Parallela-mente (I)

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La mente parallela è la mente intuitiva. Quante volte l’avete avvertita e riconosciuta? Non parlo di esperienze sciamaniche come quelle descritte da Klaus Müller o da Mircea Eliade. Mi riferisco a quelle sottili sensazioni che ordinariamente attraversano la nostra vita e che tendono a indirizzare alcune nostre azioni. Credo che in questo periodo, dove le spiegazioni ufficiali sono sempre confuse, contraddittorie, prevalentemente malevoli e sottilmente ingannevoli, la mente intuitiva sia decisamente sotto pressione. L’intuizione ci racconta che “qualcosa non va” nella narrazione ufficiale. Quella stessa intuizione che sfugge alla galassia della classificazione tipica delle analisi dei Big Data. Del resto il dato sentiment profondo, si sa, è difficile da “bucare”… e noi (tutti noi) abbiamo la possibilità di utilizzare qualcosa che tutte le loro invenzioni tecnologiche non posso carpire (e questa cosa li rende molto… nervosi).

Non cadiamo nell’errore dello scontro tra “noi” e “loro”, tra chi ad esempio ha deciso – coscientemente e legittimamente – di non “mangiare il brodino” e chi invece l’ha fatto, altrettanto coscientemente e legittimamente. Perché ci sono tante persone che l’hanno fatto ma intuiscono, sentono nel profondo, che qualcosa non quadra in tutto quel che ci raccontano ogni giorno. E ancora di più potranno intuire nei prossimi tempi.


Mente intuitiva contro propaganda.

E’ questa la vera sfida. Perché, utilizzando le loro stesse armi, vinceranno sempre loro: “essi” conoscono gli eventi programmati (anche se non tutto sta andando come programmato, a mio avviso), conoscono le tempistiche (e anche qui, a mio avviso, c’è qualcosa “fuori tempo”), sanno come usare al meglio le tecnologie, sanno come implementare – e regolare – i livelli di propaganda, di ansia, di sollievo e di disperazione. Hanno i mezzi finanziari, la potenza mediatica (gestiscono sia  l’informazione mainstream che – direttamente o indirettamente – certa parte della controinformazione) e hanno una motivazione fortissima: l’imperativo di non perdere il controllo. La perdita del controllo è quello che più li spaventa.
Amministrare la sovranità sulla nostra stessa persona è ancora facoltà che ci appartiene e non immaginate nemmeno quanto “essi” anelino a toglierci questo tipo di controllo. Per fare un esempio: il Dipartimento della Difesa statunitense sostiene (già da qualche anno… quindi immaginatevi a quale punto sono arrivati oggi) che anche le onde elettromagnetiche generate dal corpo umano possono essere intercettate da software specifici. I programmi EMF Brain Stimulation, EBL (Electronic Brain Link) e via dicendo (fino a quelli più recenti e innovativi) operano su bande di frequenza in grado di “contattare” il sistema nervoso centrale umano. Pensate che i primi esperimenti di controllo cerebrale a distanza sono stati portati avanti durante l’invasione dell’Iraq. Ne scriveva già la rivista di intelligence “Gnosis”, anni fa (quindi immaginatevi a quali livelli sono arrivati oggi): “il programma Remote Neural Monitoring permette di tracciare l’attività elettrica della corteccia cerebrale visiva di un soggetto trasformandola in un’immagine visibile, a livello tridimensionale, sul monitor di un computer. (…) Naturalmente la comunicazione sarebbe bidimensionale pertanto sarebbe possibile anche trasmettere al sistema nervoso centrale immagini generate da un dispositivo remoto. Inoltre il Remote Neural Monitoring è in grado di alterare la percezione di traumi, umore e controllo motorio.”  All’epoca si ipotizzava che i sistemi Brain Link e Remote Neural Monitoring potessero “lavorare” insieme, uno in funzione di comunicazione con l’individuo e l’altro in funzione di sorveglianza. Ripeto: questi sono argomenti di 12 o 13 anni fa. Immaginatevi cosa sta succedendo adesso…

Sì, quello che state intuendo leggendo queste righe, è proprio così. Esattamente.

 


Riuscite a capire, adesso, la lotta per il controllo del cyber-spazio e per il controllo-da-remoto-sulla-persona cosa implica e quali frontiere etiche sfiora? Sempre dalla rivista Gnosis: “Il problema sostanziale è quello del controllo della tecnologia e non certo dell’evoluzione della stessa.”

Vi sembra un incubo troppo pervasivo e un nemico imbattibile? Non è così. Ricordate la Smart Dust, la polvere intelligente, quel sistema di raffinatissima sorveglianza creato dal DARPA (microsensori diffusi nell’ambiente in grado di registrare spostamenti di uomini e mezzi) e usato in Afghanistan e in Iraq? Beh, tutta questa raffinatissima tecnologia nulla ha potuto contro la resistenza di un popolo motivato. La mente intuitiva, motivata e sovrana, nuce dell’anima, non può essere assoggettata al controllo. E’ questa cosa, il fatto di non riuscire a “bucare l’anima”, che manda fuori di testa i transumanisti. Il libero pensiero, la biodiversità naturale, la possibilità di pensare in modo divergente, la sovranità spirituale dell’anarca descritto da Jünger, l’autonomia e la variabilità… tutto questo non è ammesso dalla mente transumanista. La variabile fuori controllo li fa letteralmente impazzire: l’unica “divergenza” possibile è quella ricompresa, gestita, approvata e acclamata dal Sistema (per questo anche la “controinformazione” tende sempre – inconsciamente o meno – a rispettare le narrazioni dominanti). L’imprevedibilità è guardata con orrore, proprio perché l’imprevedibilità è anche sovranità mentale (io decido accettando le conseguenze della mia decisione). Il Sistema si tiene in piedi solo controllando tutto il controllabile: dalla filiera zootecnica  al controllo dell’ambiente tramite il rassicurante e paternalistico paradigma “Green” (il bravo gestore delle risorse del pianeta) fino al controllo dell’essere umano. Sull’essere umano.

In quale modo le élites stanno sfruttando la forma mentis transumanista? Semplicemente stanno provando a rigenerare un Sistema che rischia di collassare su se stesso, e di trasformarlo secondo il paradigma del controllo robo-nano-tech. Il Sistema occidentale sta però compiendo un passo in più con l’eliminazione della componente spirituale tradizionale: il nuovo punto di riferimento spirituale è un nanometrico messia.
Mentre a Est si inizia a capire di essere andati troppo oltre e si cerca di recuperare la tradizione per creare coesione nazionale, in Occidente si distrugge tutto ciò che è tradizione, radice e comunità. L’obbiettivo è trasformare l’essere umano in una mònade minimalista, priva di connessioni reali e in balìa della totalizzante narrazione dominante. Un essere umano “fruibile” fino al momento in cui “non serve più” (e a quel punto basterà un prione “controllato”, magari, per spegnerlo).

Ecco perché la mente intuitiva, il pensiero critico e divergente, l’esercizio della percezione dei moti e delle inquietudini dell’anima, l’interiorizzazione  dell’importanza del mutuo soccorso sono “armi” (o meglio “scudi”) formidabili che abbiamo in mano. Proprio perché sfuggono al Sistema e, così facendo, diventano il classico granello di sabbia nei suoi ingranaggi.

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