La salute è il capitale più importante, per ciascuno di noi, che ci viene fornito naturalmente alla nascita. L’unico capitale che, una volta che si riduce o viene perso, difficilmente può tornare al livello precedente o recuperato.

Mantenerci in salute è, quindi, prima di tutto una responsabilità individuale. Le nostre scelte, i nostri comportamenti e abitudini impattano, inevitabilmente, sul nostro stato di salute. Scegliere stili di vita, abitudini virtuose e pensieri armoniosi sono la prima forma di prevenzione delle malattie. Dal nostro stato di salute dipende la possibilità di uno sviluppo pieno armonioso delle nostre capacità non solo fisiche, ma soprattutto mentali e spirituali. Lo stesso vale e si applica ad una popolazione e a una società.

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Il diritto alla salute e al lavoro sono interconnessi, sono talmente importanti che sono i pilastri portanti della nostra costituzione.

Il SSN del nostro paese è basato su un principio universalistico e sulla gratuità. Diversamente dagli USA dove la sanità è un bene di consumo. Ogni persona copra la sanità che si può permettere.

Nel nostro paese la situazione, tuttavia, è cambiata e sta cambiando. Più passa il tempo, più le condizioni sociali ed economiche tendono ad escludere un numero crescente persone dalla possibilità di curarsi.

Nel 2024 (Report Istat: 1 italiano su 10 rinuncia alle cure) circa 6 milioni di italiani, 10% della popolazione, hanno rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria. Un dato in aumento rispetto al 7,6% del 2023. Le cause principali sono le lunghe liste d’attesa e i costi elevati, che colpiscono maggiormente donne, fasce di reddito più basse e il Sud Italia.

Un buono stato di salute della popolazione è fondamentale per poter garantire un pieno sviluppo economico e sociale della popolazione e del paese. Quindi, la salute di una popolazione è la base dell’economia.

Definizione di salute

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità Salute – Manual for Human Rights Education with Young people) definisce la salute come: «uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza di malattia o infermità». Questa definizione riconosce che il benessere dipende da un equilibrio tra aspetti fisici, psicologici e sociali. Aggiungerei anche la dimensione spirituale, troppo spesso dimenticata, che è l’unica in grado di dare sostanza e significato al concetto di libertà.

Stato di salute della popolazione

Il profilo di salute della popolazione italiana è relativamente migliore di quella degli USA ma sta peggiorando per l’aumento costante delle malattie croniche. Il dato risulta preoccupante. Ben 24 milioni di italiani (40% della popolazione) ne soffrono.

L’impatto per il Fondo Sanitario Nazionale risulta pari a 65 mld l’anno (Cronicità, 24 mln di pazienti in Italia, 65mld di spesa all’anno per il Ssn. Gli esperti: “Serve prevenzione, territorio e collaborazione”    – Quotidiano Sanità).

A questo importo di aggiungono, ovviamente, le spese sostenute privatamente.

Le malattie croniche sottraggono anni di vita vissuti in buona salute e in piena indipendenza alla aspettativa di vita totale delle persone. Generano impatti negativi rilevanti in termini di costi e riduzione della qualità di vita, anche sui familiari che forniscono assistenza e maggiori costi per assistenza a pagamento.

Un Sistema Sanitario Nazionale efficiente ed efficace è fondamentale per un paese che si voglia definire civile e democratico. L’attuale paradigma della medicina non risulta essere in grado di prevenire e frenare lo sviluppo di malattie croniche e delle conseguenti crescenti disabilità.

Regionalizzazione della sanità

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Dal 2001 è in atto la regionalizzazione della sanità. La salute è materia concorrente fra stato e regioni, ed oggi la medicina è pienamente in mano alla politica.

La sanità rappresenta l’80% del bilancio di una regione. Le regioni sono diventate, quindi, veri e propri feudi dei partiti di sistema, con deviazioni personalistiche, spesso, molto pericolose per i cittadini.

L’economia sanitaria è quella branca dell’economia che studia la gestione delle risorse scarse nel settore sanitario per massimizzare il benessere e la salute della popolazione.

Utilizza metodi statistici per supportare le decisioni e migliorare i sistemi sanitari. Molto spesso viene ignorata dalla politica.

⁠Sistema Sanitario Nazionale

Il SSN, costituito nel 1978, è uno dei pilastri del nostro stato sociale, universalistico e, ufficialmente, gratuito. I dati di vita reale sconfessano tali principi fondativi. Storicamente sotto finanziato, da sempre, per circa il -40%, con il Governo Monti è iniziata la sua demolizione controllata, al grido: “ce lo chiede l’Ue”.

È, inoltre, in corso da 30 anni una forte razionalizzazione delle strutture ospedaliere. Sono stati chiusi circa 800 piccoli ospedali, con grandi disagi per gli abitanti di zone periferiche e montane, con un -70% dei posti letto totali (2,5 posti letto ogni 1.00 abitanti). Anche il blocco del turnover del personale ha creato gravi criticità assottigliando gli organici in molti reparti, rendendoli sotto dimensionati, con un sovraccarico di lavoro per i medici e gli operatori sanitari.

Dal 2012 fin al 2019 con i vari governi di sinistra, il SSN ha subito ulteriori tagli degli investimenti programmati per ben €-37 miliardi, rendendolo fragilissimo. L’impatto della pandemia Covid sulle sue strutture è stato, inevitabilmente, devastante.

Spesa sanitaria totale, pubblica e privata

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La spesa sanitaria totale, fonte Istat, vale, nel 2024, € 185,12 miliardi. La spesa pubblica, € 137,46 miliardi di spesa pubblica (74,3%). Quella privata, vale € 47,66 miliardi. Di cui: € 41,3 miliardi (22,3%) pagati direttamente dalle famiglie (out of pocket) e € 6,36 miliardi (3,4%) da fondi sanitari e assicurazioni.

Nella gestione del Bilancio la voce che non è pienamente controllabile è quella della innovazione che proviene dalla diagnostica, della protesica e dai nuovi farmaci. La spesa farmaceutica è contingentata al 15% del FSN. L’aumento costante della domanda di salute dei cittadini e l’arrivo di nuove tecnologie sono i due fattori trainanti.

Big Pharma e Big Dispositivi Medici

Le aziende di dispositivi medici e farmaceutiche sono spesso Corporation molto dinamiche, globali di ricerca e sviluppo. Sono sostenute principalmente dalla innovazione, dalla domanda costante di nuovi terapie e/o tecnologie mediche e dalla espansione dei mercati emergenti. Nel settore farmaceutico le aree trainanti: l’oncologia, l’immunologia e le malattie metaboliche.

Impatti della pandemia e dei vaccini Covid

La gestione Covid ha avuto un profondo impatto sulla vita delle persone, sul profilo di salute della popolazione e sulla vita sociale di tutti noi. In termini di vite umane perse, l’OMS stima 7 milioni di vite perse per il virus. Dall’introduzione del vaccino è stato, poi, registrato un aumento dell’eccesso di mortalità, per tutte le cause. In Italia è stato raggiunto un picco enorme, fra i peggiori, del +15% e che si sta stabilizzando sul +13/+11%. Sono numeri molto gravi su cui un governo serio dovrebbe indagarne le cause. Confermando che quella dell’Italia è stata una delle peggiori gestioni della crisi Covid.

 

I vaccini Covid hanno cambiata anche struttura del mercato farmaceutico mondiale, sia nel breve che nel lungo termine. Le ultime previsioni sul loro utilizzo sono state corrette al ribasso del -40%. Sorprende come possano continuare ad essere iniettati, nonostante i numerosi e frequenti effetti collaterali, anche nel nostro paese.

Negli ultimi dodici mesi ne sono state iniettate ben 1 milione di dosi (Ministero della Salute – Report Vaccini Anti Covid-19che si concentrano per l’80% nelle persone dai 60 anni in poi e, principalmente, in 3 regioni: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.

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Comirnaty nel 2021 ha fatturato 30 miliardi a livello globale. Tutti i marchi dei vaccini Covid, complessivamente, non arrivano a 100 miliardi (Due anni di profitti record per le multinazionali farmaceutiche dei vaccini anti-Covid-19).

La spesa per farmaci non Covid-19 sta, invece, superando le aspettative.

Trainata da settori come l’Oncologia, l’immunologia e le malattie metaboliche con un incremento di 400 miliardi rispetto alle previsioni pre-pandemia.

Sono le stesse categorie in cui si concentrano gli eventi avversi, dovuti al Vaccino Covid-19 (BREAKING — RFK Jr. Launches Long-Awaited Offensive Against Deadly COVID-19 mRNA ShotsGlobal burden of vaccine-associated kidney injury using an international pharmacovigilance database | Scientific ReportsCOVID-19 vaccines and adverse events of special interest: A multinational Global Vaccine Data Network (GVDN) cohort study of 99 million vaccinated individuals – ScienceDirect)

Big Tech e i suoi guadagni con il Covid

Nel 2021 le 15 Big Tech, che guidano per capitalizzazione il Nasdq (All U.S. Listed Stocks, Ranked by Market Cap), hanno incremento il loro fatturato di 1 trilione di USD (Mega profitti big tech nel 2021, non c’è limite alla crescita? Il punto – Agenda Digitale).

Prospettive per il 2030

Il profilo dei bisogni, la domanda di salute in occidente e in Italia è già oggi profondamente cambiato dal 2021 in poi.

Il mercato farmaceutico mondiale si prevede raggiungerà, entro il 2028, i 2,3 trilioni di USD con un tasso di crescita fra il 5% e l’8%. Trascinato dall’aumento dell’incidenza dei tumori (OMS stima un +70% entro 2030) delle malattie immunitarie e metaboliche.

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Si dovrà ripensare, inevitabilmente, l’attuale organizzazione del SSN che negli ultimi 15 anni non ha mai brillato per efficienza ed efficacia. La politica deve uscire dalla medicina. La stessa Agenas certifica da anni che la metà delle regioni non sono in gradi di erogare i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).

Il governo e la politica dovranno decidersi a riconoscere la condizione di danneggiato da vaccino Covid. I medici e le strutture del SSN a prenderli in carico per trovare cure e soluzioni efficaci.

Il sistema di farmacovigilanza va reso affidabile e predittivo in termini di sorveglianza dei segnali di sicurezza.

Un altro aspetto critico riguarda il processo autorizzativo AIFA delle tecnologie farmaceutiche e mediche.

Dovrà essere rivisto il loro percorso autorizzativo, sulla base dei veri bisogni epidemiologici e della loro priorità.

La valutazione tecnica dovrà adottare rigorosi criteri di sicurezza e di efficacia, rivedendo i parametri utilizzati finora, che si sono dimostrati, almeno per i vaccini Covid, inadeguati.

Decentralizzazione del SSN e della medicina

Infine, il modello industrial-aziendalista, portato avanti dal pensiero bocconiano, che ha centralizzato le decisioni nei vertici della sanità regionale e degli ospedali e automatizzato il comportamento degli operatori sanitari, in primis i medici, ha mostrato tutti i suoi limiti sul versante del paziente.

La medicina dovrà tornare ad essere decentralizzata sul territorio, sburocratizzando il lavoro dei medici di medicina generale. Tornando ad una gestione umana in cui il medico opera responsabilmente decisioni nell’interesse del paziente.

Risolvere i gravi problemi organizzativi, noti e previsti da decenni, che generano i lunghi tempi di attesa assumendo medici preparati e distribuendo gli organici dei sanitari per i carichi di lavoro effettivi delle strutture. L’80% degli accessi al PS devono essere gestiti da parte dei MMG.

21 Ottobre 2025


Leonardo Guerra, laurea in biologia molecolare con tesi sperimentale sul mRNA nel 1982 c/o UNIFE.
Ho ricoperto ruoli dirigenziali in Ricerca e Sviluppo (area Anti-Infettivi), nel settore dei Rapporti Istituzionali di primarie Multinazionali farmaceutiche fino a Giugno 2020.
Co-Fondatore di una Start Up Biotech (RARESPLICE srl) per la cura di malattie genetiche rare.

Da Luglio 2020, opero come Consulente free-lance.
Canale Telegram : Leonardo Guerra