Il triangolo Russia-Cina-USA e l’Europa

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Ha vinto Davos? O Davos sta vivendo alla giornata e… perdendo.

Molto interessante la dinamica geo-strategica attuale. Ci sono nuove linee di frattura emergenti.    

  • Da una parte, la Davos-gang con i burattinai di Biden (e non intendo  semplicemente il deep state USA, anch’esso un burattino, ma l’oligarchia globalista, con i suoi grand commis come Rothschild, ad esempio) e vari Paesi (o pezzi di Paesi)  caduti ormai irrimediabilmente sotto la mannaia del dopo Trump, come l’Italia. L’esempio più evidente del controllo delle istituzioni da parte dell’oligarchia  è la Francia con Macron (anche se…).     
  • E, dall’altra, una potenziale  nuova coalizione, che comprende la Russia (l’unico Paese quasi totalmente indipendente dalle manovre di Soros/Rothschild anche se deve pagare un duro prezzo in termini di autodifesa, ma i nemici sono esterni; quelli interni sono abbastanza sotto controllo). Potrebbe comprendere la Germania e vari altri Paesi o pezzi sovranisti più o meno grandi di vari Paesi. Sopratutto la parte sovranista trumpista degli Stati Uniti.                                                       

La questione più interessante in tutto questo è: dove andrà la Cina? 
Infatti, apparentemente sembra ovvio che la Cina stia con i Davos e abbia ottenuto una grande vittoria con l’elezione del pupazzo corrotto (specie corrotto dalla Cina con più di un miliardo di dollari per il fondo affidato a Hunter Biden). 

Al di là della (deboluccia) retorica anti-Cinese, Biden stesso ha personalmente spiegato che “rispetterà” la Cina e accetterà che la Cina abbia delle “differenze culturali”, perciò non interferirà con Hong Kong, con il trattamento delle minoranze  musulmane, con la irregimentazione politica dei cristiani ecc. 

 

 

Il top agente Davos-iano, Bergoglio, è molto esplicitamente su questa linea.
Per questo la Cina non sarà attaccata dall’universo Davos-iano se non in forma delfica (dico una cosa ma ne faccio un’altra), magari anche con dispiego di forze militari e di guerre locali e regionali (come ai bei tempi di Bush-Clinton) per sfamare la insfamabile bestia militare-industriale, ma  in realtà con un accordo sottobanco che rispetti i reciproci limiti di azione.   

Quindi tutto chiaro? Molto probabilmente NO.  Nella realtà c’è una contraddizione irrisolvibile in questo tipo di analisi. 

E cioè:

  • la Russia e la Cina sono alleate, anzi più alleate che mai. Tuttavia, la gang di Davos attacca Putin come prima, più di prima, ma non attacca veramente la Cina che vede come il pezzo forte della geopolitica del Great Reset. Putin e i suoi (vedi il suo capo di gabinetto, vedi il capo della Duma) sono sempre più aggressivi contro Silicon Valley e i Social Media, in difesa di Trump (cosa che i media occidentali non riportano) e in polemica con lo “stato di Polizia” che i bidenisti vogliono creare negli USA.
  • La Cina – almeno i suoi media in inglese, tipo Global Times, sono più bidenisti di Biden e di Klaus Schwab. Allora dove va a parare Putin con questa alleanza con la Cina? Sembrerebbe ovvio: Putin tende a (deve!) staccare la Cina dai Davos-isti, in primis dai Rothschild di cui la Russia si è liberata al suo interno, abbastanza drasticamente. 

E certe forze nella leadership cinese – o meglio, la dinamica all’interno della leadership cinese  potrebbe spingere la Cina in direzione molto diversa da quella che si potrebbe presumere. 

La Russia di Putin, ufficialmente perseguitata dai Rothschildoidi, ma in realtà unico Paese quasi-sovrano, potrebbe diventare il fulcro di una nuova geometria internazionale. Contando anche sul fatto che il regime Biden è debolissimo e il Deep State USA non è affatto solido come vorrebbe sembrare quando minaccia di mettere in galera i sostenitori di Trump che sarebbero tutti – tendenzialmente o di fatto – “terroristi domestici”. Il partito repubblicano che doveva essere de-trumpizzato in poche settimane di è dimostrato ancor più fedele a Trump di quanto anche i più ottimisti potevano immaginare. Il che mostra che la gente normale ha capito non solo che Trump ha operato per i suoi interessi – ma che i bidenisti e il Deep State non vogliono semplicemente la distruzione di Trump, ma soprattutto la schiavizzazione della popolazione come tale.


Il partito democratico (un apparato al 90% sintetico e frutto di operazioni di guerra mediatica e psicologica)  sta mostrando crepe profonde. Il nuovo Maccartismo contro i nuovi “rossi”, cioè i sovranisti, sta mostrando la sua inefficacia. Pezzi del mondo democratico, (vedi Tulsi Gabbard, o l’esempio di Naomi Wolfe o anche gli scollamenti tra i congressisti democratici  che hanno una maggioranza risicatissima). 

Ma si potrebbe fare anche l’esempio dell’Italia, la potente macchina di Davos ha imposto a velocità supersonica il governo Draghi previa confabulazione lampo tra Renzi e Biden/Kerry (si erano accordati fin dall’autunno del 2016 in vista della vittoria “certa” di Hillary Clinton).  Ma tale governo non è la possente in-sfidabile dittatura post-moderna (a cui il mondo si doveva adattare senza vie d’uscita) che il luciferino Klaus e, prima di lui, Brzezinski stavano predicando.  

Tutta la compagine internazionale è in uno stato di flusso, con molti Paesi che mostrano l’emergere di  un’evidente dualità di poteri. Ci sono due Papi, ci sono due Presidenti USA  Per non parlare della grande mutazione (in corso) economica e persino finanziaria in corso. In USA il modello California/New York sembra stia raggiungendo la sua fine, mentre emerge il nuovo modello Texas/Florida che sembrerebbe fare ciò che Silicon Valley & Co. fecero a partire dagli anni 1980/90.    

È difficile persino parlare di Paesi come blocchi monadici ben incasellati. 

L’oligarchia globalista non può fare altro che creare nuove crisi e emergenze cosmiche, dopo il Covid.
Ci si potrebbero aspettare altri e più variegati Covidini e Covidoni.  Negli USA, si batterà la grancassa di una non esistente insurrezione dei bianchi suprematisti (o del pericolo numero uno, i demonizzati Quanonisti cospiratisti estremisti…isti, isti) per creare ad ogni costo demoralizzazione e scontri razziali (divide et impera). 

I Davosiani si lambiccheranno il cervello per convincere una popolazione sempre più scettica che loro, gli oligarchi, sono costretti a imporre misure tirannicide e genocide per “salvare il mondo”.
È necessario inventare  nuovi e sempre meno credibili pericoli come quello del Cyber-collapse, e l’arrivo dei marziani… o qualsiasi altra pazzia racimolata dai film post apocalittici di Hollywood… 

Ma non sembra funzionare se non come  un’imposizione di sofferenze alla popolazione senza un risultato finale sicuro. L’oligarchia sembra sempre più vivere alla giornata, le sue grandi prospettive storiche, le sue soluzioni finali non appaiono poi  così finali…      

Quindi, azioni di resistenza e di creatività politica – nazionale e internazionale (stabilendo contatti e coordinamento politico tra forze anti-globaliste in tutto il mondo) non sono azioni eroiche senza speranza. Al contrario.    

Umberto Pascali

24 Febbraio 2021

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