di Rachel Marsden
Dopo alcuni insulti e qualche lieve umiliazione, Trump ha convinto l’Europa a finanziare la sua macchina da guerra con una cifra pari al 5% del PIL

Dopo aver appena lanciato una “bomba” sia all’Iran che a Israele per aver fatto saltare l’unico cessate il fuoco nella storia annunciato esclusivamente sul suo feed social, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è salito sul suo jet e si è diretto direttamente al vertice NATO. Tutti si chiedevano in che stato d’animo sarebbe atterrato dopo aver attraversato l’Atlantico.
A quanto pare non volendo correre rischi, il segretario generale della NATO Mark Rutte gli ha scritto in anticipo una lettera d’amore, suggerendo che l’arma di distruzione di massa più temibile per la NATO è la bocca del presidente americano.
“Stai volando verso un altro grande successo all’Aia. Non è stato facile, ma li abbiamo convinti tutti a firmare il cinque per cento! Donald, ci hai portato a un momento davvero molto importante per l’America, l’Europa e il mondo“,
ha scritto Rutte con entusiasmo.
”Riuscirai a ottenere qualcosa che nessun presidente americano è riuscito a fare negli ultimi decenni. L’Europa pagherà a caro prezzo, come è giusto che sia, e sarà una tua vittoria”.

Difficile credere che quest’uomo fosse un tempo il primo ministro dei Paesi Bassi. Oh, presidente Trump, bel modo di mettere alle strette l’Europa! Che cosa meravigliosa hai fatto, costringere quasi tutta l’Europa a sovvenzionare il complesso militare-industriale americano con il 5% del proprio PIL!
Quando Trump ha iniziato a tormentare l’Europa affinché sborsasse il 2,5% del proprio PIL per la difesa, i leader europei hanno alzato gli occhi al cielo. Ma dopo aver distrutto la propria economia basata sull’energia con le loro politiche anti-Russia e filo-Ucraina, hanno deciso di abbracciare l’idea come se fosse stata loro. Niente di meglio che convincere i contribuenti europei ad acquistare un sacco di hardware americano ed europeo con il pretesto di un’ipotetica invasione russa nel 2030. Una copertura perfetta per una spesa sfrenata che diventerà un problema di chiunque sarà al potere a quel punto (cioè non loro).
Inizialmente Trump voleva che tutti si impegnassero a spendere il 2,5%. Ma Dio non voglia che i trafficanti d’armi americani si accaparrino tutto il bottino. Anche il complesso militare-industriale europeo vuole la sua fetta. Quindi, 5% per tutti e una doppia cena al buffet delle armi.
Trump è arrivato direttamente dopo aver mostrato le bombe statunitensi sul suolo iraniano, una gigantesca dimostrazione per i suoi clienti europei. Quando è atterrato, Rutte gli si è praticamente buttato addosso.
E se pensavate che quello che ha scritto a Trump fosse imbarazzante, aspettate di sentire cosa ha detto Rutte dopo che Trump ha bombardato l’Iran per Israele – ehm, volevo dire, per la pace: “
Lei è un uomo forte ma anche un uomo di pace, e il fatto che sia riuscito a ottenere questo cessate il fuoco tra Israele e Iran, mi fa davvero desiderare di lodarla per questo”,
ha tubato Rutte.
“Senza il presidente Trump, questo non sarebbe successo. Assolutamente no”.

Bel modo di ringraziare un piromane per aver spento il suo stesso incendio. Quale sarà la prossima mossa: nominarlo pompiere dell’anno? Persino la stampa ha fatto un doppio take, chiedendo praticamente a Rutte:
“Amico, sei sicuro di volergli leggere le lettere dei tuoi fan in diretta TV?”.
Risposta:
“Assolutamente sì”. “Non sono imbarazzato”,
ha risposto Rutte.
Il segretario generale della NATO sembrava così affascinato da Trump che veniva da chiedersi perché i due non si fossero già presi una stanza.
«Un papà a volte deve usare un linguaggio forte»,
ha detto Rutte ai giornalisti, riferendosi a Trump, mentre i giornalisti forse vomitavano o forse no nella pianta più vicina.
Tra commenti del genere e tutte le effusioni su come Trump stia facendo pagare all’Europa il privilegio di essere estorta per un racket di protezione che Trump dice di non essere nemmeno sicuro di onorare, tutto sembrava così sadomasochistico che ho iniziato a pensare che forse dovrei pagare per questo tipo di contenuti televisivi perversi. O forse si potrebbe dire che i contribuenti europei lo stanno già facendo, con una percentuale pari al 5% del PIL.
E per quanto riguarda l’Europa che viene spennata, Rutte ha detto questo a proposito di chi potrebbe avere difficoltà a pagare, come la Spagna, che ha scelto di mantenere il 2%:
“I paesi devono trovare i soldi”.
Facile a dirsi per l’ex primo ministro olandese – e ora capo non eletto della NATO – che è al sicuro dal rischio elettorale.
Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez non è così disinvolto e promette di mantenere un obiettivo di spesa molto più basso, pari al 2%. Quanto tempo ci vorrà prima che anche gli altri leader della NATO capiscano che possono dire di no? Il presidente polacco Andrzej Duda ha già definito l’impegno del 5% un semplice “accordo tra gentiluomini”, insistendo sul fatto che non ci saranno sanzioni per chi lo ignorerà.
Sembra una di quelle riunioni scolastiche in cui il quarterback di punta si aspetta che tutti tifino per la partita importante, ma poi tutti se ne vanno a casa e fanno quello che vogliono.
A proposito, a quanto pare l’Ucraina non è più il centro dell’universo.
“Il fatto che Zelensky non parteciperà in forma ufficiale al vertice NATO indica chiaramente che il capitolo precedente è chiuso”,
ha suggerito il primo ministro ungherese Viktor Orbán.
“Gli americani, i turchi, gli slovacchi e noi abbiamo chiarito che non vogliamo sederci allo stesso tavolo con lui”.
Zelensky ha persino sostituito il look da fattorino della pizza con uno da becchino chic. Forse più adatto allo stato attuale del suo Paese. O forse solo al suo ego.
Per quanto riguarda la consueta foto di gruppo pre-vertice, sembrava che gli insegnanti si fossero assicurati che Trump e Zelensky non fossero insieme, sperando di evitare una replica del loro scontro alla Casa Bianca, quando Trump lo ha schiaffeggiato con l’equivalente retorico di una cucitrice in faccia.
E dimenticatevi qualsiasi serio impegno nella lotta alla Cina. I leader dei potenziali partner asiatici della NATO, Corea del Sud e Giappone, hanno dato buca per affrontare le conseguenze economiche dei bombardamenti di Trump in Medio Oriente e dell’impennata dei prezzi del petrolio.
E così la NATO arranca, dimostrando che quando Trump fa schioccare la frusta, l’Europa risponde:
«Grazie, signore, posso averne ancora?».
Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare
Rachel Marsden, editorialista, stratega politica e conduttrice di talk-show indipendenti in francese e inglese.