di Adriana Koulias
Miei cari fratelli e sorelle!
Desidero ringraziarvi per i vostri gentili messaggi personali, ai quali risponderò, e augurarvi un sereno Natale. Siete stati tutti nei miei pensieri e nel mio cuore.
Come sapete, quest’anno abbiamo ospitato tutta la nostra famiglia, compresa la nostra adorata Isabel, che ha reso questo Natale così pieno di meraviglia e luce. Ogni mattina mi sveglio al rumore dei suoi piccoli passi e questo ha arricchito così tanto le nostre vite!
Abbiamo trascorso un Natale meraviglioso, il tipo di Natale che sognavo anni fa, vivendo su una barca in isolamento con i nostri figli nel Regno Unito e il resto della nostra famiglia a centinaia di chilometri di distanza.
Il giorno di Natale è stato meravigliosamente frenetico, pieno di risate, cibo, conversazioni e apertura dei regali, soprattutto da parte di Isabel!

Da allora, con la casa piena, le colazioni, i pranzi, le cene e l’intrattenimento serale, si potrebbe pensare che rimanga poco tempo per la contemplazione spirituale, eppure è possibile usare la vita stessa come contemplazione spirituale e cercare momenti in cui l’anima, nel mezzo della vita quotidiana, possa percepire l’elemento spirituale che si intreccia sopra, sotto, dentro e fuori tutte le cose.
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Se avete seguito le mie precedenti Notti Sante, saprete che ultimamente ho iniziato la prima notte il 24 dicembre, alla vigilia di Natale. Ho già spiegato le ragioni di questa scelta e ognuno è libero di agire diversamente. Ho sempre seguito i pensieri e il lavoro di Prokofieff dalla prospettiva dei Pesci nella Prima Notte, procedendo verso l’alto attraverso le gerarchie fino al 6 gennaio e all’Epifania.
Il 24 dicembre, la Notte dell’Essere Umano, inizia per me il Mistero del Natale, e quest’anno la poesia di Goethe “I Segreti” ha ispirato i miei studi, in particolare il momento in cui arriviamo al Tempio dei Misteri Superiori la vigilia di Natale, dopo le nostre prove durante l’Avvento. Queste sono legate non solo al modo in cui ci siamo comportati nel corso dei 12 mesi precedenti, ma anche al lavoro svolto durante le 12 Notti Sante precedenti.
Durante l’Avvento vediamo quanto abbiamo ancora da superare e, nella misura in cui riusciamo a farlo, alla fine, quando ci troviamo davanti al portale del tempio, ci sentiamo come fratel Markus, come se fossimo stati guidati dalle gerarchie e da tutto il nostro lavoro con loro fino al punto in cui:
Il cancello si apre e lo accolgono volentieri
A braccia aperte, con mani pronte.
Egli dice da dove viene, da quale lontananza
Lo mandano gli ordini di esseri superiori.
Si ascoltano e si stupiscono.
Come si onora lo sconosciuto
Come ospite, ora si onora il messaggero.
Proprio come fratel Markus è invitato ad entrare, così anche noi siamo invitati a farlo, ma non prima di aver bevuto un sorso di oblio e un sorso di ricordo. In precedenza abbiamo discusso di come questo si riferisca al nostro Io inferiore, ma ora dobbiamo capire come viene vissuto nella pratica.
Il nostro compito durante queste notti è quello di sviluppare una forma di veglia nel sonno. Per questo nel poema il pellegrino arriva al tramonto.
Negli antichi Misteri era noto che quando gran parte della terra era rivolta lontano dal sole, i raggi solari avevano il minimo potere fisico e questo significava che si poteva sperimentare una visione interiore del sole spirituale, che splendeva attraverso la terra fisica.
“Questa esperienza è sempre stata chiamata ‘Vedere il Sole a mezzanotte’, perché un uomo la viveva in modo più chiaro – specialmente al tempo dei Misteri Egizi – quando nel sonno vedeva spiritualmente il Sole a mezzanotte e si sentiva unito alle forze del Sole nel modo descritto” (Rudolf Steiner).
Coloro che riuscivano a raggiungere questo livello di chiaroveggenza vedevano Cristo/Osiride/Ahura Mazda nel Sole o come un’aura attorno al Sole.

Quando i Magi giunsero a Betlemme, non poterono osservare Cristo nel Sole perché Cristo non era più lì, era disceso sulla Terra. Quello che seguirono fu l’Io del loro maestro Zarathustra, illuminato com’era dall’essere di Cristo, poiché Zarathustra aveva visto il Sole a mezzanotte secoli prima e si era preparato in modo tale da poter incarnarsi come il Gesù del Vangelo di Matteo, che avrebbe preparato Gesù di Nazareth alla discesa di Cristo.
I Magi erano i suoi tre migliori allievi e la stella che seguivano era la stella del loro maestro Zarathustra, cioè il suo corpo eterico e il suo “Io” sovrastato dal Cristo, che essi potevano vedere discendere verso la Terra dai mondi spirituali perché avevano sviluppato la facoltà dell’immaginazione.
Questo è qualcosa che può essere compreso solo da chi ha conoscenza dei cosiddetti misteri inferiori, o astrali. Essere guidati da una Stella non significa altro che vedere l’anima stessa come una Stella. Ma quando l’anima è vista come una Stella? Quando un uomo può contemplare l’anima come un’aura radiosa. Ma quale tipo di aura è così radiosa da poter essere una guida? C’è l’aura che brilla solo di una luce debole; un’aura del genere non può guidare. C’è un’aura superiore, quella dell’intelligenza, che ha, è vero, una luce fluida e crescente, ma non è ancora in grado di guidare. Ma l’aura luminosa, risplendente di Budhi, è in verità una Stella, è una guida radiosa. In Cristo si illumina la Stella di Budhi, la Stella che accompagna l’evoluzione dell’umanità. La Luce che risplende davanti ai Magi è l’anima di Cristo stesso (Rudolf Steiner, Conoscenza di sé e conoscenza divina, O.O. 90a).
I Magi appartenevano a razze e religioni diverse, eppure erano uniti da questo legame: erano guidati dalla stessa stella, che seguivano sia di giorno che di notte.
Le razze umane sono disperse come i climi, le opinioni umane sono sparse su tutta la Terra e non c’è alcun legame che le unisca. Ma nella misura in cui gli esseri umani cominciano a guardare attraverso la Terra verso il Sole con il loro potere interiore di visione, nella misura in cui la “Stella” appare loro attraverso la Terra, le loro confessioni si riconcilieranno per formare una grande fratellanza umana unita. E coloro che guidavano le grandi masse umane individuali nella verità dei piani superiori verso l’iniziazione ai mondi superiori, furono presentati come i Magi. C’erano tre Magi, mentre nelle diverse parti della Terra si esprimono i poteri più diversi. L’umanità doveva quindi essere guidata in modi diversi. Ma come potere unificante appare la Stella, che sorge oltre la Terra. Essa riunisce gli individui dispersi, che poi fanno offerte all’incarnazione fisica della Stella solare, apparsa come Stella della Pace. La religione cosmico-umana della pace, dell’armonia, della pace universale, della fratellanza umana, fu così messa in relazione con gli antichi Magi, che deposero i migliori doni che avevano per l’umanità alla culla del Figlio dell’Uomo incarnato (Rudolf Steiner).
Anche i pastori entrarono nei loro corpi eterici e sperimentarono il Sole a mezzanotte, cioè quando si addormentarono nei campi, ma non lo sperimentarono in modo immaginativo ed esteriore, lo udirono interiormente e in modo ispirativo.

Udirono l’armonia delle sfere, che si potrebbe dire essere un risuonare dei colori dell’immaginazione pieni di luce. Ascoltarono il Sole, i pianeti e tutte le Gerarchie angeliche cantare di come l’essere che era stato separato da Adamo, portando al Sole il Suono e gli Eteri della Vita prima della caduta, fosse ora incarnato sulla Terra, di come si fosse sacrificato per essere il ricettacolo della Seconda persona della Trinità dalla regione di Ram e si sarebbe sacrificato una quarta volta per essere l’agnello sacrificale che avrebbe salvato l’umanità e portato la pace tra gli uomini di buona volontà.
Nel nostro tempo, vedere il Sole a mezzanotte ha un significato diverso perché quando Cristo discese sulla Terra, discese nei corpi fisico, eterico e astrale di Gesù di Nazareth e visse tre anni in questo involucro come essere umano. Lo Spirito del Sole morì poi una morte terrena e nella morte si unì all’aura eterica della Terra e al corpo eterico di ogni essere umano – il corpo del Sole.
Durante le Notti Sante il nostro compito è quello di risvegliarci nel sonno per vivere l’esperienza del Cristo-Sole nei nostri corpi eterici.
Ogni notte il nostro corpo fisico e il nostro corpo eterico rimangono distesi sul letto, mentre il nostro corpo astrale e il nostro Io sono nei mondi spirituali. Il nostro corpo astrale e il nostro Io sono sempre impegnati nell’osservazione dei corpi fisico ed eterico durante il sonno, ma noi non ne siamo consapevoli.
Il corpo eterico, il cui organo centrale è il cuore, è in sostanza il nostro sole interiore: di giorno contiene il nostro Io, ma di notte contiene l’Io cristico. Cristo è anche l’Io della Terra. L’Io cristico risplende su di noi di notte dal nostro corpo eterico, il nostro sole interiore, proprio come in tempi passati gli iniziati come Zarathustra sperimentavano Cristo nel Sole spirituale a mezzanotte.

Il nostro compito durante le Notti Sante è quello di lottare per questa esperienza, di risvegliarci a questo Sole cristico interiore, anche se solo un po’!
“Se Cristo fosse nato mille volte a Betlemme ma non in te, tu saresti perduto in eterno”.
E a questo meraviglioso detto di Angelus Silesius aggiungiamo: per questo vogliamo scoprirci eterni, cercando eternamente l’esperienza della santa notte invernale, la nascita del Cristo nelle profondità della nostra anima! (Rudolf Steiner, Leggere occulto e ascoltare occulto, O.O. 156)
La messa di mezzanotte della vigilia di Natale è legata a questo mistero della nascita di Cristo nell’anima umana, o meglio, della nascita della coscienza cristica nell’anima umana.
Ciò che facciamo di notte, tuttavia, deve essere riportato ogni giorno dal macrocosmo al microcosmo, affinché il nostro risveglio nel sonno diventi la facoltà di sognare ad occhi aperti: l’immaginazione. Nell’immaginazione, il nostro sole interiore, il nostro corpo eterico, che in realtà ci circonda come un’aura in ogni momento, diventa cosciente e illumina il mondo spirituale che ci circonda. Questa è la visione eterica.
La nostra luce eterica è la luce che non dobbiamo tenere nascosta!
Questa è la prima esperienza che abbiamo quando diventiamo chiaroveggenti, vediamo il nostro corpo eterico di luce e Rudolf Steiner ci offre un mantra:
Più radioso del Sole
Più puro della neve
Più sottile dell’etere
È il Sé
Lo Spirito del mio Sé
Io sono questo Sé
Questo Sé sono io
Questo sé, questo “Io” incorporato con la coscienza cristica nel corpo eterico, risplende dai nostri pensieri e diventa la nostra stella guida, come la stella dei Magi, e risuona in colori e toni che riscaldano il cuore come fece per i pastori nei loro campi.
Chi sperimenta questo consapevolmente diventa portatore dell’Essere Solare Cristo e lo porta nel mondo, diffonde la sua bontà nel mondo.
Luce, che riscalda
i poveri cuori dei pastori;
luce che illumina
le sagge menti dei reLuce divina
Cristo-Sole,
riscalda
i nostri cuori;
illumina
le nostre menti;
affinché diventi buono
quel che noi
fondiamo col cuore,
quel che con le menti
vogliamo portare alla meta

Dobbiamo unire la luce dei Magi e dei Pastori nelle nostre anime proprio come il Gesù di Matteo e il Gesù di Luca si sono uniti per creare un vaso per Cristo.
Dobbiamo unire la nostra immaginazione con l’ispirazione, la nostra notte con il nostro giorno; dobbiamo entrare in noi stessi se vogliamo trovare il Cristo che vive nel corpo eterico degli altri e uscire da noi stessi se vogliamo trovare il Cristo che vive nel mondo eterico.
La terza Gerarchia, gli Angeli, gli Arcangeli e le Archai sono gli esseri che ci aiutano in questo senso. Ogni notte offriamo loro quanto il nostro pensiero sia diventato un organo dell’immaginazione, il nostro sentimento un organo dell’ispirazione e la nostra volontà un organo dell’intuizione, e ogni giorno osserviamo quanto la nostra offerta sia stata ben accolta dalle nuove comprensioni che abbiamo acquisito.
Durante le Notti Sante, si potrebbe dire che stiamo effettivamente contribuendo al Tempio dell’umanità.
Coloro che cercano un tempio esteriore a Gerusalemme, per esempio, non capirebbero mai che il vero tempio vive nei mondi eterici e che i suoi maestri sono quegli esseri umani che, attraverso lo sviluppo di particolari capacità, sono in grado di rappresentare gli esseri che appartengono alle regioni designate dallo zodiaco. Sono i maestri ai quali dobbiamo avvicinarci ogni notte delle Notti Sante.
Che possiamo essere ben accolti da loro!
Con amore e profondo rispetto
Namaste
Tradotto dall’inglese e dal tedesco (testo di Goethe) da Piero Cammerinesi per LiberoPensare
Adriana Koulias è nata nel 1960 a Rio de Janeiro, in Brasile. All’età di nove anni la sua famiglia è emigrata in Australia.
Nel 1989 Adriana ha iniziato a studiare Antroposofia, Filosofia e Storia e ha intrapreso una carriera artistica, vendendo opere a varie gallerie d’arte e partecipando a diverse mostre miste. Autrice di diversi romanzi tra cui tradotti in italiano: Il segreto della sesta chiave, Il tempio del Graal, I custodi del Graal.
Oggi Adriana tiene regolarmente conferenze su storia, filosofia e scienze esoteriche. Ha due figli e vive a Sydney.











