di Julian Rose
In questo punto centrale di tutte le nostre vite si trova la volontà di vivere o la volontà di morire. Qualcuno potrebbe obiettare al concetto di “volontà di morire”, ma ciò che significa è “il fallimento della volontà di vivere”.
Non esiste una via di mezzo tra questi due estremi. Ciò che non va avanti, va indietro. L’arretramento costituisce una resa alle forze del torpore, un calo costante di energia che porta alla stagnazione e al decadimento.
Tutti gli elementi materiali della vita si muovono attraverso questo ciclo di nascita/morte. Ma la vita umana ha un’altra dimensione rispetto a quella dell’esistenza puramente materiale e fisica.

Siamo dotati del potere di trasformare il torpore nel suo opposto: un’espansione della forza vitale. Qualcosa che trascende l’esistenza materiale e produce il flusso dinamico che è la vera espressione della Vita.
Il trucco sta nel mantenere questa dinamica, nel tenerla accesa come prima forza motivazionale della propria vita.
Per farlo, è necessario avere un punto di riferimento ispiratore. Un obiettivo da raggiungere sempre. Qualcosa che richiede attenzione quotidiana, disciplina e il desiderio interiore di “diventare più di quello che si è” in un determinato momento.
Questo è il cammino spirituale.
Quando si riconosce che “ciò che si vuole diventare di più” è uno stato interno di espansione – un risveglio dell’anima – allora non c’è più confusione tra il posto del materiale e quello dello spirituale.
Lo spirito è luce, vivo e in movimento. La materia, pur condividendo lo stesso punto di origine dello spirito, è associata alla solidità, al peso e a una generale mancanza di movimento. Tuttavia, si tratta di controparti del tutto complementari. Una non può esprimersi senza la vicinanza dell’altra.
Così lo sviluppo della propria spiritualità prende forma all’interno di un rifugio fisico che ne sostiene il nutrimento.
Nella società nel suo complesso questa posizione è invertita. Il materiale è l’obiettivo, il bersaglio principale dell’ambizione.
Lo spirito, se viene riconosciuto, ha un ruolo secondario e non riesce a incidere sulle aspirazioni più profonde nel corso della vita.
Non c’è bisogno di dire che questo è il modo sbagliato di procedere. Uno stato imposto dall’inorganico, non il corso naturale dell’esistenza.
Affinché lo stato di esistenza sul pianeta Terra cambi in meglio, lo spirituale deve guidare e il materiale seguire.
Ciò produrrà una metamorfosi completa di tutte le entità viventi, poiché il conseguente cambiamento vibrazionale umano più elevato risuonerà attraverso tutte le entità viventi – piante, insetti, animali e persino la materia inanimata – agendo come una forma di tonico per la loro piena espressione ed evoluzione.
Ma l’uomo deve stabilire il tono vibrazionale più elevato.

La vita quotidiana sarà molto diversa quando l’aspirazione spirituale avrà la priorità su quella materiale.
Non ci sarà più il desiderio predominante di “avere”, di desiderare sempre più beni, comodità materiali eccessive e l’autostima che deriva dal soddisfare le richieste di un ego indomito.
Al contrario, si aspirerà a vivere in modo semplice, leggero e con il minimo danno per il mondo esterno. La crescita dello spirito rende consapevoli della propria unità con la natura e con tutte le forme di vita, esercitando la propria discrezione in modo comprensivo nei confronti di tutto ciò che ci circonda.
Non è più possibile trattare l’esterno come separato dall’interno. In fin dei conti, si tratta di due parti di un unico insieme. È necessario abbracciare una comprensione olistica del funzionamento dell’universo, perché tutte le parti dipendono l’una dall’altra e nessuna è più importante dell’altra, indipendentemente da quanto sia grande o piccola.
Per crescere in questa comprensione è necessario adottare una metodologia basata su pratiche sperimentate e collaudate, alcune millenarie.
Il “vero” insegnamento enfatizzerà sempre la duplice natura del sentiero. In primo luogo, l’andare nel mondo a combattere la repressione e l’ingiustizia e a lottare per l’espressione della verità e per uno stato umanitario dell’esistenza.
Questo si chiama “servizio all’umanità” ed è il nostro primo approdo nel viaggio spirituale.
Poi, sentendo la necessità di diventare più forti interiormente per essere più efficaci, si inizia a guardare dentro di sé per concentrarsi sulla purificazione necessaria per lo sviluppo personale.
Questi movimenti verso l’interno e verso l’esterno sono due parti inseparabili di un unico insieme.
Non possiamo progredire senza seguire la chiamata sia dell’attivismo esteriore, il cui obiettivo è proteggere questa grande creazione, sia di una contemplazione interiore focalizzata sulla Coscienza Suprema, la fonte di tutta la vita, sia animata che inanimata.
Incoraggio vivamente l’adozione di questo percorso di liberazione personale e di emancipazione finale dell’umanità.
Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare
Julian Rose è uno dei primi pionieri e praticanti dell’agricoltura biologica del Regno Unito; un imprenditore e leader di progetti per la creazione di comunità autosufficienti basate sulla domanda e sull’offerta locale; un insegnante di approcci di vita olistici e l’autore di quattro libri, uno dei quali, “Soluzioni creative per un mondo in crisi”, traccia linee guida dettagliate per la trasformazione della società in comunità attente, costruite sulla consapevolezza ecologica e spirituale, sulla giustizia e sulla cooperazione. Per ulteriori informazioni, consultare il sito web di Julian www.julianrose.info.