Quello che ho scritto più volte in questi mesi che ritengo decisivi per la storia dell’umanità si sta lentamente verificando. Vale a dire una – se pur lenta – crescita di coscienza di un numero sempre maggiore di esseri umani. Dalle persone semplici che, o percepiscono la menzogna insita nel pensiero dominante o vengono colpite direttamente o indirettamente dalle reazioni avverse del Santo Vaccino, sacramento sommo impartito dai supremi ministri del culto sanitario-transumano, a quelle più allenate a cogliere le contraddizioni che si manifestano quotidianamente nella narrazione unica.
Ho spesso sottolineato che se questi sono tempi apocalittici lo sono nel senso letterale del termine apocalisse, vale a dire “rivelazione”.
Tempi in cui un numero sempre maggiore di uomini sarà in grado di percepire la verità dietro i fatti, sventando quello che non esito a definire il più grande attacco all’umanità nel suo complesso.
Ma se il fronte della menzogna è sicuramente potentissimo e apparentemente invincibile, mentre i cercatori di verità sono messi all’angolo e perseguitati, non è detto che le cose stiano esattamente in questi termini da un punto di vista di rapporti di forze non solo esteriori.
In fondo, se è pur vero che una diga crolla d’un colpo, è perché le sue crepe, anche se fino a quel momento non erano visibili, ne stavano comunque minando la struttura.

E le crepe sono di giorno in giorno sempre più visibili; per restare in Italia, ecco tre recentissimi episodi a mio avviso significativi e di buon auspicio.

Il filosofo

Il nostro Massimo Cacciari che non è certo un complottista o un personaggio ostile alla attuale compagine governatia, afferma a chiare lettere che l’obbligo vaccinale non è in linea con la Costituzione. Il filosofo veneziano – nel contesto del congresso di Meritocrazia Italia in corso a Silvi Marina – non aspetta che si sia spento l’eco delle parole di Mario Draghi in cui il profeta di sventura a capo del governo allude ammiccando all’obbligo vaccinale, alla terza dose in arrivo nonché all’estensione del Green Pass e sbotta:

“Il mio discorso non è contro i vaccini. E’ che non possono essere obbligatori, e mi meraviglio che la Corte Costituzionale non sia intervenuta perché su questo l’interpretazione della Costituzione è inequivocabile.
Credo che ci debba essere la scelta di ciascuno di noi che valuta sulla base del rapporto costi/benefici, un principio che la Corte Costituzionale ha sempre adottato. L’obbligo può avvenire sempre laddove ci sia l’assoluta certezza che non ci sia nessun rischio. Non può essere da nessuna parte sottoscritto, si vedano le posizioni delle stesse industrie farmaceutiche. E infatti il governo non ha adottato l’obbligo della vaccinazione”.



Il giornalista
Mario Giordano va oltre. Uno dei pochissimi colleghi giornalisti illuminati sulla via di Damasco cerca il coup de théâtre e si autodenuncia come terrorista:

“Se chi osa avere dubbi sui vaccini o sul passaporto verde viene accusato di violenze, mi dichiaro colpevole. Confesso di non credere che le iniezioni fermino il contagio e che il lasciapassare serva davvero a qualcosa. Lo confesso, sono un terrorista, perché pur essendomi vaccinato continuo a pensare che i vaccini non siano l’unica soluzione per fermare il contagio. Anzi, penso che i vaccini non fermino assolutamente il contagio”.

“Sono un terrorista perché anziché limitarmi ai ritornelli in TV di Ricciardi o Bassetti leggo i dati ufficiali che arrivano da Israele e dalla Gran Bretagna, e alle volte persino le parole che arrivano da premi Nobel in semi-clandestinità come Luc Montagnier”.

Sono un terrorista perché a volte ho persino osato dire che è da criminali non curare il Covid con le terapie domiciliari o con le monoclonali, quando invece poteva e può essere fatto.

Sono un terrorista perché pur avendo in tasca il Green pass continuo a pensare che sia una solenne bischerata, almeno per come è stato concepito e perché poteva essere tranquillamente evitato come hanno fatto praticamente tutti i paesi del mondo, tranne noi e la Francia“.

E prosegue  in un crescendo di toni:

“Mi dichiaro colpevole e ammetto la mia colpa, sono un terrorista perché mi rifiuto di chiudere gli occhi davanti alla realtà e intendo continuare a dire cose che ritengo di puro buonsenso.

L’ultima moda è stata lanciata dal direttore di Libero Alessandro Sallusti quando ha detto che chiunque osi dissentire dal pensiero unico deve essere considerato il mandante morale di tutte le aggressioni no-vax, che è un po’ come se chi teorizza i principi della libertà sessuale fosse considerato il mandate morale di tutti i femminicidi, o come se chi rivendica i diritti dei lavoratori fosse considerato il mandante morale di tutte le aggressioni ai datori di lavoro. Il giochino cui Sallusti presta la penna è molto facile: se ogni pazzo che rincorre di notte un virologo viene addebitato in carico alle poche voci libere rimaste, alla fine anche queste saranno costrette a tacere. Per ridurle al silenzio non ci sarà nemmeno bisogno di ricorrere ai cannoni, come richiesto da qualche amico di Sallusti. Silenzio. Una voce unica. Nessun dissenso. Questo è quello che volete?”

I professori

E infine arriviamo all’appello di centinaia di docenti universitari contro la natura discriminatoria del “green pass”, in cui si ribadisce come l’Università debba essere un luogo di inclusione e si intenda avviare un serio e approfondito dibattito sui pericoli di una tale misura, evitando ogni forma di esclusione e di penalizzazione di studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo.

“Dal primo settembre per frequentare le università italiane, sostenere gli esami e seguire le lezioni si deve essere in possesso del cosiddetto “green pass”. Tale requisito deve essere valido per docenti, personale tecnico, amministrativo e bibliotecario e studenti e ciò estende, di fatto, l’obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico. 

Molti tra noi hanno liberamente scelto di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid-19, convinti della sua sicurezza ed efficacia. Tutti noi, però, reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione (art. 32: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”) e con quanto stabilito dal Regolamento UE 953/2021, che chiarisce che “è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate” per diversi motivi o “che hanno scelto di non essere vaccinate”.

Nello specifico della realtà universitaria, i docenti sottoscrittori di questo pubblico appello ritengono che si debba preservare la libertà di scelta di tutti e favorire l’inclusione paritaria, in ogni sua forma. Nella situazione attuale, o si subisce il green pass, oppure si viene esclusi dalla possibilità di frequentare le aule universitarie e, nel caso dei docenti, si è sospesi dall’insegnamento: tutto questo viola quei diritti di studio e formazione che sono garantiti dalla Costituzione e rappresenta un pericoloso precedente. 

In sostanza, la “tessera verde” suddivide infatti la società italiana in cittadini di serie A, che continuano a godere dei propri diritti, e cittadini di serie B, che vedono invece compressi quei diritti fondamentali garantiti loro dalla Costituzione (eguaglianza, libertà personale, lavoro, studio, libertà di associazione, libertà di circolazione, libertà di opinione).

Quella del “green pass” è una misura straordinaria, peraltro dai contorni applicativi tutt’altro che chiari, che, come tale, comporta rischi evidenti, soprattutto se dovesse essere prorogata oltre il 31 dicembre, facendo affiorare alla mente altri precedenti storici che mai avremmo voluto ripercorrere.

Auspichiamo che si avvii un serio dibattito politico, nella società e nel mondo accademico tutto (incluse le sue fondamentali componenti amministrativa e studentesca), per evitare ogni penalizzazione di specifiche categorie di persone in base alle loro scelte personali e ai loro convincimenti, per garantire il diritto allo studio e alla ricerca e l’accesso universale, non discriminatorio e privo di oneri aggiuntivi (che sono, di fatto, discriminatori) a servizi universitari.

Chiediamo pertanto che venga abolita e rifiutata ogni forma di discriminazione”.

Visualizza a questo link i sottoscrittori: https://nogreenpassdocenti.wordpress.com/s/

Mail: universitariuniti@gmail.com
Sito: https://nogreenpassdocenti.wordpress.com/

Form per la sottoscrizione: https://forms.gle/hHNnReCUn4SMwfQP8
Piero Cammerinesi

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