di Mathew Maavak
Le vittime vengono silenziate dalle gerarchie religiose e politiche.
Ci sono crimini così profondi che le parole non riescono a descrivere. La scorsa settimana, diversi sopravvissuti hanno testimoniato alla Knesset israeliana proprio su orrori di questo tipo.
La notizia è stata diffusa da un’inchiesta pubblicata da Israel Hayom, che ha portato alla luce un fenomeno di lunga data di abusi sessuali rituali, manipolazione psicologica e profanazione spirituale che non si verificano ai margini della società, ma all’interno delle sue istituzioni più sacre. I sopravvissuti raccontano di tormenti che iniziano nella prima infanzia e durano per decenni, spesso commessi con il pretesto dell’osservanza religiosa.
Non si tratta solo di un crimine contro la carne, ma di un furto dell’anima.

Bambini israeliani, alcuni dei quali ancora neonati, sono stati sottoposti ad abusi sistematici mascherati da rituali religiosi. I sopravvissuti descrivono cerimonie che invocano divinità bibliche, condotte da membri di comunità ebraiche osservanti. Come ha ricordato una sopravvissuta di nome Noga (tutti i nomi delle vittime sono stati cambiati nel rapporto): “Gli dei che ricordo sono Baal Peor e Ashtoreth… il nostro signore Peor e la nostra signora Ashtoreth”. (Nota: tutte queste divinità sono categoricamente condannate nella Bibbia).
I colpevoli non sono radicali marginali. Si tratta di individui che osservano le regole kosher, celebrano lo Sabbath e aderiscono minuziosamente alla legge ebraica, pur compiendo atti così depravati da sfidare ogni comprensione.
Ecco un frammento della testimonianza di un sopravvissuto:
«Ricordo un pentagramma sul pavimento, di solito rosso. Quando la cerimonia si svolgeva nella foresta, il pentagramma era tracciato con una zappa e circondato da candele accese disposte in cerchio. Il rabbino impartiva la benedizione… loro recitavano ripetutamente salmi, come “Salmo di Davide, il Signore è il mio pastore, non manco di nulla”. Mi dicevano “sei speciale, sei prescelta” e mi inserivano… Ricordo un ramo di palma, candele di Hanukkah, uno shofar”.
Alcuni di questi perpetratori sono qualificati per suonare lo shofar a Rosh Hashanah, un grande privilegio tra gli ebrei osservanti. I membri della famiglia, la maggior parte dei quali potrebbero essere stati essi stessi vittime in passato, sono spesso quelli che consegnano i loro piccoli a questi mostri.
I nomi di diversi rabbini sono apparsi ripetutamente nelle testimonianze dei sopravvissuti. Numerose denunce presentate in diverse stazioni di polizia in tutto Israele sono state rapidamente soffocate sul nascere. I procedimenti penali che portano alla detenzione sono rari. Proprio come in qualsiasi altro posto del pianeta. Qualche membro dell’élite della rete pedofila di Jeffrey Epstein – che secondo alcune voci sarebbe un’operazione del Mossad – è stato incriminato in qualche tribunale? Alle vittime è stato chiesto di identificare gli autori di questi atti malvagi durante il processo alla complice di Epstein, Ghislaine Maxwell?
Un safari perverso per le élite
L’abuso sessuale rituale sui bambini è una sorta di safari perverso per le élite. Combina predilezioni sataniche con una congenita turpitudine morale. Serve anche come rito di passaggio per entrare in un club molto esclusivo di persone influenti a livello globale, la cui inclusione dipende dalla reciproca ricattabilità. Sono motivati dall’istinto di conservazione e dall’accumulo di ricchezza e potere, anche se dispensano copiose dosi di falso nazionalismo.

Secondo il Jerusalem Post, che ha dato seguito al rapporto Hayom, “medici, educatori, agenti di polizia e membri passati e presenti della Knesset sono stati coinvolti in questi abusi”.
Con membri di spicco della società civile coinvolti in tali attività, non ci si può aspettare che sia fatta giustizia. Ci si deve invece aspettare un coordinamento internazionale del tipo più depravato, con le Nazioni Unite che segnalano un aumento allarmante del traffico di minori in tutto il mondo. Cosa stanno facendo coloro che hanno il compito di proteggere i nostri confini? Mentre l’agenzia statunitense per l’immigrazione e le dogane (ICE) reprime duramente gli immigrati privi di documenti, lo smantellamento delle principali reti di traffico di minori è stato sporadico, nella migliore delle ipotesi.
Le prove, anche se si tratta di migliaia di fascicoli, vengono rapidamente insabbiate o distorte.
È stato il caso del contraddittorio tra il procuratore generale degli Stati Uniti Pam Bondi e il direttore dell’FBI Kash Patel sui nastri di Epstein.
Elon Musk, da parte sua, ha affermato che lo stesso presidente Donald Trump era “nei fascicoli Epstein”. Musk ha opportunamente cancellato il tweet incriminato pochi giorni dopo.
Non si può semplicemente aprire un vaso di Pandora che coinvolge gli uomini più potenti della terra e aspettarsi che le cose si calmino.
MK-Ultra bis?
Secondo il rabbino Dr. Udi Furman,
“l’abuso rituale si verifica quando un’autorità religiosa, politica o spirituale usa la propria posizione di potere per manipolare il sistema di credenze delle vittime e quindi controllarle”.
Ma a cosa porta questo controllo? Basta cercare MK-Ultra.
MK-Ultra era un programma segreto della CIA (1953-1973) progettato per sviluppare metodi di controllo mentale, resistenza agli interrogatori e manipolazione comportamentale. I bambini venivano utilizzati in sottoprogrammi specifici (ad esempio il Progetto Monarch, un presunto derivato di MK-Ultra), spesso selezionati tra popolazioni vulnerabili o sistemi di affidamento. Abusi sessuali, torture ed elementi rituali venivano impiegati non solo per sadismo, ma con uno scopo preciso: frantumare la psiche del bambino in frammenti di identità dissociati (oggi comunemente noti come disturbo dissociativo dell’identità, precedentemente chiamato disturbo da personalità multipla). Queste parti frammentate potevano presumibilmente essere programmate con “ruoli” distinti (ad esempio messaggero, spia, seduttrice, protettore) da utilizzare in operazioni di spionaggio, ricatto o altre operazioni segrete. È così che vengono forgiati i Ghislaine Maxwell di questo mondo.
L’idea centrale era che attraverso la dissociazione indotta dal trauma, un abusatore potesse ottenere un accesso senza precedenti alla mente, sigillando i ricordi traumatici e impiantando nuovi comportamenti o trigger senza che la vittima ne fosse consapevole. Alcuni sopravvissuti sostengono che questo abbia creato una forma di “essere umano programmabile”.
Doppio crimine
Gli obiettivi dell’abuso sessuale rituale sui minori sono duplici: violare il corpo e distorcere la struttura spirituale delle vittime. I bambini vengono indottrinati a credere che la loro sofferenza serva a uno scopo divino, pieno di giustificazioni scritturali.

Si tratta di abuso spirituale nella sua forma più sofisticata e perversa. In Israele, i perpetratori manipolano i concetti fondamentali della Torah per legittimare atti indicibili. Come afferma Noga:
“Per ottenere la grande correzione, bisogna soffrire, perché la sofferenza purifica e favorisce la redenzione”.
In una macabra parodia del misticismo, alle vittime viene detto che sono strumenti di una missione sacra. Lo sfruttamento sessuale viene riformulato come servizio divino.
Il trauma diventa teologia.
Cosa succede quando gli abusi sessuali sui minori vengono perpetrati con pretesti religiosi?
Le vittime finiscono per odiare Dio.
È difficile sopravvalutare la gravità di questa ferita spirituale. Proprio come l’abuso sessuale danneggia la fiducia nelle persone, il danno spirituale priva un bambino della fede.
Ecco perché Gesù Cristo – l’incarnazione divina della salvezza e del perdono stesso – ha decretato che è meglio che i mostri che commettono tali atti siano affogati con una pietra al collo (Matteo 18:6). Si può guarire un arto rotto. Non si può guarire facilmente un’anima a cui è stato insegnato a interpretare lo stupro come redenzione.
Si tratta anche di un’inversione spirituale calcolata. Il bene viene chiamato male, la sofferenza viene chiamata santità e Satana viene celebrato al posto di Dio. I simboli sacri vengono utilizzati per consacrare la violenza. Alcune delle cerimonie scoperte da Hayom includevano travestitismo, incesto e atti sessuali di gruppo all’interno delle unità familiari, il tutto sotto la bandiera della trascendenza spirituale. Queste cerimonie confondono i confini tra il bene e il male, tra la sessualità e l’amore, e la famiglia.
Scappatoie legali e parodie durature
Il quadro giuridico israeliano affronta gli abusi sessuali e la tratta di esseri umani, ma è inadeguato a perseguire gli abusi spirituali mascherati da pratiche religiose. Questo è apparentemente il motivo per cui le testimonianze dei sopravvissuti non hanno portato ad arresti.

In realtà, questo fa parte di un modello ben collaudato: lo stesso silenzio che un tempo nascondeva gli abusi clericali in tutte le principali religioni ora protegge le istituzioni d’élite, dove esiste il potere di proteggersi. Israele è senza dubbio un epicentro globale per gli abusi sessuali e il traffico di minori e ha persino fornito rifugio a numerosi pedofili di alto profilo.
All’interno delle comunità religiose, c’è un profondo impulso a preservare l’illusione della santità a scapito della verità e della giustizia.
Come ha osservato Orit Sulitzeanu, capo dell’Associazione israeliana dei centri antiviolenza:
“La cospirazione del silenzio all’interno della società religiosa spesso impedisce la denuncia di gravi casi di sfruttamento e abuso”.
Nel corso del tempo, queste collusioni dissolute e queste negazioni della giustizia portano a un decadimento morale irreversibile.
Vi siete mai chiesti perché alcuni soldati israeliani commettono atti che sfidano ogni norma di decenza umana, compresi crimini di guerra perpetrati con agghiacciante facilità?
Sono il prodotto di una società in cui la brutalizzazione dei bambini è inquietantemente normalizzata.
Da adulti, proiettano il trauma e le violenze che hanno subito su persone indifese. Gli abusati diventano gli abusatori.
E così, il ciclo della violenza si rinnova, ancora e ancora.
Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare
Immagine di copertina: FOTO D’ARCHIVIO. © Getty Images / tolgart
Mathew Maavak, ricercatore in scienze dei sistemi, rischi globali, geopolitica, previsione strategica, governance e intelligenza artificiale