Apprendisti Stregoni 2.0

di Piero Cammerinesi

A volte mi chiedo:  come verrà chiamata in futuro questa nostra epoca, il presente in cui viviamo?

Il passato, infatti, che da cronaca oggi è divenuto storia, lo abbiamo chiamato con nomi che in qualche modo sintetizzano le caratteristiche di ogni singola epoca trascorsa.

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L’epoca Greco-Romana, le Invasioni barbariche –  e già qui ci sarebbe molto da dire visto che nei Paesi da cui allora provenivano i cosiddetti “barbari”, quel periodo viene definito ancora oggi delle “Migrazioni dei popoli” (dice niente la definizione?) – il Medioevo, il Rinascimento, la Rivoluzione industriale, la Guerra fredda etc. etc.

Certo, con il senno di poi è abbastanza semplice definire un periodo storico, ma se proviamo a trovare – facciamolo come esercizio di pensiero – una definizione-sintesi di quest’epoca  – sempre ammesso che avremo un futuro dal quale poter guardare indietro al presente –  personalmente proporrei di chiamarla l’Era degli Apprendisti Stregoni.

Tra l’altro forse non tutti sanno che fu Johann Wolfgang von Goethe, a comporre, nel lontano 1797, con questo titolo una ballata che divenne assai popolare in Germania. Esattamente cent’anni dopo, la ballata di Goethe divenne ancor più famosa grazie al compositore francese Paul Dukas che, nel 1897, scrisse un poema sinfonico intitolato appunto L’apprendista stregone, scherzo tratto da una ballata di Goethe.

Come è noto la vicenda narra di uno stregone che, dovendosi assentare dal suo laboratorio, chiede al suo apprendista di fare, durante la sua assenza, le pulizie. Ma l’apprendista, per non faticare, usa un incantesimo dello stregone in modo da far compiere alla scopa il lavoro al posto suo. Così la scopa, usando il secchio, rovescia acqua sul pavimento, ma non ubbidendo ai comandi dell’apprendista non si ferma più, tanto da allagare le stanze.

Il fatto è che l’apprendista non conosce la formula magica per interrompere l’incantesimo. Così, cercando di risolvere il problema spezza la scopa in due con l’accetta, il che peggiora ulteriormente la faccenda, dato che i due tronconi della scopa peggiorano il disastro. Sarà solo il ritorno dello stregone a fermare la devastazione del laboratorio.

Cosa ci vuole suggerire questa storia?

In primo luogo che non è opportuno mettere in campo forze che non si sa poi come arrestare e questo vale sia per la singola esistenza umana che per quella di tutta l’umanità.

In secondo luogo che è meglio controllabile quanto da noi direttamente conquistato e di cui possediamo i segreti.

Ebbene, forse mai come in questo periodo la storia dell’Apprendista stregone sembra realizzarsi in pieno.

Su tutti i piani, sanitario, scientifico, economico, sociale, bellico. Il che equivale a dire che oggi si sta manifestando compiutamente – ed a livello globale – quella che i Greci chiamavano hybris.

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Dagli esperimenti – e relative imposizioni – con sieri sperimentali e drammaticamente dannosi – come oggi si sta toccando con mano –  chiamati indebitamente vaccini, ai deliri della manipolazione del DNA e dell’inserimento di chip nel cervello; dalla costante e progressiva spoliazione della maggior parte dell’umanità a favore di pochi oligarchi miliardari, alla distruzione delle identità culturali e sociali dei popoli a favore di un meticciato globalizzato; dal terrorismo mediatico alimentato quotidianamente da una informazione a libro paga del potere, alla manipolazione delle coscienze per convincere la gente della inevitabilità di guerre devastanti di cui non avrebbe sentito necessità alcuna se non imposta subdolamente dagli spin doctor degli Apprendisti stregoni, appunto.

Che dire? Di tutto ciò – ed ho fatto qui una sintesi generosa – a volte si pensa che non dovrebbe essere neppure necessario parlare, essendo evidente per chi, con sguardo rischiarato, vuole veramente porsi in modo indipendente e spregiudicato di fronte agli eventi attuali.

È pur vero che una tale visione risulta più semplice per chi abbia la ventura – essendo, diciamo, più ‘stagionato’ –  di poter fare dei confronti con epoche in cui gli Apprendisti stregoni, non dico che non ci fossero, ma sicuramente non avevano ancora preso in mano la scopa magica…

Intendo dire che faccio fatica ad immedesimarmi nei giovani dell’età digitale che non hanno sperimentato un’epoca in cui la libertà dalle macchine fosse un valore incommensurabile ancorché ancora inconsapevole.

Non rendetemi per retrogrado, apprezzo appieno il valore e l’utilità di quanto l’epoca attuale ha saputo produrre al servizio dell’uomo ma non posso non notare anche quanto ha prodotto contro l’uomo.

Scriveva Massimo Scaligero ormai oltre mezzo secolo fa:

Non è la società tecnologica che condiziona l’uomo, come hanno con facile plausibilità concluso alcuni post-Hegeliani in ritardo: al contrario, è l’uomo che non riesce ad afferrare il pensiero da cui tale civiltà nasce. Il condizionamento non è fuori dell’uomo, nella civiltà, o nella società, o nella struttura tecnologica, bensì in lui, nel suo pensiero, che manca della dimensione interiore che gli consente di sorgere come pensiero: onde, erroneamente, pensa il mondo privo di tale dimensione, e come tale lo erige, lo deifica: lo rende dominante nella legittima forma logica, dialettica.

Ed è proprio questa assenza, questo vuoto di pensiero che viene riempito dai nemici dell’Uomo, coloro che ne hanno sempre voluto l’asservimento e la sottomissione, in qualsiasi forma ed in qualsiasi epoca, ma che oggi – forse per la prima volta nella storia – potrebbero essere pienamente smascherati esistendo, proprio grazie alla tecnologia dell’informazione gratuita e a portata di mano, la possibilità di informarsi in tempo reale su ogni evento si verifichi anche nell’angolo più sperduto del pianeta.

Se non fosse per – appunto – gli Apprendisti stregoni, che causano catastrofi che non sono in grado di arrestare.

In quanto non conoscono la formula magica per farlo, formula che dovrebbe consistere proprio nel dominio di quel pensare che le macchine ha costruito e dalle quali ora rischia di venir dominato.

 

Nell’immagine in alto, particolare della locandina del film “L’Apprendista stregone” del 2010 per la regia di Jon Turteltaub.

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