Occidente: storici Corsi e Ricorsi

Nike Sempiterna. L’umano All’ombra Della Vittoria
di Marika Guerrini  
… ” Quando l’Occidente perirà, e perirà, quando il papa snaturerà del tutto Cristo, suscitando così l’ateismo nell’Umanità occidentale paganizzatasi…” 1)
così Fëdor Dostoevskij predice il   declino dell’Occidente sottolineando, come sempre nei suoi scritti, l’umana responsabilità. A noi ora la riflessione su questo impellente passaggio, questa possibilità, riflessione che volge lo sguardo all’antico, dal caos primordiale di Kronos al cosmo ordinato di Zeus.
Ritorna così il dominio della ragione olimpica che poneva il problema del rapporto tra uomini e Dei, tra il fluire del tempo in cui scorre la vita e l’eterno presente, tra caos e ordine.
E’ lì che l’Occidente si trova in questo nostro tempo, tra l’oscuro mondo delle origini e l’impulsare della coscienza che urge rinascere.
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Ora qui, novello Prometeo, Occidente indica la rupe che lo tiene prigioniero, indica agli uomini tutti la roccia da scolpire. Altresì ricorda che dall’attuale condizione umana, pur nell’angoscia di viversi prigioniera di un destino come fosse predefinito, possa affiorare la libera volontà delle scelte consapevoli, possa sorgere, dal tesoro della memoria risvegliata, l’impulso a conoscere, o riconoscere, le insite umane qualità superiori di contro al dilagante titanismo selvaggio.

Altro non c’è tra le quinte degli attuali accadimenti manifestantesi nel nuovo e nel vecchio Occidente, nonché in terre ad esso confinanti e da esso manovrate se pur in geografia d’Oriente. Altro non c’è che un mostruoso agire al fine di annientare la Forza propria ad ogni essere umano, la Forza che fa dell’uomo un essere divino oltre la materia di cui è visivamente costituito. Che fa dell’uomo un Io, unico suono esistente che l’uomo possa riferire solo a se stesso.
Invece, per dimenticanza, il vecchio Occidente, il cui cuore pulsava in Europa, ché il nuovo non ha capacità alcuna e per tradimento e per ignoranza checché se ne pensi o si dica, dimenticando la missione giuntagli in antico da Oriente e affidatagli dalla Storia per l’evoluzione dell’intera Umanità, si ostina nell’accusare altri del proprio declino.
Giunti a questo bivio che potrebbe essere di non ritorno, ma così non sarà, è affidata a noi singoli l’osservazione del quanto, dove e come, il mondo fuori d’Occidente, o ad esso marginale, inconsapevole o consapevole che sia il soggetto del momento, stia in vario modo premendo sì da suscitare un’ideale purezza di spirito, in essa un risveglio consono ai principi basilari dell’Umanità ed ancora presenti, sebbene all’insaputa, in alcuni popoli.
Purezza di spirito, risveglio, contrapposti all’odierno Occidente ateo e corrotto.
Note
1) Fëdor Dostoevskij – 1868, momento epistolare con l’amico e poeta Apollon Nikolaevic Majcov.

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