Le statistiche del terrore

Ci troviamo in queste ultime settimane – dopo il lungamente annunciato allarme per una “seconda ondata” del Covid-19, allarme cui, comunque, non ha corrisposto alcune misura concreta, visto che siamo ancora nel caos più totale per quanto riguarda le misure sanitarie, e l’unica cosa che appare ben organizzata è la progressiva limitazione delle libertà personali – in un pieno delirio di cifre, numeri e percentuali.

I media non fanno altro che sparare quotidianamente i bollettini del terrore con i dati di contagi, positivi, ricoverati e deceduti.
Ma siamo certi che questi dati siano attendibili?
Crediamo che lo siano solo perché vengono diramati dalle istituzioni sanitarie?

Ebbene, se li andiamo ad esaminare più da vicino ci accorgeremo facilmente che le cose non stanno esattamente così.
Ci accorgeremo che sovente i dati vengono male analizzati con il verosimile scopo di lanciare messaggi allarmistici alla popolazione, messaggi che non hanno alcuna base reale.

In un articolo pubblicato su “La Verità” del 9 Ottobre dal titolo “Allarme per 4458 nuovi contagiati ma nel totale ci sono anche i guariti” il professor Mariano Bizzarri – direttore del System Biology Group Laboratory dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma – uno degli estensori del nostro “Piano di Chiarezza Scientifica”, intervistato sulla situazione attuale della pandemia metteva a confronto due dati – entrambi ufficiali – ma in piena contraddizione.

E, nella fattispecie, quelli dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) e della Protezione Civile.

Infatti, mentre i dati dell’8 Ottobre del sito dell’ISS parlavano di 3.376 nuovi positivi e 1.060 guariti, i dati della Protezione Civile per lo stesso giorno rilevavano un incremento di nuovi casi di 4.458 unità.

È pertanto evidente che nel secondo caso sono stati conteggiati insieme guariti, malati e deceduti.

Il prof. Bizzarri affermava infatti:

Questo modo di procedere mette in luce almeno due questioni importanti. I numeri senza contesto non servono a niente; bisogna considerare almeno il valore dei nuovi casi sul numero dei tamponi effettuati che erano 128.098 per il giorno in esame.
Del resto un conto è parlare di 10 positivi su 100 tamponi o di 10 su 1000.
Nel sito della Protezione Civile si vede chiaramente che il totale dei casi riportati considera non solo i positivi ma anche i guariti dimessi e deceduti.
Questo, dal punto di vista scientifico, non dice niente, ma soprattutto dà un quadro completamente sballato.
Su 100 tamponi tutti positivi, i 30 fatti su deceduti e guariti – di cui sapevamo già che erano positivi – non possono essere considerati pazienti nuovi.
I nuovi saranno 70. Se, infatti, si considera come valore complessivo quello definito dalla Protezione Civile “incremento dei casi” rispetto ai tamponi, la percentuale di positivi è del 3,4%.
Ma se invece si considerano solo i positivi fatti con i casi nuovi, come scientificamente ha senso, la percentuale è del 2,6%. Si tratta di un altro quadro, un’altra epidemia, soprattutto se si considera che in Francia questo valore e del 9,1%.
Nella settimana dal 14 al 27 settembre – conclude il professor Bizzarri – i nuovi casi riportati dalla Protezione Civile sono stati 22.120, mentre per l’Istituto di Sanità erano 20.586: abbiamo una differenza di 2.000 casi di cui non si sa niente.
Ad Aprile, quando facevamo meno tamponi, avevamo 4.000 positivi e i morti erano 600, oggi con centinaia di migliaia di tamponi ne abbiamo 20; preveniamo e curiamo meglio.

Ci troviamo dunque di fronte ad una delle tante, nella migliore delle ipotesi, analisi errata dei dati e, nella peggiore, ad una falsificazione degli stessi al fine di mantenere alta la pressione intimidatoria sulla popolazione per perpetuare il consenso sulle misure straordinarie varate dal Governo per una emergenza inesistente.

Per chiarire meglio la situazione attuale – facendo affidamento sui dati ufficiali – pubblichiamo pertanto, qui di seguito, una serie di domande e risposte sulla base dei dati aggiornati al 9 Ottobre 2020 con relativi grafici esplicativi.

* * *

1. Perché i dati ISS e protezione civile differiscono?

I dati riportati dalla Protezione Civile differiscono (per eccesso) rispetto a quelli dell’ISS. Ad esempio, nella settimana dal 14/9 al 27/9 l’Istituto di Sanità (ISS) ha contato 20586 nuovi casi mentre la Protezione Civile 22.120

C’È INCERTEZZA SUL NUMERO REALE PERCHÉ ESISTE UNA DIFFERENZA DI CIRCA IL 10% TRA DATI ISS E DATI PROTEZIONE CIVILE

2. Quante persone si sono contagiate ieri?

Risposta: CASI TOTALI
Ci informa dello stato di diffusione del contagio e del grado di diffusione della immunità, considerato che la maggior parte dei nuovi casi è asintomatica e svilupperà anticorpi senza malattia.
I CASI TOTALI CI DICONO QUAL È LA DIMENSIONE DEL FLUSSO TRA PERSONE CHE SI CONTAGIANO E PERSONE CHE DIVENTANO NEGATIVE

3. Il numero di persone positive, in Italia, è aumentato o no?

Risposta: CASI ATTUALMENTE POSITIVI
La risposta a questa domanda spiega l’impatto sul sistema Italia.
I CASI ATTUALMENTE POSITIVI CI DICONO DI QUANTO È AUMENTATO IL NUMERO DEI CONTAGIATI (NUMERO VERO)

7 ottobre: 297+15+3412 = 3724
8 ottobre: 311 + 16+3652 = 3979
differenza REALE nuovi casi positivi
255. Riportata: 336 (+31%)

4. Quanti in terapia intensiva? Che informazione ci dà?

Risponde all’esigenza di capire l’impatto sul sistema sanitario (l’indice di letalità è correlato all’aumento della occupazione dei posti in terapia intensiva).
CI INFORMA SULLA GRAVITÀ DELLA SITUAZIONE CLINICA

Nel grafico qui sotto i nuovi ricoveri in terapia intensiva giorno per giorno e incremento percentuale rispetto al giorno precedente:

5. Quanti morti? Su cosa ci informa?

Ci informa della
a) letalità della malattia;
b) capacità del sistema sanitario a trattarla.
IN BUONA SOSTANZA COSTITUISCE LA VERA CIFRA DELL’EMERGENZA

 

6. Ma perché l’indice di letalità differisce da regione a regione?

Tasso di letalità regionale

Questo andamento significa che l’aumento (APPARENTE) della letalità nasconde una incidenza maggiore di contagiati che non è stata rilevata

7) Qual è l’andamento complessivo?

8. È affidabile l’esame dei tamponi?

 

A) Tampone positivo non significa necessariamente “persona infettante

B) L’aumento del numero di amplificazioni (>30) NECESSARIE PER ESEGUIRE IL TEST DELLA PCR altera il risultato (aumento falsi positivi). La necessità di amplificare sopra il valore di 24 indica che la carica virale è bassa. In Italia i tamponi attuali richiedono generalmente valori >30

 

 

9. Quale dovrebbe essere la migliore strategia?

A) Fare i tamponi a chi ha sintomi entro le prime tre settimane dalla comparsa di sintomi.
B) Test sierologico per valutazione epidemiologica dopo la terza settimana dall’esordio della sintomatologia

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