La trilogia Matrix dal punto di vista spirituale. Una lettura antroposofica

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Ovvero: questo saggio è la pillola rossa

In sintesi

Questo saggio esplora la trilogia dei film di Matrix dal punto di vista della scienza dello spirito.  Particolare attenzione è riservata agli eventi reali nel “testo” dei film, con uno sguardo verso i tratti illuminanti sui personaggi principali e sugli elementi della trama in una prospettiva coerente, simbolica e mitologica. Possiamo dire che i tre film Matrix hanno dimostrato di essere comprensibili in modo univoco dalla prospettiva delle intuizioni antroposofiche di Rudolf Steiner sull’evoluzione umana.


Il testo interiore

Forse più di qualsiasi altro film o serie di film, la trilogia di Matrix ha ispirato discussioni e dibattiti sia popolari che accademici, generando ben oltre dodici libri, per non parlare degli innumerevoli siti Web, saggi e gruppi di discussione.  Perché allora si dovrebbe aggiungere un altro saggio a questo spazio intellettuale già affollato?  Gran parte delle trattazioni esistenti dei film è di natura filosofica, ma spesso il loro carattere è essenzialmente contenutistico, si isolano i concetti trattati nei film e si discutono estrapolandoli dai film stessi.  Piuttosto che usare il film come punto di partenza per la discussione di questioni correlate, ci sembra necessario un commento che prenda il film “sul serio”, come se Matrix stessa fosse la sua chiave.  E se provassimo a entrare in una lettura attraverso i film, piuttosto che usarli come spunto?

La mia idea è quindi utilizzare il linguaggio interiore del film stesso (sequenza, ritmo, colore, trama, forma e flusso) come guida alla sua coerenza interiore. Qui presumo che la coerenza del film sia in qualche modo simile a quella di un sogno, e che la sua struttura sia coerente, in virtù del significato interiore, del dramma palese e delle immagini. In altre parole, integrando sia la sequenza delle immagini che gli sviluppi della trama, che hanno visibilmente sia una forma esteriore che una forma interiore.  Una comprensione dei film che si basa principalmente sulla forma esterna è incompleta: dobbiamo trovare un modo per affrontare anche la forma interna, i fili più sottili intrecciati attraverso le immagini evidenti sullo schermo, che se viste da un po’ di distanza, rivelano il proprio schema e la propria logica.

Tu, lettore, potresti giustamente ritenere che questa sia in qualche modo un’astrazione, poiché la natura dei film, come nel caso dei sogni, richiede una contestualizzazione esterna per metterli in relazione ermeneutica con il mondo reale.  Questo è sia inevitabile che meraviglioso, perché significa che nulla esiste in stato di isolamento.  Ma se proviamo a leggere il film come un testo interiore, o più poeticamente, se decidiamo di ascoltarlo con l’empatia di un amante, allora la scelta delle posizioni di partenza produrrà probabilmente una varietà di risultati.  Poiché non è vero che qualsiasi punto di partenza sia valido come un altro, dò per scontato che il film stesso abbia effettivamente un contenuto intenzionale che, sebbene infinitamente interpretabile, tenderà a illuminarsi dall’interno per il lettore attento.  Quindi, leggere un film come un testo è quasi perfettamente analogo all’interazione dialogica con un altro essere umano per cercare di capire i suoi stati interiori, in tutta la loro complessità e paradossi. Possiamo, infatti trattare i film quasi come se essi stessi fossero “un essere umano”.  Come un essere umano, i film possono essere interrogati direttamente, se ci si prende la briga di imparare la loro lingua, i loro logos. E proprio come alcuni “esseri” sono più coerenti e integrati internamente di altri, così anche alcuni film sono più o meno “desti” e in grado di rispondere in modo intelligente alla nostra investigazione.  Secondo la mia esperienza, se si intraprende un tale processo, si può avere la sensazione di essere guidati, dal film stesso, verso una maggiore coerenza e profondità.  Ciò è particolarmente vero nella mia esperienza per i tre film di Matrix attualmente in questione.

Poiché il luogo da cui si inizia un viaggio determina i potenziali percorsi che possono essere seguiti, è utile dichiarare subito il luogo di inizio.  La mia esperienza e interpretazione dei film di Matrix è direttamente influenzata dalla comprensione della scienza dello spirito, dell’antroposofia iniziata da Rudolf Steiner agli albori del XX secolo.  Mentre guardavo i film e meditavo tema dopo tema alla luce della scienza dello spirito, in molti casi sapevo che le intuizioni non sarebbero mai emerse se non in virtù di questo particolare “filtro” antroposofico.  Infatti, dopo aver visto Matrix Reloaded, il secondo film della trilogia, ho fatto previsioni esplicite sugli eventi nel terzo film, che ritenevo necessarie in base alla logica degli archetipi e dei temi che ho incontrato attraverso le mie intuizioni antroposofiche – e queste previsioni si sono tutte puntualmente avverate.  Non sono dell’opinione che queste intuizioni, alcune delle quali saranno discusse in questo articolo, siano esclusive della scienza dello spirito; questo è semplicemente il processo attraverso il quale ho elaborato le mie intuizioni.  Ciò che colpisce, tuttavia, è che la lettura antroposofica della trilogia di Matrix si traduca in larghissima parte in una rappresentazione chiara, fedele e coerente del contesto di background, di cui le immagini, le sequenze, i temi, i personaggi e gli elementi della trama sono manifestazioni.

In definitiva, il mio obiettivo in questo articolo è duplice: da una parte introdurre e mostrare come un contesto antroposofico possa aiutare a dare un senso al film in accordo con i metodi sopra menzionati, dall’altra cercare di illuminare alcuni aspetti della struttura interna, elementi tematici e così via, meritevoli di una contestualizzazione che ne espliciti, in particolare, il contenuto e il contesto spirituale. Il metodo impiegato e i suoi risultati diventeranno evidenti man mano che progrediamo, e il suo successo o fallimento sarà necessariamente giudicato da ogni individuo a seconda della situazione e delle capacità di ciascun lettore. 1


Alchimia

La domanda, ovviamente, è: cos’è Matrix? Sebbene la domanda sia stata posta da Neo nel primo film di Matrix, è precisamente la nostra domanda e, come ogni buona domanda, può essere affrontata a più livelli contemporaneamente. Storicamente, gli individui che lavoravano profondamente nelle tradizioni alchimistiche, erano continuamente chiamati ad espandere la loro vita animica in modo che le domande, poste attraverso un processo di esperimenti, potessero risuonare simultaneamente su più livelli.  La purificazione dei metalli vili in oro era più di una trasmutazione puramente fisica; era una traccia esterna o il simbolo di un processo di trasformazione interiore, che era necessario affinché gli esperimenti esterni dell’alchimista non solo avessero successo, ma fossero significativi.  Tali adepti hanno sintetizzato le varie fasi del processo alchemico in un modello archetipico, che potrebbe essere utilizzato come una sorta di dispositivo di decodificazione quando si ha a che fare con qualsiasi processo di trasformazione. Uno di questi modelli ha preso una formulazione basata sulle qualità sottili che si celano dietro le sostanze di Terra, Acqua, Aria e Fuoco.  Questo ‘ciclo elementale’ dalla Terra attraverso l’Acqua, l’Aria e il Fuoco verso una nuova Terra, fornisce un utile archetipo per comprendere i molteplici livelli ai quali la nostra domanda originale può essere affrontata.  Ciò che segue non è affatto esaustivo o esclusivo, ma è semplicemente un modo per contestualizzare alcuni possibili approcci alla domanda fondamentale, in modo che l’approccio particolare che adotto possa essere chiarito.

Terra:
Quali sono i fatti, le fondamenta, qual è il ruolo della Terra come punto di partenza, che si trovano nei film di Matrix?  A un primo livello sono scene di intrattenimento progettate da persone particolari per un pubblico particolare, piene di personaggi, eventi fantastici, effetti visivi e così via, esistono su bobine di film, dischi rigidi di computer e nei ricordi di molte persone.  A questo livello, si potrebbe esprimere una lista pressoché infinita di dettagli riguardanti i “fatti evidenti”. L’intero contenuto del film, che si esprime in “immagine e suono”, sono i fatti primari della Terra.  Ovviamente questo è solo un aspetto; ciò di cui abbiamo bisogno è un po’ d’acqua per mettere in moto la nostra Terra.

Acqua:
I film esistono anche come un processo che si svolge nel tempo, tempo interiore (fenomenologico) tempo materiale  (cronologia).  Un certo rapporto esiste tra diversi fatti del film – vale a dire il film non è semplicemente una sequenza di immagini e suoni, ma è anche una sequenza correlata di immagini e suoni.  Qui abbiamo l’effettivo slancio narrativo, che esiste di per sé solo in relazione ai singoli spettatori, portandoli, per così dire, lungo il fiume come Huck Finn lungo il Mississippi; lo spettatore non controlla la sequenza, ma è travolto dall’esperienza della sequenza.  A questo livello ci troviamo emotivamente trascinati in avanti, sia dentro che fuori di noi stessi, ma spesso senza comprensione o senza comprensione profonda.  Inoltre, i film stessi non sono creati ex nihilo, ma esistono all’interno di una varietà di contesti culturali e sociali, e sono essi stessi collegati a molti aspetti del mondo non esplicitamente contenuti nel contenuto palese dei film stessi.  Molti critici cinematografici si esprimono a livello di Acqua, valutando il flusso strutturale e la sua capacità o incapacità di tessere insieme un’esperienza utile per lo spettatore.  Se tuttavia l’aggiunta del flusso di correlazione ai fatti non si traduce in un insieme coerente, dobbiamo provare a interpretare i fatti alla luce di un livello superiore.

Aria:
La narrazione fluida può improvvisamente prendere una svolta inaspettata e nei film di Matrix questo tipo di evento è quasi un ritornello.  Quando ciò accade, veniamo sollevati fuori dall’acqua e chiamati a rivalutare le cose da una nuova prospettiva.  Sorgono domande che ci riempiono di pensieri, teorie e fantasie.  Gli elementi tematici acquosi, sviluppati attraverso sequenze di suoni e immagini, si rivelano improvvisamente come espressioni strutturate di idee più singolari e astratte. Spesso quella che sembrava essere una tendenza tematica si inverte, richiedendo una completa reinterpretazione di relazioni in precedenza non considerate, ad esempio nella scoperta che l’Oracolo è in realtà un programma.  A questo livello incontriamo temi astratti, idee filosofiche, giustapposizioni, paradossi, persino frammentazione.  I film di Matrix hanno trovato un seguito particolarmente forte negli adolescenti e nei giovani adulti proprio per la loro capacità acquosa di condurre gli spettatori in momenti di esperienza e di domande profonde che costringono a una rivalutazione radicale delle realtà assunte, che è esattamente il tipo di processo che è comunemente in corso in queste fasce d’età.  Questa qualità dell’aria ha anche fornito un terreno ricco per la discussione delle sottostanti idee sollevate nei film.  La maggior parte degli scritti e delle discussioni su Matrix è più concentrata in quest’arena, dove è facile precipitare e soffiare qualche foglia filosofica nell’atmosfera del pensiero astratto per una visione più semplice.  Tuttavia, se le cose non procedono oltre, nel regno del Fuoco, l’esperienza del film stesso, o la discussione di temi e idee correlati, può finire per dissociarsi dalla Terra fondamentale, lasciandoci un senso di vuoto.  Sebbene a questo livello compaiano spesso intuizioni profonde e vivificanti, queste possono allontanarsi dalla brezza del nostro pensiero, facendo evaporare la loro momentanea efficacia, regalandoci solo un secco guscio di realtà.

Fuoco:
Tutto deve passare attraverso il fuoco, e così facendo si collega la fine con l’inizio. Qui troviamo le connessioni interne, che lavorano dall’interno verso l’esterno, dal regno acquoso, trasformate in una forma più ampia di interconnessione, che opera dall’esterno verso l’interno.  A questo livello possiamo affrontare non solo tutti gli aspetti portati avanti nelle fasi precedenti, ma possiamo affrontarli attraverso un contesto più ampio, in cui le intuizioni acquisite diventano  significative.  Ora possiamo affrontare lo sviluppo complessivo del tutto, dai fatti originali ai modelli e al contesto più ampi, cioè possiamo guardare le cose in modo cosmologico.  Spesso i risultati a questo livello non sono semplicemente nuove informazioni, ma domande migliori.  In che modo le immagini, i temi e le idee del film si collegano a schemi di sviluppo più ampi e quali possono essere questi schemi? È possibile sperimentare l’incorporazione dei film all’interno di questi schemi in un modo che ci dia la sensazione di una connessione coerente e significativa?  In che modo i film esprimono la qualità del fuoco della trasformazione e trovano un modo per accelerare potenzialmente la trasformazione degli spettatori?

Poiché il ciclo alchemico degli elementi è di natura frattale ed è descrittivo essenzialmente di qualsiasi processo, è possibile applicarlo a qualsiasi livello del film: alle immagini stesse, allo sviluppo della trama, alle sue idee inebrianti e ai suoi significati sottilmente incorporati.  La trasformazione di ciascuno di questi elementi può essere tracciata individualmente con la lente archetipica del processo elementale; come le Matrioske russe, il processo consiste in nient’altro che se stesso di nuovo ad ogni livello superiore e inferiore.  In questo saggio mi muoverò implicitamente su e giù per questa scala frattale, prendendo in modo flessibile ciò che è necessario da ogni livello per tessere un’immagine d’insieme tesa a fornire un’illuminazione da un’angolazione in qualche modo unica.  Ma anche il fuoco non è la fine – perché dall’inferno arriva la cenere di una nuova Terra, una Terra che è stata trasformata (e che si trasformerà di nuovo).  Si spera che leggendo questo saggio tu, lettore, sarai guidato attraverso il tuo ciclo alchemico e, di conseguenza, ti ritroverai in una relazione completamente nuova con i film.  Se alla tua prossima visione della trilogia di Matrix avrai la sensazione di vederla di nuovo, allora sarò soddisfatto.


Vignette antroposofiche

Ora una dichiarazione sul fuoco: è mia opinione che i film di Matrix siano una delle rappresentazioni più accurate di un’immagine veramente contemporanea dei processi spirituali interiori che operano nell’evoluzione cosmica dell’umanità.  Questo punto di vista, ovviamente, non è in contrasto con nessuna delle altre possibili interpretazioni, ma piuttosto si aggiunge ad esse.  Per comprendere questa affermazione, sono necessarie alcune parole introduttive riguardo al suo background su scala più ampia; lo sfondo in questo caso sono alcune intuizioni offerte attraverso la scienza dello spirito antroposofica di Rudolf Steiner, che offre un quadro cosmico dell’evoluzione della coscienza su vasta scala.  Una breve panoramica di questo quadro, dipinto con ampie pennellate, al momento sarà sufficiente.  Ulteriori dettagli verranno introdotti se necessario.

Ora un momento d’aria.  Rivalutiamo la nostra prospettiva e immaginiamo quanto segue:

non siamo semplicemente esseri umani che hanno esperienze spirituali, ma esseri spirituali che hanno esperienze umane.

E una transizione in acqua: la cosa importante è l’evoluzione di questi esseri spirituali che per un certo periodo sono chiamati a sperimentare cosa vuol dire essere umani – un tempo che abbraccia molte vite e attraverso il quale ci troviamo connessi al più ampio contesto spirituale dell’evoluzione, non solo di altri esseri umani, ma anche degli esseri evolutivi di diverse configurazioni, inclusa la Terra stessa.

E la Terra è fondamentale: la ricerca spirituale di Steiner indica che oltre alla materia fisica del corpo umano, un’immagine dell’essere umano nel suo contesto spirituale più ampio deve includere aspetti superiori, come un corpo vitale (chiamato corpo eterico) , un corpo sensibile (chiamato corpo astrale), un Io individuale o “Io”, così come le trasformazioni superiori di questi corpi.

Il corpo fisico è ben compreso in quanto è l’unico dei quattro aspetti riconosciuti dalla scienza odierna, particolarmente adatto ad una comprensione a questo livello. Poiché l’umanità è consumata dalla coscienza del fisico, possiamo soltanto farne accenno per notare che se questo fosse tutto ciò che esiste, noi spiegheremmo solo l’aspetto minerale dell’umano – il cadavere stesso, che, privo delle forze formative del corpo eterico, è immediatamente soggetto a dissoluzione fisica, come nella morte.

Si può avere un quadro immediato delle forze motrici all’opera nel corpo eterico attraverso l’esperienza di cercare di trattenere il respiro: si raggiunge un punto in cui è impossibile mettere in atto il proprio intento cosciente di non respirare, sia per il fallimento della volontà cosciente, che attraverso l’espulsione forzata della coscienza conseguente dall’atto di non respirare: cioè lo svenimento.  In entrambi i casi, l’imperativo di continuare i processi vitali, come la respirazione, è attribuibile all’attività del corpo eterico. Tutti i processi di crescita e decadimento sono formati dalle forze che lavorano nel corpo eterico. Tuttavia, se questo fosse tutto ciò che costituisce l’essere umano, saremmo semplicemente piante.

Il corpo astrale è una parte superiore dell’essere umano che si traduce nella capacità di prendere qualcosa al di fuori di sé e rispecchiarlo internamente attraverso il processo della sensazione.  Il corpo astrale forma la nostra vita sensoriale attraverso l’attività dei nostri organi sensoriali e ci dà la capacità di rispondere.  In particolare, possiamo vedere la risposta fondamentale nella polarità di avvicinarsi o allontanarsi dal contenuto di qualsiasi sensazione, uguale per noi come per la più piccola ameba.  Questa capacità di simpatia e antipatia come esperienze interiori ci distingue dalle piante, ma se questa fosse la fine della storia saremmo essenzialmente animali.

La realtà dell’ “Io” o Ego (“E” maiuscola) dell’umano è un’esperienza così vicina a noi che viene a malapena notata, ma possiamo approfondirla e conoscerla meglio attraverso l’atto di meditazione su tutto ciò che non ci è dato come esperienza attraverso la nostra vita sensoriale, come i nostri pensieri, le nostre emozioni o il nostro  contenuto, si tratta del processo del pensiero stesso.  Questo va distinto da quello che si potrebbe chiamare l'”ego inferiore” (“e” minuscola), che ho trattato in vari modi dal punto di vista dalle diverse psicologie.  L'”io” è l’essere spirituale che “risuona” attraverso la maschera dell’ego inferiore, espresso come persona.  L’antroposofia fornisce un background con il quale si può imparare a tracciare lo sviluppo di ciascuno di questi aspetti fondamentali dell’essere umano, sia all’interno di se stesso nella vita, che tra le vite, sia individualmente che collettivamente.

Ma gli esseri umani non sono gli unici esseri nell’universo: questa non è un’intuizione specifica dell’antroposofia.  Esistono intorno all’umanità a vari livelli altri esseri spirituali, tutti coinvolti in un processo di evoluzione cosmica, che hanno relazioni con gli umani. Possiamo semplificare eccessivamente la relazione tra l’umanità e altri esseri, che possiamo chiamare angeli, arcangeli e così via, seguendo il neoplatonico Dionigi, lo pseudo-areopagita del V secolo, dicendo che lavorano progressivamente o regressivamente con noi.  In particolare, dobbiamo identificare tre esseri che svolgono un ruolo di primo piano nella vita interiore dell’umanità moderna – e in Matrix.

Possiamo parlare dell’eccessiva attività del primo essere come causa della tendenza negli esseri umani all’espansione, all’inflazione, all’egoismo, alla sensualità, alla passione e alla spiritualità infondata; questo porta all’idea che siamo dei.  Il secondo essere rappresenta le tendenze alla contrazione, alla riduzione, alla scissione, al materialismo, all’eccessiva intellettualizzazione, alla menzogna e alla negazione delle realtà spirituali; questo porta all’idea che siamo solo esseri materiali.   Entrambi questi esseri svolgono anche un ruolo utile e sono infatti indispensabili per la vita umana, poiché il primo ci risveglia alla nostra libertà, mentre il secondo ci aiuta a fornirci la capacità di parola e di pensiero.  Il primo essere può essere chiamato Lucifero, per essere distinto dal secondo essere, che possiamo chiamare Arimane, questi due esseri formano una polarità di opposti attraverso la quale l’umanità deve farsi strada, trovando il suo equilibrio contro l’uno e contro l’altro, per non cadere negli errori di nessuno dei due.

Questo è precisamente il percorso allegorizzato da Neo nella trilogia di Matrix – un percorso fondato sul terzo essere, il Cristo 2.  Si può vedere nella scultura in legno mozzafiato di Steiner “Rappresentante dell’Umanità”, una rappresentazione di questo essere del Cristo che cammina ardentemente in avanti, le braccia tese tra le forze opposte di Lucifero in alto e Arimane in basso.


I nomi di Neo

All’inizio del primo film di Matrix, troviamo Neo addormentato alla sua scrivania, circondato da schermi di computer lampeggianti, le cuffie che bloccano la sua capacità di ascoltare.  Questa è un’immagine della situazione iniziale di tutti noi: addormentati in mezzo ai contenuti e ai processi frammentati del nostro inconscio, la nostra coscienza offuscata, localizzata, ma alla ricerca di significato.  Eppure la chiamata arriva sempre:

“Svegliati, Neo”.

Questa è la chiamata, il bussare alla nostra porta interna, tesa a riconoscere che ciò per cui siamo qui è la trasformazione – una trasformazione di noi stessi, che è allo stesso tempo una trasformazione del mondo.  Neo, dal greco neos che significa “nuovo”, è l’archetipo di questa trascendenza, del superamento del proprio sé onirico, della penetrazione attraverso la propria persona alla scoperta del processo dell’Io in via di sviluppo nel suo contesto cosmico.  Neo è quindi il suo vero nome, il suo segreto nome esoterico, il nome con il quale è chiamato a risvegliarsi; è questo nome che è l’essenza del suo sé potenziale, che è la sua funzione.

Ma, proprio come quando si cammina in un labirinto siamo condotti quasi immediatamente al cerchio più internoo, solo per essere allontanati su un sentiero lungo e tortuoso prima di raggiungere effettivamente il santuario più interno, così anche questo inizio è solo un’indicazione, perché in realtà Neo ha altri due nomi, Thomas A. Anderson e “The One” [NDT: l’Uno, nel film italiani “l’Eletto”] – in ognuno dei quali deve identificarsi e poi trascendere, per diventare finalmente Neo.  Ciò rispecchia un principio spirituale che è espresso tradizionalmente nei riti di passaggio, al termine dei quali viene dato un nuovo nome all’iniziato, che esprima in modo più veritiero la natura del suo essere, mentre si fa strada attraverso un processo di trasformazione.

L’agente Smith dice al signor Anderson durante il suo interrogatorio nel primo film: “Sembra che tu abbia due vite … una di queste vite ha un futuro, l’altra no”.  Thomas A. Anderson è la persona di Neo, un’espressione esteriore dell’identità, ed è un nome falso nella misura in cui esiste attraverso il gioco e la manifestazione di forze inconsce.  L’intero primo film di Matrix è in realtà una rappresentazione della lotta per l’auto-trascendenza di Thomas Anderson nell’Uno [the One/l’Eletto].

Thomas, in ebraico, significa “gemello”.
Antroposoficamente, possiamo parlare della nascita di un secondo essere dentro di noi, un essere non vincolato dall’inconscio come lo troviamo oggi, ma che partecipa attivamente e consapevolmente alla propria auto-creazione.  Anderson, dalla radice greca andras, “uomo”, si traduce come “il figlio dell’uomo”, ma questa è in realtà la frase esoterica usata nella Bibbia per indicare l’essere del Cristo.  Quando Neo entra per la prima volta nella nave Nabucodonosor, vediamo una targa su cui è inciso “Mark III. N. 11 “, se guardiamo al Vangelo di Marco 3, 11 leggiamo: “Ogni volta che gli spiriti immondi lo vedevano, gli si gettavano davanti e gridavano: “Tu sei il Figlio di Dio!”, e anche il Figlio dell’uomo è Figlio di Dio.  In Matrix, questo serve per riferirsi alla nascita del secondo essere dentro di noi, modellato sull’essere del Cristo – un “figlio” potenzialmente disponibile per tutti gli esseri umani.

Tommaso, come uno dei dodici apostoli, aveva la particolare caratteristica di dubitare della trasformazione dell’essere del Cristo attraverso la morte, finché non vide realmente le sue ferite con i suoi stessi occhi.  Questa è precisamente la situazione in cui si trova Anderson alla fine del primo film, quando viene colpito dall’agente Smith: ha dubitato della propria natura per l’intero film, pensando di non essere l’Uno/l’Eletto, fino a quando non guarda giù e osserva le proprie ferite e vede il sangue della sua vecchia vita defluire.  Così, Thomas Anderson attraversa una soglia spirituale, morendo come il signor Anderson e risvegliandosi come l’Uno.

Durante il secondo film, Matrix Reloaded, Neo arriva a identificarsi come l’Uno e assume completamente questo nuovo ruolo.  Ma questa non è la sua vera identità; infatti, l’intuizione antroposofica ci aiuta a determinare esattamente quali modelli sono espressi in questa nuova incarnazione del signor Anderson.  È facile notare che “One” è un anagramma di “Neo”; tuttavia il significato di ciò generalmente non è compreso.  Thomas Anderson sta per diventare Neo.  Guardando metaforicamente le lettere del suo nome, possiamo vedere che alla fine del primo film getta via tutto ciò che sembra trattenerlo, e rimane con le tre lettere che in seguito formeranno il suo vero nome – ma le lettere sono disposti in una forma intermedia, “Uno”. Perché?  Perché Thomas Anderson non può semplicemente trasformarsi direttamente in Neo?

L’intuizione antroposofica porta a un’immagine dello sviluppo dell’essere umano che al momento è molto legato alla trasformazione e integrazione delle influenze degli esseri che abbiamo precedentemente chiamato luciferici.  La sensazione di Neo di essere l’Uno è precisamente il tipo di sensazione che si verifica quando le tendenze luciferiche lavorano troppo fortemente nel corpo astrale.  In altre parole, essere l’Uno è una sorta di confusione che risulta da un’incomprensione della propria vera natura a causa di un processo di inflazione.

Questa prima liberazione porta Thomas Anderson in un mondo completamente nuovo in cui possiede vista spirituale e potere spirituale.  Può “vedere” il codice di Matrix, i suoi modelli e archetipi sottostanti, e questa vista gli consente di trasformare volontariamente aspetti di Matrix.  Colloquialmente possiamo dire in un momento di autoesaltazione, “I’m the Man” [sono io l’Uomo], dove Thomas Anderson dice “I’m the One” [sono io l’Uno, l’Eletto].  Il suo potere ritrovato porta il suo ego inferiore a credere di aver trovato ciò che cerca e aggrega a sé tutto il potere e la visione che può.  Tuttavia, come le tradizioni buddiste Mahayana hanno chiaramente sottolineato, tale fine è in definitiva un sogno, poiché nella misura in cui un essere cerca il potere per se stesso, sarà intrappolato da quel potere stesso e subirà i suoi effetti karmici come qualsiasi essere inferiore.  Quindi il punto non è diventare un dio, arrivare finalmente al luogo del più grande potere spirituale e della massima intuizione, ma piuttosto è diventare continuamente nuovi, non lasciarsi ingannare dal fatto che si sia terminato il processo di evoluzione.  Questo è il motivo per cui il nome di Neo è così potente: esprime la funzione più profonda dell’essere stesso.

Nell’incontro di Neo con l’Architetto (di cui parleremo abbastanza presto), scopriamo che Neo è in realtà la sesta “versione” dell’Uno/l’Eletto.  Qui vediamo chiaramente che l’Uno è una categoria che descrive una funzione e uno stato dell’essere, proprio come potremmo chiamare qualcuno un falegname.  L’Uno è fondamentalmente un ruolo che Neo ricopre, fino al suo incontro con l’Architetto e al momento in cui sceglie la porta che riconduce in Matrix: qui è quando il suo ruolo di Uno/Eletto muore e si trasforma in Neo.  In questo momento si esprime l’ultima tentazione luciferica e la sua trasformazione.  Neo potrebbe apparentemente essere il salvatore dell’umanità a questo punto, ma solo in un senso inferiore, “reinserendo il programma principale” come lo definisce l’Architetto.
Invece, Neo fa qualcosa di veramente nuovo: attraverso l’interesse personale per un individuo, un altro essere, Trinity, (che vedremo in seguito come l’espressione del sentimento ), Neo ritorna non nel mondo reale, ma in Matrix, nel mondo dell’illusione, dove resuscita Trinity mettendo letteralmente una mano curativa sul suo cuore.

In questa scena, Neo esprime l’archetipo dell’opera dell’essere del Cristo.  Qualcosa di veramente nuovo è entrato in Matrix, dopo cinque precedenti manifestazioni del ruolo dell’Uno, simile al modo in cui l’essere del Cristo, come manifestato nel racconto del Nuovo Testamento, ha seguito i cinque libri precedenti della Torah, il Pentateuco, i “cinque contenitori”.  La scienza dello spirito rivela che l’essere del Cristo è in un certo senso particolarmente attivo tra gli esseri umani, nelle loro relazioni reciproche.  In altre parole, l’opera dell’essere del Cristo non avviene tramite una benedizione teorica di tutta l’umanità in generale, ma piuttosto attraverso la trasformazione degli individui, in relazione gli uni agli altri.  La scelta di Neo rispecchia accuratamente questo principio esoterico.

 

Come sappiamo che le cose sono diverse prima e dopo ogni trasformazione? Possiamo vederlo chiaramente in tre punti specifici.  La prima trasformazione si consolida nel momento in cui Thomas Anderson, trasformato in The One, riesce a fermare, con il gesto della mano, i proiettili degli Agenti alla fine del primo film, soprattutto perché ha acquisito conoscenza della sua nuova identità.
La seconda trasformazione è resa chiara quando Neo manifesta la capacità di salvare Trinity, rianimando il cuore di Trinity con la sua stessa mano nel secondo film.
Qui, l’Uno, attraverso una trasformazione e incorporazione del sentimento nella sua vita (maggiori dettagli su questo più sotto), diventa Neo, ma un Neo all’inizio del suo viaggio.  Questa trasformazione fa eco “all’esterno” (nel mondo reale) quando alla fine del secondo film la “trinità” di Morpheus, Trinity e Neo, scappa dalle Sentinelle e Neo afferma:

“Qualcosa è diverso. Le posso sentire .”

In questo momento Neo ha veramente fatto il passo successivo verso la cerchia ristretta degli iniziati; ha la capacità di manifestare i suoi poteri nel mondo reale  allungando la mano per mandare in cortocircuito le Sentinelle, un potere che in precedenza era stato limitato al mondo di Matrix.  Neo si è, a questo punto, completamente “incarnato” nel suo nuovo nome.  Così, Neo è finalmente Neo per il terzo film, Matrix Revolutions.
Eppure anche questa non è la fine del processo, ma prima che la fase successiva possa essere compresa, dobbiamo affrontare di nuovo le cose da una diversa angolazione.

Pensiero, sentimento e volontà

Con solo pochi momenti di riflessione, possiamo arrivare a intuizioni molto profonde sulla natura dell’essere umano.
All’inizio posso, e possiamo tutti, essere consapevoli che un aspetto importante della mia esperienza è costituito da tutto ciò che appare nella mia anima come pensiero.  Questa è la capacità di poter sperimentare me stesso in relazione al mondo, attraverso i pensieri prodotti da questa capacità.  Il mio pensiero è, per così dire, separato dagli oggetti del mio pensiero, e questo mi fornisce la capacità di essere più o meno obiettivo.  Posso entrare nel mondo oggettivamente con il mio pensiero. In questo regno sono completamente sveglio.  Attualmente, gli esseri umani sono configurati in modo tale da avere la massima consapevolezza e controllo nel regno del pensiero, un’esperienza che posso avere direttamente e facilmente.  Posso cambiare i miei pensieri con relativa facilità e consapevolezza.  Posso pensare il pensiero come l’oggettivazione principale 3 dell ‘“io”, il pensiero è correlato fisiologicamente al cervello, agli organi di senso e al sistema nervoso in generale.

Tuttavia posso anche sperimentare la mia relazione con il mondo attraverso la capacità del sentire, verso il cui oggetto mi trovo invariabilmente o attratto, o per cui provo repulsione.   Questa capacità mi fornisce un modo molto più pieno di sentimento, è un modo più ricco per relazionarmi con il mondo e con me stesso, poiché generalmente non si prosciuga per l’oggettivazione del pensiero, ma rimane inizialmente soggettivo.  In questo regno gli esseri umani sono più o meno in uno stato di sogno.  Nel mondo dei sentimenti, il nostro Io sta principalmente sognando ed è molto difficile ottenere il controllo del sentimento; piuttosto abbiamo l’esperienza che i sentimenti “sgorghino” dal basso, da un luogo in cui la nostra coscienza ha solo un accesso debole, e ci troviamo spesso relativamente incapaci di cambiare la direzione dei nostri sentimenti.  La sensazione può essere pensata come 4 principio dell’io, ed è correlata all’attività che trova la sua espressione fisica nel sistema ritmico, principalmente i polmoni e il cuore.

Infine posso avere una consapevolezza molto fioca di un altro livello di relazione, molto più sottile, quello del volere.  Le intenzioni, che hanno luogo principalmente nel regno del pensiero, sono solo pallide imitazioni del potere profondo della volontà, quasi nel modo in cui a una fotografia piatta manca un’intera dimensione della sua realtà associata, che ricostruiamo in un’intenzione.  Gli esseri umani sono per la maggior parte  addormentati nella volontà e hanno solo il minimo indizio del suo vero funzionamento.  Abbiamo pochissime capacità di cambiare la nostra volontà, ma questa capacità di azione creativa è in un certo senso la natura fondamentale dell’essere umano e può essere considerata come 5principio dell’io attivo.  La volontà si trova fisiologicamente nell’attività alla base di tutto il metabolismo umano che si svolge principalmente sotto il diaframma, così come negli arti.

Possiamo vedere inoltre che queste tre capacità dell’Io sono strettamente correlate ai diversi corpi precedentemente menzionati.  L’attività del pensiero può essere correlata al corpo astrale, l’attività del sentimento al corpo eterico e l’attività del volere al corpo fisico.  Dove entra in gioco tutto questo nei film?  Dobbiamo prima ricordare che ciò con cui abbiamo a che fare è un’immagine frattale dell’evoluzione cosmica, che si svolge su più livelli simultaneamente, ma secondo modelli spirituali reali che sono comprensibili con il giusto background.

In particolare possiamo vedere che il carattere di Morpheus è rappresentativo della capacità di pensare.  Il suo nome si riferisce al dio greco dei sogni, quindi si potrebbe pensare che dovrebbe essere associato alla vita sentimentale e al corpo eterico, ma vedremo che questo nome contiene anche altri significati.  Morpheus è l’unico personaggio umano della trilogia che è più cosciente nella vita pensante.  È un leader lungimirante, un pianificatore e un datore di ordini, il capitano della nave, proprio come lo è la nostra consapevolezza del risveglio nella vita di tutti i giorni.  Ma proprio come la nostra coscienza del risveglio, dominata dal nostro pensiero, non è la nostra coscienza più alta possibile, ma è in realtà una coscienza di “sogno” – nel senso che pensiamo di essere quelli che guidano la nave quando in realtà abbiamo poca o nessuna conoscenza o esperienza del nostro vero sé, il nostro testimone o “io” – così anche la realtà di Morpheus è alla fine una falsità progettata per “facilitare lo scopo dell’Uno”, come dice l’Architetto.  La nave di Morfeo, la Nabucodonosor, si riferisce al re babilonese che aveva sogni sconcertanti che dovevano essere interpretati.  Il problema di Morpheus, come vita pensante, è l’impossibilità di riprendere in modo sano il processo di questa interpretazione attraverso la sola capacità di pensare.
Alla fine di Reloaded, Morpheus dice

“Ho fatto un sogno stupendo.  Ora il sogno si è allontanato da me.”

Morpheus deve trascendere la sua stessa natura: deve scoprire una verità al di là di ciò che gli è stato dato attraverso il suo pensiero e immergersi nelle acque dell’ignoto radicale.   L’unica via d’uscita risiede nel percorso di trascendenza e integrazione del pensiero, del sentimento e della volontà intrapreso per conto di tutti loro da Neo.

Quindi Morpheus, il dio dei sogni, è rappresentativo della nostra normale vita quotidiana che crediamo sia reale, ma in realtà è un sogno: Matrix è un’illusione, un costrutto mentale.  Come Morpheus alla fine di Reloaded, la nostra convinzione in una percezione indiscussa e non critica (come la fede di Morpheus nell’Oracolo) del mondo, rispetto alla sua presunta realtà, deve essere trascesa attraverso un innalzamento della coscienza al successivo livello.  Questo processo è quello esemplificato dalla lotta di Neo in particolare nel primo film.

In Morpheus, ci viene anche presentato un quadro di ciò che accade quando la vita pensante prende il sopravvento sul sentimento e sulla volontà: viene colpito alla gamba.  La nostra vita volontaria è fondamentalmente attiva nelle nostre membra; le nostre gambe ci portano avanti secondo la nostra volontà, mentre le nostre braccia e le nostre mani ci permettono di compiere azioni una volta arrivati.  Nel primo film, l’agente Smith è alla ricerca di qualcosa di specifico nella mente di Morpheus: il codice sorgente che permetterebbe loro di accedere a Zion.  Le braccia e le gambe di Morfeo sono state ammanettate, come espressione dell’asservimento della sua volontà alla sua vita pensante.  Morpheus è essenzialmente accecato dai propri pensieri e presta una fede cieca e letterale a qualsiasi dichiarazione dell’Oracolo.  Questo tipo di asservimento della volontà del pensare al sogno, come ogni fondamentalismo, prevede imprese estreme di volontà e ostinazione.  In questo caso Morpheus è in grado di rompere con la forza i suoi legacci per scappare, sebbene porti il ​​segno di una volontà zoppa e non integrata quando viene colpito alla gamba.

Trinity segue la convinzione di Morpheus, non perché abbia un senso intellettuale, ma perché sente in modo giusto.  Lei stessa è principalmente dominata dalla vita del sentimento, in particolare in relazione a Neo.  Anche lei ha una fede profonda nell’Oracolo, seguendo l’esempio di Morfeo.  Ma lei rappresenta i problemi e le virtù del sentimento: all’inizio del primo film è in fuga da un agente, e dopo essersi tuffata attraverso una finestra e essere rotolata giù dalle scale è bloccata dalla paura, lo sguardo diretto alla finestra aperta attraverso la quale immaginiamo che un agente appaia in qualsiasi momento.  La sua vita sentimentale (paura) vince la sua vita del volere al punto che deve dire consapevolmente ad alta voce a se stessa

“Alzati Trinity. ALZATI!”

per attivare la sua volontà.  In Reloaded, Trinity sacrifica se stessa e persino la sua promessa al suo amato Neo di non entrare nella Matrix, per cercare di salvare l’intera operazione, e quindi l’umanità.

Neo stesso è il più inconscio di tutti i personaggi, in particolare fino alla fine del primo film di Matrix.  Non mostra alcun pensiero complesso (infatti sembra intellettualmente sopraffatto dalla spiegazione di Morpheus dell’irrealtà della matrix, che risponde con un’azione, cioè il vomito), e la sua vita sentimentale è, inizialmente, abbastanza mediocre.  L’unica cosa che ha in effetti sembra essere la sua capacità di prendere a calci in culo quando è necessario, almeno fino alla sua seconda trasformazione. È un’immagine di ciò che è più inconscio nell’uomo e di ciò che ha il maggior potenziale: la volontà.

L’intera trilogia è una registrazione del processo di trasformazione e integrazione di questi tre aspetti, il pensiero, il sentimento e la volontà.
Il processo stesso è effettivamente gestito dalla volontà stessa, dall’espressione propria dell’io in quanto attività; cioè Neo.  La volontà è precisamente ciò che fornisce l’impulso a trascendere e integrare, nell’ordine: il pensiero, il sentimento, fino allo stesso volere (sacrificio).  Quindi, Neo deve subire queste fasi e, mentre lo fa, acquisisce le capacità associate di

…immaginazione, ispirazione e intuizione

Antroposoficamente, l’essere umano deve affrontare e trasformare le capacità date e e non consapevoli di pensare, sentire e volere, come parte del suo progresso spirituale.  All’inizio il nostro pensiero è selvaggio, incontrollabile, fantastico e soggetto a tutte le forze inferiori dell’inconscio.  Con una formazione adeguata, il pensiero può essere messo in ordine, per esempio attraverso l’esercizio di varie attività come ad esempio la meditazione.

Per la maggior parte degli esseri umani, la trasformazione e l’armonizzazione di queste tre capacità avviene de facto, cioè principalmente attraverso forze inconsce (attraverso le quali lavorano sia gli esseri spirituali progressivi che quelli regressivi).  In altre parole, non serve che uno debba diventare un meditante affinché avvenga questa trasformazione.  Per fortuna le cose sono state strutturate in modo tale che il processo stesso di vivere la vita possa portarci avanti.  Per queste persone è sufficiente essere “normali” e non c’è giudizio associato a questo.

Allo stesso tempo, tuttavia, una certa parte dell’umanità si trova interessata al processo di auto-trasformazione in modo più diretto e consapevole.  Se si prende sul serio questo processo, si comincia ad assumersi la responsabilità del proprio sviluppo; questo è il processo per diventare un iniziato.

Nel primo film di Matrix, questo è precisamente il passo che Neo (nei panni di Thomas Anderson) compie quando risponde alla chiamata al risveglio, che si compie in un atto di volontà ancora inconscio nel momento in cui Morpheus gli presenta una scelta tra la pillola rossa e la pillola blu.

 

La pillola rossa rappresenta in parte il percorso luciferico della vera conoscenza, il desiderio di trascendenza e di andare oltre nel mondo spirituale. 
La pillola blu, d’altra parte, la possiamo immaginare come contenesse l’acqua del fiume Lete, che ci fa dimenticare la ricerca della verità, in modo che la verità possa essere sostituita con la menzogna arimanica, che è la matrix stessa.  

Inutile dire che Neo non ha idea di dove si sta cacciando, ma ha un’intuizione (associata alla vita della volontà espressa in Neo) che questo sia l’unico percorso che gli riserva un futuro.  Tutti noi che assumiamo un impegno simile siamo in questa posizione di dover rinunciare a tutto ciò che pensavamo di conoscere per quello che potrebbe essere definito l’ignoto radicale, e abbiamo solo la nostra intenzione, il guscio della nostra volontà, a tenerci sul percorso, mentre il nostro mondo si sbriciola intorno a noi.  Neo esprime la sua connessione proprio a questo aspetto della condizione umana quando Morpheus gli chiede prima di offrirgli le pillole:

“Credi nel destino, Neo?” La risposta di Neo, “No, perché non mi piace l’idea di non poter gestire la mia vita”

colpisce nel segno, mostra che è un essere che sta muovendo i primi passi verso la responsabilità dello sviluppo personale.  Questo desiderio di autodeterminazione è la forza trainante alla base della scelta di fare il passo successivo.

Quando Neo viene portato fuori da Matrix, viene avvolto come da una sostanza fluida rispecchiante.  Questa è un’espressione diretta del modo in cui, quando intraprendiamo consapevolmente il processo di auto-trasformazione, tutto ciò che sembrava essere “reale”in particolare il nostro sé, è visto come una superficie in trasformazione senza altro contenuto che qualcosa di altro.  Diventiamo un riflesso del mondo che ci circonda e iniziamo a vedere quanto del nostro “sé” sia in realtà il prodotto di ciò che non sono io.
Questo è il processo di decostruzione necessario per qualsiasi iniziato – la consapevolezza che non siamo ciò che pensavamo di essere – e di solito si verifica prima che ci venga data una realizzazione positiva del nostro vero sé, in modo da lasciar andare veramente la nostra vecchia persona.

Così Neo viene portato fuori con la forza da Matrix e si ritrova a nascere di nuovo da un altro tipo di utero 6 – cioè una bizzarra combinazione di morti liquefatti e di sistemi di input-output meccanici, progettati per controllare il corpo umano.  Neo stesso è come un neonato; non ha mai usato i muscoli o gli occhi, ed è relativamente informe, come un foglio bianco.
Questa è una buona analogia per la sensazione che si verifica quando il neofita compie i primi passi sul sentiero.  
Il processo di risveglio implica necessariamente una realizzazione  disordinata, non una realizzazione pensata , una realizzazione sperimentata direttamente. Ci rendiamo conto che ciò che è stato il nostro ambiente e la nostra fonte inconscia di energia fino a quel momento era costituito da strutture morte, ereditate da vite passate.  Ci troviamo a nuotare nei detriti di abitudini e schemi defunti, che ci ricoprono e si attaccano a noi come melma.  Questa esperienza è immediatamente seguita da un’altra realizzazione: che la maggior parte dell’umanità è ancora addormentata, in uno stato di torpore interiore, inconsapevole del “mondo reale”, anzi, la loro volontà di rimanere inconsapevoli della propria condizione, fornisce ad altri esseri ampie opportunità di predare le loro energie, che sono incontrollate e inconsce, e che vengono quindi cedute facilmente.  Inutile dire che questo percorso è difficile, con molte dure realizzazioni che spesso possono iniziare con la disperazione.  Alchemicamente, questo è il processo della calcinazione, il bruciare tutto ciò che non serve alla futura trasformazione.

Il primo film di Matrix parla dell’accettazione da parte di Neo di questo percorso di trasformazione, culminato nel suo effettivo risveglio alla fine del film attraverso la sua morte come Thomas Anderson.  Neo si sveglia come l’Uno/l’Eletto, e questo risveglio è la sua illuminazione, il riconoscimento di una situazione cosmica superiore e del proprio posto al suo interno, non solo intellettualmente – come nel caso di Morpheus che diceva a Neo che tutta la sua vita era un sogno – ma nella realtà.
Antroposoficamente, questa è la trasformazione del pensiero, un processo che si traduce in una nuova capacità, chiamata Immaginazione.  Da non confondere con la fantasia, l’immaginazione è una capacità di vedere più in alto nel mondo spirituale, è un vedere non limitato alla vita fantastica (l’illusione di Matrix), ma è ciò che ci mette in contatto con qualcosa di reale.  Quindi vediamo che c’è un duplice aspetto in questa trasformazione, innanzitutto è un risveglio intellettuale (alla realtà di Matrix come un sogno) e in secondo luogo è la trasformazione di quel pensiero intellettuale in un’esperienza reale di conoscenza immaginativa, che è un’espressione della differenza tra la conoscenza e la saggezza.

Dopo aver preso la pillola rossa (la pillola di Lucifero, della conoscenza del mondo spirituale), Neo subisce un processo di intenso allenamento.  I suoi occhi sono chiusi e, come un meditante, è coinvolto nella trasformazione del suo pensiero.  Sebbene sappia intellettualmente, astrattamente, che Matrix non è ciò che sembra, deve sublimare questa comprensione attraverso una vera trasformazione della sua vita pensante.  Ciò si verifica in modo particolarmente chiaro, nel programma di allenamento di arti marziali con Morpheus, dove Neo viene ammonito a rendersi conto che non è ciò che pensa, ma ciò che sa, di cui è convinto, che fa la differenza.  Questo si verifica ad esempio nella domanda di Morfeo “Pensi che sia aria quella che stai respirando?” a un Neo senza fiato, e poi nella sua spinta a far capire a Neo che è “Più veloce di così [di quello che pensa]”.  Anche lo stesso Neo, inserito nel “programma di salto”, ripete a se stesso il ritornello “Sgombro la mente”.

L’addestramento del pensiero di Neo si traduce in ultima analisi nella sua nuova capacità di vedere la vera natura di Matrix stessa, di vedere la realtà spirituale dietro le immagini, cioè il codice di Matrix. 
Il pensiero, come accennato in precedenza, è associato al corpo astrale, e la trasformazione di questo si traduce in un corpo astrale purificato che ci permette di essere coscienti a un livello più alto, nel livello della visione spirituale che è l’immaginazione.  Trasformando il suo pensiero, Neo ha acquisito la capacità di essere sveglio nel mondo del sogno.  Questa è la vera trascendenza dell’intelletto: una vera conoscenza che penetra sotto la superficie dell’immagine, per rivelare il suo archetipo spirituale interiore.  Neo ora ha la capacità di vivere in modo immaginativo nel mondo delle immagini: il mondo di Matrix.  In altre parole, attraverso questa capacità, le forme statiche e le leggi del mondo dell’immagine diventano mutevoli, perché sono viste come immagini – si  entra in contatto con l’archetipo superiore dietro le immagini, che sono fatte per servire l’umanità piuttosto che viceversa – quindi si ottengono strani poteri simili a quelli degli Yogi, come correre sui muri, fare salti impossibili, ecc.  Questa trasformazione è anche ciò che era richiesto a Neo per lavorare in un modo cosmicamente specifico con l’Agente Smith, un argomento discusso più avanti in questo saggio.  Possiamo vedere questa necessità iniziare con la trasformazione della capacità di pensiero giocata simbolicamente nella decisione di Neo di rientrare nella matrix per salvare Morpheus, rappresentante del pensiero.

Il film intero si riferisce in realtà al dilemma del corpo astrale, al corpo del desiderio e dei suoi appetiti, all’addestramento e alla trascendenza del pensiero, al superamento di queste tendenze verso l’illuminazione. 
Psicologicamente, Neo ha dovuto cambiare il modo in cui pensava se stesso.  Ha dovuto accettare la sua apparente identità di persona media per trascenderla – cosa che può essere fatta solo affrontando in piena realtà la possibilità che fosse solo una persona media.  Se Neo avesse cercato di eludere o negare la persona / maschera di una persona media, non l’avrebbe mai affrontata veramente, e quindi non avrebbe potuto scoprirne il significato e il suo destino oltre e attraverso di essa.  Egli doveva morire come una persona media per vivere attraverso la completa, piena realtà di essere una persona media, così da poterla trascendere per diventare qualcosa di “nuovo”.  Questo è l’aspetto inferiore.  L’aspetto superiore della stessa cosa è che Neo, sotto l’influenza arimanica della matrix, crede di NON essere l’Uno.  Ciò avviene attraverso il sottile lavoro di Arimane, il cui tentativo di impedire all’umanità di realizzare il suo vero potenziale spirituale, utilizza la paura per schiacciare la possibilità di intrattenere l’idea che possiamo entrare nel mondo spirituale come esseri spirituali.  Ma ovviamente questo gli si ritorce contro perché come archetipo dello sviluppo umano, Neo considera il suo non credere in se stesso come l’Uno (la sua natura di Thomas al lavoro) come un gesto creativo inaspettato che non può essere previsto dall’architetto, e lo usa per iniziare il processo di  diventare effettivamente  l’Uno.
Bisogna rinunciare alla propria IDEA di se stessi trattenuta nel pensiero, per diventare chi si è veramente.
Perché?  Perché SIAMO il processo del divenire, non ciò che siamo già (diventati).  Lasciando andare l’idea di poter essere l’Uno, Neo si è liberato da un legame astrale (forgiato dalla polarità della paura arimanica e del desiderio luciferico in una sorta di doppio sforzo di squadra) che impediva al suo Io di impegnarsi con il processo del suo potenziale destino , permettendogli così la libertà di scoprire e creare se stesso come l’Uno/l’Eletto.  Siamo letteralmente vincolati nella nostra vita animica dalle nostre idee, perché sono fisse.  In altre parole, Neo ha potuto diventare l’Uno perché ha trasceso l’idea di poter essere l’Uno – lavorando attraverso i legami astrali che collegavano il suo Io al concetto – quindi il suo Io si è trovato libero di scegliere … per incontrare il suo karma.

Vediamo un segno della trasformazione del pensiero di Neo nel personaggio di Cypher-Giuda.
Dovrebbe essere chiaro a questo punto che essenzialmente ogni personaggio nei film ha un significato più alto che si riferisce ad un piano cosmico.  Sarebbe poco pratico esprimere ogni dettaglio di questa corrispondenza per ogni personaggio, ma può essere utile dare una prospettiva più approfondita nel caso di Cypher in modo che venga mostrato come i dettagli del film stesso confermano il contesto cosmico .

Una parentesi: Cypher

Il nome Cypher [NDT: letteralmente “cifra”, “cifrario”], come tutti i nomi dei personaggi in Matrix, ha molteplici significati.  Matematicamente la parola è usata per denotare “non avere quantità o grandezza”; “zero”.  Cypher è un uomo che si sente un uomo senza valore o importanza: teme di essere uno zero.  È frustrato dal dover continuamente prendere ordini da Morpheus.  Questi sentimenti sono il risultato delle forze di Arimane, della costrizione e contrazione nell’assenza di significato dell’individuo, il suo scollamento nel nulla di importante.  Allo stesso tempo un cifrario è un metodo di scrittura segreto formato da un codice simbolico, che è la funzione di Cypher sulla nave “Logos”: decifrare il codice di Matrix.  Questo aspetto del suo carattere incarna una certa dose di segretezza, di nascondersi alla vista degli altri.  Poiché all’inizio Cypher cade preda di una tendenza arimanica all’autosvalutazione, si prepara a una caduta luciferica nel desiderio di potere e sensualità, per l’inflazione dell’ego.  Nel suo incontro segreto con l’agente Smith, mentre sta mangiando una deliziosa bistecca, dice che “l’ignoranza è un bene”, e detta a Smith le condizioni del suo tradimento, dicendo

“Io non voglio ricordare niente.  Niente.  Sono stato chiaro?  E voglio essere ricco.  Non so, una persona importante.  Un grande attore.”

La risposta di Smith è:

“Qualunque cosa voglia, signor Reagan”.

L’intero scambio è un’espressione archetipica del modo in cui Cypher cade preda delle forze luciferiche, per essersi identificato troppo fortemente con l’arimanico.  Lui stesso diventa così come Lucifero, soccombendo alla sensualità e ai giochi di luce che sono la matrix.  Così Cypher diventa soggetto a Lu-cypherLucifero promette di riempire la sua svalutazione matematica e arimanica con doni mondani e sensuali.  Lucifero ti darà sempre quello che vuoi, ma non quello di cui hai bisogno per l’auto-trasformazione.  Esaminiamo ulteriormente il modo in cui Cypher interpreta nel film la parte del dramma cosmico dell’evoluzione umana nel suo ruolo di Giuda che soccombe a Lucifero, semplicemente facendo un elenco di confronti.

Giuda è un discepolo di Gesù, Cypher è un seguace di Morpheus.  Il tradimento di Cypher non avviene per 30 monete d’argento, ma di analoghi mezzi per fini sensuali materiali, proprio come la bistecca è la rappresentazione di una vita vissuta al servizio del proprio sé sensuale inferiore.  Entrambi i tradimenti sono sigillati durante un pasto, nell’Ultima Cena e in quella che finisce per essere l’ultima cena di Cypher con l’agente Smith.  Giuda beve insieme a Gesù durante questo pasto, mentre Cypher e Neo condividono un drink alla postazione del computer appena prima che Cypher si colleghi per il suo incontro.  Giuda tradì Gesù con un bacio e Cypher tradì Morpheus con uno starnuto.  In entrambi i casi, il tradimento consisteva nel rivelare al nemico la posizione precisa dell’uomo in modo che potesse essere catturato.  Cypher indossa abiti rossi, con un buco nel cuore (attraverso il quale entra Lucifero), e ha un pizzetto, entrambi simbolici di Lucifero, il diavolo.  Cypher dice a Trinity di non odiarlo perché è “solo un messaggero”, proprio come nella Bibbia Lucifero si riferisce a se stesso come “il messaggero”, cioè un angelo, ma un angelo caduto.  Tutti questi confronti indicano il quadro più ampio del modo in cui gli esseri umani possono cadere in un’eccessiva indulgenza luciferica, mentre allo stesso tempo indicano il fatto che questa era una parte necessaria del dramma in corso dell’evoluzione umana, che non avrebbe potuto progredire in libertà senza la capacità di essere sopraffatta in questo modo.
L’antroposofia fornisce un quadro specifico e coerente da cui eventi come questi possono essere compresi sia nei loro dettagli che nel loro contesto più ampio.

Ispirazione

Proprio come il primo film è interamente situato all’interno del regno della trasformazione della capacità di pensiero e del corpo astrale, così anche in Matrix Reloaded vediamo il successivo stadio legittimo di trasformazione: quello del corpo eterico e della vita sensibile.
L’intero film in qualche modo affronta questo dilemma, e vediamo la sua espressione in momenti come la scena della danza sfrenata in Zion, che enfatizza proprio questa capacità di sentimento e baldoria che manca sia alle macchine che ai programmi, così come il modo compassionevole in cui Neo tratta tutti  gli abitanti di Zion che lo vedono come la figura del Cristo [NDT: l’Eletto].  La relazione di Neo con Trinity in Reloaded è consumata e soddisfatta, e sono uniti in tutto tranne che nel nome attraverso il legame dell’amore, vale a dire che Neo non è più una sorta di stupido robot che segue istruzioni che gli vengono da fuori (dalla capacità pensante di Morpheus), ma è mosso primariamente dall’interno, fino al punto di scegliere nel suo cuore di salvare Trinity piuttosto che tutta l’umanità, l’acme delle espressioni del sentimento nel film.

La trasformazione della vita sentimentale avviene principalmente in Reloaded, di nuovo in due forme che seguono un’espressione della vita sentimentale come capacità relazionale dell’io.
Per prima cosa troviamo Neo che corre in Matrix per salvare Trinity, dove deve resuscitarla (ricordate la relazione tra la vita sentimentale e i sistemi ritmici dell’umano: i polmoni e il cuore) dall’interno.  Neo può vedere, con l’aiuto della sua nuova capacità di immaginazione, la struttura sottostante del corpo di Trinity, ma ora è necessario qualcosa di più che vedere: deve effettivamente penetrare questo corpo, il corpo eterico di Trinity, per raggiungerla e afferrarle il cuore, sede del sentimento, per rianimarlo.  Neo ha trasformato il proprio corpo eterico, espresso simbolicamente nella figura di Trinity, rappresentazione della vita del sentimento, nella capacità di Ispirazione.  Questa capacità non è, come l’Immaginazione, limitata all’attività solo all’interno della matrix stessa, ma, come trasformazione delle effettive forze formative alla base del principio organizzatore della vita nel corpo, questa capacità può trovare manifestazione nel mondo reale, come dimostra Neo quando afferma di poter sentire le sentinelle, e poi successivamente le ferma con un gesto apparentemente misterioso della mano, che è strano come il gesto compiuto sul il cuore di Trinity.

Vediamo come una comprensione antroposoficamente informata possa illuminare in modo coerente ciò che altrimenti potrebbe sembrare misterioso.
La capacità di Neo di sentire e manipolare le macchine reali nel mondo reale non è altro che un’espressione del processo di trasformazione del suo corpo eterico.  Neo ha ora la capacità di relazionarsi con ciò che sta vivendo a un livello più fondamentale di quello dell’immagine che gli è accessibile.  La sua vita del sentimento si è sviluppata in modo da poter vedere in modo sensibile attraverso la realtà di ciò che gli sta intorno, in particolare nel cuore dei suoi nemici.

Intuizione

Infine, possiamo completare il quadro esaminando come il terzo film, Matrix Revolutions, sia un’ulteriore incarnazione ed espressione legittima degli schemi iniziati nei primi due film.
In questo caso, abbiamo a che fare con tutto ciò che è correlato al mondo fisico e la trasformazione associata della volontà stessa nella capacità superiore dell’Intuizione.
Mentre con l’Ispirazione abbiamo una sorta di ‘ascolto’ superiore del mondo spirituale, attraverso il quale ci vengono rivelate le sue forze creative e il suo ordine, nella capacità di Intuizione abbiamo uno stadio in cui diventa possibile una penetrazione intuitiva nella sfera degli stessi esseri.
In altre parole, troviamo la capacità di essere in un certo senso uniti ad altri esseri nel loro nucleo.
L’Immaginazione ci collega attraverso il corpo astrale ai modelli che stanno dietro il processo del pensiero, l’Ispirazione ci connette col corpo eterico alle forze formatrici sottostanti al sentimento, mentre l’Intuizione ci connette attraverso il corpo fisico al processo volitivo fondamentale, consentendo una sorta di immediato contatto tra due esseri.

Di tutti i film, Revolutions si svolge prevalentemente nel mondo reale, fisico
Possiamo vedere chiaramente la sua importanza nella impari guerra fisica con le macchine, e le molte scene che contestualizzano fisicamente Zion e la città delle macchine [NDT: in italiano “la sorgente”] attraverso il tema dei tunnel e dei condotti.  Inoltre è in questo film che Smith assume la forma fisica di Bane, mentre assistiamo anche alla morte fisica di Trinity e a quella dello stesso Neo.

In Revolutions, il percorso di Neo è quello della trasformazione del fondamento dell’io in quanto volontà, che si manifesta nuovamente in due forme.
La prima è quando Neo, dopo aver trascorso un po ‘di tempo da solo, “sa cosa [deve] fare” – per penetrare direttamente nel cuore della città delle macchine.  Questa conoscenza deriva dall’intuizione di Neo, espressa nelle sue visioni dei condotti elettrici che conducono al cuore della città delle macchine.  Questi condotti, una serie di tre, possono essere visti come simboli del potere fondamentale dell’io che sta alla base del funzionamento delle macchine, poiché si manifesta nella capacità di pensare, sentire e volere.  Neo ha acquisito la capacità di connettersi direttamente all’essere sottostante delle macchine, ma teme che la sua decisione non possa significare altro che la sua morte certa.  Eppure è assolutamente certo della necessità di questa azione,  sebbene sia inspiegabile.  Infatti non si preoccupa nemmeno di spiegarla a nessuno, perché sa che è inutile, come lo è l’Intuizione, che è per lui e solo per lui, assolutamente trasparente.  Per tutti gli altri tranne Trinity (e anche Morpheus, se lo sapesse), la decisione volontaria di Neo è follia e suicidio.  Tuttavia, poiché Neo in questa fase ha trasformato il suo pensiero e il suo sentimento, sono entrambi “a bordo” per così dire.
Ora è arrivato il momento dell’azione: tutto nei due film precedenti ha portato al confronto di Neo sia con il capo della città delle macchine nel mondo fisico, che con Smith all’interno della Matrix.  
Il processo di trasformazione della volontà avviene in fasi sottili, essenzialmente dietro le quinte, ma alcuni momenti sono veramente indicativi.

Neo ha l’opportunità di incontrare Smith nella sua incarnazione in Bane, mentre è in viaggio verso la città delle macchine.  Durante la loro lotta, Neo è fisicamente accecato dalla rabbia di Smith / Bane e i suoi occhi sono permanentemente chiusi al mondo fisico.  Questa è un’indicazione che Neo si sta avvicinando alle ultime fasi della sua trasformazione.  La sua perdita della vista fisica, sebbene destinata ad avere conseguenze negative, in effetti funge da dono inaspettato ed essenziale per Neo. Il dono si manifesta come la più alta vista spirituale, la capacità di vedere direttamente la natura dell’altro nell’intuizione.
Ora vede Bane/Smith per quello che è veramente: un essere fiammeggiante composto di luce, Lucifero stesso.  Neo non può più vedere il mondo fisico con gli occhi fisici: la sua vista è stata completamente trasformata.  Dove, attraverso la capacità dell’immaginazione vedeva il codice verde della matrix, attraverso la capacità dell’intuizione ora vede la luce d’oro fluire da tutte le macchine nella loro vera forma spirituale (vedremo tra un attimo proprio ciò che queste macchine possono rappresentare, che possono avere una tale forma spirituale).  È il dono di Lucifero che, poiché trasformato da Neo, alla fine lavora verso l’ulteriore evoluzione di Neo permettendogli di navigare nella città delle macchine.

Sulla loro strada, il corpo eterico trasformato di Neo gli permette di disabilitare l’assalto delle macchine e, come simbolo della compenetrazione degli esseri con esperienza nell’intuizione, a un certo punto il corpo spirituale di una macchina attraversa Neo e quasi lo travolge; ma Trinity, la guida compassionevole, aiuta Neo nella sua missione, attraverso la loro connessione del sentire.  Neo e Trinity, per sfuggire alle macchine, devono finalmente alzarsi, salire in alto, sopra le nuvole scure, dove per la prima volta diventa visibile il sole, il principio stesso della trasformazione – ma solo al sentimento della vita, l’unico aspetto che può apprezzare  appieno la sua bellezza trasformatrice.  È solo dopo questo momento che Trinity è in grado di morire, ma non prima di unirsi a Neo in un ultimo bacio, che effettivamente respira il suo ultimo respiro, unendo simbolicamente la sua essenza alla sua.

Ma Neo deve sperimentare una trasformazione finale, quella del suo corpo fisico.
Proprio come nel primo film Neo salva e integra la capacità di pensiero in Morpheus, e nel secondo film salva e integra la capacità di sentimento in Trinity, deve salvare e integrare la capacità di volontà in se stesso
È una testimonianza delle profonde intuizioni che lavorano attraverso questi film che possono rappresentare un tale processo nel regno delle immagini concrete.
Ad esempio nel primo film, Neo, rappresentante della volontà, ciò che fa ed è la trasformazione, salva Morfeo, rappresentante del pensiero, afferrandolo con la mano (la volontà).
Morpheus, come il pensiero, si trova in cima a un edificio chiamato “Metacortex” – il vecchio posto di lavoro di Neo.  Questo edificio stesso è come un cervello, e Morfeo (che è calvo per un motivo), e che si trova a un piano alto del palazzo, è lui stesso del tutto rappresentativo della parte superiore del corpo umano: la testa (in particolare la corteccia frontale, che è letteralmente il nome dell’edificio: ‘oltre la corteccia’).
Possiamo così affermare con verità che le immagini ci dicono che la volontà di Neo, la sua mano, salva la capacità di pensare, la testa.


In Reloaded, Neo salva Trinity mettendo la mano, di nuovo la volontà, letteralmente attorno al cuore eterico di Trinity – in questo senso le immagini confermano inequivocabilmente il principio.
E l’ultimo film? In Revolutions, troviamo l’unico possibile passo ulteriore di questa sequenza legittimamente confermata,  Smith usa la mano per penetrare nel cuore di Neo.
Dove nei primi due film, era ancora la mano di Neo, cioè la sua volontà, che ha fatto la trasformazione, nella fase successiva si richiede il sacrificio della volontà stessa – quindi l’unica scelta possibile è quella fatta da Neo, che potremmo identificare esotericamente nella frase

“Sia fatta non la mia volontà, ma la tua.”

La mano di Smith doveva penetrare nel cuore di Neo perché è solo attraverso la porta della compassione divina sentita nel cuore che Neo è in grado di sacrificare la sua volontà, se stesso, non solo per il resto dell’umanità, ma anche per Smith, inteso come Lucifero. È solo attraverso questa riconciliazione interiore al livello più profondo di Neo con Smith, che Neo può veramente trasformare il suo corpo fisico.
Questo è il motivo per cui vediamo Neo, all’interno di matrix, impegnato in una battaglia monumentale con un solo Smith.  Diventa chiaro che Neo non può vincere questa battaglia di volontà: Smith è semplicemente più forte. Ma Neo, ancora una volta, attraverso un momento di intuizione, offertagli attraverso l’opera dell’Oracolo, la Divina Sophia, tramite Smith/Lucifero, sa cosa deve fare: deve compiere l’ultimo sacrificio della volontà: il sacrificio di sé, che è volontà.
In questo momento, Neo muore non solo nella matrix, ma anche nel mondo reale: questo è un momento di massima realtà, non qualcosa che ha luogo solo nel mondo dell’illusione.
Questo momento è il punto di inversione finale, dove la volontà è costretta a trasformarsi completamente.  Neo si sacrifica accettando di dover finalmente lasciare andare anche la sua vita individuale, come individuo, al fine di trattare con Smith/Lucifero.  Lui sa che non può mai  sconfiggere Smith/Lucifero, può solo trasformarlo attraverso la propria trasformazione, possibile solo con la sua morte.

Ma quella che sembra morte a tutti coloro la cui visione è limitata al mondo fisico, non è una morte normale – è una penetrazione della volontà di Neo fino in fondo e attraverso il suo corpo fisico, in modo che le sue forze trasformate possano ora funzionare dall’interno verso l’esterno, un capovolgimento possibile solo attraverso una volontà resa pienamente cosciente.  Questo processo si manifesta come prorompente della luce dell’interno, non solo di tutti gli Smith nella matrix, ma dall’interno dell’effettivo  corpo fisico di Neo nel mondo reale.  Questa luce viene ora proiettata inesorabilmente all’esterno e all’interno sia del mondo spirituale che del mondo fisico, cambiando il palcoscenico per sempre.

Cristianesimo esoterico

Parlando da una comprensione del cristianesimo esoterico, possiamo vedere che le trasformazioni di Neo da film a film sono un’espressione del processo di incarnazione dell’essere del Cristo e che agiscono simultaneamente come espressione del dilemma di queste fasi nell’esistenza degli esseri umani moderni, oggi.
L’essere del Cristo, un essere del Sole (un altro significato più letterale del nome Ander-sun, lo sviluppo del sole dentro di noi), ha dovuto sperimentare un processo di incarnazione, operando, per così dire, al contrario del normale processo di sviluppo, diversamente da come vediamo avvenire in una ordinaria vita umana individuale.  In altre parole, mentre nello sviluppo normale vediamo prima lo sviluppo del corpo fisico (dalla nascita fino a circa i sette anni), poi il corpo eterico (dai sette ai quattordici circa), il corpo astrale (dai quattordici ai ventuno anni), e infine dell’Io (intorno ai ventuno anni), il Cristo doveva lavorare al contrario, operando prima come un Io, incarnato nell’uomo Gesù nel suo battesimo da Giovanni, poi più all’interno attraverso una trasformazione dell’astrale, poi del corpo eterico (nella trasfigurazione), e infine nel corpo fisico stesso attraverso la risurrezione. 
Il percorso di Neo segue esattamente questo schema, risvegliandosi come un Io dopo essere stato portato attraverso il portale dell’iniziazione dopo aver preso la pillola rossa, quindi lavorando nel primo film attraverso una trasformazione del corpo astrale e la sua relazione con il pensiero, nel secondo film attraverso un trasformazione del corpo eterico e della sua relazione con il sentimento, e nel terzo film attraverso una trasformazione del corpo fisico e la sua relazione con il volere.

Nel vangelo di Luca ci viene detto che Pietro, Giovanni e Giacomo si addormentarono mentre assistevano alla trasfigurazione del corpo eterico portato nell’uomo Gesù dall’essere del Cristo.  Il cristianesimo esoterico rivela che la trasfigurazione dell’essere di Cristo, la sua penetrazione più profonda nei corpi dell’umano al livello dell’eterico, fu una lotta estremamente faticosa, che ebbe l’effetto di far addormentare i tre discepoli, perché non potevano alzare il loro sguardo direttamente su questo regno spirituale.
Questo si rispecchia nel modo in cui Neo stesso si addormenta e si ritrova effettivamente all’interno della matrix, su “Mobil” Ave, anagramma di limbo.  Il sonno, antroposoficamente, è il distacco dell’astrale e dell’ego dai corpi fisico ed eterico – e mentre i suoi corpi fisico ed eterico giacciono sul tavolo accanto a Bane, Neo è in realtà all’interno della matrix con il suo corpo astrale e con l’ego, a causa delle forze travolgenti coinvolte nella trasformazione del suo corpo eterico.  Ciò ha radici storiche nelle antiche cerimonie di iniziazione, per cui un iniziato subiva un processo che avrebbe separato forzatamente il proprio Io e l’astrale, dal proprio eterico e fisico, attraverso eventi come il battesimo (in cui l’iniziato veniva quasi annegato), o la sepoltura, ecc., i corpi astrale ed Io.  Questo consentiva al corpo astrale e all’Io di avere un’esperienza diretta del mondo spirituale,  mentre la funzione del sacerdote era di sapere esattamente quando riportare l’iniziato al risveglio e di aiutarlo a comprendere le visioni e i suoni che sperimentava nel mondo spirituale.  Nei film di Matrix, queste guide spirituali assumono la forma di “Operatori”, Tank, Link e persino Cypher.  Queste sono guide che abbracciano entrambi i mondi: il mondo spirituale / interiore e il mondo fisico / esteriore, e che sono responsabili della creazione della situazione adeguata in base alla quale gli iniziati possono entrare e uscire dalla matrix in sicurezza (con una “chiamata” tramite un telefono), e che agiscono come guida per aiutarli a capire le immagini spirituali che vedono mentre sono collegati.

Con questa comprensione possiamo affrontare la domanda sconcertante di come potrebbe essere possibile per Neo inserirsi nella matrix senza alcuna connessione fisica .  Proprio come Neo acquisisce la capacità di sentire la forma spirituale delle Sentinelle mentre è nella realtà, così Neo può anche accedere direttamente alla matrix, attraverso quella che è la sua ulteriore iniziazione nel mondo spirituale tramite la trasformazione del corpo eterico.  È solo con un corpo eterico trasformato che un essere potrebbe eventualmente entrare nella matrix direttamente, senza richiedere un collegamento fisico, perché è compito speciale dell’eterico tenere insieme la forma fisica in assenza dell’astrale e dell’ego.  Se un essere con un corpo eterico non trasformato si inserisse direttamente nella matrix, il corpo eterico non potrebbe sostenere i processi vitali del corpo fisico, con conseguente morte.  Questo è il motivo per cui la conseguenza della semplice rimozione della “spina” di un “normale” umano mentre è collegato alla matrix provoca la morte, come accade nel primo film con il tradimento di Cypher. All’interno della matrix vediamo esattamente l’effetto dell’incapacità del corpo eterico di mantenere i processi vitali quando non è connesso attraverso il corpo astrale all’Io: non esplosioni o effetti drammatici, ma semplicemente l’inevitabile trasformazione di un corpo vivente in un corpo morto.

 


Inoltre, i film esprimono in modo eloquente un altro strato più sottile del processo della discesa del Cristo, includendo come background dell’attuale incarnazione dell’Uno/l’Eletto una serie di incarnazioni precedenti.  Perché dovrebbero esserci versioni precedenti dell’Uno?  Ci viene detto molto poco di queste precedenti incarnazioni, del loro ruolo e della loro funzione, ma possiamo forse indicare una corrispondenza con un’altra caratteristica del cristianesimo esoterico, in cui si riconosce che l’essere del Cristo ha dovuto avvicinarsi all’umanità più volte in passato in un modo particolare, pur non discendendo mai nel corpo fisico come avvenne una sola volta nel fiume Giordano, al fine di fornire un’influenza equilibratrice alle tendenze luciferiche e arimaniche in cui l’umanità avrebbe potuto cadere.  Senza entrare nei dettagli, è sufficiente sottolineare che come l’essere del Cristo si è mostrato molte volte nelle varie fasi cosmiche dell’umanità, prima per lavorare con la volontà, poi col sentimento e infine col pensiero, per preparare la sua piena incarnazione in un corpo fisico (nella resurrezione), così l’Uno è preceduto da altre versioni di sé le quali sono passate attraverso il loro processo di sviluppo, consentendo al mondo della matrix e alle sue relazioni con l’umanità di evolvere per essere in grado di ricevere la versione dell’Uno che trascende in qualcosa di completamente nuovo, come è stato nella penetrazione del Cristo stesso in un corpo fisico.

Una prospettiva cristiana esoterica getta anche luce su un altro aspetto più profondo di Morpheus: il suo ruolo di Giovanni Battista nell’archetipo del Cristo di Neo.
Questo è interessante dal punto di vista del cristianesimo esoterico, che riconosce che nello sviluppo cosmico dell’umanità, il modo in cui le cose sono oggi non è come sono sempre state.  In particolare, la coscienza umana adesso ha determinate capacità grazie agli stadi evolutivi passati presi nel contesto dell’intera situazione cosmica.
Con questo in mente, quando leggiamo il seguente passaggio in Matteo:

“Egli [Giovanni Battista] è colui di cui parla il profeta Isaia: Si ode una voce che grida nel deserto: preparate la via per il Signore, spianate i suoi sentieri!”,

possiamo discernere che c’è qualcosa di speciale in questo essere, Giovanni Battista.  È speciale in quanto, nell’evoluzione della coscienza umana, c’è stato un tempo in cui è stato possibile per la prima volta che l’Io dell’essere umano si risvegliasse all’interno del corpo fisico, consentendo di sentirsi, per così dire, di essere pienamente uno con il corpo fisico, e questo è essenzialmente ciò che stava sperimentando Giovanni Battista: era sveglio e, con il suo risveglio, poteva vedere l’essere di Cristo che si avvicinava, il cui l’arrivo ora nell’uomo Gesù corrispondeva al risveglio dell’umanità al suo Io.  Questa esperienza di Giovanni è precisamente quella del richiamo nella solitudine (nel deserto), poiché essendo il primo essere ad avere questa particolare esperienza, egli era solo.  È proprio Giovanni che può riconoscere ed esprimere pienamente il sentimento:

“Dopo di me viene uno che è più potente di me”.

Esotericamente, questo è ciò che è all’opera nel battesimo di Gesù nel fiume Giordano da parte di Giovanni – solo un essere la cui esperienza dell’Io era entrata pienamente in relazione con il corpo fisico, poteva testimoniare la discesa dell’Io del Cristo nell’uomo Gesù.  Analogamente Morpheus è la figura più risvegliata, è il primo che riconosce e indica agli altri la comparsa dell’Uno.7  Sa che verrà dopo di lui chi è più grande, e quindi si assume il compito di spianare la strada al lavoro di Neo.  Morpheus deve continuamente andare a battersi per lui, difendendolo dalla tendenza arimanica alla guerra materialista e fisica rappresentata dalla figura di Locke (riferimento all’empirista John Locke).

Queste intuizioni, offerte dalla scienza dello spirito, ci aiutano a vedere come quello che può sembrare semplicemente un affascinante film di Hollywood, possa in realtà essere radicato in profonde realtà spirituali accessibili al nostro pensiero, sentimento e volontà, se solo noi stessi prendiamo il percorso di trasformazione. 

Ma possiamo ancora andare oltre.

Agente Smith

Esaminiamo questo essere, già identificato come simbolo di Lucifero, affrontando prima i molteplici significati del suo nome. Uno smith [NDT: letteralmente un fabbro] è colui che fa o lavora qualcosa di specifico, come un fabbro ferraio, significa il potere di agire.  In qualità di agente, Smith/fabbro è anche il rappresentante del governo sotto forma di spia.  Ha il potere di agire e rappresentare un altro, in questo caso l’Architetto, che incontreremo in seguito come manifestazione di Arimane. Nel cyberspazio (cyberspazio reale) e nella vita, un agente è un programma o una persona che raccoglie informazioni o esegue servizi per conto di un altro.  Dal punto di vista medico, un agente è un farmaco o una sostanza chimica in grado di suscitare una risposta biologica, o è un organismo vettore di malattia, cioè un virus, precisamente ciò che Smith diventa rispetto alla matrix stessa.  Smith è anche un nome usato per significare “uomo qualunque”, un significato che diventa letteralmente vero alla fine di Revolutions.
Tutti questi significati sono appropriati per l’agente Smith nel suo contesto spirituale.

 

Smith è il primo parallelo di Neo, e come tale segue un percorso polare di sviluppo, che non è con, ma contro il flusso progressivo dell’evoluzione.  Così, Smith, come Neo, passa attraverso una serie di trasformazioni rispetto al suo pensiero, sentimento e volontà, ma nella direzione opposta , lontano dalla saggezza.

All’inizio del primo film Matrix, Smith è proprio l’agente Smith, e come gli altri agenti, è un agente del sistema dell’architetto, un programma di pensiero, progettato per il controllo, un tassello di confine nel puzzle della matrix.
Tuttavia, a differenza degli altri agenti, Smith è insoddisfatto.  Questa insoddisfazione è precisamente ciò che può vivere in un corpo astrale sbilanciato da tendenze luciferiche, ed è ciò che in primo luogo innesca l’intero dramma.  Vediamo l’insoddisfazione di Smith nel suo incontro con un Morfeo incatenato, e nel suo monologo vediamo che è in qualche modo a causa di una sensazione (che vive nel corpo astrale, dove Lucifero risiede in noi). Dice Smith:

“Io odio questo posto. L’odore soprattutto!”

Questo può essere compreso in relazione all’idea che il lobo frontale del cervello, sede della coscienza superiore e in particolare della capacità di autoriflessione, sia in un certo modo un olfatto sovrasviluppato, in quanto filogeneticamente correlato ai nervi responsabili della sensazione di odore.  In altre parole, possiamo vedere che questa è un’immagine dell’eccessivo sviluppo dell’Io di Smith, che viene effettuato in modo illegittimo, portando all’autoesaltazione (il cui processo letterale – l’inspirazione – è richiesto per annusare ).

Smith, a causa di questo orientamento fondamentale, vuole sfuggire alla matrix (come fa Neo per se stesso e per conto di tutti gli umani), ma non sa come farlo.  In realtà vuole essere libero, e il suo desiderio astrale di libertà è ciò che accende l’intera situazione in Matrix che si traduce nell’effettiva liberazione di Neo e, in definitiva, del resto dell’umanità.  Smith quindi promuove inavvertitamente il destino di Neo attraverso le sue interazioni con lui, dando a Neo qualcosa a cui resistere anche mentre cerca di corromperlo.  Così lo stesso Io di Neo è chiamato a svilupparsi al di là delle restrizioni sostenute da Smith e dagli altri agenti.  Eppure attraverso questo, e in particolare nel suo combattimento con Neo, anche Smith cambia.  Nel suo monologo diretto a Morpheus, fa qualcosa di sottile ma estremamente significativo nell’atto di rimuovere il suo auricolare, che è il simbolo della connessione e della sottomissione di Smith al resto della matrix e al controllo che rappresenta.  Questo atto è una sorta di sfida che significa

“Anch’io sono libero”,

ed è il punto di non ritorno per l’agente Smith.

Questo momento fondamentale dell’agente Smith che pensa per se stesso è rappresentativo dell’aspetto esoterico della “caduta” di Lucifero, che racconta che Lucifero, un angelo, prese su di sé la capacità di mantenere uno stato interiore che non era anche manifestato esteriormente: cioè la possibilità di mentire.  La trasformazione del pensiero, quindi, è quella in cui Smith può avere la sua propria agenda, non quella degli altri agenti o dell’Architetto, per il quale tutti presumibilmente lavorano.
Perché?  Perché Smith vuole essere libero, ed è proprio questa capacità di essere liberi che è una caduta dalla natura normale di un angelo – che è o di parlare e quindi manifestare la volontà e i messaggi di Dio (movimento verso l’esterno), o di tacere e guardarsi dentro e vedere solo realtà superiori, ma non può separarsi dal movimento verso l’interno – cioè normalmente gli angeli non possono mentire, che è una capacità sperimentata solo da quegli angeli che hanno seguito Lucifero.  In altre parole, per un angelo, mentire è la capacità di mantenere il proprio stato interiore separato dal movimento divino e di farlo senza manifestazione esteriore.

A Smith, che anela ad essere libero, è in realtà dato il potenziale di essere libero come conseguenza della trasformazione di Neo nel suo corpo astrale, come avviene alla fine del primo film.  L’agente Smith diventa semplicemente Smith – non più un agente del sistema – per la durata del secondo film.  È interessante notare che il primo atto di Neo dopo la sua risurrezione è essenzialmente tuffarsi nell’Agente Smith, letteralmente distruggendolo e contemporaneamente trasformandolo dall’interno verso l’esterno attraverso il suo nuovo potere come l’Uno.

Da una prospettiva antroposofica, gli esseri che lavorano contro la progressione dell’evoluzione umana, come gli esseri luciferici e arimanici, non sono malvagi in alcun senso normale, ma sono esseri molto elevati che sono stati trattenuti da se stessi nella loro evoluzione, e l’evoluzione dell’umanità è intimamente legata a quella che potremmo chiamare la loro redenzione. In altre parole, l’evoluzione progressiva dell’umanità è simultaneamente una reinclusione di questi esseri nel flusso progressivo.
Ciò che ci viene presentato nella trilogia di Matrix è contemporaneamente un’immagine della redenzione degli esseri a noi più vicini sotto questo aspetto, gli esseri luciferici, nonché un’immagine dei pericoli incontrati da questi esseri se rifiutano questo percorso.

Così, alla fine del primo film, l’Agente Smith, nei panni di Lucifero, viene riscattato de facto dalla trasformazione di Neo nell’Uno, e diventa così Smith.  Tuttavia la libertà così ottenuta è in definitiva di un tipo completamente diverso da quella di Neo, perché Smith non la comprende attraverso un processo legittimo di trasformazione dell’ego come Neo, ma piuttosto la afferra solo attraverso il desiderio del suo corpo astrale.

 

In Reloaded, Smith non ha idea di chi sia o cosa dovrebbe fare, ma sa che è cambiato, che è scollegato ed è libero da Matrix (ma non ancora libero da se stesso, perché il suo ego non è ancora libero, lo è solo il suo corpo astrale).  Non appena la sua libertà è evidente, allora esemplifica le qualità luciferiche impazzite: autoesaltazione all’ennesima potenza – copie su copie di se stesso, come espresso nella sua frase

“Ti ricordi di me? Me, me, me, …”

Smith scopre il suo dono luciferico: prendere il controllo dei corpi astrali di altri programmi e degli umani che si trovano nella matrix sopraffacendoli con la propria identità (ricordando che il potere di Lucifero dal punto di vista antroposofico è attivo nel corpo astrale).
È interessante notare che questo processo di replica viene eseguito da un colpo di mano al cuore: il potere luciferico della volontà (mano) che prende il sopravvento sulla vita dei sentimenti (cuore), e infine anche sul pensiero. Questo è accompagnato da una sorta di rivestimento a specchio liquido che si diffonde verso l’esterno dal cuore: quando raggiunge il pensiero nella testa la trasformazione è completa.  Questo gesto dello specchio è archetipicamente luciferico: tutto ciò che desidero vedere è me stesso ovunque.  È una proiezione archetipica e un’immagine del dramma che ci ha dato Lucifero. Ma questo particolare specchio è un rivestimento liquido, una sovrapposizione solo sulla pelle (non sull’anima), e riflette solo un essere, indipendentemente da chi sta guardando: Smith.  Quindi alla fine c’è davvero un solo Smith: le copie sono tutte illusioni parassitarie che scaturiscono dall’impulso astrale luciferico incontrollato di auto-gonfiarsi.  Ciò è confermato nel terzo film quando Smith affronta Neo singolarmente, in un incontro uno contro uno, mentre tutti gli altri Smith stanno a testimoniare – la massima espressione di auto-esaltazione: l’intero universo sono io stesso e mi crogiolo nel mio potere – cioè io sono DIO.

La libertà di Smith arriva (di nuovo, de facto) con un grande potere: il potere di auto-gonfiarsi, poiché non è più vincolato dalle restrizioni di una realtà che gli vengono imposte dall’esterno.  A questo punto della sua evoluzione, Smith rappresenta il pericolo luciferico di entrare nel mondo spirituale prima di essere pronti – non comprendiamo il mondo spirituale o le sue leggi, che a prima vista sembrano radicalmente diverse da quelle della vita normale, e quindi cadiamo preda del primo problema: espansione astrale, autoesaltazione.  Così, quando entriamo nel mondo spirituale senza averne, in un certo senso,  guadagnato la capacità attraverso la trasformazione del nostro proprio Io (come può essere il caso assumendo certe sostanze, per esempio), ci troviamo nel mondo spirituale ma non abbiamo la capacità di distinguere tra ciò che è essenzialmente un’esperienza del nostro Sé e un’esperienza oggettiva di ciò che è oggettivamente al di là di noi.  Lo stesso Smith cade preda di questo errore perché non comprende il suo scopo e il suo Io, non avendo intrapreso il processo di trasformazione, non è giustamente connesso al suo corpo astrale.  Con la sua libertà non integrata esprime così una risposta archetipicamente luciferica a partire dai suoi sentimenti astrali non trasformati: rabbia e vendetta.  Questo è il parallelo inferiore della trasformazione di Neo del suo corpo eterico, della sua vita sentimentale.  Smith può solo rispondere con una rabbia essenzialmente insensata.  Questa capacità di rabbia è una capacità luciferica, espressa archetipicamente nella sensazione

“ti annienterò”.

L’Io di Smith si sta gonfiando, così si crede invincibile, anche se la via di mezzo di Neo in qualche modo lo coglie sempre alla sprovvista, perché è proprio questa via di mezzo che è invisibile a Lucifero, che è unilaterale quando segue la via inferiore.

Così Smith vuole prendere da Neo ciò che Neo ha preso da Smith: la sua vita –  quasi con nessun altro scopo che quello di fare la dichiarazione,

Posso distruggerti se voglio, e lo voglio!”.

Smith risponde in questo modo perché il lavoro di trasformazione è stato fatto da Neo, non da Smith.  Anche se l’atto di Neo ha effettivamente portato a liberare Smith dalla matrix, questa libertà non è completa senza la comprensione, il che richiede che Smith trasformi se stesso, con l’aiuto di Neo.

Gli eventi prendono quindi una svolta che nei film può sembrare un “caso”, ma che può, con una comprensione delle correnti spirituali più profonde all’opera, essere visto come il prossimo stadio di sviluppo verso la sua ulteriore evoluzione come essere luciferico e come un parallelo inferiore a Neo.  Dopo essersi copiato nella mente di un umano libero che si era collegato alla matrix, prende il telefono, la “linea fissa” che unisce la mente al corpo e la segue a ritroso nel corpo fisico di Bane.
Proprio come, alla fine di Reloaded, Neo acquisisce la capacità, attraverso la trasformazione del suo corpo eterico, di trattare con le macchine nella realtà, così anche Smith ora ha un vero corpo umano (che prima disprezzava così tanto) da utilizzare come suo.  È affascinato dalla sua fisicità , dal fatto che sia reale, ma apparentemente non con la sua trasformazione, così come non era interessato alla trasformazione del pensiero nel primo film o alla vita dei sentimenti nel secondo.  Quindi vediamo Bane che si taglia ripetutamente solo per annegare nella  sensazione.

Nel frattempo, all’interno della matrix, Smith diventa risoluto con uno scopo intenzionale: prendere il controllo dell’intera matrix attraverso il processo illegittimo di proiezione, e poi incontrare Neo in un combattimento uno contro uno – una prova di volontà dal punto di vista di Smith.  Ma questa è proprio la sua rovina, perché dal sentiero inferiore sembra una gara di volontà, che si manifesta come una battaglia fisica, e in questo senso Smith è chiaramente superiore (come dovrebbe essere un essere superiore!) – ma da un sentiero più alto, nel contesto dell’ “Io di chi ha una volontà più potente” si trasforma in “la Volontà di chi può essere sacrificato consapevolmente per il progresso di tutti”. Così Smith è accecato dalla volontà sovrasviluppata che è brutale, irrefrenabile e che vive totalmente nell’oscurità a causa dei primi passi compiuti sul sentiero inferiore simboleggiati nella rimozione da parte di Smith del suo auricolare nel primo film.
Possiamo vedere un’immagine meravigliosa di questo quando Smith, nei panni di Bane, affronta Neo in Revolutions, dopo aver bruciato gli occhi di Neo.
Quello che vediamo è il volto ardente dell’angelo caduto, fiammeggiante ovunque tranne che dietro gli occhiali da sole, curiosamente presenti, che rimangono interamente scuri.  La vera natura interiore di Smith è ancora nell’oscurità, e rimane tale fino alla fine di Reloaded, quando finalmente l’assorbimento di Neo da parte di Smith si traduce nella trasformazione di Smith che di fatto si manifesta simbolicamente come luce divina che fluisce dagli occhi precedentemente oscurati di Smith, che irrompe dall’oscurità dei suoi occhiali da sole – dispositivi progettati specificamente per tenere lontana l’esperienza interiorizzata di Trinity del sole, come rappresentante del potere di trasformazione dell’essere del Cristo.

In questo modo possiamo vedere che il carattere di Smith può davvero essere inteso come una manifestazione del processo regressivo assunto dagli esseri luciferici, e come un triplice avvertimento agli esseri umani in via di sviluppo, che incontrano questi esseri nel loro processo di trasformazione del loro pensare, sentire e volere.  
Smith non riesce a capire la sua libertà nel primo film, non riesce a manifestare compassione nel secondo e non riesce a incarnare la volontà del suo Io in modo legittimo nel terzo.  Possiamo riassumere tutti i principali elementi fin qui discussi nella forma della seguente tabella:

Bibliografia

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Silver, J. (produttore) e Wachowski, L. & Wachowski, A. (registi). (2003). Matrix Reloaded [Motion Picture]. Stati Uniti d’America: Warner Brothers Pictures

Silver, J. (produttore) e Wachowski, L. & Wachowski, A. (registi). (2003). The Matrix Revolutions [Motion Picture]. Stati Uniti d’America: Warner Brothers Pictures

Steiner, Rudolf. (1994). Teosofia . (Creeger, CE, Trans.) Hudson, NY: Anthroposophic Press. (Opera originale pubblicata 1904)

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Note finali

1 Presumo che il lettore di questo saggio abbia almeno guardato l’intera trilogia dei film di Matrix.

2  Anche se il nome Cristo è usato qui, questo non vuole avere alcun legame con la religiosità. Potremmo facilmente usare la parola “Logos” invece di Cristo, o nomi di altre tradizioni, lo zoroastriano Ahura-Mazda, l’antico indiano Vishva Karman, l’antico egiziano Osiride, o il mosaico “Io sono l’IO SONO”. Ciò che è più importante è riconoscere che ciò di cui si parla è in ogni caso un essere spirituale del rango più alto, che ha una particolare relazione e interesse per il progressivo sviluppo degli esseri umani e che fornisce una manifestazione di ciò che si pone come un archetipo di trasformazione per tutti.

3 Per chi ha un occhio all’alchimia, questo è il principio del sale.

4 Questo esemplifica il principio di Mercurio.

5  Questo è il principio dello zolfo.

6 Uno dei significati letterali della parola “Matrix” è grembo.

7 Questo non include l’Oracolo, che ovviamente conosce la potenziale identità di Neo prima di chiunque altro, ma questo verrà spiegato più avanti.


Seth Miller

Seth Miller ha insegnato fisica, filosofia e altre materie nelle scuole superiori Waldorf in tutto il West americano, dove lo spirito di Goethe è vivo e vegeto. Una laurea in filosofia e un master in studi sulla coscienza gli hanno insegnato che è altrettanto importante esplorare il modo in cui pensiamo quanto ciò che pensiamo. Attualmente sta scrivendo una tesi di dottorato nel nuovo campo degli studi trasformativi, in cui affronta le connessioni tra scienza spirituale ed epistemologia cibernetica, con un pizzico di alchimia per buona misura. Si occupa anche di web e design di stampa freelance per il cibo.
Contatti: spiritself@gmail.com, o tramite il suo sito web, www.spiritalchemy.com.

Tradotto dall’inglese da Diana Ambanelli per LiberoPensare

Fonte

 

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