Il Fatto che gli Uomini possano sopravvivere solo sulla Terra non preoccupa Trump, e Io so perché

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di George Monbiot

È circondato da persone che hanno piani grandiosi e sogni che vanno oltre il nostro pianeta. Il nichilismo vendicativo è una parte importante del progetto MAGA

Pensando alla guerra che Donald Trump, Elon Musk e i loro tirapiedi stanno conducendo contro la vita sulla Terra, continuo a imbattermi in un terribile sospetto. Potrebbe essere che non si tratti solo di consegnare il mondo a oligarchi e multinazionali, di spremere quanto più profitto possibile dai sistemi viventi?

Potrebbe essere che vogliano vedere la distruzione del pianeta abitabile?

Sappiamo che lo scopo principale di Trump è il potere. Abbiamo visto che nessuna quantità di potere sembra soddisfare il suo desiderio. Quindi consideriamo la destinazione finale del potere. Non è solo diventare un imperatore, ma l’ultimo degli imperatori: chiudere il capitolo sulla civiltà.

È incidere il proprio nome in modo indelebile su un’epoca geologica.

Guardate le mie opere, vermi, e disperate.

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È vero, naturalmente, che molte delle sue azioni equivalgono al normale saccheggio capitalista, svincolato dalle deboli restrizioni normative delle amministrazioni precedenti. Questa settimana Trump ha ordinato la distruzione di massa delle foreste nazionali e di altre terre protette da parte dell’industria del legname, sotto la supervisione del Servizio forestale statunitense, il cui nuovo capo era in precedenza vicepresidente di una società di legname. I risultati includeranno strazianti perdite di fauna selvatica ed ecosistemi rari, nonché un maggiore rischio di incendi.

Trump ha giustificato il suo ordine con la classica tattica del dittatore: una presunta “emergenza”.

Ha usato la stessa scusa per innescare una nuova ondata di progetti sui combustibili fossili, concedendo loro permessi “di emergenza” per scavalcare le protezioni ambientali.

Questo rischia di causare l’avvelenamento delle zone umide e delle riserve idriche. A supervisionare l’assalto è il nuovo segretario all’energia, Chris Wright, in precedenza amministratore delegato di una società di fracking.

Se gli Stati Uniti stessero davvero soffrendo di un’emergenza energetica, ci si aspetterebbe che il governo accelerasse anche la diffusione dell’energia rinnovabile. Invece, Trump l’ha congelata. Ci si aspetterebbe anche che insista affinché l’energia venga utilizzata con maggiore parsimonia; invece, il suo team sta eliminando gli standard di risparmio di carburante. Sembra una vendetta nei confronti dell’industria dei combustibili fossili che ha contribuito alla sua elezione.

Ma altre politiche sembrano più un vandalismo gioioso. I devastanti tagli al personale nei parchi nazionali e nelle foreste non aiuteranno nessuno dei suoi sostenitori aziendali. Ma degraderanno l’esperienza dei visitatori, mettendo a repentaglio la fauna selvatica e gli habitat.

Lo stesso vale per la distruzione di massa di posti di lavoro presso l’US Fish and Wildlife Service e per il congelamento di tutte le sovvenzioni internazionali per la conservazione che offriva, molte delle quali sono cruciali per la protezione della fauna selvatica all’estero. Non c’è molto da guadagnare qui per nessuna lobby aziendale, e molto da perdere per il resto di noi. L’obiettivo dichiarato di Trump di “sbarazzarsi” della Federal Emergency Management Agency metterebbe a serio rischio i profitti aziendali, soprattutto tra assicuratori e fondi di investimento, intensificando al contempo la sofferenza delle persone colpite dalla crisi ambientale. Ha anche eliminato l’aiuto offerto alle comunità che soffrono di forte inquinamento. Anche in questo caso, non c’è alcun guadagno evidente per il capitale, solo molta più sofferenza umana.

Il nichilismo vendicativo, la distruzione di ciò che non amano, non conoscono o non capiscono, è un tema importante nella politica di Trump. Viene applicato con la stessa ferocia alla cultura e alla scienza come al mondo naturale. È difficile evitare di pensare che la distruzione ambientale non sia solo un mezzo con cui Trump serve i suoi sostenitori aziendali, ma un fine in sé.

Allo stesso tempo, Trump sostiene con entusiasmo (anche se vagamente) i piani di Musk di inviare persone su Marte, un pianeta incapace di sostenere la vita umana. Questi uomini, che affermano senza prove che se non taglieranno 1.000 miliardi di dollari dal bilancio federale, causando innumerevoli danni, “l’America andrà in bancarotta”, stanno spingendo per un programma che potrebbe costare centinaia di miliardi senza portare alcun beneficio all’umanità.

Nonostante la sua grandiosità, il piano non è altro che un elaborato mezzo per mandare le persone a morire.

Una delle spiegazioni più convincenti dei nostri tempi che ho letto è un saggio dell’autrice Jay Griffiths, pubblicato nel 2017. L’autrice mette in relazione i vandali planetari di oggi con i futuristi italiani dell’inizio del XX secolo. I futuristi, che hanno creato gran parte dell’iconografia e dell’ideologia del fascismo, hanno feticizzato la macchina, fantasticando sul “trionfo tecnologico dell’umanità sulla natura”. Erano ossessionati dal volo. “Evviva! Basta con il contatto con la vile terra!”, esultava l’autore del loro manifesto, Filippo Marinetti. ‘La vita sulla terra è una faccenda strisciante e strisciosa’, sosteneva il poeta Gabriele D’Annunzio.

‘È nell’aria che si sente la gloria di essere un uomo e di conquistare gli elementi’.

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Attraverso il volo, nota Griffiths, credevano di poter raggiungere il loro stato ideale e purificato, caratterizzato dalla nozione di Deus Invictus: il dio illimitato e totalitario, non più frenato da questioni terrene e banali come l’onestà, la gentilezza, la simpatia, il rispetto o persino la gravità.

Credo, come lei, che il rilancio di questo sistema di credenze possa offrire una chiave per comprendere Elon Musk e la sua notevole influenza sull’amministrazione Trump.

Ciò che Musk presenta è la fantasia definitiva della fuga: dalla decenza, dalla cura, dall’amore e dal pianeta vivente stesso. Possono lasciarsi tutto alle spalle, saltare via dalla vile Terra e ascendere al cielo.

Su Marte, Musk sogna di costruire città private sotto il controllo esclusivo della sua azienda SpaceX.

Non importa se è tecnicamente impossibile, ciò che conta è la fantasia: la liberazione definitiva dai vincoli sociali e biologici.

Le sue città-prigione sotterranee, in cui la sopravvivenza dipenderebbe da un intervento tecnologico estremo (la minima interruzione significherebbe morte istantanea), farebbero sembrare la peggiore dittatura terrestre della storia un ritiro yoga. Deus Invictus regnerebbe sovrano.

Dove non c’è amore, può esserci solo distruzione.

Distruggere il pianeta per poi trascenderlo; lasciare il proprio segno indelebile sulla Terra mentre si regna trionfanti nei cieli: credo che questo sia un profondo impulso inespresso che aiuta a spiegare i programmi di Trump. Ma anche se, per qualche triste miracolo, i distruttori del pianeta avessero successo, scoprirebbero presto che nessun paese delle meraviglie tecnologico, nessuna stazione spaziale o città marziana, è paragonabile a ciò che abbiamo.

Questo è l’unico pianeta nell’universo a cui siamo adattati.

Cose a cui raramente pensiamo: 1 bar di pressione atmosferica sulla superficie terrestre; la magnetosfera che, insieme all’atmosfera, ci protegge dalle radiazioni cosmiche e dal bombardamento solare di protoni; l’ossigeno nell’aria; 9,8 m/s2 di gravità; una temperatura media della superficie di 15 °C, creano, insieme ai sistemi viventi che ci nutrono, ci danno acqua e ci danno riparo, un luogo che sembrerebbe un paradiso a chiunque ne fosse lontano.

Questo è il nostro paradiso, e non può essercene un altro.

George Monbiot è editorialista del Guardian

Traduzione dall’inglese di Piero Cammerinesi per LiberoPensare

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