Lo “zingadrone” e la perdita del senso della realtà

Ci sono notizie che se non fossero di una gravità assoluta dal punto di vista della legittimità e del rispetto della persona umana sarebbero talmente grottesche da far fatica a crederle vere.

Ma, d’altra parte, questi diciotto mesi di follia generalizzata ci hanno ormai abituato a tutto e così anche lo “zingadrone”, il drone di Zingaretti a caccia di bagnanti con temperatura anomala, entra gloriosamente a far parte del teatrino dell’assurdo, partito un anno fa con la caccia ai runner sulla spiaggia deserta o nei boschi, per passare poi alle sanzioni – quando non agli arresti – per chi non indossava la mascherina all’aperto – anche se solo in mezzo al nulla – per finire con la esilarante alternanza delle posizioni dove proteggersi dal virus mascherandosi (o con il green pass) nei ristoranti, prima seduti, poi in piedi, poi di nuovo seduti.

Senza voler parlare – ma qui siamo davvero nel sub-umano – dell’obbligo di green pass anche per la didattica a distanza, notizia che era circolata a fine agosto.

Gli Spider Robot, i droni del film Minority Report con Tom Cruise

Mi riferisco alla fantasiosa e grottesca trovata dei geni della Regione Lazio che, se la cosa non ricordasse un po’ troppo la psico-polizia di Minority Report, sarebbe anche divertente come sorgente inesauribile di barzellette, vale a dire il drone che era stato annunciato sulla spiaggia di Ostia per misurare le temperature dei bagnanti nel weekend del 4 e 5 Settembre.

Zingaretti, il Tom Cruise “de noantri”.

Lo “zingadrone”, la nuova “sentinella” anti-covid, pronta a individuare il malcapitato con oltre 37 di temperatura per poi – ve lo immaginate? – magari portarlo via di peso o inseguirlo lungo il bagnasciuga se si fosse rifiutato di farsi strappare dai due metri quadri di spiaggia faticosamente conquistati in quest’anno a dir poco in salita.


Ora, non varrebbe neppure la pena di analizzare da un punto di vista normativo e legale la questione – tanto essa appare grottesca già a prima vista nel suo insieme – ma basti rilevare che tecnicamente presenta svariate assurdità, senza parlare delle norme di sicurezza cui si dovrebbe derogare. Infatti, dato che i droni possono volare per legge entro una determinata distanza dalle persone per esigenze di sicurezza, sarebbero necessari dei permessi speciali per superare tali norme e qui avremmo l’ossimoro del derogare alla sicurezza in nome della sicurezza.

Ma, sopratutto, l’obiezione più lapalissiana è quella relativa all’efficacia dell’intera operazione, vale a dire l’insensatezza di misurare la temperatura superficiale di una persona che si trova da ore sotto il sole estivo.

Se dunque gli scopi dichiarati dell’operazione non possono venir ragionevolmente raggiunti, quali sono quelli non dichiarati?

A voi scegliere tra i termini manipolazione, intimidazione, terrorismo, sottomissione.

Il terrore dei forzati della tintarella di fine estate, il drone “medico” avrebbe dovuto iniziare la sua carriera di guardone volante questo fine settimana, ma l’esperimento evidentemente si è subito arenato ed il post era già sparito dai canali della Asl qualche ora dopo.

C’è chi dice che sia stato stato rimandato a causa delle condizioni atmosferiche ma anche chi, come Alessio D’Amato, assessore alla Sanità e Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, attribuisce questo repentina marcia indietro ad una mancanza di coordinamento tra la Regione e la Asl Roma 3.

Nelle intenzioni dei geniali funzionari locali della ASL Roma 3, il drone avrebbe dovuto “automaticamente” misurare le temperature dei bagnanti da un’altezza di 25 metri rimanendo ad almeno 30m di distanza dagli sventurati febbricitanti che avrebbe dovuto segnalare una volta individuati.

I voli di prova erano previsti dalle 11 alle 16.

“Quando il drone rileva una persona con la febbre, la identifica e avvisa il team di sorveglianza medica”

avevano affermato trionfalmente i funzionari di psico-polizia, ahem,… della Asl di Roma 3.

A quel punto nella delirante mente dei “Tom Cruise de noantri”

“I medici arrivano sul posto per le indagini, che possono condurre a un test Covid-19”.

ma, tranquilli, voi che pensate subito male perché – e qui la cosa si fa davvero surreale – i responsabili di questa genialata assicurano che

“la privacy dei vacanzieri con temperature normali sarà rispettata in quanto non saranno identificati

La notizia dello “zingadrone” riportata sulla stampa estera

La responsabile della Asl Roma 3, Marta Branca, mette poi la ciliegina sulla torta giurando che il drone non sarà utilizzato per dare la caccia alle persone che diffondono la malattia.

“È solo un sistema per fare in modo che una malattia o un incidente in spiaggia o in mare venga individuato immediatamente e non si perda un solo istante nei soccorsi”.

Prove tecniche di intimidazione nella società del controllo globale.

Piero Cammerinesi

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