La Sophia delle tre Vite

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di Adriana Koulias

Miei cari amici,

alcuni anni fa, riflettendo sul karma, ho voluto mostrare in modo allegorico quanto possano essere diverse eppure connesse le vite degli antroposofi. Perché, cari amici, le nostre vite sono diverse da quelle di chi non è antroposofo. Non è arroganza, ma un dato di fatto, e il motivo è questo: noi stavamo intorno a Michele, Aristotele e Alessandro nei mondi spirituali e abbiamo deciso di venire sulla Terra con uno scopo: portare armonia nei nostri karma. Abbiamo deciso di mettere in armonia i nostri angeli affinché i portatori dei nostri destini potessero ritrovarsi.

Offro questo scritto come un’immaginazione che non è collegata a nessuna vita o serie di vite in particolare, ma è invece un esempio archetipico di come un impulso in una persona che porta alla tragedia, diventa un seme di volontà, che si eleva nel sentimento come una pianta, e infine nel pensiero come un fiore, per compiere il karma tragico della prima vita che porta a un nuovo destino, un nuovo seme.

Ogni atto di libero arbitrio trasforma il karma in destino.

* * *

La Sophia delle Tre Vite

(un’esplorazione immaginaria del karma in relazione alle conferenze di Rudolf Steiner su Teosofia, Filosofia e Antroposofia)

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In una vita l’uomo è un sacerdote egizio.

È sacerdote perché è uno dei pochi ancora in grado di comunicare con gli dei superiori chiamati collettivamente Osiride. Quando sta davanti alle stelle e osserva i disegni di luce che formano, guarda dentro la sua anima per trovare comprensione, in quella parte di sé che ancora ricorda il linguaggio di Dio, che egli sa essere Iside nella sua anima, quella che i Greci chiamano Theosophia, la saggezza di Dio.

Sebbene non possa vedere Iside, come i sacerdoti dei tempi antichi, è sempre stato in grado di sentire le sue interpretazioni e, poiché non è offuscato da sentimenti personali, è stato nominato capo di tutti i sacerdoti. Iside aiuta lui e i suoi sacerdoti a conoscere molte cose di grande importanza per la guida del suo popolo e, finché è in grado di leggere le parole nelle stelle e comprenderle attraverso Iside in modo disinteressato, è in grado di guidare il circolo sacerdotale per dirigere il popolo in modo saggio, giusto e fruttuoso.

Un giorno qualcosa si insinua nel suo rituale notturno, quando insieme agli altri dodici guarda le stelle per sapere cosa dicono. In lui nasce il desiderio di qualcosa di diverso dalle parole degli dei, desidera pronunciare le sue parole, ciò che vive nei suoi pensieri e invece di intonare il “Noi” intona la parola proibita: “Io”! Immediatamente risuona un severo e terribile avvertimento che scuote lui e gli altri sacerdoti fino al midollo. Ha mescolato se stesso alle preghiere e questo ha contaminato il rituale. Deve lasciare il cerchio e non tornare mai più, ed è bandito dal tempio per sempre. È troppo egoista per essere un sacerdote.

 

Nella sua vita successiva, il sacerdote egiziano ritorna con un certo atteggiamento dell’anima che anela alla natura. Vuole essere un contadino, ma la sua vita lo ha portato nell’esercito che segue il Dio del Sole, il giovane Alessandro, in Egitto.

È un uomo onesto e un buon soldato, e il suo buon senso porta Alessandro stesso a notarlo in più di un’occasione, così gli vengono affidate molte responsabilità. Esteriormente è onorato, ma interiormente è triste perché non gli piace questa terra straniera che chiamano Egitto e non si fida della decadenza dei suoi sacerdoti.

A tutti sembra un uomo comune, ma ha un dono speciale. In certi momenti, senza volerlo, è in grado di sognare nella natura e di osservare lì l’opera degli dei inferiori chiamati collettivamente Dioniso. In quei momenti vede Demetra e, sebbene lei non parli mai, ne discerne le intenzioni nei confronti di quegli dei, in quella parte della sua anima che è un tutt’uno con la natura, quella parte che Aristotele avrebbe chiamato Filosofia.

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Sa che i filosofi sono amanti della saggezza della natura, ma non dà grande importanza ai sogni. È un uomo pratico.
A un certo punto della marcia dell’esercito nelle terre meridionali, iniziano ad attraversare una stretta spiaggia vicino a una dura parete rocciosa. Qui vede la dea che indica la marea e capisce che l’esercito non raggiungerà un terreno più elevato prima che essa si ritiri. Esita, perché sicuramente si tratta solo di un sogno! È evidente che il terreno più alto è vicino e che avranno tempo per raggiungerlo. Non disturberà i generali con un sogno, esponendosi al loro scherno!

Ma il carro che trasporta le provviste perde una ruota nella sabbia e quando viene riparato la marea è già cambiata. Molti uomini e cavalli periscono e il soldato si rende conto con amarezza e dolore del suo errore e comprende che ha deluso la Dea e il suo consorte Alessandro, il Dio del Sole, l’immagine di Apollo sulla terra! Si dice che è troppo codardo per la Rivelazione e così chiude gli occhi ai suoi sogni e il mondo della natura perde il suo colore. Quando torna a casa non compra una fattoria, ma rivolge lo sguardo ai libri e diventa molto esperto del mondo naturale, anche se nessuno potrebbe immaginarlo, perché in apparenza sembra solo un uomo semplice.

Nella sua vita successiva ritorna di nuovo, questa volta come insegnante. Un giorno questa insegnante, ora una donna, viene a conoscenza dell’agricoltura biodinamica e si reca a una conferenza che si tiene nella sua zona su questo argomento. Si sente attratta dal relatore perché è un grande filosofo, un pensatore lucido come Aristotele, che parla dello spirito nella natura e del linguaggio delle stelle senza alcuna traccia di sognante o di dogma sacerdotale. Sente che lui sta risvegliando nella profondità della sua anima ricordi di cose che ha sempre saputo in modo diverso. Questi ricordi le riempiono il cuore di calore ed entusiasmo, ma soprattutto di desiderio di saperne di più su questa antroposofia che lui insegna, e così intraprende uno studio approfondito.

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Scopre che più studia, più avverte nella sua anima un’impressione, in quel luogo dove è abituata a percepire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato durante i momenti di quiete e riflessione. Questa parte di lei è quella che la aiuta a capire se stessa e ora si rende conto che lì vive qualcosa, un essere chiamato Antroposofia, la saggezza nell’essere umano. Si rende conto di aver sempre sentito la guida di questo Essere nel suo cuore. E sa che, sebbene l’Antroposofia viva in tutti gli esseri umani, solo coloro che ne sono veramente consapevoli possono definirsi antroposofi, proprio come coloro che un tempo ne erano consapevoli potevano definirsi sacerdoti e filosofi. Si rende anche conto che, poiché questo essere è parte di lei, la sua vita dipende dalla sua coscienza.

Questo riempie l’insegnante di un grande senso di urgenza. Deve insegnare ai bambini piccoli in modo tale che diventino consapevoli di questo essere. Così si reca dal grande conferenziere, che le affida il compito di insegnare nella prima scuola Waldorf.

Qui incontra quei sacerdoti dal cui circolo era stata bandita, che ora sono suoi pari; incontra quei soldati che sono morti su quella spiaggia in Fenicia perché lei aveva paura di essere ridicolizzata, che ora sono suoi alunni. Sempre più spesso, quando cammina nella natura, comincia a vedere lo spirito dietro ogni cosa nel mondo, e quando guarda le stelle comincia a comprendere il linguaggio simbolico degli dei. Può dire “io” e non è in un sogno! Sa di poterlo fare perché molte vite l’hanno preparata a trovare dentro di sé la Saggezza, l’Iside-Sophia del Cristo.

Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare


Adriana Koulias è nata nel 1960 a Rio de Janeiro, in Brasile. All’età di nove anni la sua famiglia è emigrata in Australia.
Nel 1989 Adriana ha iniziato a studiare Antroposofia, Filosofia e Storia e ha intrapreso una carriera artistica, vendendo opere a varie gallerie d’arte e partecipando a diverse mostre miste. Autrice di diversi romanzi tra cui tradotti in italiano: Il segreto della sesta chiave, Il tempio del Graal, I custodi del Graal.
Oggi Adriana tiene regolarmente conferenze su storia, filosofia e scienze esoteriche. Ha due figli e vive a Sydney.

 

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