USA vs Russia: conflitto per materie prime ma anche ideologico e spirituale – I Parte

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Tra i capi di Stato uno solo sta opponendosi alle forze del male. Non contate sul francese Macron, su Boris Johnson o sull’italiano Draghi. È Vladimir Putin. Non sarà un angelo, non sarà un santo, ma è uomo intelligente e persona di principi, di grande coraggio che resiste al governo mondiale, mentre l’Europa è follemente accodata agli USA nel tentativo di distruggere la Russia ” ed ancora: “ L’America non è più nazione cristiana, la politica è la loro muova religione, il maligno si è appropriato della politica”.  

Parole chiare e forti quelle del Vescovo cattolico inglese Richard Williamson, pronunciate a Varsavia, Polonia, nell’omelia domenicale del 15 Maggio 2022. Dopo aver rimarcato

i criminali che governano il mondo hanno ingannato prima col covid, poi con cibo e carestie ed ora stanno programmando la famiglia artificiale” osserva che “gli americani da anni, in Ucraina stavano provocando la Russia”

e che fu piacevolmente sorpreso prendendo atto che alcune donne cattoliche polacche da lui incontrate, avevano inquadrato la situazione e comprendevano l’operato di Putin, finito in trappola, privo di alternative.  

Versione completa, inglese e polacco, sottotitolata in russo. (215) Bishop Williamson Full speech in english 15th may 2022. Churchs, Satan, Politics, Putin, World Order – YouTube

Sintesi 3.04: (215) Catholic bishop Speech Richard Williamson about Putin Ukraine war. – YouTube 

 

A sinistra, l’inglese Richard Williamson, Vescovo cattolico. A destra assieme a Barack Obama, nel salone ovale della “Casa Bianca” Mons. Carlo Maria Viganò, dal 2011 al 2016 Nunzio Apostolico negli USA, che qualche mese addietro promosse un “alleanza antiglobalista” sulla base di un “idem sentire de republica” (avere il medesimo concetto di Stato) tra Putin e Trump. Facile ipotesi, Casa Bianca e Vaticano andarono in fibrillazione.

Guerra in Ucraina, proseguo del conflitto politico tra USA e Russia, conflitto globale, terreno e terrestre per la gestione delle materie prime, con morti e feriti, dolore e distruzione, al contempo conflitto ideologico circa la visione della futura società umana. Ma soprattutto conflitto spirituale, all’insegna del dualismo, perenne, vitale ed inalienabile, eterna lotta tra bene e male, che nel contesto pare siano stati gettati nel frullatore mediatico assieme a concetti quali pacifismo, nazionalismo, patriottismo e fede religiosa. 

Vi sono due contrapposte visioni ideologiche: la prospettiva di un mondo sempre più globalizzato, virtuale e digitalizzato, nelle mani delle élite della finanza, con transumanesimo e microchip sottocutanea, a parole per monitorare la salute, di fatto per controllare le persone: in sostanza l’agenda 2030 del New World Order. Oppure un mondo composto da singole nazioni sovrane che interagiscono tra loro, ognuna con la propria anima, cultura e religione.  

A conferma, dopo che Putin si appellò al Vaticano per una mediazione, alle strampalate  dichiarazioni di Bergoglio circa le crudeltà di ceceni (musulmani) e buriati (in maggioranza buddisti) disastrosa uscita criticata anche in ambito cattolico, replicarono prontamente Ramzan Kadyrov,  presidente della Repubblica Cecena, ed il leader spirituale dei buddisti russi, Pandit Hambo Lama Damba Ayusheyev. 

Kadyrov, sul proprio canale Telegram:

«Bergoglio vittima della propaganda, scorda l’inquisizione e non conosce l’Islam. Noi musulmani non iniziamo mai una battaglia senza prima aver proposto la pace, come prevede l’Islam. Dall’inizio dell’operazione speciale la Russia lo ha fatto decine di volte. I soldati ucraini che furono nostri prigionieri possono confermare il rispettoso trattamento ricevuto».

L’Islam permette guerra solo per difendersi da un aggressione, in caso di sorgere di contrasti vi è un hadit (parabola, indicazione) risalente al periodo del profeta Maometto alquanto chiara: “Se il tuo nemico viene a casa tua, prima offrigli una tazza di tea, poi ascolta i suoi problemi”.

Analoga replica dal fronte buddista, che ha il centro religioso in Buriazia:

«Il nostro popolo non è crudele, ma deve difendere la propria patria dal nazismo, come fecero i nostri nonni e bisnonni». 

 

Dimitrij Medvedev, vice di Putin, in visita a tempio buddista in Buriazia. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov, stretto alleato dello Zar.

I Media continuano a buttare benzina sul fuoco divulgando falsità: intenzionale?

Il Vescovo Williamson sostiene che il maligno si è appropriato della politica. Cosa dire allora dei Media, della disinformazione, del narrare falsità clamorose che hanno confuso le idee a tutti in tutto il mondo, incluso ai vertici della politica? Il 7 Dicembre, su RAI 3 Romana Fabrizi racconta di bombardamenti russi sul mercato di Kuratov, Donetsk, con morte di otto civili ucraini, ma la realtà è opposta: bombardamenti ucraini e morte di otto civili russi. Idem la BBC inglese. Giornalismo supino alla politica di Washington, o meglio nelle mani delle élite che vollero Biden inquilino della Casa Bianca. Media e Social hanno primato sulla politica, poiché la plasmano, previa manipolazione dell’opinione pubblica.

Vale anche per la questione covid-vaccini, in prima fila sempre la longa manu statunitense, o meglio democrats, al potere sia nel 2014, prima fase del conflitto, con Presidente Obama, sotto il cui mandato venne deciso di indebolire la Russia colpendola sul fronte ucraino, poi tregua forzata a causa dell’inaspettata elezione di Trump, infine ritorno di fiamma con il burattino Biden. Da riflettere sulle parole del Colonnello americano Douglas Macgregor, ora in pensione,  mentre dialoga con Andrew Napolitano. 

L’Ucraina sull’orlo del collasso – MN #194 | Mazzoni News

Il video evidenzia le incredibili menzogne del giornalismo, che ha ingannato tutti, incluso la politica. Davvero satanico ingannare con le parole una categoria umana abile nell’ingannare con le parole. Media e Social, incudine e martello della strategia finalizzata ad incanalare il pensiero delle masse, poterli gestire, così da poter strumentalizzare gli eventi e confondere le masse di lettori-elettori è pertanto funzionale ad indirizzarle al momento del voto. 

Le ONG di Soros causarono i primi dissidi tra Ucraini e russi fin da prima del 2000

In un’intervista nel 1994 concessa a New Republic, alla domanda sul suo potere di influenzare le nazioni ex URSS, rispose: il vecchio Impero Sovietico oggi si potrebbe definire Impero di Soros”. Successivi eventi dimostrarono che non era una battuta, infatti candidamente ammise gli intenti sovversivi della rete di ONG che fanno capo alla sua creatura, OSF (Open Society Foundation). 

Fin dal 2000 George Soros, tramite le sue ONG spinse l’Ucraina verso l’Unione Europea, dunque ad allontanarsi dalla Russia, causando la frattura che, incancrenitasi, portò al conflitto odierno.     

Tra 2003 e 2005 in molte nazioni ex sovietiche le ONG promossero proteste di piazza, attuate da giovani e studenti, inconsce pedine del sistema, nacquero le  “rivoluzioni colorate”, a Kiev la “rivoluzione arancione”. Dopo che l’Ucraina visse un convulso periodo politico, nel 2014 imponenti proteste a Kiev, note come “Euromaidan” vera e propria copertura al vero e proprio golpe armato, ordito oltreoceano, con l’intero pianeta che abboccò ai Media, subordinati alle élite finanziarie.

Ingenuo od in malafede chi crede che lo speculatore americano di origine ungherese, filantropo nella vulgata politically correct, ci rimetta danaro, infatti con una mano dona alle ONG (per  influenzare la politica) mentre con l’altra mano, tramite Quantum Investment Funds è business,  con la stessa classe politica da lui sostenuta. Infatti donò ingenti cifre ai Democrats, dapprima per la campagna presidenziale di Hillary Clinton, poi per il burattino Joe Biden, mentre in Italia da trent’anni sostiene Emma Bonino, ex Partito Radicale, ora +Europa, non a caso partito ultraeuropeista, quintessenza del dogma globalista.

         

Finanziatore dei Democrats USA e della campagna di Hillary Clinton, ma anche di Emma Bonino, con +Europa che lo ringraziò pubblicamente.

Ebrei ai vertici del globalismo, ma ebrei anche con Putin. 

Soros, cervello ed anima nera dell’ideologia globalista, ebreo ma dichiaratosi ateo, comunque sgradito in Israele. Non è guerra tra religioni, non ci si deve far confondere dall’origine ebraica di Zelensky o di Yuval Noah Harari, israeliano, gay dichiarato, ideologo del World Economic Forum (WEF) spalla ed aspirante erede di Klaus Schwab, classe 1938, ex docente universitario di economia, promotore del convegno che dal 1971 si tiene annualmente a Davos, Svizzera, dove il globalismo si confronta, seleziona la classe politica e pianifica il futuro dell’umanità assieme al gotha dell’economia, previo consulto con i vertici del giornalismo mondiale. 

Ma ebrei anche a sostegno di Putin, che detestano Zelensky e cricca ebraica di Hollywood e mondo dello spettacolo che lo lanciò strumentalizzandone le origini, la famiglia, vittima della Shoah durante la seconda guerra mondiale. 

Tra gli ebrei avversi all’agenda WEF spicca – o meglio spiccava – una grande persona, ancor prima che grande scienziato, guarda caso di nome Vladimir, guarda caso nato a Kiev: il Dott. Zelenko, cresciuto a New York, dove morì nemmeno cinquantenne nel Giugno 2022, che elaborò un cocktail di farmaci per guarire dal covid, noto come “protocollo Zelenko”. Da tipico giovane irreligioso americano-ebreo-russo divenne ebreo ortodosso: c’è un toccante video in cui, emaciato, consapevole delle proprie condizioni di salute e del proprio destino, deposita all’etere il testamento spirituale della sua vita. Le persone a lui vicine ipotizzarono sia morto per un tumore provocato, punizione per la terapia elaborata, soprattutto monito per altri medici e scienziati. Ovvio, zero prove, zero indizi, zero rivendicazioni. 

Vi sono marcati paralleli con la morte del Dott. Giuseppe De Donno, nell’estate 2021 a Mantova in circostanze poco chiare, a sua volta ideatore di una terapia anti covid detta “plasma iperimmune”.

Infatti entrambe le terapie suscitarono l’attenzione di Donald Trump che li contattò, ma avendo entrambe costi irrisori, mettevano il bastone tra le ruote al business vaccinale. Ed entrambi morirono, lasciando dubbi. 

A chiudere il cerchio mortale, in Italia nell’arco di un paio di mesi scomparvero, oltre a De Donno,  altri tre medici che stavano studiando terapie anti-covid non convenzionali, mentre in Russia morirono una decina di scienziati attivi nei biolaboratori. A chiudere il cerchio geopolitico, in Russia ed India venne approvata una terapia identica a quella sviluppata dal medico mantovano. 

Arma biologica nei laboratori USA in Ucraina: minaccia per Mosca. 

Agghiaccianti dichiarazioni del microbiologo russo Igor Nikulin, che alla fine del periodo sovietico prestava servizio in laboratori biochimici ed in seguito si relazionò con le Istituzioni internazionali, incluso gli USA per la messa al bando dell’arma biologica. 

I biolaboratori degli Stati Uniti in Ucraina – Puntata speciale a cura di Franco Fracassi – Visione TV

Oltre ad evidenziare il legame tra virus del covid, creato in laboratorio, rimarca la morte, in circostanze poco chiare, di una decina di suoi colleghi russi, e che gli USA, con la scusa di offrire aiuti umanitari, riuscirono a mettere le mani su tutti i biolaboratori dei paesi ex sovietici. Poi ne aprirono altri, guarda caso in prossimità dei confini con la Russia. Aiuti umanitari o puntuale strategia sorosiana? Il Giudice Spagnolo Juan Antonio de Castro, per due decenni funzionario ONU a Ginevra, sosteneva che

i globalisti sorosiani vogliono il monopolio sui Diritti Umani”. 

Intervista a Juan Antonio de Castro: “Globalismo o libertà”. (lavocedelpatriota.it)

La Russia si ritrovò circondata da un arsenale biologico a disposizione di Washington, per interposta nazione. Comprensibile la preoccupazione, soprattutto davanti ad un’arma di distruzione di massa in mano ad un’Ucraina intrisa di nazismo in cui la propaganda (leggere ancora alla voce Soros e Media) aveva spinto ad odiare Russia e russi. Esisteva un reale rischio, situazione non paragonabile a quella che diede il via alla “guerra preventiva” in Iraq, mossa dagli americani con la scusante di dover eliminare l’arsenale biologico, mentre l’obiettivo era eliminare Saddam Hussein per metter mano sul petrolio irakeno. Iconografica l’immagine di Colin Powell che nel 2003 all’ONU esibisce un flaconcino, sostenendo contenesse antrace, ma negli anni successivi ammise di essere stato ingannato, che non esisteva tal rischio.

In sostanza gli USA, non potendo produrre l’arma biologica a casa propria, vietata dalle convenzioni internazionali, avevano creato biolaboratori sul suolo ucraino, proprio al confine con la Russia, dunque sulla soglia di casa del nemico storico. Laboratori che si aggiungevano a quelli esistenti in quasi tutte le nazioni ex URSS, in primis la Georgia, altra nazione che, al pari dell’Armenia le ONG sorosiane spinsero contro Mosca. Infatti distruggerli fu il primo obiettivo delle “operazioni speciali”, raggiunto il primo giorno dopo l’invasione. 

Nikulin evidenzia un banale modo di diffondere il virus: tramite uccelli, che durante le migrazioni volano per migliaia di chilometri verso la Russia, oltretutto senza dar nell’occhio, a differenza dei droni che hanno autonomia per 400-500 chilometri. 

Kiev 2014: golpe armato, fatto passare dai Media per pacifiche proteste.

Il golpe armato di Euromaidan indusse a dimettersi il Presidente Viktor Yanukovych, eletto nel 2010, che stava mantenendo Kiev sull’orbita russa, gli succedette l’ultranazionalista Petro Poroshenko in carica fino al 2019, iniziarono vessazioni ed aggressioni alla minoranza russofona: da brividi, eloquente del suo animo, quanto dichiarò pubblicamente:

“I nostri figli andranno nelle scuole e negli asili, i loro saranno rintanati negli scantinati”

Le milizie filonaziste nel Donbass, addestrate dalla CIA, uccisero quattordicimila russi, molti trovarono salvezza in Russia, sempre nell’indifferenza dei Media. Nel pianificare il golpe fondamentale la democrat Victoria Nuland, ebrea, attuale Sottosegretario di Stato (in USA equivalente a vice Ministro Esteri) che era a Kiev con incarico diplomatico, fiduciaria di Obama, di fatto tramava per far cadere Yanukovych. Famigerato il suo “Fuck Europe” telefonico. Profetico, alla luce di quanto sta accadendo al Vecchio Continente.  

Piazzare a Kiev un governo prono agli interessi di Washington era basilare per dare il via ad un piano che avrebbe dovuto iniziare nel 2017, rinviato poiché nel 2016, inaspettatamente, alla Casa Bianca non arrivò Hillary Clinton ma Donald Trump.

Come da recente pubblica dichiarazione di Tony Blinken, Segretario di Stato, dunque  Ministro Esteri, forse dichiarazione sfuggitagli, comunque ignorata dai Media. Video visionato dallo scrivente, in seguito fatto sparire dalle milizie globaliste che pattugliano il web per eliminare le prove del malaffare. In parallelo l’azione dei sedicenti cacciatori di bufale, sbufalatori, fact checker, in realtà giratori di frittata che spesso calpestano, ignorano o strumentalizzano gli eventi, come BUTAC (Bufale Un Tanto Al Chilo) e David Puente di Open, fiduciario di Enrico Mentana. 

      

Victoria Nuland nel 2014 a Kiev coordinò il golpe che fece cadere il premier filorusso Viktor Yanukovitch. Quarant’anni di vero giornalismo a Mosca e dintorni, Giulietto Chiesa nel 2014, irriso da molti, profetizzò che

la terza guerra mondiale rischiava di scoppiare in Ucraina”.  

Fine prima parte, continua. 

Dimitri Mauro Mauri 


Mauro Mauri, nato nel 1962, brianzolo e vegetariano al 100%, giornalista indipendente.

Dal 1986 mi muovo tra Balcani e Sud Est Asiatico, anche trascorrendoci lunghi periodi. Almeno prima del covid.

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