L’Impulso del Convegno di Natale

WW Zeichnung Goetheanum Flammen
di Jorgen Smith

Quella descritta dall’immagine in alto era la situazione nella primavera del 1923 nella Società Antroposofica, per cui Rudolf Steiner stesso dovette dire che il Goetheanum giaceva in rovina sulla collina, e la Società Antroposofica era anch’essa un cumulo di macerie.

Cosa si poteva fare in una situazione del genere?

Rudolf Steiner pensava in modo molto realistico e preciso a ciò che poteva essere fattibile.
Pensava anche alla possibilità di rinunciare temporaneamente a tutti i grandi compiti, non per il futuro, ma temporaneamente, perché non era stato ancora possibile realizzarli, e di ritirarsi e lavorare solo con un gruppo molto piccolo di persone, in una scuola esoterica rigorosamente gestita, secondo un ordine rigorosamente guidato.

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All’epoca la Società Antroposofica contava 12.000 membri… Rudolf Steiner non avrebbe incluso questi 12.000 in questo lavoro.

Come ho detto, essi formavano un cumulo di rovine in termini di cooperazione.

Avrebbe potuto chiamarne dodici o ventiquattro e lavorare intensamente con loro in un cerchio molto piccolo per il futuro.

Ma non ha agito così.

Ci ha pensato, ha esaminato questo pensiero e poi ha fatto esattamente il contrario:
Con un nuovo enorme passo in avanti, molto più forte di prima, con un enorme impulso verso il futuro che chiama a raccolta tutte le forze, ha fatto un passo avanti per l’umanità in un prossimo, maggiore stadio di realizzazione dell’antroposofia.

Questo è l’impulso dell’incontro di Natale: un enorme passo avanti, con una realizzazione dell’antroposofia molto più forte di prima, e in una situazione così buia, immersa nell’oscurità.

Non sottovalutate quanto sia stata difficile questa situazione.

Se riflettiamo su questo evento, vediamo in grande, con un significato storico mondiale, qualcosa che ogni uomo odierno può riconoscere nel modesto, piccolo formato, ma nella stessa direzione. quale uomo odierno, infatti, non ha un periodo buio, un periodo oscuro, in cui tutto ciò che ha cercato di realizzare viene ostacolato, in cui arriva una grande resistenza esterna, così che si potrebbe realisticamente percepire la situazione come una temporanea completa sconfitta in relazione alle intenzioni di ciò che si voleva effettivamente fare.

Quindi: buio nero in una situazione di vita in cui potrebbe essere decisamente appropriato pensare a cosa fare e magari dire a se stessi: non se ne parla; devo fare qualcosa di completamente diverso, ritirarmi verso una cosa molto piccola e non provare nemmeno a realizzare i grandi obiettivi che mi ero prefissato.

O, peggio ancora, si ricorre a pensieri suicidi.

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In una situazione del genere, l’uomo moderno può fare qualcosa di nuovo, di creativo, di nuovo, soprattutto nella situazione più difficile, andando oltre se stesso in una direzione di volontà più grande, più intensa: certo – rispetto alla riunione natalizia – in formato modesto.

Ma il paragone non è fuori posto.

Perché proprio come vediamo in Rudolf Steiner in grande, con un significato storico mondiale, ognuno può trovare in se stesso la direzione e la via e dire: Lo so!

Questo è l’uomo che sta nascendo!

La persona che non si arrende mai, che nella situazione più buia ha la perseveranza di attraversare l’oscurità per poi fare un nuovo passo avanti.

Questo potere di andare oltre se stessi, anche se è ancora così poco, è il potere dell’uomo in divenire, l’essenza spirituale dell’uomo.

Perché questo non avviene mai naturalmente, non avviene mai per istinto!

Tutto ciò che era istintivamente e naturalmente dato sprofonderebbe nell’abisso ma, con questa nuova crescita individuale, egli va oltre se stesso.

 

Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare

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