Intervista Esclusiva ai “Guerrieri ViVi”: Chi sono e cosa vogliono?

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di Alice Lazzari

Sarà sicuramente capitato, a molti tra coloro che si guardano intorno con occhi attenti, di notare sui muri, in numero sempre maggiore con l’intensificarsi delle restrizioni di questi anni, scritte di denuncia come “Il vax uccide”; “Governo nazista”; “Fuck agenda 2030”...  A testimoniare che non si tratta di fenomeni indipendenti l’uno dall’altro, filo rosso che dà a queste azioni un tratto unitario  la firma che rivendica la provenienza dei graffiti, anch’essa in cromia che richiama la simbologia del sangue: una doppia V che fuoriesce da un cerchio.

È fatto noto – a chi cerca tra le pagine di Internet informazioni che ancora ci consentano di intravedere qualche stralcio di verità – che un gruppo di attivisti anonimi, conosciuti come “Guerrieri ViVi”, sta mettendo in campo a partire dal 2021 un’operazione atta a smascherare le reali intenzioni celate dietro ai provvedimenti presi dalla maggior parte dei governi di tutto il mondo in nome di un presunto “nostro bene”. Alle esigenze di approfondimento in merito – in parte motivate dall’anonimato di suddette azioni – chi scrive ritiene sia utile dare una risposta, magari attraverso la testimonianza diretta di chi è direttamente coinvolto in questa forza di lotta.

L’intervista che segue è frutto di un lungo scambio (di persona, al telefono e per iscritto) con uno di questi Guerrieri. Obiettivo del lavoro è di riportare in maniera più imparziale possibile il loro punto di vista, affinché il lettore abbia così modo di elaborare una propria opinione.

 

 

Chi sono i Guerrieri ViVi?

Ci troviamo, nostro malgrado, in una GUERRA MONDIALE; per questo i ViVi stanno formando un esercito di disobbedienti civili, non violenti, che si stanno addestrando ed espandendo in varie nazioni.

Ecco cosa sono i ViVi: una forza di lotta non violenta, in stile gandhiano, per ripristinare libertà e diritti che ci sono stati sottratti. Non si tratta di un gruppo, né di un’associazione o di una setta; sono qualcosa di nuovo, mai esistito prima, come mai è esistita una situazione come l’attuale.

Essere coordinati, per raggiungere un risultato di questo tipo, è fondamentale. Mai è successo che gruppi non organizzati siano riusciti a sconfiggere gruppi organizzati, non è possibile. Un pensiero del genere è da illusi, è esattamente ciò che si aspettano i nostri nemici! La perdita della logica è caratteristica in questo tipo di dissidenti. 

Il frutto dell’analisi dei primi ViVi è che l’unico modo per sconfiggere il sistema è essere uniti, tramite qualcosa che sia un segno tangibile dell’identità di lotta, perché se non dai un’immagine univoca e precisa, se non hai la forza di farti vedere unito – e questo, a livello percettivo, si deve vedere con chiarezza… si deve sentire in modo travolgente – se non hai una voce sola, non sei nulla, perché nessuno capisce cosa vuoi fare! 

Per questa ragione è stato creato il SIMBOLO, segno tangibile dell’identità di lotta, che non indica appartenenza, ma è strumento di lotta e di unione. È funzionale alla rivendicazione di diritti e libertà.

Già parla da solo.

Le due “V” stanno per “Verità e Vita” e sfondano i contorni di un cerchio, che vuole rappresentare il sistema. Il colore rosso, come il sangue, evoca coraggio e azione.

È semplice da disegnare, lo può fare anche un bambino.

È molto impattante, rimane impresso!

La ribellione necessita di un riferimento: affinché la gente inizi a lottare, deve vedere che esiste qualcosa di unico, di univoco, di puro; così il riferimento diventa un’Idea semplice da abbracciare.

Dove molti gruppi propongono un leader, noi proponiamo l’unione sotto un simbolo che rappresenta la lotta, che manda un messaggio.

In guerra ci si può schierare solo se esiste una controparte, che deve essere riconosciuta come tale dal nemico.

Diritti e libertà sono i valori fondanti di ogni tipo di società sana e la lotta per questi, a livello psicologico, crea unione fra i Guerrieri di tutto il mondo.

Le intelligenze artificiali (I.A.), che prevedono i comportamenti delle masse sulla base di modelli comportamentali, hanno calcolato che quel 20-30% di ribelli non si sarebbe messo d’accordo per unirsi, perché la personalità dell’uomo libero è creativa, non si aggrega, non si uniforma, quindi non si mette d’accordo, rinunciando ad alcuni aspetti della propria individualità, per formare un esercito.  

Invece i ViVi lo stanno facendo!

Dei ViVi si parla a livello sia nazionale che internazionale, mentre degli altri gruppi non viene data alcuna notizia: ecco l’importanza dell’unione e del simbolo!

 

 

Esiste, dunque, una figura, o delle figure, che coordinano questa forza di lotta?

I primi ViVi sono le nostre guide e sono un team di analisti esperti nell’affrontare conflitti a basso potenziale di risoluzione. Come tutti i Guerrieri, utilizzano l’anonimato e interagiscono regolarmente con noi nei nostri gruppi e chat di Telegram.

Non esiste una gerarchia, semplicemente ognuno ha il suo ruolo.

 

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Quali sono gli aspetti salienti della vostra analisi sulla situazione attuale?

Questa è una GUERRA DI QUINTA GENERAZIONE, dove il principale campo di battaglia è la nostra mente. 

È fondamentale capire il modo in cui il sistema si garantisce il consenso: con attacchi mentali, in contemporanea o leggermente sfasati (shock multiplo, multifrontale). L’individuo viene bombardato da una serie di informazioni, così da non rendersi conto di cosa stia accadendo e da non essere più in grado di distinguere il vero dal falso.

Perché cediamo la nostra libertà come se non ci fosse alternativa? Com’è possibile accettare la morte di più di 20 milioni di persone, finora, e di circa 3 miliardi di danneggiati da vaccino?

La maggioranza, compresi moltissimi tra i cosiddetti consapevoli, non si è ancora accorta che l’élite mondialista ha dichiarato guerra – non apertamente, nel 2020 – a tutta l’umanità.

La volontà di sterminio e di distruzione economica invece è evidente, come dimostrano i lockdown, l’obbligo vaccinale surrettizio, le restrizioni per via del cambiamento climatico e altre misure volte a sopprimere i diritti fondamentali.

Nelle guerre precedenti c’erano due eserciti contrapposti, con armi sempre più evolute, ma convenzionali. Ora tutto questo è nascosto. Inoltre la sproporzione di armi è enorme.

Ci troviamo in una guerra psico-emotiva, una guerra di percezione; non ci sono bombe, eppure la nostra vita è in pericolo e, se non fermiamo tutto questo, saremo morti o schiavi.

La guerra in corso è subdola: farci credere che non esista fa parte della strategia.

La narrazione che i poteri forti mettono in campo è accettata per via di una sottile manipolazione. 

Il fatto che il bene della collettività venga prima del diritto dell’individuo – ideologia di stampo nazista, perché era Hitler a parlare di “bene comune”, inoltre la collettività non è un soggetto giuridico – l’alterazione della percezione di realtà attraverso la semantica – uso del termine “egoista” per indicare chi sta lottando per libertà e diritti; a breve potrà venire addirittura usato il termine “terrorista”- tutto ciò è servito a far credere a chi dissente di essere responsabile della morte di altri cittadini, se non addirittura dei propri familiari e, a chi ha obbedito, di avere nei dissidenti dei nemici, col conseguente innescarsi dei meccanismi di delazione e violenza tra la gente.

È per senso di colpa che i più accettano le ripetute violazioni dei diritti. Ed è un orrore che questo sia fatto apparire come normale!

Il piano dell’élite è quello di creare continue emergenze in modo che il cittadino, colpito da gravi calamità, apparentemente di origine naturale, sia maggiormente portato ad attenersi ad una capillare regolamentazione dei propri comportamenti.

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Lo scenario che abbiamo visto per il Covid si ripeterà, in modo analogo, anche per la CO2, al fine di introdurre la carta ad impronta di carbonio.

Con l’utilizzo della falsa narrazione del cambiamento climatico, sarà facile giustificare, nei tempi a venire, una serie di disastri ambientali provocati con lo scopo di stringere ulteriormente le maglie del totalitarismo che sta prendendo piede. Si consideri che DARPA è il dipartimento di analisi delle risorse militari nel mondo e che HAARP è una tecnica di guerra climatica.

Il progetto di tali gruppi di potere risale ai tempi dell’Impero Romano e si è manifestato nei secoli con diverse modalità, ma solo ora è di possibile attuazione, perché solo al giorno d’oggi esiste la tecnologia adatta allo scopo – le I.A. che utilizzano sono molto più avanti di quelle che ci fanno vedere –  se non li fermiamo tempestivamente, riusciranno a portare a termine i loro piani criminali in modo definitivo!

È in atto un tentativo di controllo totale dell’individuo (attraverso il microchip, che verrà proposto come un normale strumento per monitorare la salute, visto l’incremento di malori e morti improvvise), quindi la nostra reazione non può essere nei canoni dell’ordinario!

Resistere non basta, dobbiamo imparare a lottare  e – grazie ai primi ViVi – abbiamo le analisi e una strategia per farlo. 

A questo riguardo è utile ascoltare gli audio sul canale Telegram ENTRA IN V_V, dove tutto viene spiegato nei particolari. 

 

Seguendo le vostre azioni tramite i canali ufficiali ViVi (vedi sotto), si nota un atteggiamento critico nei confronti di buona parte della controinformazione. Da cosa è determinato? In che modo ritenete sia efficace rapportarsi con i media e con le notizie che ci vengono date?

La maggior parte della “controinformazione” – esclusi i pochi che condividono le azioni dei ViVi, mostrando che una forza di lotta esiste, e gli ancor meno che hanno messo il simbolo dei ViVi accanto al loro – contribuisce, più o meno consapevolmente, alla normalizzazione di questo orrore, poiché comunica notizie, ormai un’overdose, con un linguaggio pacato, politically correct, che non trasmette la pericolosità e l’inesorabilità di questo piano criminale.

Inoltre sono pochissimi a parlare dei ViVi e delle loro azioni, cosa che, almeno come dato di cronaca, si dovrebbe fare! In questo modo lavorano per il nemico, inducono le persone a stare dentro una gabbia e a non lottare. Infatti fanno sì che la gente s’illuda di lottare semplicemente perché “sa” oppure perché disobbedisce singolarmente – mentre la disobbedienza civile è tutt’altra cosa e i Guerrieri V_V la insegnano e la praticano – o perché partecipa ad azioni assolutamente ininfluenti sulla progressione di questo piano criminale, azioni “dentro la scacchiera” come spiegato prima, oppure ancora perché in vario modo si organizza, cosa buona, ma è solo resistenza, la lotta è tutt’altro ed è l’unica cosa che serve in guerra!

D’altro canto i Guerrieri ViVi sono ormai conosciuti in tutto il mondo poiché le loro azioni hanno sfondato la barriera del mainstream, che, in bene o in male, ne ha dato notizia con migliaia di articoli di giornale o servizi. Se si pensa che ciò è stato possibile a fronte di un numero relativamente piccolo di Guerrieri, significa che la strategia dei ViVi funziona!

Dobbiamo stare attenti non tanto ai dettagli, ma a come il sistema si sta muovendo, cioè: prendere le notizie dei TG del mainstream come se fossero informazioni di guerra. Leggere le informazioni date dal nemico serve a capire che piano verrà applicato e in che posto. Così facendo possiamo valutare come reagire e ideare azioni adeguate volta per volta.

Ad esempio, la guerra in Ucraina è servita per la narrazione della crisi energetica; l’espropriazione dei terreni in Olanda potrebbe aprire la strada alla crisi alimentare; per quanto riguarda una eventuale crisi idrica, si consideri quanto detto da Mariana Mazzucato, economista italiana con cittadinanza statunitense e contributor dell’agenda 2030 al World Economic Forum di Davos:

“Il nostro tentativo di vaccinare l’intero pianeta è fallito. Il cambiamento climatico è argomento troppo astratto perché le persone possano capirlo. Ma una crisi idrica è qualcosa che tutti capiranno”.

 

 

Quali sono le strategie e le armi della vostra forza di lotta?

La nostra strategia prevede di compiere azioni creative, artistiche e, soprattutto imprevedibili per i calcoli delle I.A. 

La lotta è in progressione: come l’élite sta realizzando un piano le cui basi sono state via via poste durante i decenni passati, così le azioni dei ViVi procedono passo dopo passo, a seconda della situazione, delle opportunità e dell’estro dei guerrieri.

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Le I.A., programmate allo scopo di eliminare gran parte dell’umanità e rendere schiavo chi rimarrà, elaborano i dati di tutta la popolazione del mondo e danno istruzioni differenti ai governanti da Paese a Paese, con l’importante fine di mantenere costante la CURVA DEL CONSENSO, strumento attraverso cui monitorano e calcolano il livello di pressione esercitato dal sistema e la sua percezione e sopportazione da parte della gente, al fine di far attuare la massima pressione suscitando, però, la minima reazione, in modo da evitare che si diffonda consapevolezza e conseguente volontà di reazione. 

Una caratteristica di questa forma di totalitarismo, nella sua fase iniziale e intermedia, è che la gente deve aderire volontariamente ai diktat del potere, deve essere convinta della loro utilità e bontà; per questo la manipolazione. Poi arriverà il momento in cui il consenso non servirà più, perché avranno ottenuto il potere e il controllo totale, o almeno è questo quello per cui stanno lavorando.

Le azioni convenzionali, che sono sempre reazioni a mosse del sistema e, in quanto tali, sempre in ritardo, sono state tutte già previste dalle I.A., proprio come nel gioco degli scacchi. Questa è la ragione per cui manifestazioni, sit-in, petizioni, azioni giuridiche e simili sono inutili.

Se non c’è rischio non c’è lotta!

Chiedere il permesso già fa perdere qualunque tipo di significato e di efficacia all’azione. Il permesso è controllo del sistema!

Così facendo il sistema ti lascia in pace, è vero, non ti toglie lo stipendio. Ma ti illudi di lottare efficacemente, fino a quando non arriva un’azione a strappo, come è successo a seguito delle proteste estive in Francia: il risultato? L’applicazione della legge sulla censura e il Digital Social Act (in quanto si sostiene che le proteste originino dai social). 

È un tipica mossa dei servizi segreti deviati il creare ad arte situazioni che portino a un restringimento delle leggi e ad una perdita dei diritti (leggi marziali)

… Simili notizie, alimentate dalla controinformazione e tanto gradite ai più, sarebbero piuttosto da leggere come un bollettino di guerra!

Dunque la STRATEGIA più efficace per vincere questa guerra è “uscire dalla scacchiera”: fare delle mosse che le I.A. non hanno previsto e, quindi, alle quali non sanno rispondere! Questa imprevedibilità si basa sulle qualità prettamente umane, estranee alla logica I.A., quali la consapevolezza a tutto tondo, l’intelligenza, la fantasia, la creatività, la genialità, il buon cuore, l’abnegazione, lo spirito di sacrificio, il senso di fratellanza, il vero amore nei confronti di tutti e per la vita.

La nostra strategia è semplice, ma in progressione. Per questo dobbiamo addestrarci tutti insieme e fare ogni volta cose nuove. Ogni volta dobbiamo riuscire a rimodulare il nostro pensiero, non perché non ne abbiamo uno, ma perché bisogna avere una veloce elasticità mentale per apprendere modalità di azione a cui non si sia mai pensato prima.

Come in guerra si conquistano territori – e il primo di questi è la mente delle persone vittime della propaganda, le quali devono capire che è necessario iniziare a ribellarsi – così i ViVi hanno cominciato ad agire sul territorio Web per poi passare al territorio fisico.

Occupare quanto più territorio possibile permette di dare risonanza alla lotta.

Le azioni online e la guerra di reputazione (che indichiamo come “contropropaganda”) sono fondamentali perché questo è un territorio in cui il sistema opera con la propaganda e la manipolazione. Le azioni online creano ridondanza con le azioni sul territorio, mostrano unione e coordinazione e servono come addestramento per le azioni sul territorio fisico.

La disobbedienza civile, per essere efficace, come insegna Gandhi, deve provocare nel nemico una reazione che sia visibile a tutti, cosa che accade puntualmente a seguito di moltissime azioni dei ViVi. Si smaschera così la natura ingiusta e nazista della parte avversa.

Il fatto che l’azione sia non violenta, non toglie che debba essere pubblica e plateale, provocatoria e continuativa, fino alla vittoria.

Migliaia di articoli, anche esteri, dimostrano che con la strategia dei ViVi si può conquistare la comunicazione e questo è un aspetto determinante in una guerra psicoemotiva. 

Arma imprescindibile dei ViVi è la VERITÀ. Dal momento che siamo immersi nelle menzogne, dobbiamo modificare il mondo con la verità. Occorre ricostruire un contesto in cui la si possa esprimere.

Un messaggio di verità acquisisce forza se è scritto nei luoghi in cui il sistema non lo gradisce, perché costringe ad una reazione.

 

 

Quali altre peculiarità caratterizzano la lotta dei ViVi?

Peculiarità della lotta è l’ANONIMATO, giustificato da ovvi motivi strategici. Dal momento che siamo in guerra, bisogna essere disposti a mettere da parte ego e personalismi per portare avanti una lotta di tutti, per tutti, senza leader.

L’anonimato dei ViVi fondatori è garanzia del fatto che non ci sono interessi personali o politici da parte loro.

Infine, Libertà e Diritti, Ideali così nobili, valori universali, non possono essere rappresentati da una faccia o legati a un nome, appartengono a ogni Essere Umano!

La nostra ETICA è ferrea: se non la si rispetta, si danneggia la lotta!

Mai fare attacchi personali ma sempre e solo ai concetti espressi e alle azioni compiute in funzione del ruolo svolto nella dittatura.

 

Lo stile comunicativo dei ViVi è molto plateale e non passa inosservato, nel bene e nel male: è anch’esso frutto di una precisa strategia?

Sì, esattamente! Dobbiamo essere pronti a mettere da parte l’educazione perbenista e politicamente corretta quando ci confrontiamo verbalmente col nemico, solo così possiamo riuscire nel nostro intento e disincantare le menti atrofizzate dalla propaganda.

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Il sistema vuole toglierci il diritto naturale di dire NO, dobbiamo affrancarci da questa coercizione.

Il nazismo sanitario va smascherato, perché il poter rifiutare un determinato trattamento medico è diritto sancito dalla Carta Internazionale dei diritti umani, fonte primaria cui è allineato il Codice di Norimberga che gerarchicamente è al di sopra delle leggi e delle costituzioni dei singoli Paesi.

Chiamare NAZISTA chi sostiene il nazismo sanitario e vuole prevaricare, tramite obbligo o ricatto, l’altrui diritto di dire NO significa fare azione di verità.

Chiamare NAZICOMUNISTA chi appoggia anche la falsa narrazione di ecologismo e ambientalismo, mirata al «non avrete nulla e sarete felici», che ricorda da vicino gli espropri del totalitarismo comunista, è dire la verità nuda e cruda.

Il messaggio deve essere chiaro, univoco, semplice, diretto, puro, pulito, primordiale. 

La lotta è primitiva: il muro è la voce di chi non ha voce. Il sistema ha il suo mainstream, il suo mezzo di propaganda, il popolo deve avere il suo, altrettanto efficace: i muri e tutti gli altri luoghi cruciali dove scriviamo la verità nuda e cruda.

Le veementi accuse non sono sterili: sono lotta, perché lo scopo è dire sempre e comunque la verità. Chi la dice come va detta è colui che lotta superando paure e difficoltà e, in un mondo dove regnano menzogna e inganno, la verità è già di per sé rivoluzionaria!

 

Quali sono gli aspetti di questa lotta che ti colpiscono maggiormente?

Ci sono molti aspetti geniali in questa forza di lotta, per esempio il fatto di avere canali pubblici; di non conoscersi né incontrarsi fisicamente, ma, al tempo stesso, agire all’unisono e percepirsi come una cosa sola; sentirsi come fratelli ed essere solidali; essere coordinati senza essersi organizzati dettagliatamente. Capire che si può lottare insieme senza necessariamente essere amici o andare d’accordo, ma sfruttando il meglio che ciascuno può dare.

Non è l’aggregazione che porta alla lotta, ma sono le azioni di lotta fatte insieme che portano all’aggregazione.

L’addestramento permette di poter utilizzare in autonomia ciò che, via via, s’impara: è una lotta “a perdita di controllo” e nessuno dà ordini.

La libertà, prima dei ViVi, non aveva un simbolo, un faro, uno strumento univoco per favorire aggregazione, costruendo, a livello di immaginario collettivo, un’unione che possa ambire a sconfiggere un potere psicopatico e criminale.

Puoi dimostrare di essere “una cosa sola” solo se hai un tratto caratteristico, immediatamente percettibile, in comune con tutti i tuoi compagni di lotta!

Com’è possibile percepire unione tra l’azione fatta da una persona di Milano e quella fatta da una di Palermo se ognuno scrive come gli pare? Si crea così, diversamente da quanto voluto, una confusione che non ha mai sfondato alcun muro, né convinto nessuno.

Quando invece ciascuno esprime, in modo unitario, concetti basati su libertà e diritti – che sono di tutti – non si crea confusione!

È un principio della comunicazione il fatto che, superato un certo volume di ridondanza e di occupazione del territorio, l’idea si imponga.

Noi Guerrieri abbiamo notato un’evoluzione nell’idea che le persone hanno su di noi: gli stessi che prima ci criticavano, ora ci danno ragione e ci sostengono… Ma non vorremmo aspettare, per crescere di numero, il momento in cui i diritti umani saranno definitivamente aboliti: per questo insistiamo sul simbolo, perché dice al sistema: “siamo uniti e tu da qui non passi”, perché è al nostro corpo che vogliono arrivare!

Non è necessario che tutti diventino dei Guerrieri ViVi, è sufficiente comprendere e sostenere la lotta. Attaccando migliaia di V_V adesivi, per esempio: anche la più piccola azione che si unisce alle altre, può diventare una sinergia irresistibile!

Se superiamo il punto di saturazione numerico – e bastano 10000 guerrieri – ce la possiamo fare!

Quando non potremo più accedere a Internet – perché rifiuteremo l’ID digitale, oppure anche accedendo non potremo più parlare a causa della censura – dove lotteremo? Sul territorio!

Quando la gente inizierà a ribellarsi sul serio, si potrà arrivare a persone che controllano ambiti fondamentali per la sopravvivenza, allora i Guerrieri ViVi diventeranno un riferimento per chi non saprà cosa fare.

In conclusione, come possiamo contribuire, tutti insieme, a far crescere questa forza di lotta? Diffondendo il simbolo; occupando il territorio con la verità e la contropropaganda; partecipando allo sviluppo di un nostro media, di vera ribellione, potente e in grado di arrivare ovunque. In questa guerra vince chi ha in mano la comunicazione, nulla di ciò che abbiamo visto in questi anni si sarebbe mai potuto verificare senza la pervasività dei media!

Un media, se diventa esteso e potente, trasforma la minoranza in maggioranza; ecco perché non abbiamo bisogno di grandi numeri.

Il fine è diventare riferimento, convincere, allargarci; occupare funzioni, logistica, il territorio… a quel punto è inevitabile che i Guerrieri ViVi verranno tacciati come terroristi, come facevano i nazisti con i partigiani. 

Cosa siete disposti a fare per la libertà nostra e dei nostri cari?

Il tempo, in guerra, è tutto! Cosa aspettate? Non ci s’improvvisa guerrieri, servono addestramento e strategia!

 

Canali Ufficiali Guerrieri ViVi:

V_V: https://t.me/vvvvvinc

V_V – 2°ch – INFO IMPORTANTI: https://t.me/vvincvvv

V_V PRIME ACTIONS: https://t.me/V_V_PRIMEACTIONS

 


Alice Lazzari approda all’informazione indipendente dopo avere lavorato come insegnante fino all’introduzione delle misure sanitarie di contrasto al Covid-19.

Ambito di interesse principale è quel territorio di confine tra la ricerca spirituale e l’interpretazione dei fatti di attualità; un giornalismo di opinione che tenta di cogliere i tratti essenziali della realtà circostante sulla base di atteggiamenti interiori che ci vengono suggeriti da molte delle vie di lavoro su di sé.

Attualmente ha fondato e dirige il progetto di “radio indipendente” su Telegram Un ponte tra mondi. 

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