Sangue è Sole

Sol Invictus

Oggi è l’Io umano che ha il compito di parlare alle stelle offrendo i propri pensieri, le proprie intime riflessioni a quegli accadimenti. L’io, come una stella, parla con pensieri carichi di calore di Michele.

Michele non si vede con gli occhi esteriori, in un tempo in cui il drago, servendosi dell’anima umana, si manifesta ovunque, con attacchi straordinari e stravaganti. Michele lo si può trovare nel risvegliare le sue forze attraverso i pensieri rafforzati e riscaldati dalla volontà.
Guardiamo ad uno di questi pensieri:

“Sangue è Sole” dice Christian Morgenstern.

Giovanni Segantini: “Ave Maria a trasbordo”

La pandemia, è una manifestazione d’ombra e pur muovendosi su un piano di incoscienza, può condurre ad un risveglio.
Così la paura può diventare coraggio.

Da un legame di paura che lega gli uomini tra loro in modo oscuro, può nascere una catena di fratellanza.
Un tempo erano gli spiriti a spaventare gi uomini, ora, come ci dice Steiner, sono i batteri, o i virus a creare il panico. Non più l’invisibile spirituale ma l’infinitamente piccolo materiale. Il timore del contagio ci accomuna. Nell’invisibile siamo legati, pur dovendo rimanere isolati. In questa epoca di transizione verso una forma di relazione non egoistica, corriamo il rischio di allevare in noi, invece un essere dell’egoismo.

D’improvviso ci troviamo collegati da ciò che ci tiene separati. Eppur questo non basta.

Occorre la coscienza. Occorre la coscienza del legame tra gli uomini, tra gli uomini e il mondo, tra noi e i regni della natura, tra noi e il mondo spirituale. La paura si supera con il coraggio di conoscenza.

Una catena di fratellanza tra uomini parte dall’Italia

In Italia, in alcuni ospedali della regione Lombardia, (Mantova e Pavia) la regione italiana più colpita dal virus e ora anche a Bolzano in Trentino Alto Adige, stanno curando pazienti affetti da Covid-19 tramite il trasferimento di plasma ( Plasmaferesi) di soggetti guariti dalla stessa malattia. Curano la malattia in 48 ore a basso costo, eppure non se ne parla ancora abbastanza. Niente di nuovo, in realtà perché si tratta di una tecnica sicura, adottata anche in passato ma che ora è necessario diffondere a macchia d’olio, con le dovute competenze specialistiche, a partire dai centri ospedalieri che la stanno già attuando con successo e senza rischi.
I farmaci esistono già, ci dicono i medici di questi ospedali, e sono:
– plasmaferesi
– antinfiammatori
– anticoagulanti
– Azitromicina

In pratica, funziona così:

“Chi dona deve essere sano, guarito dal Covid e ad avere degli anticorpi neutralizzanti”

racconta il direttore di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Massimo Franchini.

“Si prelevano 600 ml di plasma, da cui si ricavano 2 dosi da 300 ml ciascuna. Il protocollo prevede 3 somministrazioni. Dopo la prima somministrazione c’è un monitoraggio clinico di laboratorio e nel caso di mancata risposta c’è la seconda somministrazione e così di seguito. A distanza di 48 ore l’una dall’altra. La compatibilità per il plasma viene fatta sul gruppo sanguigno”.

Franchini ci spiega che il plasma ha un notevole livello di sicurezza virale ed è un prodotto assolutamente sicuro e rigoroso e va nei dettagli:

“Se il vaccino, che non abbiamo, [NdR l’articolo è dello scorso anno] ti farebbe produrre gli anticorpi, questa che è un immunoterapia passiva trasferisce gli anticorpi dal guarito al malato. Il paziente non produce nulla e non crea nulla. Ma funziona per salvarlo”.

Ospedali di Pavia e Mantova che non hanno morti da un mese. Curano con la sieroterapia, le trasfusioni di plasma dei guariti. Sintomi eliminati in 2 – 48 ore (di Antonio Amorosi – affaritaliani.it) –

Il Direttore del Servizio Immunoematologia e Medicina Trasfusionale del policlinico San Matteo di Pavia, Cesare Perotti, ha sviluppato il protocollo e lo studio sul sangue e si chiama “plasma iperimmune”.

Dal Quotidiano: La Stampa 11 maggio 2020 Chiara Baldi:

“Regione Lombardia lancia la banca del plasma iperimmune. Ad annunciarlo l’assessore al Welfare Giulio Gallera che ha spiegato che “con le indicazioni del Policlinico San Matteo di Pavia verrà definito un protocollo per la donazione del sangue e del plasma in tutta la regione”.

Il centro di Pavia e l’ospedale di Mantova sono stati i primi a sperimentare la terapia con il plasma iperimmune su 46 pazienti guariti dal coronavirus. E proprio dai “tanti guariti che abbiamo in tutta la regione – ha chiarito Galleraverrà creata la banca del plasma iperimmune: ogni Asst chiamerà chi è guarito dal Covid19 e lo inviterà a donare il plasma”. Saranno circa 500 mila le persone che saranno testate. In un primo momento “sarà verificato il livello di immunità e di forza degli anticorpi nel loro plasma e una volta individuata la capacità, verrà loro chiesto di fare la donazione…” Lo studio pilota portato avanti da Pavia e Mantova è partito il 17 marzo e si è concluso l’8 maggio: 46 i pazienti ex Covid che sono stati coinvolti nella sperimentazione. “A ogni paziente abbiamo prelevato 600 ml di sangue perché abbiamo visto che per infonderlo su un paziente ancora malato ne servivano 300 mln. Quindi ogni guarito può a sua volta aiutare due persone ancora affette dal virus”, ha spiegato Cesare Perotti, direttore del Servizio Immunoematologia e Medicina Trasfusionale del San Matteo di Pavia. Il risultato dello studio ha dimostrato che la mortalità dei pazienti curati con il plasma iperimmune è scesa dal 15 per cento al 6.”


Siamo tutti fratelli e sorelle

Rivolgiamoci per un momento ora al senso profondo che può avere un evento di questa portata:
Il sangue ( chiamerò da ora sangue il plasma per semplificare ) di un uomo che ha attraversato la malattia superandola, è in grado di parlare al sangue di un altro uomo portando ad esso la guarigione.
Non si tratta forse anche qui di un dialogo?
Gli esseri umani si parlano anche tramite le loro esperienze di sangue?
Di sangue, si è spesso parlato con timore, con pudore, con orrore. Il sangue richiama temi quali la consanguineità, l’ereditarietà, le trasfusioni, i trapianti, i gruppi sanguigni, il sangue mestruale, oppure il cosiddetto “bagno di sangue”, che in guerra mescola sangue diverso ma buttandolo via, abbandonato sul terreno di battaglia. Il sangue è spesso inteso come legame di necessità.
Eppur questo non basta. Il sangue stesso è veicolo dell’io e può unire tutti gli uomini, tutti i viventi, al di là della parentela. Siamo tutti fratelli e sorelle.
Il sangue è stato il canale di immissione profondo e vero delle forze del Cristo entro il cuore della Terra.

Nella terra fu allora immesso un sangue gravido di una nuova coscienza individuale in grado di accogliere l’altro da sé con amore, non con paura. Grazie al sangue che fu versato allora, oggi possiamo orientare la nostra attenzione su questo territorio senza più rabbrividire.
Oggi il sangue si lega alla coscienza dell’Io e grazie a ciò può aprire nuove fratellanze. Non più solo consanguinei, o bagni di sangue.

Forse andiamo incontro ad una catena di fratellanza? A partire dall’infinitamente piccolo?
Anche se è soltanto un piccolo inizio, si può iniziare ad intravvedere un sentiero di luce nei meandri oscuri dell’epidemia? Si può iniziare a pensare che il sangue malato di un uomo possa illuminarsi grazie al mistero della guarigione, trasmesso dall’incontro con l’altro?

Michelangelo Buonarroti: “Pietà Bandini”

Possibile che si inizi a vedere cosa vive oltre l’egoismo, che il sangue possa mostrare attraverso le sue luci e le sue ombre la luce e il calore del Sole? Che nel curare l’altro uomo attraverso il proprio sangue si creino incroci karmici di cui, per ora, solo il sangue saprà, ma che di certo un giorno l’io umano ricorderà? Prenderà il via, grazie a questa epidemia, una catena di fratellanza tra uomini sempre più consapevole?

Parrebbe semplice come un sorriso o una stretta di mano. Salvare la vita di un altro uomo donando il proprio plasma, grazie all’esperienza dell’attraversamento della malattia. Interessante portare a coscienza questo frammento di possibilità. Se così fosse anche la figura del medico assumerebbe un ruolo nuovo, più “sano”più equilibrato ed onesto.
“Sangue è sole”, come dice Morgenstern.
Il nostro stesso sentire più spontaneo ed elementare lo percepisce.
Sentiamo che è vero.
Lo spazio interplanetario è costantemente pieno di sostanza solare, si tratta di un gigantesco corpo di luce e calore che ha in sé il sistema planetario.
Il sole è la stella in cui viviamo. Dentro al nostro “sentire” vivono gli dei ammantati di luce. Abbandonando il nostro egoismo, possiamo scorgere nelle ampiezze di sangue e cuore gli dei buoni del centro e ci lasciamo permeare dalle forze solari.

Quando diciamo : “Sole”….

riferisco con le parole dell’amico antroposofo di Bologna Giovanni Simoncini:

“Quando diciamo “Sole” non è l’immagine della palla solare fuori nel cosmo, ma un luogo con cui condividiamo gli eventi e i destini e di cui siamo responsabili, consapevoli che una ferita della periferia colpisce tutto l’insieme dell’organismo, fin nel cuore del sistema stesso.
Così come il circolo sanguigno è collegato con ogni parte dell’organismo ed è onnipresente, così lo è la presenza del sole, radiante e luminosa in ogni parte del cosmo planetario.

Il sole e il cuore svelano i loro misteri l’uno con l’altro.
Il mantenimento della vita può avvenire solo entro una pulsazione ritmica del sole che è il cuore del cosmo e del cuore che è il sole dell’uomo.
Dobbiamo riscoprire il mistero del sole, con la sua luce che fluttua e compenetra lo spazio, lo inonda di vita e fa pulsare l’universo, instillando amore in tutte le creature e attraverso le onde del sentire umano”.

Grazie alla consapevolezza del nostro legame di guarigione con l’altro uomo e del nesso intimo con il cosmo e con tutte le creature che lo abitano, possiamo perciò ritrovare il nostro luogo entro di esso e apportare il contributo più alto che ci compete.

“…perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro.” (Vangelo di Matteo 18, 20)

Vincere la paura attraverso azioni d’amore

Occorre dunque superare le immagini di malattia, curando i malati e dimenticando che si potrebbe anche essere contagiati. Sono questi pensieri di Rudolf Steiner che risalgono al 1914. La paura del virus può oggi essere superata con un gesto di fratellanza nel donare il proprio sangue che porta l’esperienza della guarigione nel sangue dell’altro.

Il mondo stellare è sceso sempre più nell’ umano ed è scomparso nelle profondità abissali dell’anima da dove anela a generarsi a nuovo ed è nel nostro destino che possiamo ritrovarlo, nel ricollegarci con il cosmo coscientemente.

Il sangue è un succo molto peculiare

Rudolf Steiner nella conferenza di Berlino del 25 ottobre 1906 afferma che, nel sangue vi è un vero e proprio doppio dell’uomo, da cui l’uomo attinge forze e a cui l’uomo scarica ciò che non utilizza più. Si tratta della cosiddetta vita umana fluente. Grazie all’embriogenesi si evidenzia che il sangue è comparso tardi non solo nella formazione dell’embrione ma anche nell’evoluzione del mondo.

Le misteriose leggi dell’universo spirituale che governano il sangue, vanno viste in rapporto agli arti costitutivi dell’uomo. Guardiamo all’io come la quarta parte costitutiva dell’uomo e contemporaneamente come il custode dei germi spirituali superiori.

Nella vita interiore dell’uomo si trovano quegli ulteriori gradini dell’evoluzione. Tali gradini nasceranno dal sangue. Essi sono Manas, Budhi e Atma.
Abbiamo quattro gradini inferiori e tre superiori.
Gli elementi superiori, ci dice Steiner in questa conferenza, si creano una fisionomia, in quelli inferiori rendendosi visibili tramite i sensi.
Il corpo fisico è il complesso di forze che lo hanno costruito.
Il corpo eterico trasforma la sostanza inorganica in succhi vitali.
Il corpo astrale trasforma la sostanza vivente in senziente.
L’animale dotato di questi tre corpi, sente solo se stesso, vivendo chiuso dentro di sé.
Nell’animale si trova la sostanza priva di vita, la sostanza vivente e la sostanza compenetrata da nervi capaci di sentire. Il singolo cristallo si forma grazie a tutta la natura che lo circonda così non si può staccare una singola parte del cosmo e considerarla a sé stante. Nel cristallo si può cogliere la vita del cosmo così come nei succhi in movimento l’immagine dell’universo.
Minore è la coscienza maggiore è l’estensione:

“Tutto il cosmo risplende nella coscienza ottusa, nell’interiorità dell’essere vivente”.
( Rudolf Steiner Berlino 25 ottobre 1906 Opera Omnia 55)

Rudolf Steiner a questo punto ci propone di considerare per un momento l’uomo senza pensare al suo sangue, come se l’uomo fosse formato dalla sostanza che proviene dal mondo fisico. Nel sistema nervoso del gran simpatico l’uomo vive il mondo della sensazione laddove la coscienza non giunge. Nel gran simpatico si riflette, ottusamente, l’intero universo. I nervi qui hanno una vita oscura interiore. Se scendessimo, con la percezione, in tali nervi, l’uomo si aprirebbe all’universo tutto pieno di luce. Così accadeva con la chiaroveggenza antica in tempi in cui era comune mettere a dormire il sistema nervoso superiore.
Nell’uomo accade però oggi qualcos’altro: Grazie al sistema nervoso superiore

“dal corpo astrale superiormente articolato viene preso del materiale per creare immagini del mondo esterno, rappresentazioni.”
(Rudolf Steiner 25 ottobre 1906 Berlino ).

L’uomo sente la sua vita interiore e lì vi rispecchia una piccola parte di mondo esterno in modo chiaro e preciso. Dunque viene trasformato il corpo astrale quando il gran simpatico si collega alle parti superiori del sistema nervoso tramite spina dorsale e cervello.
A questa trasformazione ne segue un’altra.
Il sangue è l’espressione del corpo eterico individualizzato, così come il cervello e il midollo spinale sono l’espressione del corpo astrale individualizzato. E’ grazie a tale individualizzazione del sangue che nasce ciò che si esprime entro l’io. Se la trasformazione tocca anche il corpo eterico si forma il sangue. La circolazione del sangue e il cuore sono la manifestazione del corpo eterico trasformato così come il sistema cerebrospinale evidenzia la trasformazione del corpo astrale.

“Il sangue accoglie le immagini del mondo esterno interiorizzate dal cervello, le trasforma in vive forze formatrici e attraverso di esse edifica il corpo umano di oggi.”
(Rudolf Steiner 25 ottobre 1906 Berlino)

Esso prende l’ossigeno che lo rinnova e pertanto il sangue si apre al mondo esterno. Il sangue si forma quando l’uomo agisce creando autonomamente figure, dopo aver preso le immagini del mondo. L’io inizia in questo modo ad esprimersi con il proprio volere. Solo ora un essere può dire io a se stesso.

Riassumendo:

1- con il sistema nervoso del gran simpatico si ha il rispecchiamento del mondo esterno;
2- con il midollo spinale e il cervello si sente il rispecchiarsi come vita interiore;
3- con il sangue si sperimenta la vita interiore come cosa propria.

Grazie al sangue e con l’ossigeno del mondo esterno vien data la forma al proprio corpo seguendo le immagini della vita interiore. Ciò viene percepito dall’io. L’io guarda dentro di sé e fuori di sé. Il sangue è l’espressione esteriore dell’io. Il lato del sangue verso l’interno che edifica e verso l’esterno le forze del sangue sono rivolte all’ossigeno.
Da un lato il mondo interiore delle immagini, dall’altro le forme del mondo esterno. In caso di coscienza oscurata l’uomo sente in sé i suoi antenati mentre nella coscienza di veglia sente le immagini del mondo esterno.
D’altra parte se l’uomo sperimenta solo attraverso la vita dei sensi, si ricorderà anche soltanto di ciò che ha sperimentato dalla sua infanzia. Nei tempi antichi l’uomo sperimentava le esperienze dei suoi antenati che vivevano nel suo sangue. L’uomo aveva le proprie percezioni sensorie e le esperienze dei propri antenati. Ogni individuo singolo si percepiva come un anello di tutta la catena delle generazioni. Poi nella storia dei popoli avviene il cambiamento: il sangue estraneo si mescola con sangue estraneo e si ha la nascita del pensiero logico, dell’intelletto.

Michelangelo Buonarroti, “La creazione”

La mescolanza del sangue cancella l’antica chiaroveggenza sollevando l’umanità ad un livello evolutivo superiore. L’uomo passò così ad una vita personale propria, imparando ad orientarsi, nelle sue tendenze morali, tramite le sue stesse esperienze. Così nel sangue non mischiato si manifesta la vita degli antenati mentre nel sangue mischiato si manifestano le proprie esperienze.

“ L’uomo è fatto in modo che, mescolando sangue diverso a condizione che la mescolanza non venga da troppo lontano nell’evoluzione, ne nasce l’intelletto. Allora la forza chiaroveggente, derivata originariamente dall’elemento animale viene annullata, e nell’evoluzione ne nasce una nuova coscienza.” (Rudolf Steiner, 25/10/1906; Berlino).

“Nel mondo animale sangue estraneo uccide sangue estraneo. Nel mondo umano il sangue estraneo uccide ciò che è legato con l’affinità del sangue: l’antica chiaroveggenza.”( Rudolf Steiner, 25/10/1906; Berlino).

Il sangue è dunque l’espressione dell’io. Se riguardiamo al tema della terapia con la plasmaferesi, abbiamo forse ora maggiori strumenti per vederla con nuovi occhi ampliati in senso scientifico spirituale. Mi aspetto che altri terapeuti elaborino questo tema in ambito antroposofico.

dr. Giovanna Bettini

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