Una Bussola per l’Ora presente: Volontà di Comunità

di Piero Cammerinesi

Meditando sulla funzione delle crisi e della sofferenza, tornano alla mente le parole di Mefistofele nel Faust:

Sono una parte di quella forza che vuole sempre il Male ed opera sempre il Bene.

Grazie alla pandemenza, infatti – esperienza che ha messo alla prova la resistenza e la forza di molti – noto con piacere che sono sempre di più le persone che reagiscono – a volte magari inconsapevolmente – alle imposizioni ed alle limitazioni di libertà e di frequentazione sociale subite, tanto che oggi sentiamo auspicare da varie parti la nascita di comunità libere ed indipendenti.

Comunità che ovviamente possono basarsi su vari modelli di interessi condivisi ma che mostrano un denominatore comune: affrancarsi dalla struttura piramidale del potere rappresentato da quelle stesse istituzioni che palesemente tendono a controllare e soffocare con sempre maggiore intensità la libertà e l’autonomia dei cittadini.

Cittadini che non vogliono più sentirsi sudditi ma liberi individui, desiderosi di partecipare alla res publica.

Per questo motivo, in particolare tra coloro che hanno avuto da subito delle perplessità sulla gestione della pandemia e sulle restrizioni attuate, cercando di comprendere meglio quanto stava accadendo e dedicandosi quindi ad approfondire l’argomento da un punto di vista medico e scientifico, stanno nascendo sempre più iniziative comuni per fondare un livello di libero scambio tra persone libere e autonome.

Qui in alto, l’audio di alcune interviste di Alice Lazzari all’incontro tenutosi a Cagliari nei giorni 10,11 e 12 Settembre

Sappiamo che in ambito spirituale le comunità hanno una grandissima importanza in quanto un lavoro portato avanti in gruppo ha una superiore efficacia rispetto al lavoro individuale, il quale rimane comunque la base di ogni evoluzione personale e sociale.

Una delle caratteristiche di molte comunità spirituali oggi è che nascono in modo sempre più riservato, senza organizzazione esteriore ma con le precise finalità di costituire una barriera difensiva nei confronti della hybris delle istituzioni e di dedicarsi ad un approccio operativo nei confronti della ricerca interiore..

Adriano Vecchiarelli nel suo intervento “Il Mistero dei nostri fratelli animali”

Una comunità spirituale è costituita da un gruppo di persone che si associa liberamente per dedicarsi ad un lavoro di studio e meditazione di contenuti spirituali, indipendentemente da luogo, modalità e numero di persone che si associano.

Come ben descritto da Massimo Scaligero in “Perché un’associazione spirituale viva”, appendice dell’opera “Dell’Amore Immortale”:

L’associazione è l’esperimento di una relazione umana tra esseri che già unisca una sintonia secondo il superumano. Poi che l’associazione consegue al riconoscimento concorde di una ascesi, proprio per questo non può essere il presupposto della attività ascetica. L’organizzazione non può prevalere sull’idea. Il modo di organizzarsi non deve condizionare il lavoro spirituale, non deve essere ciò che suscita le coesioni o i contrasti spirituali. Il modo di organizzarsi fa parte dell’attività spirituale, nella misura in cui si attui come ricerca della forma esteriore e non come ciò che possa indicare o determinare i valori.

Questo modello di comunità rappresenta l’alba di una società futura, con libere associazioni dal basso.

Per questo ho voluto denominare “…a partire dal basso” l’intervento che ho avuto il piacere di fare insieme a Leonardo Guerra nel recente evento in Sardegna che ha “fotografato” proprio questa esigenza di ascoltare, scambiare, portare contenuti spirituali liberi da ogni etichetta o tessera.

Mariagrazia Albanese e Matteo Gazzolo nel loro intervento “E la Terra diverrà Sole”

Quello che tutti abbiamo potuto sperimentare a Cagliari e dintorni nei giorni del 10, 11 e 12 Settembre è stato proprio questo anelito ad un reale spirito di comunità, testimoniato non solo dalla presenza di oltre 150 persone ma sopratutto dalla volontà di contribuire attivamente al buon andamento dell’evento.

E questo non solo da un punto di vista di entusiasmo e calore umano, ma anche di attiva collaborazione sul piano pratico.

Vincente la scelta di non relegare questi tre giorni di incontri al solo ambito intellettuale ma di ampliarli anche a quello artistico, arricchendolo di alcune figure di euritmia e di vari intermezzi musicali e vocali grazie allo straordinario talento artistico di Paola Tedde, la padrona di casa che ha di fatto organizzato il tutto, cui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti, unitamente a chi ci ha ospitato, Frank Eickmeyer e Alessandra Carta nella loro Liuteria della Quercia.

 

Leonardo Guerra nell’intervento “…a partire dal basso…”
Piero Cammerinesi nell’intervento “…a partire dal basso…”
Paola Tedde in una improvvisazione musicale e vocale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La musica e l’euritmia hanno aiutato, infatti, i presenti ad accogliere con animo più aperto le parole dei relatori, i quali hanno toccato argomenti di grande interesse per chi vuole orientarsi in questo difficile momento storico, alla ricerca, appunto, di una…bussola per l’ora presente.

Un modello, questo sperimentato a Cagliari, vissuto all’aperto, con la condivisione di momenti d’arte e di euritmia ma anche di convivialità intorno ad un piacevolissimo rinfresco, che contiamo di replicare in futuro.

Sempre però mantenendoci aderenti alla autentica bussola fornitaci da Massimo Scaligero nell’opera sopra citata e, nella fattispecie, alle parole:

Un’associazione spirituale non può che essere accordo di anime secondo l’esigenza della libertà attuata come momento vivente del pensiero. Ma anche in tal caso l’accordo non è qualcosa di già fatto, bensì da farsi. L’aspirazione alla libertà è un evento che va attuandosi: non è un fatto, o una cosa che si abbia una volta per tutte: è la creazione sempre nuova, perché ogni volta rivelante il suo segreto. Principio per la cui inosservanza anche i migliori si perdono: anche i migliori divengono meccanizzatori dello spirituale.

L’associarsi è un tendere a coltivare lo spirito di comunità, in quanto si sia individui singolarmente operanti per lo spirito. La cooperazione individuale è la vita dell’associazione: così la fraternità coltivata nell’esperienza della comunità diventa potenza dell’individualità, perché è la prova obiettiva dell’egoismo.

L’essere insieme con gli altri e dimenticare se stessi, attuando ciò non per diminuzione di coscienza di sé, bensì per suo ampliamento, è la più alta educazione dell’“io”: dato che ordinariamente l’essere insieme di gruppi o crocchi o associazioni, è sempre inevitabilmente per il denominatore comune inferiore. Sempre ciò che v’è di più basso li unisce.

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