Il Giuramento a Michele e le Tredici Sante Notti

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di Adriana Koulias

Miei carissimi amici, Michaeliti e compagni Rosacroce.

Con profonda gratitudine offro questo messaggio a Sergei O Prokofieff per avermi aiutato, attraverso il suo lavoro e il suo spirito, durante l’Avvento, a portarvi quanto segue.

Abbiamo attraversato l’Avvento, miei cari amici, e siamo giunti davanti a un’altra soglia del mondo spirituale.

All’inizio dell’Avvento ci siamo trovati davanti al Piccolo Guardiano, ora ci troviamo davanti al Grande Guardiano.

Tutti gli esseri umani giungono a questa soglia, come si è detto la volta scorsa, ma chi non è cosciente passerà davanti a questo Guardiano con tutti i pericoli connessi di cui abbiamo parlato. Gli antroposofi, tuttavia, hanno i mezzi per arrivare a questa soglia consapevolmente e, nella misura in cui accolgono l’antroposofia nella loro anima, lo faranno invariabilmente in un momento o nell’altro.

Può anche accadere che, arrivati davanti al Guardiano, non si riesca a mantenere la propria coscienza con sufficiente forza. Tuttavia, se si persevera (possono volerci anni), alla fine si affronterà il Grande Guardiano con minore o maggiore chiarezza, a seconda dei propri progressi.

Il Guardiano in questa fase è Michele come Archai.

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Cercherò ora di descrivere a parole, nel miglior modo possibile, ciò che Michele ci chiede a questa soglia, ma bisogna considerare che queste parole sono vissute in senso intuitivo, in una forma di conversazione interiore alla soglia – una conversazione che si ha con se stessi, o meglio con Michele, che può richiedere anni per essere sperimentata in pienezza. Dico che è una conversazione con se stessi perché a questo punto siamo un tutt’uno con Michele, così come i pensieri sono un tutt’uno con noi, ma sono esseri di pensiero che vivono in noi.

A questo punto Michele pensa in noi, qualcosa del genere:

Hai capito chi sei in queste settimane di Avvento? Hai deciso di assumere il tuo karma, come il cieco prese il suo letto dopo essere stato guarito da Cristo? Qui alla mia soglia, se vuoi passare nel modo giusto nel Tempio della Saggezza Superiore, devi essere disposta a permettere al potere dello spirito di prendere possesso della tua anima, pur mantenendo la tua individualità. Questo potere devi decidere liberamente di far entrare nei tuoi involucri corporei. Finora potresti aver pensato a te stessa come ad un antroposofo inglese o a un antroposofo italiano, spagnolo, australiano, brasiliano, tedesco, canadese, americano. Se hai deciso di prendere in mano almeno una parte del lavoro necessario per dispiegare il tuo karma, che ti ha collocato in una nazione, in una razza, in un credo e che vi ha condotto qui, ora devi fare di più. Per attraversare questa soglia e diventare una michaelita devi “dimenticare” il principio di Jehova, a cui appartiene tutto ciò che hai ereditato fisicamente quando sei entrata nel regno dello spazio, tutti i tuoi “doni” e tutto ciò che ti lega alla terra in questa unica vita, proprio come fece Lazzaro quando fu iniziato dal Cristo stesso e in questo modo devi rinascere liberamente, cioè scegliere di ricordare il mondo spirituale e trovare il tuo sé superiore che può assumere il Potere di Michele, come potere creatore di razza basato sullo spirito.

Attenzione, perché questo significa permettere che il contenuto dell’Antroposofia, che l’Intelligenza cosmica ha donato all’umanità da parte mia, diventi l’espressione cosciente della tua autostima, così intrinseca da diventare il tuo karma e questo significa che tutto ciò che entrerà nel mondo attraverso di te, in ogni interazione, anche la più piccola – e questo include ciò che si sviluppa nelle anime di tutti coloro che accolgono nelle loro anime la tua personale espressione dell’Antroposofia – sarà assunto nel tuo karma personale. Una volta che sei entrata qui e hai acquisito la saggezza superiore, che è la conoscenza di come armonizzare spirito e materia, come creare il Mare di Bronzo, devi poi tornare sulla terra per poter applicare questa saggezza di come combinare Fuoco e Acqua al servizio del mondo, e per fare questo devi prendere le direttive per ogni situazione dallo spirito e poi osservare dal mio sguardo se lo hai fatto o meno in accordo con la saggia guida del mondo.

A questo punto puoi anche voltarvi e tornare nel mondo come un essere umano migliore, una antroposofa migliore, ma per entrare qui devi fare un giuramento di responsabilità, solo così sarai una vera michaelita. Questo giuramento non è altro che un impegno che la tua coscienza osserverà di tua spontanea volontà.

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Se si fa questo giuramento e si ottiene il permesso di entrare, si ha l’opportunità di apprendere la Saggezza Superiore.

Cerchiamo di capire cosa sia questa saggezza.

Nell’antico Egitto chi entrava nel Tempio di Iside, il Tempio della Saggezza Superiore, trovava la Dea velata. La Dea pronunciava queste parole di avvertimento a chi vi entrava:

Io sono il passato, il presente e il futuro, nessun uomo mortale può sollevare il mio velo.

Rudolf Steiner racconta che il Giovane di Sais tentò di sollevare il velo e cadde morto perché non aveva ancora sviluppato il suo sé immortale.

Il sé immortale, in questo contesto, è il sé superiore, il sé che trascende il sé terreno che vive una sola vita. Questo sé immortale superiore ci viene rivelato nella Meditazione della Pietra di Fondazione, perché la Meditazione della Pietra di Fondazione stessa traccia il cammino che dobbiamo percorrere per raggiungere questo sé superiore, dicendo:

Anima dell’Uomo Pratica:

Ricordo – memoria del passato
Presenza interiore – consapevolezza del presente
Visione – visione del futuro

Passato, presente, futuro.

Il sé immortale è quella parte di noi che ricorda il tempo precedente alla nascita e ciò che vive nella volontà – le forze paterne. Il Sé immortale sa che queste forze paterne sono legate al karma che abbiamo portato con noi dalle vite precedenti, che stabilisce chi saranno i nostri genitori e cosa erediteremo attraverso la nostra forma corporea. L’Io immortale vede come questo karma si svolge nel presente e comprende come si crea un’armonia tra passato e presente nella circolazione del sangue e del respiro che ci portano ad azioni, sentimenti e pensieri. Qui opera il principio cristico. Qui ci troviamo tra il passato e il futuro, tra il karma e il destino.

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Il Cristo è il Signore del Karma, ci libera affinché possiamo creare il destino, e lo vediamo chiaramente solo con la visione spirituale in cui confluiscono le forze dello Spirito Santo. Attraverso lo Spirito Santo, possiamo vedere che siamo liberi di permettere al Karma di creare il futuro o che siamo liberi di prendere in mano il nostro karma nel presente per creare un nuovo destino futuro non gravato dal karma passato.

“Anima dell’uomo!” risuona nelle nostre anime dall’essere di Antroposopia, l’ex Iside, che ora vive nel Tempio delle nostre anime. Lei è la Saggezza di Dio, la Saggezza del mondo e la Saggezza dell’essere umano. Quando entriamo nel Tempio della Sapienza superiore, ci viene chiesto da Lei di sollevare il velo, di ricordare veramente ciò che vive nella nostra volontà, di sentire veramente come mezzo di conoscenza e di vedere veramente con l’organo del pensiero che si è unito allo spirito!

Capiremo allora, attraverso una nuova memoria del nostro tempo prima della nascita, che non portiamo solo la nostra memoria personale nella volontà, ma anche una memoria mondiale, che Sergei Prokofieff ci dice “si snoda come un unico flusso” attraverso tutte le nostre incarnazioni passate.

Ecco perché, paradossalmente, Michele ci chiede di “dimenticare” il Principio di Geova e tutto ciò che il karma ha fatto di noi oggi per un certo periodo, in modo da poter prendere ciò che Rudolf Steiner ci dice in Conoscenza dei mondi superiori – la Bozza dell’oblio. Solo attraverso questo “passaggio” possiamo poi arrivare all’Io superiore, l’io immortale, prendendo il percorso del Ricordo. Il passaggio dall’Io inferiore all’Io superiore richiede lo sviluppo di una nuova memoria, una memoria per immagini del futuro! Cioè, vedere nella mente gli effetti futuri delle nostre azioni nello stesso modo in cui vediamo un ricordo delle azioni passate.

Passiamo dal ricordo, alla consapevolezza, alla visione!

Non pensiamo che la pienezza di questa esperienza, come ho descritto sopra, si abbia tutta in una volta, anche se questo può accadere. È più probabile che si tratti di un lento sviluppo. Può avvenire dopo molti anni in cui si è arrivati alla soglia e ci si è girati dall’altra parte, oppure si entra a poco a poco, a seconda di come la memoria, la consapevolezza e la visione permettano.

Ciò che ci impedisce di varcarla siamo essenzialmente noi stessi, perché siamo liberi di decidere quando ci troviamo consapevolmente di fronte al Guardiano ed entrare, siamo noi che non entriamo perché lo sappiamo intuitivamente, cioè lo sappiamo perché vediamo che non siamo pronti e, a differenza del giovane di Sais, percepiamo che non siamo in grado di stare di fronte alla divinità senza cadere “svenuti” o perdere conoscenza.

Chi entra inconsciamente non può decidere di entrare, semplicemente “cammina nel sonno” oltre la soglia e diventa preda di forze che sono in agguato per chi attraversa inconsciamente.

Coloro che entrano nel Tempio della Saggezza Superiore consapevolmente sono pronti a sperimentare la “nascita” di un nuovo sé superiore, pronto per il Natale. Si potrebbe dire che quando entriamo nel Tempio della Saggezza Superiore, cari amici, troviamo quella parte di noi che ci accompagnerà attraverso le 12 Notti Sante in piena coscienza e questa è la Saggezza che ci condurrà, alla fine di quelle notti, alla nascita di Cristo stesso.

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Si potrebbe dire che l’Anima Natanica è lo spirito di luce del mondo che è entrato nel mondo al punto di svolta nel flusso dell’essere terreno nell’ora più buia e ogni anno, durante i giorni più bui dell’Avvento, sperimentiamo l’immagine successiva di questo nelle nostre prove, in modo che è attraverso l’Anima Natanica che siamo in grado di camminare, parlare e pensare in un modo che ci eleva alla coscienza necessaria per arrivare alla soglia del Tempio della Saggezza Superiore. Potremmo dire che Michele è la luce radiante del giorno, o meglio il portatore della luce della conoscenza, l’amministratore dell’Intelligenza cosmica del Cristo che ha donato all’umanità e che è entrata lentamente nelle nostre anime preparandoci a varcare la soglia.

Michele ci chiede di avere coraggio, il coraggio di attraversare, di assumere il nostro karma, il che significa creare un nuovo destino; di assumere i compiti del futuro prima del resto dell’umanità per il bene dell’umanità. Questo è ciò che significa diventare un michaelita, uno che prende la spada (il pensiero) e lo scudo (la conoscenza del cuore) per conto di Cristo.

Perché Cristo è il Sole dei nostri sé superiori, la Luce Divina che riscalda i nostri cuori (Pastori) e illumina le nostre teste (Re). Una volta che abbiamo unito le nostre menti e i nostri cuori al Sole di Cristo, d’ora in poi abbiamo due sé. Il nostro sé inferiore e quello superiore. In questo modo portiamo sempre con noi il nostro “fratello”, il nostro io inferiore.

I Templari, che avevano accolto nel loro sangue le forze solari spirituali del Cristo, le raffiguravano come due cavalieri su un cavallo. Il cavallo è sempre l’intelligenza, due Io portati su un’unica intelligenza. Solo chi è tale può essere un cavaliere del Graal – come lo divennero i Templari – perché deve dimenticare il sangue, la razza, il credo per portare al Graal il suo “fratello” personale e impersonale che è ancora impigliato nella materia.

Un Cavaliere del Graal è un michaelita, un’anima di questo tipo porta con sé il karma personale e il karma del mondo di vita in vita e si assume la responsabilità di ogni azione, pensiero e sentimento e dei suoi effetti sul mondo.

A questo proposito va menzionato Christian Rosenkreutz, che come Lazzaro fu il primo a essere battezzato non con l’acqua ma con il fuoco. Egli ha un legame particolare con lo sviluppo dell’Io da personale a impersonale. Per questo motivo i suoi allievi cercheranno di diventare michaeliti nel senso più alto del termine, cercheranno di essere responsabili di tutto ciò che fanno e di essere il più possibile impersonali e liberi da opinioni. Diventare un servitore del Tempio della Saggezza Superiore equivale a diventare un servitore del Graal. Un rappresentante nel mondo degli impulsi dello Spirito di Cristo.

Con questo iniziamo, carissimi amici, il nostro cammino verso il Natale, dove ciò che abbiamo vissuto il 6 gennaio di quest’anno trova il suo compimento in una tredicesima notte che diventa una porta che ci conduce al Cristo.

Con amore, rispetto e gratitudine,

Namaste!

Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare

Adriana Koulias è nata nel 1960 a Rio de Janeiro, in Brasile. All’età di nove anni la sua famiglia è emigrata in Australia.
Nel 1989 Adriana ha iniziato a studiare Antroposofia, Filosofia e Storia e ha intrapreso una carriera artistica, vendendo opere a varie gallerie d’arte e partecipando a diverse mostre miste. Autrice di diversi romanzi tra cui tradotti in italiano: Il segreto della sesta chiave, Il tempio del Graal, I custodi del Graal.
Oggi Adriana tiene regolarmente conferenze su storia, filosofia e scienze esoteriche. Ha due figli e vive a Sydney.

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