Antroposofia: attuale o superata?

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di Adriana Koulias
Oggi è di moda per alcuni dire che l’antroposofia è superata, che la Scuola di Michele è irrilevante e che dobbiamo crescere andando oltre Rudolf Steiner se siamo veri cercatori della verità.

Per costoro la difesa dell’antroposofia con citazioni ecc. è vista come una critica al nuovo, cioè a quelle anime che hanno le loro esperienze personali del mondo spirituale, che ritengono più progressiste di quelle leggi e del percorso dato nella scienza spirituale da Rudolf Steiner. In fondo sono passati circa 100 anni e tante cose sono cambiate e l’antroposofia è rimasta indietro! Per loro quelli che seguono le leggi e il sentiero sono persi nell’intelletto.

Poi c’è chi dice che non ci si può fidare di coloro che fanno esperienze personali e che i loro seguaci stanno distruggendo l’antroposofia perché non seguono il percorso personale tracciato da Rudolf Steiner e la scienza spirituale nell’universale. Essi sospettano che i loro rivali seguano dei ciarlatani, che sono attaccabrighe e quindi regressivi. In fondo, l’antroposofia è stata portata nel mondo prima del tempo e vedrà il suo culmine solo in un lontano futuro. Per loro, coloro che non seguono il sentiero sono persi nei loro desideri.

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Il risultato è una polarizzazione che rende debole la vita del sentire.

Quando l’anima individuale è polarizzata, è fuori equilibrio e sorgono conflitti che portano alla malattia. Nell’anima della società antroposofica questo conflitto è spinto all’esterno come conflitto tra individui e porta alla malattia dell’antroposofia stessa.

Miei cari amici, questo deve essere sentito come una profonda responsabilità.

Tutti e tre, pensiero, sentimento e volontà, devono lavorare insieme nella nostra anima. Il pensiero e la volontà devono, si potrebbe dire, essere controllati dalla vita sentimentale superiore, l’amore. Solo l’amore conosce la giusta misura tra l’universale e il personale in qualsiasi comunicazione o esperienza. Ciò che è personale non è sempre universale, e ciò che è universale non può essere sempre applicato al personale, perché ci sono sempre delle eccezioni.

L’amore sviluppa il “tatto morale”.

Cioè, non evita il personale o l’universale, ma conosce il valore di ciascuno e discerne quale misura sia appropriata per ogni scopo, permettendo all’anima di muoversi in libertà tra i due. Ciò significa che la conoscenza comprende la saggezza attraverso l’amore e la saggezza comprende la conoscenza attraverso l’amore.

Sulla Terra, se si vuole costruire un ponte con la volontà, da una parte all’altra di un fiume impetuoso, si deve usare un pensiero basato su principi scientifici fisici.

Se si vuole costruire un ponte con la volontà dal mondo fisico al mondo spirituale, si deve usare un pensiero basato su principi scientifici spirituali.

Così come nessun ingegnere dovrebbe dire: “Ignorerò tutta la matematica e inventerò i miei principi per costruire un ponte, perché il teorema di Pitagora è superato!”, allo stesso modo nessun vero antroposofo dovrebbe dire: “Possiamo eliminare l’opera di Rudolf Steiner perché è superata”, perché il tempo dell’antroposofia sulla terra a livello umano personale è stato di poco più di 100 anni, ma a livello universale ha una lunga vita davanti a sé!

Al contrario, non si potrebbe dire di affidarsi solo a Pitagora e negare tutto ciò che è stato sviluppato in seguito! Così come nessun vero antroposofo dovrebbe dire che dobbiamo evitare tutte le esperienze e gli sviluppi che nascono dall’antroposofia, perché ciò nega la vita futura dell’antroposofia!

In queste polarizzazioni la vita di sentimento non ha un ruolo significativo e oggettivo, perché la vita di sentimento fluttua da questo a quello e non sa discernere tra personale e universale.

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L’importante è che l’amore ci porti sul ponte dello spirito e ci faccia tornare indietro con la comprensione. Ma l’amore non è un’emozione o una simpatia, l’amore è una coscienza di ciò che appartiene al mondo fisico e di ciò che appartiene al mondo spirituale, di dove applicare il personale e di dove applicare l’universale e quindi vede quando questo è stato fatto e quando no.

Il pensiero costruisce il ponte, ma se non c’è amore non può passare alle esperienze e deve affidarsi alle leggi. Se la volontà costruisce il ponte e non c’è amore, allora può attraversarlo ma non capisce ciò che sperimenta.

Oggi si è più desiderosi di costruire un ponte per attraversare la soglia che di costruirlo correttamente, in modo da non cadere nell’illusione di pensare che ciò che è personale sia universale e che ciò che è universale debba sempre applicarsi al personale.

Recentemente ho letto un thread su un particolare mistico in cui il pendolo oscillava da un disprezzo per le esperienze personali e un amore per le leggi a un disprezzo per le leggi e un amore per le esperienze personali. La ragione di ciò si basa sulla mancanza di amore. Il mistico che ha sviluppato un’esperienza unilaterale manca di amore e coloro che lo circondano mancano di amore.

Dico queste cose sperando che non le prendiate come dogmi o come leggi, o come costrizioni di comunicazioni che non potete seguire, ma piuttosto spero che ci pensiate e che, attraverso la vostra esperienza personale, le verifichiate da soli.

Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare


Adriana Koulias è nata nel 1960 a Rio de Janeiro, in Brasile. All’età di nove anni la sua famiglia è emigrata in Australia.
Nel 1989 Adriana ha iniziato a studiare Antroposofia, Filosofia e Storia e ha intrapreso una carriera artistica, vendendo opere a varie gallerie d’arte e partecipando a diverse mostre miste. Autrice di diversi romanzi tra cui tradotti in italiano: Il segreto della sesta chiave, Il tempio del Graal, I custodi del Graal.
Oggi Adriana tiene regolarmente conferenze su storia, filosofia e scienze esoteriche. Ha due figli e vive a Sydney.

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