Esperienza davvero stimolante aver avuto l’occasione di fare da moderatore alla quinta edizione – conclusasi oggi – del Convegno Mistico Interreligioso di Poppi, organizzato da Ulrike Schneider di Silenceart&Pace con relatori di straordinario spessore che hanno messo a confronto cristianesimo, esoterismo cristiano, islamismo, sufismo, yoga, induismo, ebraismo e cabala alla ricerca dei principi comuni che le varie vie mistiche di fatto condividono.
di Piero Cammerinesi
Il tema di questa edizione era “La mistica sulle ali del vento – Dialogo tra le diverse religioni nell’era digitale” sicuramente di grandissimo interesse ed originalità.
Ma non solo. Sottolineando il termine dialogo, va detto che – oggi come ieri – è di primaria importanza trovare un leitmotiv comune che colleghi tutte le religioni, proprio in considerazione del fatto che per secoli proprio le religioni hanno spinto gli uomini alle peggiori nefandezze.
Gruppi, nazioni e razze che si sono sempre sentiti dalla parte giusta della Storia. Basti ricordare il “Gott mit uns” di triste memoria o l’attuale “In God we trust” stampato sui dollari americani che più che ad un Dio misericordioso fa pensare al dio denaro.
Purtroppo ciò continua ad accadere oggi a causa del nefasto “Clash of Civilizations” teorizzato nel 1992 da Samuel Huntington, concetto che ha portato ad assumere come realtà quello scontro di civiltà che è, invece, solo una colossale menzogna creata ad arte per mantenere i popoli nella paura dell’altro, del diverso, stimolando l’odio nei confronti di persone che hanno altri credo, riportando così l’orologio dell’evoluzione umana indietro di diversi secoli, agli anni più bui delle epoche oscure.
Tanto per fare un esempio attualissimo, basti pensare che il termine Jihad come ci viene presentato dai media, non appartiene al Corano (dove viene usato per indicare la lotta interiore per unirsi al divino) ed alle comunicazioni di Maometto proprio come il concetto di Inquisizione è estraneo al pensiero di Cristo o come l’arte guerresca dei samurai è estranea al pensiero del Buddha.
Pertanto, con il concetto dello scontro di civiltà si è voluto, ancora una volta, infiammare la ferita aperta in Terra Santa dove i tre monoteismi hanno il proprio centro nevralgico.
In realtà chi conosce approfonditamente le religioni sa che la maggior parte di esse si basa su credenze comuni.
Questo è particolarmente evidente se se passiamo dal livello exoterico della religione a quello esoterico – dunque anche al misticismo, oggetto del convegno di Poppi.
Chi si è accostato al fenomeno religioso con apertura mentale sa perfettamente che alla base di ogni fenomeno religioso esteriore vi è sempre stato un aspetto esoterico, iniziatico.
Quello rappresentato nell’antichità dai cosiddetti Misteri, nei quali vanno ravvisate le reali sorgenti delle vie religiose, che sono i frammenti della rivelazione originale più o meno decaduta.
Se nella remota antichità il contenuto dell’odierna fede era un contenuto conoscitivo, oggi ne abbiamo tuttavia solo il ricordo, grazie alla Tradizione che l’ha preservato, né può esistere credenza alcuna che non sia il ricordo di un antico contenuto sperimentato conoscitivamente.
Che vi sia una origine comune di tutte le religioni – la Rivelazione divina – pur declinata secondo le diverse epoche ed i diversi popoli, viene emblematicamente dimostrato dal fatto che, ad esempio, il Sufismo condivide da secoli molte conoscenze esoteriche con Rosacroce, Templari, Cabalisti, Induisti e Buddhisti – dunque praticamente con tutte le più importanti regioni del mondo – ed è, al tempo stesso, una via operativa, tesa alla conoscenza del divino e ad una vita in armonia con esso.
Nel convegno di Poppi proprio la via operativa è stata esemplificata più volte, a partire dalla meditazione comune condotta ed illustrata da Gino Sansone, Maestro di meditazione Shri Vaishnava, che ha offerto un ampio panorama della pratica yogica collegandolo al tempo stesso alle conoscenze esoteriche di altri culti religiosi, ma anche da Frate Antonino Carillo dell’Ordine dei Frati Minori, biblista, studioso dell’ebraismo e dell’islam, che ha portato all’attenzione dei partecipanti la più autentica religiosità di Francesco d’Assisi ed al tempo stesso i più profondi simboli dell’Arca dell’Alleanza.
Di straordinario interesse anche l’intervento di Gaia Shamanel, biblista, storica delle religioni, orientalista, scrittrice e psicoanalista che ha saputo mirabilmente individuare nelle più recenti scoperte scientifiche una traccia per ritrovare conferme sostanziali alle verità più antiche dell’umanità.
Nei tre giorni di incontri si è parlato anche di Rudolf Steiner, con l’intervento di Guglielmo De Rosa, psicologo-psicoterapeuta, arte-terapeuta, e, nella fattispecie, della centralità della figura del Cristo nell’Antroposofia ma anche dell’efficacia delle terapie artistiche.
Molto apprezzata la relazione di Amal Oursana, dervisca della confraternita Sufi Naqshbandi Haqqaniyya, medico agopuntore, che ha saputo coniugare la medicina cinese taoista con la visione epigenetica.
Grande emozione ha suscitato la performance dei dervisci rotanti – nella Cerimonia delle Sfere – che ha davvero incantato gli spettatori toccando corde nascoste dell’anima.
Senza menzionare gli altri interventi, nonché la lettura di poesie e brani di testi sacri da parte dei relatori.
Insomma una occasione davvero unica per ampliare i propri orizzonti conoscitivi e per imparare a confrontarsi con l’Altro, che è poi uno dei precetti fondamentali di ogni via mistica e religiosa, se non vogliamo che accada quanto indicato da Rudolf Steiner, vale a dire che le religioni dogmatiche, le diverse confessioni, uccidano la vita religiosa.
“Dobbiamo renderci conto che ciò che era adatto per gli uomini nei primi secoli del cristianesimo, lo è stato sempre meno nei secoli successivi, ed ora non lo è più del tutto. Esistono inoltre altre religioni. Si cerchi di comprenderne l’essenzialità. Ci si sforzi di rendere comprensibile agli altri i diversi aspetti della concezione cristiana.
Così si porta davanti ad ogni anima quello che tale anima può approfondire. Ma non si plasma l’anima stessa. Le si lasci, proprio sul terreno religioso, la libertà di pensiero, perché tale libertà di pensiero possa svilupparsi poi in tutti i campi” (Rudolf Steiner, O.O. 168).