Energia illimitata a Costo Zero: il Genio italiano e la Rivoluzione negata

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Preparata e Del Giudice

Già stretto collaboratore di Giulietto Chiesa, Germano – convinto che l’energia sia un problema di democrazia, prima di tutto – è stato allievo dei giganti italiani della fisica contemporanea: personaggi come Giuliano Preparata ed Emilio Del Giudice. I padri, a livello mondiale, delle ultime declinazioni della meccanica quantistica. Obiettivo: scoprire come dialogare con l’intelligenza della materia.

Punto di partenza, squisitamente politico: creare le basi scientifiche per un nuovo progetto di emancipazione. Democrazia energetica: un modello equo di produzione e distribuzione dell’energia pulita, compatibile con la vita sul pianeta. Fonti rinnovabili di ultimissima generazione: alternative all’ordine bellicoso, incerto e pericoloso del petrolio e dell’atomo.

La Fusione Fredda

Emilio Del Giudice e Giuliano Preparata furono gli ispiratori della scoperta italiana che appena dopo il duemila fece il giro del mondo: come ottenere energia (senza limiti né rischi, a zero impatto ambientale) dalla fusione nucleare fredda. Pietra miliare, il famoso Rapporto 41 inoltrato all’Enea dal laboratorio di Frascati, nel 2001. Sintetizzò Germano: quella tecnologia consente di prodursi “in casa” kilowatt illimitati, praticamente per secoli.

Come andò a finire? Malissimo. A Carlo Rubbia – Premio Nobel, allora a capo dell’Enea – fu “consigliato” di lasciar perdere. A quanto pare, si registrò anche l’ingerenza della Francia, tramite l’Edf: l’eventuale boom della fusione fredda avrebbe reso obsoleto il nucleare “caldo”, quello che – in caso di guai (Chernobyl, Fukushima) – fa tremare il mondo.

Brevetto scippato dagli USA

«Si badi che la fusione fredda non è pronta da quando l’hanno scoperta Martin Fleischmann e Stanley Pons, nel 1989: è pronta nei laboratori militari degli Stati Uniti e della Russia almeno dagli anni Sessanta».

Lo afferma l’ingegner Fabio Castellucci, partner di Roberto Germano nell’ennesima scommessa italiana: sfruttare la fisica per produrre energia eliminando il peso inquinante della chimica.

Riassume Castellucci: se Fleischmann e Pons teorizzarono la fusione fredda, gli italiani la misero in pratica per primi. Ecco perché suscitarono tanto allarme: una scoperta simile rende preistorici il petrolio, il gas e il carbone, oltre che le centrali atomiche. La sorpresina più recente? La metodologia collaudata a Frascati è stata “blindata” nel 2021 con un brevetto internazionale: se l’è accaparrato la Marina Militare degli Stati Uniti.

Solito film: bloccare l’Italia

Il solito smacco: l’Italietta colonizzata a partire dal dopoguerra non riesce mai a spiccare il volo. Se ci prova Enrico Mattei, sappiamo come va a finire. Morale: il paese di Fermi e Majorana dipende ancora dai capricci imperiali dell’ultimo venuto. Fino al ridicolo: il gas di Biden al posto di quello (assai più conveniente) della Russia.

«Eppure non sono pessimista», dice Castellucci. «Se la fusione fredda si può fare anche in uno scantinato, è perché l’Italia possiede ancora lo spirito dell’umanesimo. Cioè: una capacità infinita di pensiero. Ecco perché non dobbiamo preoccuparci».

A vincere, alla fine, sarà la forza delle cose. Traducendo il concetto in termini fisici, Preparata lo chiamò: il dominio di coerenza. Se le particelle sono in armonia, la loro potenza diventa esplosiva.

La pila all’infrarosso

Non a caso – aggiunge l’ingegnere – la pila all’infrarosso sviluppata da Germano (ormai prossima al traguardo dell’industrializzazione) non è che uno dei tanti gioielli che il Made in Italy, nonostante tutto, sta ancora sfornando. Idee, progetti, dispositivi. La meta non cambia: energia a bassissimo costo, senza alcun impatto sull’ambiente.

Primo esempio: il solare termodinamico. Tra i suoi padrini, proprio Rubbia. Il trucco? Antico, come gli specchi ustori delle navi romane, basati sul Principio di Archimede. Usando un pannello parabolico, i raggi solari arrivano a concentrazioni esponenziali. Ben superiori a quelle, modestissime, del classico solare termico e del fotovoltaico.

Rubbia: il solare termodinamico

Risultato: una concentrazione di energia solare molto forte.

«Il grande “player” è il sole, non c’è storia: la quantità di energia solare che impatta sulla Terra in un solo anno è pari a tutta l’energia che l’umanità ha consumato da quando esistono gli umani, moltiplicata per 4 miliardi e mezzo».

Perfetto, in teoria. Ma c’è un problema, anzi due: quella tecnologia costa pochissimo e la fonte (il sole, appunto) è sempre disponibile gratis.

«Ecco perché anche il solare termodinamico – di concezione italiana – è fermo al palo: la materia energetica è fatta di problematiche tecniche solo per il 5%, il restante 95% dipende proprio dalla politica».

Il Kite-Gen eolico

Questione di business speculativo: ecco tutto. Per questo, insiste Castellucci, sono parcheggiate nel dimenticatoio anche le altre invenzioni che sempre l’Italia sta sfornando, una dopo l’altra. Per esempio, il KiteGen: giganteschi aquiloni eolici, ad altissima resa. L’idea: se li si installa a duemila metri di altezza, dove spirano venti continui, surclassano le pale eoliche.

Altra risorsa: i rifiuti. Trasformati in energia elettrica dai pirogassificatori, tramite la pirolisi. Riscaldando gli scarti (raccolta differenziata) si ottiene gas, da cui poi è facilissimo generare elettricità. Enormi vantaggi, anche qui:

«A parità di tonnellaggio, questo sistema sviluppa 400 volte più energia di un inceneritore, che oggi viene ipocritamente chiamato “termovalorizzatore”».

Pirolisi: energia dai rifiuti

Non solo: le scorie della pirolisi (un decimo, rispetto a quelle dell’altoforno) sono atossiche: impatto ambientale nullo, nessun rischio per la salute. E perché non decolla, il sistema?

«Perché quella dei rifiuti – dice Castellucci – è una delle 7-8 mafie esistenti, italiane e mondiali: raccogliere i rifiuti, trasportarli, stoccarli e trattarli rende molto più di quello che era costato creare quei prodotti».

Fantastico, siamo arrivati all’assurdo:

«Oggi l’imballaggio vale più del contenuto, perché genera un giro di denaro superiore».

L’ingegnere vanta anni di esperienza anche in quel settore. L’attuale ciclo dei rifiuti? Da dimenticare al più presto: è denaro mal speso, sottratto alla comunità e regalato a soggetti non sempre raccomandabili.

Le crisi? Tutte inventate

Ricapitolando: dopo la finta crisi finanziaria e la catastrofe pandemica gonfiata ad arte, siamo alle prese con l’ennesimo falso allarme, quello climatico. Tutto questo, mentre il costo della benzina esplode e la tensione Nato-Russia, in Ucraina, ha già fatto ballare parecchio la bolletta elettrica per via del taglio – anche solo ventilato – del gas di Putin.

«Non c’è nessuna crisi, ve l’assicuro. E non è mai esistita nessuna crisi energetica».

Fabio Castellucci lo va ripetendo, anche in conferenze pubbliche e video-interviste sui social.

«Le possibilità di conoscenza che abbiamo (e non da oggi) sono impressionanti: rendono possibile estrarre un miliardesimo dell’energia che abbiamo a disposizione, gratis, da quando esiste l’universo».

Sabotare gli italiani

Quindi – insiste – tutti i problemi di crisi (carenza) sono solo immaginari. Letteralmente:

«Questo pianeta non ha problemi di cibo, né di energia, né di acqua, né di null’altro. Le crisi vengono via via inventate, solo perché le persone – spaventate, dipendenti da qualcun altro – vengono controllate più facilmente: tutto qui».

A proposito di controllo: per denunciare il sabotaggio della fusione fredda italiana, Maurizio Torrealta (Tg3) scrisse un libro coraggioso, “Il segreto delle tre pallottole”. Vi si legge: la necessità di mantenere il segreto militare su alcuni tipi di armi potrebbe aver contribuito alla fine della ricerca scientifica di tipo civile sulla fusione fredda.

Energia illimitata: dall’universo

Cioè: se la fusione fredda non si fa, non è perché sia costosa da realizzare o difficile da controllare. Ma oltre agli “handicap” abituali (costa pochissimo, quindi metterebbe fuori gioco idrocarburi e atomica) presenta un altro problema: facilissima da ottenere, permette di arricchire qualsiasi isotopo. Questo potrebbe consentire a malintenzionati di produrre bombe sporche a basso costo. Da qui, probabilmente, lo stop imposto dai militari.

Che fare, dunque? A dare l’esempio provvedono personaggi come Roberto Germano. Non smettono di cercare alternative, sfruttando la lezione dei maestri: ricavare energia gratis dall’universo, tramite la fisica, con applicazioni geniali in cui proprio l’Italia continua a essere leader, nel mondo. Peccato che la politica seguiti a ignorarle: come se non esistessero.

Impatto zero, costi ridicoli

Su cosa si basano, queste invenzioni? Semplice: sull’imitazione della natura. Una specie di alleanza, di sodalizio. Capace di superare gli attuali limiti: che nascono – tutti – da sistemi antidiluviani, enormemente dispendiosi perché sprecano quantità immense di energia.

«Attenti: la dissipazione produce rifiuti. E i rifiuti generano tossine. A loro volta, le tossine causano guai: tumori, inquinamento, malattie dell’anima. Malattie della Terra, degli alberi, degli animali».

Ribadisce Castellucci:

«Sempre la stessa storia: è tutta energia, il cui modo di fluire è stato gravemente distorto rispetto alle leggi naturali. Se si ripristina il flusso originario, cessa ogni resistenza. Così, cessa anche la dissipazione. E dove non c’è dissipazione non ci sono rifiuti, non ci sono scarti». Ergo: «Per estrarre energia e distribuirla, dovremmo seguire le leggi naturali di accoppiamento di flusso e di utilizzo, in modo che tutti i singoli attori rimangano “in fase” tra loro, proprio come in un’orchestra musicale».

Armonia quantistica

Parola-chiave: armonia. Ecco il punto:

«La capacità di raggiungere questa armonia non è solo della musica. È di qualunque passaggio di energia nell’universo. Banalmente: accendere una lampadina non è nient’altro che far passare un flusso di elettroni attraverso un sistema a incandescenza. Adesso le lampadine sono a led. E i led – pochi lo sanno – sono già un effetto quantico».

Già, perché la quantistica – filosofeggia Castellucci – è come se non fosse stata scoperta da Planck. Sarebbe “nata” ben prima? In un certo senso, sì:

«I riferimenti al fatto che particelle, uomini e galassie “condividono stati opposti nello stesso istante” (che è uno dei principi fondamentali della fisica quantistica) era già scritto nella Bhagavadgītā, 7.000 anni fa. Quindi, tranquilli, non abbiamo inventato niente: abbiamo solo formalizzato delle cose».

Dominio di coerenza: il futuro

Nelle parole di Castellucci – che confida incrollabilmente nel genio italico (Roberto Germano & friends) – sembra persino risuonare qualcosa di metafisico. L’eredità anche spirituale di Preparata e Del Giudice, ispirati da Majorana. Il “dominio di coerenza” come macchina universale inesorabile e invincibile, irresistibile: alla lunga, più forte dei poteri che ancora tengono in ostaggio il pianeta, spaventando l’umanità.

«Dobbiamo proprio conquistarcela, l’indipendenza energetica: e se non riusciremo a farlo noi, lo faranno altri. Una volta partito, il dominio di coerenza non lo blocca nessuno. Non importa se fermano noi, che siamo solo attori di passaggio. I domini di coerenza organizzano miliardi di miliardi di cellule, di interazioni, di energie, di relazioni fra cielo e Terra. E queste cose non le arresti non un decreto. E neanche con un esercito o con centomila impiccagioni».

Giorgio Cattaneo

Fonte

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