinesi 

Premessa 

Se vogliamo uscire dal declino in cui siamo scivolati – declino ampiamente previsto da Rudolf Steiner cent’anni fa – dobbiamo renderci conto che ci troviamo oggi in un momento di transizione fondamentale della storia umana.  

In particolare, questo 2023 segna due centenari fondamentali, uno all’inizio e l’altro alla fine: l’incendio del Goetheanum del 1° Gennaio 1923 e il Convegno di Natale di fine Dicembre 1923. 

Per chi intenda dedicare attenzione non solo agli avvenimenti esteriori della storia e della cronaca ma voglia allargare il campo visivo anche all’indagine delle cause che li sottendono, ritengo che questi ultimi anni siano stati estremamente preziosi.

E non solo per la magnitudo degli eventi che abbiamo vissuto – veri e propri punti di svolta della storia – ma anche per il fatto che il tessuto di determinati avvenimenti ha mostrato delle smagliature sempre più ampie, rivelando inevitabilmente le trame sottostanti. 

Trame nel doppio significato di strutture causali ma anche di vere e proprie trame intenzionalmente ordite da entità di poteri sovranazionali apparentemente illimitati. 

1 Cosa abbiamo imparato in questi tre anni?  

1.1 Egemonia culturale 

Uno dei primi aspetti che incontriamo in questa analisi è rappresentata dalla schiacciante egemonia culturale dell’informazione mainstream. 

Tale egemonia viene da lontano; gli inglesi furono i primi a comprendere l’utilità dell’informazione – utilizzata come propaganda – usando, già dal ‘700, i quotidiani come nuovo strumento di lotta politica. Seguirono poi gli americani con il cinema, la televisione ed infine i social con il palese obiettivo di mantenere un assoluto dominio economico, culturale e politico motivato dalla “teoria della eccezionalità” dell’Impero inglese prima e dell’Unica Superpotenza USA dopo. 

L’egemonia culturale permise, naturalmente, ai “padroni del discorso” l’uso indiscriminato della censura. 

Interessante notare che storicamente una delle prime comparse della “censura pianificata” nella storia moderna la troviamo nella guerra tra l’Impero britannico e la Spagna per le colonie. Enrico VIII ed Elisabetta impongono una rigida censura ed un controllo assoluto della stampa per accusare il Papa di essere un nemico dell’Inghilterra; solo a quel punto si diede inizio allo scontro militare con la Spagna per il dominio delle colonie.  

La prova di queste lontane – e dimenticate – vicende la si può ravvisare nel fatto che se, ancora oggi, si domanda chi abbia compiuto le peggiori nefandezze nella colonizzazione delle Americhe, quasi tutti rispondono “sono stati gli spagnoli”. La dimostrazione che questo è falso la si può trarre da un semplice ragionamento: se oggi nei territori – prevalentemente centro- o sud-americani – conquistati dalla Spagna, la gran parte della popolazione ha i caratteri somatici degli indigeni che vi abitavano, nei territori conquistati dagli inglesi, al contrario, gli indigeni sono stati quasi totalmente annientati.  

Eppure, quello che ci viene incontro dai libri di storia, dai film e dalla narrazione comune ci racconta di inglesi e americani eroici e spagnoli spietati e sanguinari.  

Questa falsificazione della storia è stata possibile grazie ad una vera e propria guerra mediatica, intesa a demonizzare gli spagnoli. Vennero, infatti, ristampati all’uopo e diffusi i resoconti di Fra Bartolomé De Las Casas, con le atrocità della conquista spagnola, aggiungendovi, inoltre, immagini terrificanti.  

Siamo ancora nel ‘600 e gli inglesi comprendono perfettamente che le immagini possiedono efficacia molto superiore alle parole ed utilizzano – scaltramente – uno spagnolo per demonizzare gli spagnoli! 

Il fatto è che ancora oggi ci rendiamo ben conto che grazie alla forza delle immagini crediamo di aver visto con i nostri occhi qualcosa che in realtà non esiste o che viene distorto intenzionalmente.  

Questo metodo – che mostra di funzionare egregiamente – viene elaborato in modo sempre più raffinato tanto che, verso la fine dell’800 nascono negli USA i primi giornali scandalistici (Yellow journalism) traboccanti di notizie sensazionali, manipolate, vignette, caratteri cubitali, immagini a tutta pagina. 

Gli effetti li iniziamo a vedere nell’insurrezione del 1895 allorché Cuba si ribella alla Spagna. I giornali di Rundolph Hearst realizzano vendite stratosferiche per l’epoca, pubblicando quotidianamente presunte atrocità compiute dagli spagnoli: bambini uccisi, donne stuprate, massacri sanguinosi.  

L’effetto sarà che lo sdegno dell’opinione pubblica consentirà di dar inizio alla guerra contro la Spagna.  

Da allora le campagne di (dis)informazione si sono trasformate in vere e proprie armi di distruzione di massa. Il cervello umano è così diventato il campo di battaglia del XXI secolo.  

Chi ha pianificato, nel corso dei decenni, questo metodo di manipolazione ha ben chiaro come la (dis)informazione sfrutti le vulnerabilità cognitive dei bersagli, sfruttando ansie o convinzioni preesistenti che predispongono ad accettare informazioni false.  

Per inciso va ricordato che in Italia – ma è lo stesso in Europa e nell’anglosfera – solo una mezza dozzina di famiglie controlla la quasi totalità dell’informazione cartacea e televisiva mainstream. 

Pertanto, di indipendenza o libertà di stampa è insensato parlare, oggi come ieri. 

1.2 Menzogna istituzionalizzata 

Tre anni dopo l’insurrezione di Cuba, il 15 febbraio 1898 esplode misteriosamente il Maine, una nave americana, al largo dell’isola caraibica.  Tre giorni dopo l’esplosione, il Journal di Hearst, incolpando gli spagnoli per l’esplosione sposta decisamente l’opinione pubblica verso la guerra che viene presto dichiarata dagli USA.  

Così il conflitto ispano-americano nasce al grido di “Remember the Maine! To Hell with Spain!” [Ricordate il Maine! Al diavolo la Spagna! NdT] per vendicare il supposto attacco spagnolo alla nave americana.  

Secondo alcuni studiosi può essere proprio quel conflitto a segnare la nascita dell’imperialismo americano. 

Grazie a quel conflitto fu riconosciuta l’indipendenza di Cuba, che divenne di fatto un protettorato americano, ma anche la cessione agli USA di Porto Rico e dell’isola di Guam, così come l’accettazione dell’occupazione delle Filippine. 

Con questi eventi, Hearst aveva dimostrato in modo inconfutabile il potere della manipolazione tramite la propaganda: i milioni di copie vendute avevano sensibilmente spostato l’ago della bilancia verso quelli che erano gli obiettivi del partito democratico USA, di cui egli era esponente. Un partito che teorizzava il “manifest destiny” [destino manifesto, NdT] alla luce del quale era compito degli USA intervenire nel mondo per esportare il proprio modello di democrazia e per ampliare i propri mercati. 

Un paradigma che da allora non è mai cambiato. 

Infatti, 43 anni dopo, il 7 Dicembre 1941, l’attacco giapponese a Pearl Harbor consentì a Franklin Delano Roosevelt, in cerca di un motivo per entrare in guerra, di farlo. La stampa non aveva ancora fatto il suo lavoro di manipolazione dato che, secondo un sondaggio del 1940, ben il 90% degli americani era contrario a entrare nel conflitto. Ma dopo Pearl Harbor i sentimenti dell’opinione pubblica statunitense erano del tutto cambiati.  

Tuttavia, oggi sappiamo che l’attacco giapponese era noto ai vertici militari di Washington, che lasciarono deliberatamente che Tokyo lo attuasse indisturbato per consentire al democratico ed antinterventista (solo a fini elettorali) presidente Roosevelt di entrare in guerra. 

Trascorrono altri 23 anni e si ripete il medesimo copione con l’incidente della USS Maddox, un’altra nave USA, che esplode misteriosamente il 2 agosto 1964 nel golfo del Tonchino, fornendo a Lyndon B. Johnson il casus belli per dare inizio alla guerra del Vietnam. 

E arriviamo ai giorni nostri con l’11 Settembre 2001: in questo caso, nonostante l’assoluta fumosità ed anti-scientificità della narrativa ufficiale su questa vicenda – che ha rappresentato di fatto una svolta nella storia del nostro tempo – la verità dei fatti non è stata ancora ufficialmente riconosciuta anche se sono palesi le caratteristiche di false flag di questo tragico evento. 

Storia diversa quella del 5 febbraio 2003, quando il Segretario di Stato USA, Colin Powell, si presenta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con in mano una provetta contenente verosimilmente borotalco, affermando che invece vi sia antrace, accusando Saddam Hussein di possedere armi di distruzione di massa e poter così dà vita, il 20 Maggio 2003, alla seconda guerra del Golfo, che era, invece, stata preparata da tempo.  

In questo caso gli stessi protagonisti dello show hanno ammesso che era un falso. 

Ma la politica USA – nonostante le palesi e a volte riconosciute menzogne – non sarebbe cambiata di un centimetro nel corso dei decenni, tanto che la dottrina del manifest destiny democratica, sarebbe stata sposata, a distanza di un secolo, dai Bush e dai Clinton, quasi con lo stesso slogan: l’America ha la missione di esportare la democrazia, anche con le cosiddette“guerre umanitarie”. 

1.3 Paura come strumento di potere 

Con la vicenda della Covid-19 entriamo in pieno nel condizionamento globale delle menti, ottenuta utilizzando non solo tutti i mezzi di informazione disponibili, usando a man bassa la censura ma soprattutto utilizzando la paura come mezzo di manipolazione. L’11 Marzo 2020 la Covid-19 è stata fatta passare come la nuova peste, dichiaratamente senza possibili cure per giustificare i piani di vaccinazione globale già ampiamente predisposti. 

La perfetta funzionalità della paura come strumento di dominio viene perfettamente esemplificata dalla risposta che Goering diede, durante una pausa del processo di Norimberga, a chi gli chiese come le classi dominanti avessero fatto a convincere l’intero popolo tedesco ad accettare il nazismo:  

“È stato facile, non ha nulla a che fare con il nazismo, ha a che fare con la natura umana. Lo puoi fare in un regime nazista, socialista, comunista, in una monarchia e anche in una democrazia. L’unica cosa che si deve fare per rendere schiave le persone è impaurirle. Se riuscite a immaginare un modo per impaurire le persone, potete fargli quello che volete. 

Un format vincente, che ha mostrato la sua efficacia in questi ultimi tre anni.  

1.4 Principio di autorità 

Grazie, dunque, all’egemonia totale dei mezzi di informazione ed all’uso sistematico del terrorismo psicologico abbiamo per la prima volta nella storia dell’uomo un terrorismo globale che non consente nessun tipo di dissenso, utilizzando qualsiasi mezzo per imporre all’intera popolazione mondiale delle misure inique e di carattere totalitario. 

Gli unici autorizzati a parlare sono gli esperti a libro paga dei governi mentre tutti gli altri – dai premi Nobel agli scienziati e autori più competenti – vengono ridicolizzati, demonizzati ed ostracizzati, per eliminarli dal palcoscenico della pubblica opinione.  

2 Perché non aspettarci nulla dall’alto 

La campagna globale che ha demonizzato prima chi dissentiva con la narrazione Covid chiamandolo no-vax, negazionista etc, poi con quella della guerra Russo-Ucraina ed oggi con la narrazione dei cambiamenti climatici e, recentissimamente, con le vicende israelo-palestinesi, fa comprendere che il potere mondiale – tranne rare eccezioni – è totalmente allineato con le posizioni dell’anglosfera 

Nel resto d’Europa ed in Italia – per necessità, per convenienza o per viltà – la situazione è la stessa. 

Non possiamo, pertanto, aspettarci nulla dalla politica e dalle istituzioni perché sono totalmente corrotte ed infiltrate o, nella migliore delle ipotesi, perché i pochi che vorrebbero fare qualcosa non ne hanno la possibilità.  

2.1 Naturale controreazione rispetto a imposizioni e censure  

Tuttavia, oggi stiamo osservando che, visti i crescenti episodi di danni da vaccino e le conseguenze devastanti della interruzione delle forniture energetiche a basso costo da parte della Russia, sono molti ad aprire finalmente gli occhi.  

È fisiologico aspettarsi pertanto una contro-reazione alle imposizioni ed alle censure ed è a questa che possiamo collegarci. 

Fin qui una rapida sintesi di quanto abbiamo vissuto in questi anni. Ora cerchiamo di vederne gli aspetti esoterici.  

3 Le due razze umane 

Questa breve sintesi della situazione attuale ci indica che siamo ad un punto di svolta epocale e che è compito dei ricercatori spirituali non voltarsi dall’altra parte ma farsi delle domande sui retroscena esoterici.   

Chi si occupa di esoterismo, infatti, ha il compito di attuare qualcosa di più di una semplice contro-reazione, in quanto gli corre l’obbligo di cogliere il disegno generale – la big picture – di dove sta andando il nostro mondo. 

Ci aiuteremo in questa analisi con alcune indicazioni date da Rudolf Steiner. 

Sappiamo che è in gioco il destino futuro e che è compito di tutti coloro che hanno partecipato a quella che Steiner ha chiamato la Scuola di Michele, entrare in azione per combattere la menzogna imperante e prendere posizione per opporci al declino della nostra civiltà. 

Sappiamo dall’esoterismo che nella prossima incarnazione potremo sapere se in questa vita abbiamo seguito un percorso spirituale o uno materialistico.  

Inoltre, se in questa vita possiamo ancora essere caratterizzati dal fatto di essere italiani o tedeschi o russi verrà un tempo in cui il nostro essere sarà caratterizzato dal fatto di aver fatto parte o meno della Scuola di Michele.
La nostra appartenenza a questa corrente plasmerà anche la nostra fisionomia esteriore, così come oggi traiamo la nostra fisionomia dalla nostra razza e dalla nostra ereditarietà. 

Questo è il tempo delle grandi decisioni, la grande crisi di cui parlano i libri sacri di tutti i tempi e che è fondamentalmente destinata alla nostra epoca. Perché è proprio questa la peculiarità degli impulsi di Michele, che sono decisivi e che diventano decisivi proprio nella nostra epoca.  

Gli esseri umani che, nell’attuale incarnazione, ricevono gli impulsi di Michele attraverso l’Antroposofia preparano il loro intero essere ricevendo gli impulsi di Michele in modo tale da raggiungere quelle forze che altrimenti sono determinate solo da legami razziali e nazionali. 

(…) Per coloro che oggi assumono l’antroposofia come forza vitale più profonda, con una vera forza interiore, con l’impulsività del cuore, queste distinzioni non avranno più alcun significato quando scenderanno di nuovo sulla terra. Diranno: da dove viene? Non è di un popolo, non è di una razza, è come se fosse cresciuto da tutte le razze e i popoli.  

Lo spirituale si sta preparando a diventare razza per la prima volta. (R. Steiner, Considerazioni esoteriche su nessi karmici – Vol. III, O.O.237) 

3.1 Speciazione angelica 

Ma non sono solo gli uomini a indirizzarsi verso una delle due direzioni, ma anche gli angeli collegati a loro, nella fattispecie a chi in questa vita ha riconosciuto la scienza dello spirito o l’ha avversata: 

Il destino degli antroposofi, che si svolge tra antroposofi e non antroposofi, getta le sue onde nel mondo degli Angeli. Questo porta a una separazione degli spiriti nel mondo degli Angeli.   

L’Angelo che accompagna l’antroposofo nelle successive incarnazioni impara a trovare la strada più profonda nei regni spirituali di quanto non fosse in grado di fare prima. E l’Angelo che appartiene all’altro, che non può entrare affatto, sprofonda. E nel destino degli Angeli viene mostrato per la prima volta come avviene il grande divorzio.   

Ora accade – e questo è un aspetto, miei cari amici, su cui vorrei richiamare l’attenzione dei vostri cuori – che da un regno degli Angeli relativamente unificato sorge un regno degli Angeli diviso in due, un regno degli Angeli con un impulso verso i mondi superiori e con un impulso verso i mondi inferiori.   

Mentre la formazione della Comunità di Michele avviene qui sulla terra, possiamo vedere in alto ciò che sta avvenendo qui come Comunità di Michele, Angeli ascendenti e Angeli discendenti. (R. Steiner, Considerazioni esoteriche su nessi karmici – Vol. III, O.O.237) 

Credo, a questo punto, che sia necessario chiederci a cosa andiamo incontro come umanità se non siamo in grado di combattere il declino? 

Se in varie occasioni Steiner colloca la guerra di tutti contro tutti – se l’umanità non sarà in grado di correggere le visioni del mondo profondamente influenzate e corrotte dal materialismo e dall’edonismo dominante che hanno caratterizzato il XIX ed il XX secolo – in un futuro lontano, negli ultimi anni della sua vita ha affermato… 

…alla fine del secolo XX noi ci troveremo di fronte alla guerra di tutti contro tutti! (R. Steiner, L’uomo nel suo divenire. L’anima e lo spirito del mondo, O.O. 206). 

4 La guerra di tutti contro tutti  

Steiner mette in relazione questo terribile futuro per l’umanità con l’incapacità di impegno e di fraternità dei membri di quelle che dovrebbero essere i veri argini al declino generale: le comunità spirituali. 

Egli afferma che le opposizioni tra le persone che appartengono alla Scuola di Michele sono particolarmente gravi in quanto se in questa incarnazione non si cerca di superare gli elementi di antipatia – dunque antisociali – ci si troverà nella Sesta Epoca nel bel mezzo della “guerra di tutti contro tutti”. 

Eppure sappiamo bene come nelle comunità spirituali si litighi incessantemente. 

Perché? Ciò deriva – ci indica Steiner – dalle antipatie che si sviluppano nel mondo sovrasensibile fra la morte e la nascita; quando ritorniamo sulla Terra rimangono indietro dei resti, dei residui di antipatie, che ci portiamo dietro nell’esistenza fisica attraverso la nascita.
Eppure è proprio per compensare tali residui di antipatie che il destino ci porta ad accostarci alla spiritualità, la quale dovrebbe creare appunto una compensazione per certe antipatie che ci sono rimaste dalla vita prenatale.
Insomma, la tendenza verso la spiritualità condivisa con altre persone dovrebbe, paradossalmente, costituire la terapia per le antipatie che portiamo con noi scendendo nella nostra incarnazione.
La vera realtà del male – che possiamo definire conoscenza terrena non redenta – porterà al culmine degli istinti antisociali. 

Gli uomini si annienteranno in guerre fratricide. E la cosa più avvilente – rispetto ad altri tipi di distruzione – sarà che avverrà solo per loro responsabilità.
[…] Solo una manciata di persone sopravviverà e saranno coloro che avranno sviluppato un livello di abnegazione profondo, mentre la restante umanità sarà totalmente dedita a mettere al proprio servizio egoistico – grazie a tecnologie potenti e complesse – le forze della natura, senza aver acquisito il necessario grado di altruismo (R. Steiner, Storia e contenuti della Sezione conoscitivo-cultica della Scuola esoterica 1904-1914, O.O. 265)

Come si diceva poc’anzi, se in varie occasioni Steiner colloca la guerra di tutti contro tutti in un futuro più lontano, se l’umanità non sarà in grado di intervenire… 

…alla fine del secolo XX noi ci troveremo di fronte alla guerra di tutti contro tutti!
Gli uomini potranno fare tutti i bei discorsi che vorranno, potranno aver fatto tutti i possibili progressi scientifici, avranno di fronte a sé questa guerra di tutti contro tutti.
Assisteremo allo sviluppo di un’umanità che tanto più si riempirà la bocca di questioni sociali tanto meno avrà un minimo ‘istinto sociale’ (R. Steiner, L’uomo nel suo divenire. L’anima e lo spirito del mondo, O.O. 206).

Ora, cercando di decodificare i segni che ci vengono incontro dal presente mi sembra di intravvedere un seme di tale guerra di tutti contro tutti anche nell’attuale demonizzazione di ogni opinione divergente dalla narrazione imposta. 

Ma da cosa è causata occultamente la guerra di tutti contro tutti?  

Steiner ci dice che deriva dallo sviluppo tecnologico estremo privo di morale.   

5 Big Data, l’Akasha ahrimanica 

 La guerra di tutti contro tutti, che rappresenterà la rovina della nostra epoca, sarà originata proprio da questo sviluppo tecnologico estremo totalmente privo di morale.
Forze enormi e poderose verranno liberate da scoperte che trasformeranno il mondo intero in una sorta di apparecchiatura elettrica globale funzionante in modo autonomo (R. Steiner, Storia e contenuti della Sezione conoscitivo-cultica della Scuola esoterica 1904-1914, O.O. 265). 

Tutte le dottrine occulte parlano dell’Akasha, il cui significato è “etere”. In questa regione si conserva traccia spirituale di tutte le azioni, i pensieri, gli eventi che si riferiscono alle esistenze umane sulla Terra.  

Le entità ahrimaniche vogliono che noi non sviluppiamo questa visione ma restiamo ancorati alla Terra. Hanno, pertanto, collaborato alla creazione di una sorta di Akasha rovesciata, una specie di memoria universale asservita al potere terrestre invece che alla conoscenza spirituale, cui possono accedere non gli esseri che si sono conquistati la visione spirituale, bensì i controllori delle élite.
Un contrappeso elettronico, sub-sensibile, alla memoria eterica, sovrasensibile. 

Chi vuole confinare l’uomo al mondo fisico agisce, infatti, tramite il ‘ribaltamento’ di realtà spirituali. 

Per questo motivo nasce l’Identità Digitale; per farci entrare completamente nei Big Data dell’Akasha ahrimanica. 

5.1 ID Digitale e Ottava Sfera 

Siamo di fronte a un momento cruciale nella storia umana in cui la tecnologia binaria inizia a entrare nel corpo degli esseri umani, cambiando il percorso evolutivo di coloro che la accettano. La tecnologia quantistica biointegrata – se sviluppata – ci dice Steiner, intrappolerebbe direttamente gli esseri umani nell’Ottava Sfera. 

Quei mondi virtuali del 2060, a cui un numero incalcolabile di esseri umani sacrificherà le proprie forze dell’anima, non saranno costituiti da insiemi limitati di scenari alternativi programmati da sviluppatori di software umani, come lo sono oggi i giochi per computer. Saranno programmati in tempo reale dai giganteschi supercomputer, che adatteranno continuamente le scene e le trame del gioco ai pensieri e alle risposte emotive del singolo giocatore. Ogni giocatore vivrà nel suo mondo personale. Sarà l’ultima scissione dell’umanità (Paul Emberson, Il ricercatore Sovrasensibile tra 50 anni, AnthroTech, Newsletter 2009) 

  L’obiettivo finale dei poteri dell’Ostacolo è attirare quanta più umanità possibile nell’Ottava Sfera. Se immaginate un futuro in cui le menti delle persone sono permanentemente connesse a Internet, che a quel punto sarà probabilmente un Internet quantistico che controlla tutti gli aspetti della vita, sia reale che virtuale - il virtuale formato da innumerevoli universi immaginari quasi indistinguibili dalla realtà fisica – allora avrete un’idea di come la coscienza sarà controllata, raccolta e quindi INCORPORATA in quella sfera dell’essere, o meglio, in quella sfera di “non essere”.   

In verità, quindi, la nostra Terra, la Quarta Sfera, semplicemente non è ciò che appare esteriormente.  Se fosse davvero costituita da atomi, tutti questi atomi sarebbero ancora impregnati di formazioni appartenenti all’Ottava Sfera, che sono percepibili solo dalla visione chiaroveggente. Queste formazioni sono presenti ovunque, così è anche il contenuto spettrale dell’Ottava Sfera, che può quindi essere percepito proprio come vengono percepiti gli spettri percepibili. Tutto l’essere e l’esistenza terrena sono coinvolti qui. Lucifero e Ahriman si sforzano incessantemente di carpire dalle sostanze della Terra tutto ciò che possono, per formare la loro Ottava Sfera che poi, quando sarà sufficientemente avanzata, si staccherà dalla Terra e andrà per la sua strada nel Cosmo insieme a Lucifero e Ahriman. (R. Steiner, Il movimento occulto nel secolo diciannovesimo e il mondo della cultura, O.O.254). 

E qui ci troviamo di fronte al problema delle immagini – e immaginazioni – che abbiamo citato all’inizio di queste note:  

Attenzione: invece delle pure Immaginazioni che ci dovrebbero essere, le immaginazioni sono densificate dall’infusione di un elemento minerale che è stato strappato alla Terra. Si creano così immaginazioni densificate. Siamo quindi attratti in un mondo di Immaginazioni densificate, che non sono di carattere lunare perché sono state densificate dalla materialità che appartiene alla Terra. Sono fantasmi, spettri, vale a dire, dietro il nostro mondo c’è un mondo di spettri creato da Lucifero e Ahriman (R. Steiner, Il movimento occulto nel secolo diciannovesimo e il mondo della cultura, O.O.254). 

 L’Ottava Sfera non è qualcosa che verrà. Esiste già, compenetrandosi ed essendo connessa alla realtà fisica. Il suo effetto e il suo ruolo nell’evoluzione, tuttavia, stanno emergendo e stanno diventando sempre più evidenti. 

Se l’Ottava Sfera deve essere descritta, deve ovviamente essere descritta come un regno in cui viviamo tutto il tempo (R. Steiner, Il movimento occulto nel secolo diciannovesimo e il mondo della cultura, O.O.254). 

Se Steiner poteva affermare, un secolo fa, che le persone avevano perso la capacità di pensare, oggi non è difficile rendersi conto che hanno già ceduto gran parte della propria capacità di pensiero a Internet.  

Oggi le persone hanno perso la capacità di pensare. Per esempio, oggi abbiamo macchine che sommano e sottraggono; tutto è molto comodo. In futuro non approveranno una legge che dice che non dovete pensare. No. Quello che accadrà è che si faranno cose il cui effetto sarà quello di escludere ogni pensiero individuale. Questo è l’altro polo verso il quale stiamo procedendo. Questo è connesso con lo sviluppo dell’Occidente.  (R. Steiner, La conoscenza del soprasensibile ai giorni nostri e la sua importanza per la vita moderna, O.O.55). 

Dell’ “Ottava Sfera” mi sono occupato approfonditamente QUI e QUI.

 

6 Uomini senza Io 

Chi percorre un sentiero esoterico sa che le entità̀ angeliche, precipitate sulla Terra nell’ultimo terzo del secolo XIX, intendono sfruttare a loro favore la sapienza spirituale deviandola in direzioni contrarie all’evoluzione regolare dell’umanità.    

Si propongono di distruggere il sano progetto cosmico di diffondere fra gli uomini, a tempo debito e dopo la necessaria maturazione, le conoscenze relative alla dominazione delle masse umane; il sapere relativo a nascita, malattia, morte.   

Essi vorrebbero diffondere questo sapere anzitempo, per mezzo di nascite spirituali premature.    

All’inizio degli anni ’40 del XIX secolo, comincia a suonare l’angelo della sesta tromba e suonerà sino a che, alla fine del XX secolo, l’angelo della settima tromba comincerà a suonare.     

Siamo, pertanto, proprio dentro al campo delle doglie.  Questa è la seconda doglia che, in qualità di umanità civilizzata, abbiamo nel campo dell’anima cosciente.    

Ora, ci viene detto – Apocalisse 9,15 – che nel periodo della sesta tromba un terzo degli uomini verrà ucciso.     

Ma, con “ucciso”, qui si intende la mancanza dell’Io in quegli uomini che – secondo l’Apocalisse, già prima furono preparati attraverso la forma di cavalletta. 

Nella nostra epoca s’incarna una quantità innumerevole di persone prive di io, che in realtà non sono esseri umani. Questa è una verità terribile. Le vediamo intorno a noi ma non sono incarnazioni di un io, sono inserite nell’ereditarietà fisica, ricevono un corpo eterico e un corpo astrale, sono in un certo senso interiormente equipaggiate di una coscienza ahrimanica. Se non le si osserva con attenzione, dall’esterno sembrano esseri umani, ma non sono esseri umani nel vero senso della parola. Questa è una verità terribile, ma è qualcosa che esiste, è una realtà.  

(..) Le cause di questa terribile verità proviene dal materialismo che ha provocato la morte spirituale di circa un terzo dell’umanità, non più in grado di sviluppare una piena vita del pensare (o anti-materiale, o spirituale). A ciò si riferisce la piaga delle cavallette dell’epoca della quinta tromba dell’Apocalisse, che sarebbe già in atto oggi nella coscienza umana; osservando la loro attività interiore, questi uomini senza io sembrano proprio delle locuste umanoidi come sono descritte nel libro dell’Apocalisse. (…) Non si tratta necessariamente sempre di anime malvagie, possono essere semplicemente anime che pervengono sino al livello animico, ma a cui manca l’io (R. Steiner, Conferenze e corso sull’operare religioso-cristiano – Vol. V Apocalisse e agire sacerdotale, GA346). 

*** 

Questi esseri umani senza io sono sempre più frequenti soprattutto dagli anni ’90 del secolo XIX. Questi uomini possiedono corpo fisico, vitalità ed animosità, ma mancano di io. Onde, il ‘vuoto’ relativo all’assenza dell’io, può essere ‘riempito’ da entità ahrimaniche, da anime ‘vaganti’ o anche da anime che sono rientrate sulla terra in ritardo, anime provenienti da altri pianeti, da quelli nei quali a suo tempo tutta l’umanità ha vissuto prima del periodo atlantideo (R. Steiner, “La Scienza Occulta”). 

*** 

 Si parla sempre molto malvolentieri di queste cose, dato che quando lo si fa si viene inevitabilmente aggrediti (R. Steiner, Conferenze con gli insegnanti della Libera Scuola Waldorf a Stoccarda dal 1919 al 1924. O.O. 300c) 

Ma Rudolf Steiner non è l’unico che si è occupato degli uomini-senza-io. Ben prima di lui c’è lo scrittore dell’Apocalisse con i suoi uomini-locusta. 

Queste cavallette avevano l’aspetto di cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano corone che sembravano d’oro e il loro aspetto era come quello degli uomini. (Apocalisse 9.7) 

E ancora, nel Corpus Hermeticum, poi nel Faust di Goethe, in “Una realtà separata” di Carlos Castaneda. Inoltre, Boris Mouravieff, in The Stellar Man di John Baines, Rupert Sheldrake e, infine Mirra Alfassa (Mére) discepola e compagna spirituale di Aurobindo.  

Ne parla anche Massimo Scaligero nel suo “La Logica contro l’uomo”. 

Molti di questi esseri costituiscono il bacino di utenza per esperimenti di mind control come l’MK Ultra o altro, sono facile preda di falsi guru, imbonitori e santoni di vario genere. Cercano quella individualità, quella centralità che fa loro difetto. 

Altri, invece – percependo inconsciamente di non avere un destino, un karma – divengono facile preda di dipendenze di ogni genere, alcolismo, droghe, farmaci. 

All’inizio del secolo scorso, dopo la caduta degli spiriti delle tenebre sulla Terra, un gran numero di questi esseri ha partecipato alle due guerre mondiali. 

Naturalmente, per la legge spirituale secondo cui nulla può essere ‘vuoto’, può anche accadere che essi, essendo ‘vuoti’, vengano ‘riempiti’ da entità subumane.
Se non vengono compresi, amati e curati in ambienti protetti, possono essere preda di esseri malvagi.
Non possiedono una moralità indipendente, sono di fatto amorali, anche se, nel caso vengano amati e seguiti con consapevolezza spirituale, possono seguire e condividere la morale che viene loro insegnata ed anche imparare ad amare, un po’ come accade quando si allevano degli animali i quali rinunciano al loro istinto grazie alla vicinanza dell’uomo. 

In tal caso è come se prestassimo loro il nostro ‘io’. 

Quando commettono dei crimini non hanno in genere rimorsi di coscienza né provano pentimento.
Li si riconosce per la loro incapacità di amare, l’ossessione per i beni materiali, l’avversione assoluta per l’idea della reincarnazione, la mancanza di originalità e alcune caratteristiche ‘predatorie’ del carattere. 

Dobbiamo comunque fare i conti con questa realtà anche perché ci dice Steiner che in questa quinta epoca abbiamo il compito di confrontarci con il male. 

Degli “Uomini senza Io” mi sono occupato approfonditamente QUI e QUI. 

7 Cosa fare? Le Comunità spirituali

Passiamo ora alla pars construens, la parte propositiva; cosa possiamo fare noi? 

Ebbene, dato che – come si è evidenziato più sopra (paragrafo 2) – non possiamo aspettarci nulla dall’alto, dalla politica, dalle istituzioni, dall’informazione e, direi, persino dalla attuale cultura, dobbiamo partire dal basso, creando noi le nostre comunità. 

Ma cos’è una comunità e quel è il suo significato oggi? 

L’uomo è sempre vissuto all’interno di comunità e non da eremita.
Sin dalla nascita entriamo in varie comunità; apparteniamo ad una razza, ad uno popolo, ad un ambiente sociale, ad una famiglia. 

Tutte queste sono, tuttavia, comunità in cui siamo stati immessi, che non lasciano libertà all’uomo. Sono comunità di stampo antico. 

Poi, nel corso della vita, ci associamo a delle comunità sulla base dei nostri gusti religiosi, politici, sociali, culturali, sportivi etc.
Apparteniamo alla comunità di Internet ma anche a quella dei nostri gruppi di lavoro spirituale.  

Ma da dove parte la nostra appartenenza e comunità? 

Dalla lingua, che è la prima originaria formazione di comunità. 

Poi viene il ricordo che è un livello più profondo della lingua perché riunisce nei nostri ricordi le persone in una comunità. 

Un terzo livello è l’orientamento religioso o di indirizzo spirituale. 

Per meglio comprendere la nostra appartenenza alle comunità dobbiamo riflettere innanzitutto sui nostri quattro stati di coscienza: 

– coscienza di sonno senza sogni,
– coscienza di sogno,
– coscienza di veglia,
– coscienza spirituale 

Dello stato di sonno senza sogni non abbiamo alcuna coscienza.
Nel sogno siamo totalmente immersi in noi stessi e non abbiamo nessuna esperienza del mondo esteriore.
Solo con la coscienza di veglia iniziamo a vivere nell’ambiente circostante.
Ma chi intende percorrere un sentiero spirituale, oltre alla coscienza di veglia intende innalzarsi alla coscienza spirituale. 

Ebbene, l’ulteriore risveglio che deve avvenire oggi è quello relativo all’interiorità degli altri.
Se lavoriamo spiritualmente insieme ad altre persone, accogliendo i pensieri e gli stimoli degli altri per trasformarli in pensieri nostri, ci troviamo di fronte ad un Essere spiritualmente reale. 

Se questo avviene il gruppo, la comunità che lavora spiritualmente non è solo la somma dei suoi partecipanti, abbiamo a che fare con una presenza soprasensibile di una reale Entità spirituale nell’ambito della nostra comunità.
Soltanto se siamo capaci di sentire questa Entità allora ci colleghiamo agli altri uomini in una vera comunità (R. Steiner – Formazione di comunità, O.O.257). 

Cinque persone che si trovano insieme, che pensano e sentono armonicamente insieme, sono più della somma di questi cinque.
Allo stesso modo che attraverso il lavoro comune delle cellule del corpo umano si esprime un altro essere, l’anima, nei cinque uomini di cui si è detto nell’esempio si aggiunge una nuova Entità superiore

Questo è il profondo significato delle parole del Christo: 

“Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. 

La comunità spirituale è l’ambito misterioso nel quali scendono Entità spirituali elevate per lavorare nei singoli esseri umani, così come l’animo umano lavora grazie alle parti, le membra del corpo umano.
Quando poi agiamo o parliamo in qualità di membri di una comunità del genere, in noi non agisce o parla la singola anima, ma lo spirito della comunità.
Questo – sottolinea Rudolf Steiner – è un punto essenziale: agire a partire dalle comunità è il mistero del progresso dell’umanità futura. 

Non agiamo nel senso reale della scienza dello spirito se parliamo soltanto del mondo spirituale e non riusciamo ad avere di fronte a noi, a comprendere la reale spiritualità la reale essenza di esseri spirituali intorno noi. Il nostro lavoro non deve andare semplicemente verso le idee dello spirito ma verso la comunione con lo spirito. Solo in questo caso la coscienza di questa comunione con il mondo spirituale diventa formatrice di comunità. (R. Steiner – Formazione di comunità, O.O.257) 

Percorrere il sentiero spirituale da soli o insieme ad altri è la stessa cosa? 

La risposta è no. 

Quando ci incontriamo con altre persone per rielaborare insieme le conoscenze antroposofiche, questa esperienza di gruppo è sostanzialmente diversa dall’esperienza personale solitaria.
 

Steiner afferma esplicitamente che: 

Persone che con idealismo si riuniscono in un gruppo e, sia leggendo ad alta voce, sia altrimenti, si comunicano vicendevolmente un contenuto antroposofico, arrivano ad una diversa comprensione. Attraverso l’esperienza comune del soprasensibile l’anima umana si desta all’altra nel modo più intenso, l’anima stessa si risveglia in una comprensione superiore, e quando questo atteggiamento è presente sorge qualcosa che fa sì che su quelle persone riunite per comunicare tra loro e per sperimentare insieme idee antroposofiche, discenda in comune un reale Essere. (Rudolf Steiner -Formazione di comunità O.O.257) 

 

8 Le Comunità Michaelite 

Negli insegnamenti della scuola – sovrasensibile – di Michele veniva annunciato che con l’inizio della reggenza di Michele, nell’ultimo terzo del secolo XIX vi sarebbe stata una intelligenza svuotata di spiritualità, quindi soggetta alle forze ahrimaniche, processo iniziato dal secolo VIII.
Tra la fine del secolo XVIII e l’inizio del XIX venne poi instaurato un culto nel mondo sovrasensibile che si svolse in potenti immaginazioni di vita spirituale. Ad esso presero parte tutti coloro che parteciparono alla Scuola di Michele, che portarono, dunque, inconsciamente, dentro di sé i risultati di questa scuola sovrasensibile, che poi si tradussero nella disposizione ad abbracciare l’Antroposofia. 

 

In cosa consistevano gli insegnamenti della Scuola di Michele?

Essi consistevano nella ripetizione degli insegnamenti impartiti in epoche passate nei Misteri Solari; nella visione profetica di ciò che sarebbe dovuto avvenire con l’inizio della nuova epoca di Michele e nella esortazione affinché coloro che erano intorno a Michele si inserissero nella sua corrente, ne afferrassero gli impulsi e facessero sì che l’intelligenza si riunisse di nuovo con l’entità di Michele.
Sappiamo che le forze di Michele agiscono con particolare energia su coloro che sono collegati alla sua Scuola, perché permeano tutto l’essere umano; pertanto, il karma di tutti coloro che sono collegati alla scienza dello spirito lo si può comprendere solo se lo mettiamo in collegamento con la corrente micaelita.  

Dobbiamo ritenere, pertanto, che una tale scelta influenzi profondamente il destino di chi la abbraccia. 

Nella seconda parte di questo articolo parleremo di un esempio molto significativo di Comunità micaelita: lo Jugendkreis, o Circolo esoterico giovanile. 

Immagine di copertina: Il Richiamo della Musa del Maestro Rassouli

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