La Pandemia che non c’è stata e la Necessità di perseguire i Responsabili dell’Attacco all’Italia

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di Cesare Sacchetti

Se si prendono in esame gli studi e le statistiche della cosiddetta “pandemia” si arriva ad una ineluttabile quanto amara verità. Non c’è stata alcuna “pandemia”, almeno nei termini nei quali l’hanno raccontata i media mainstream.

È quanto emerge persino dagli studi ufficiali di medici e ricercatori che non si sono discostati in nessun modo dalla narrazione ufficiale secondo la quale verso la fine del 2019 e l’inizio del 2020 sarebbe comparso un misterioso e pericoloso virus chiamato “SARS-Cov2”.

In particolare, c’è uno studio che analizza il tasso di mortalità del cosiddetto COVID sulle varie fasce di età.

Il titolo della ricerca è “Tasso di fatalità stratificato per età del COVID-19 nella popolazione non anziana”.

A scrivere lo studio sono stati medici alquanto inseriti nell’establishment sanitario quali Angelo Maria Pezzullo, membro del dipartimento di Scienze della Vita dell’Università Cattolica e altri medici e ricercatori della Stanford University quali Cathrine Axfors e Despina Contopoulos.

Se si dà uno sguardo al tasso di mortalità del COVID nelle fasce di età che vanno dai 0 ai 69 emergono questi numeri.

Per ciò che riguarda la fascia di età dagli 0 ai 19 anni vediamo che non esiste una mortalità COVID perché si parla di una cifra con molti zeri, per la precisione dello 0,0003%.

Se si guarda alla fascia di età successiva, dai 20 ai 29 anni, vediamo una mortalità altrettanto inesistente.

Per vedere meno zeri dobbiamo salire all’ultima fascia di età in considerazione quella che va dai 60 ai 69 anni con una percentuale dello 0,5%.

Se invece prendiamo in considerazione tutte le fasce di età dagli 0 ai 69 anni il tasso di mortalità del COVID oscilla dallo 0,063% allo 0,082%.

A questo si deve aggiungere una considerazione del tutto fondamentale. La fascia d’età che va dagli 0 ai 69 anni è pari al 94% come mette in rilievo la stessa ricerca citata.

La larghissima maggioranza degli 8 miliardi di persone circa che camminano sul pianeta rientrano in questa fascia d’età e a questo punto potremmo già chiudere qui l’analisi giungendo all’unica conclusione possibile.

Non c’è stata alcuna “pandemia” e per quanto i ricercatori di questi studi si profondano in maldestri sforzi per tentare di reggere la sempre più declinante narrazione pandemica i numeri ogni volta si incaricano puntualmente di smentirli.

A questa considerazione qualcuno potrebbe replicare che il cosiddetto SARS-Cov 2 sarebbe stato letale invece per tutte le persone che avevano oltre i 69 anni di età ma anche in questo caso troviamo smentita a questo assunto nelle statistiche ufficiali.

Già tre anni addietro, nel picco della “pandemia” quando l’ISS pubblicava i suoi bollettini si vedeva chiaramente che non c’era un letale virus che stava falcidiando la popolazione.

Nel bollettino di maggio 2020 si vedeva che solamente il 3,9% dei morti con COVID non aveva altre patologie.

C’è poi da osservare un importante fatto al riguardo. Per poter stabilire di cosa fosse morto quel 3,9% era necessario condurre degli esami autoptici che potevano risalire con certezza alle cause del decesso.

Ma le autopsie non venivano fatte. Al contrario, il ministero della Sanità presieduto da Speranza rilasciava delle circolari nel marzo del 2020 nelle quali raccomandava, o persino vietava, di non condurre alcuna autopsia.

Solamente questa circostanza avrebbe dovuto suscitare forti sospetti e provocare delle inchieste della magistratura, ma dai togati non c’è da aspettarsi molto dal momento che sono i primi ad allestire inchieste che sono solo fumo negli occhi come quella di Bergamo.

Ad oggi, in Italia non è ancora stato possibile vedere una vera inchiesta giudiziaria che faccia veramente luce su quanto accaduto in Italia nei tre anni passati e soprattutto sui primi sei mesi del 2020.

L’origine dell’operazione terroristica Covid in Italia

Sono i mesi fondamentali nei quali in Italia viene attuata quella che un colonnello russo, già membro dei servizi segreti, Kvachov, ha definito come una vera e propria operazione terroristica.

In particolare, il momento fondamentale è quello dell’arrivo della singolare coppia di turisti cinesi a Roma che sarà annunciata come positiva al coronavirus.

Sono due cinesi alquanto particolari quelli che giungono a Roma. Uno dei due, il marito della coppia, Xiang Ming Liu, è un ingegnere biochimico e lavora presso l’istituto di Tecnologia di Wuhan.

Ora il semplice fatto che un profilo esperto in un ramo così particolare sia partito dall’epicentro della cosiddetta “pandemia”, Wuhan, per recarsi a Roma già dovrebbe destare non pochi sospetti.

L’istituto di Tecnologia di Wuhan è controllato dal governo comunista cinese che in passato ha utilizzato professori e docenti in visita nei Paesi Occidentali per spiare le attività dei Paesi in questione.

Il celebre settimanale americano The New Yorker dedicava un articolo lo scorso anno intitolato “Le spie cinesi hanno infiltrato i campus americani?”, e nel quale prendeva in considerazione il fenomeno dell’infiltrazione comunista cinese negli Stati Uniti.

Nel 2019, era stato già arrestato Franklin Tao, un 47enne professore di chimica dell’università del Kansas accusato di spionaggio ai danni degli Stati Uniti.

Se si considera dunque questa ricorrente pratica della Cina di utilizzare docenti e ricercatori per spiare le attività degli altri Paesi, c’è da porsi diverse domande sull’arrivo di Xiang Ming Liu a Roma che giunge indisturbato senza alcun controllo dal cuore di quella che veniva considerato allora come il centro della crisi Covid.

Sono ancora più anomale le circostanze che hanno portato alla degenza alquanto prolungata dei due cinesi. La coppia è rimasta allo Spallanzani di Roma per ben 79 giorni. È un vero e proprio record mondiale. Se prendiamo in considerazione il tasso di mortalità complessivo citato sopra e se prendiamo in considerazione anche il fatto che quella che è stata chiamata Covid nei fatti non è altro che la influenza stagionale ci si chiede il motivo di questa praticamente unica e interminabile degenza.

Per poter comprendere che cosa è accaduto ai due cinesi, sarebbe necessario visionare le loro cartelle mediche presumibilmente ancora nelle mani dello Spallanzani e farle esaminare da un perito indipendente ma ovviamente i togati stanno ben alla larga dall’ospedale in questione.

Sono più concentrati invece a mettere su la narrazione di un virus letale che si è diffuso improvvisamente in Italia e formulare ipotesi accusatorie che sono false alla radice perché attribuiscono la successiva strage di Bergamo del marzo del 2020 alle mancate chiusure.

Ma in realtà non si stava diffondendo un nuovo agente patogeno che stava mettendo a repentaglio la salute pubblica.

Erano i media che stavano volutamente suscitando una vera e propria isteria collettiva attraverso una massiccia campagna terroristica.

È quanto accaduto, ad esempio, ad Adriano Trevisan, 78enne di Vo Euganeo, che nel febbraio del 2020 fu dichiarato come il primo morto di Covid in Italia.

Non c’era nulla di vero in realtà. Solamente due mesi dopo dalla morte di Trevisan l’autopsia ha dimostrato che il cosiddetto coronavirus non c’entrava assolutamente nulla. Trevisan aveva già un fisico molto debilitato da patologie pregresse.

Non è morto di Covid. I media diedero vita ad una massiccia montatura e il governo Conte non fece nulla per smontare tale falsa narrazione né i media mai ritrattarono su quella clamorosa e pericolosa bugia.

Qualsiasi esecutivo in buona fede avrebbe invitato l’opinione pubblica ad aspettare i risultati dell’autopsia prima di giungere a conclusioni affrettate.

E invece il governo Conte soffiava sul fuoco della psicosi annunciando nuove misure restrittive che prevedevano la quarantena per chi entrava a contatto con persone entrate a contatto con i “contagiati”.

Era chiara l’intenzione dell’esecutivo di veicolare nell’opinione pubblica il falso messaggio che il Covid era un agente patogeno pericoloso.

Era chiaro che si stava agendo in base a delle linee guida prestabilite e in base ad uno scenario di falsa crisi pandemica deciso molto tempo prima.

Se si sfogliano le pagine del documento pubblicato dalla fondazione Rockefeller e intitolato “Operazione Lockstep”, nel quale casualmente si prevede una “pandemia”, si comprende che il fine ultimo di tale crisi artificiale non era altro che una stretta autoritaria globale.

Dalle macerie della pandemia sarebbe dovuto emergere un sistema di governo globale ultra-totalitario.

L’ultimo gradino della società liberale si rivela essere infine quello che porta al potere assoluto nelle mani delle élite finanziarie e bancarie.

L’asse tra il governo Conte e la Cina decisivo per attuare l’attacco

La chiave però per poter comprendere la genesi dell’operazione terroristica del coronavirus in Italia sta nel rapporto privilegiato tra Conte, il M5S e gli apparati del partito comunista cinese.

Alcuni mesi prima che partisse la “pandemia”, nel novembre del 2019, Grillo viene convocato dall’ambasciatore cinese, Li Junhua. Non era la prima volta che il fondatore del M5S si receva presso la sede diplomatica cinese.

Già nel 2013 Grillo assieme all’altro fondatore del movimento, Gianroberto Casaleggioera stato ricevuto all’ambasciata cinese.

Ciò dimostra come sin dagli esordi il M5S sia sempre stato molto vicino a determinati poteri esteri e come già sin dal principio la sua gestazione fosse stata controllata dai vertici dell’establishment.

Ancora prima della visita all’ambasciata cinese, Grillo si recava all’ambasciata americana a Roma nel 2008 dove teneva il suo celebre pranzo con l’allora ambasciatore Roland Spogli che dava la sua benedizione al nascente movimento grillino.

Il movimento pentastellato si è sempre mosso tra gli ambienti dell’anglosfera e quelli cinesi, alleati negli anni passati fino al recente divorzio del quale abbiamo parlato in un precedente contributo.

A distanza di non molto tempo dall’incontro, Grillo si presenta a Roma in pubblico nel dicembre del 2019 indossando una mascherina che a suo dire gli serviva per “proteggersi dai germi”.

Grillo a Roma con la mascherina nel dicembre del 2019

Davvero singolare se si considera che da lì a pochi mesi partirà la psicosi e inizieranno anche a partire le persecuzioni nei confronti di chi deciderà di non portare la mascherina inutile oltre che dannosa come ricordato in altre occasioni.

A gennaio, come ricordato in precedenza, arrivano i due strani cinesi ed è ancora una volta il governo Conte che si rivela decisivo per farli entrare indisturbati.

Conte coltiva un rapporto molto stretto con la Cina. È stato lui il primo premier europeo a firmare il controverso accordo della via sulla Seta nel 2019 che aveva destato allarme per la possibile conquista dei mercati europei da parte della Cina alla luce anche dell’acquisizione del porto di Taranto nel 2020.

E fu sempre il governo Conte ad autorizzare i tamponi cinesi come strumento diagnostico per rilevare la presunta positività al Covid. I tamponi assumono un ruolo fondamentale in tutta la intera vicenda perché essi fabbricano positivi che non esistono come hanno persino ammesso testate del mainstream internazionale come il New York Times.

È questo asse tra il governo Conte e il partito comunista cinese che permette l’inizio dell’operazione terroristica del coronavirus in Italia.

L’Italia finisce nel mirino dei media internazionali e viene screditata attraverso la raffigurazione di Paese “untore”.

 

La mappa choc della Cnn: "Italia focolaio del coronavirus ...

La famigerata grafica della CNN contro l’Italia

Quanto accaduto in quegli anni è stato certamente parte di un piano che prevedeva lo svolgimento di un’operazione globale ma l’Italia ha assunto un ruolo determinante.

L’Italia è stata scelta come laboratorio privilegiato da tali poteri sia per la totale compromissione e debolezza del suo stato profondo sia per le caratteristiche connaturate a questo Paese.

Sotto un punto di vista culturale ed ideologico, l’Italia è l’antitesi del modello malthusiano aspirato dal club di Roma.

Il solo fatto di essere il Paese che custodisce la tradizione del mondo greco-romano e quella cattolica rende l’Italia un nemico assoluto per un sistema di potere fondato invece sul protestantesimo neoliberale e sul sionismo messianico.

L’Italia è tutto ciò che questi ambienti vogliono cancellare dalla faccia del pianeta. E tali ambienti ricevettero una sponda decisiva nell’attuazione di tali piani dal governo Conte che rinchiuse e terrorizzò l’Italia per una semplice influenza, e successivamente dal governo Draghi che tentò di trascinare definitivamente l’Italia nel totalitarismo di Davos attraverso ignobili e vergognose discriminazioni per coloro che non erano vaccinati.

Una somministrazione forzosa che ha portato ad un numero record di reazioni avverse. Non c’è solo da fare luce sulla strage di Bergamo ma c’è da far luce anche sul contenuto di questi sieri che da quando sono stati distrubuiti hanno visto registrare un picco di morti senza precedenti in Italia e nell’Europa Occidentale.

C’è stato indiscutibilmente un tradimento senza precedenti nei confronti del popolo italiano e del Paese, e a perpetrarlo è stata una intera classe politica che ora si trova sull’orlo dell’estinzione e orfana della protezione dei suoi ormai vecchi e decaduti referenti esteri.

Gli italiani meritano giustizia e verità e meritano una seria inchiesta che condanni i responsabili del più grande crimine perpetrato contro un intero Paese.

Non è certamente un qualcosa che potranno fare coloro che stanno uscendo di scena oggi ma dovrà essere fatto invece da coloro che avranno in mano le redini del Paese nel prossimo futuro.

L’Italia dovrà ripartire dalla verità su quello che è stato un attacco senza precedenti alla sua sovranità e alla sua stessa esistenza.

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