Manipolazioni mediatiche: Ucraina come Siria?

Staged News

Cosa meglio di una guerra per indebolire Russia, Europa, ma soprattutto l’Italia?

Accuse alla Russia: verità o sceneggiate?

Ucraina, Bucha: sterminio di civili da parte dell’esercito russo o sceneggiata, fiction al fine di indurre la comunità internazionale ad ulteriore stretta verso Mosca, nonché ad incrementare il supporto militare a Kiev?
Facciamo un analisi di eventi e dichiarazioni pubbliche, prestando attenzione alle date, da considerare in un’articolata cornice globale. 

 

Volodimir Zelensky e Joe Biden legati a doppio filo, burattini mossi dalle stesse mani

Zelensky e Biden hanno l’armadio pieno di scheletri, entrambi per restare in sella e non crollare pesantemente, trascinando chi li sostiene e manovra, necessitano la permanenza al potere dell’attore trash, costi quel che costi. A margine il business di idrocarburi. 

L’indice di apprezzamento interno di Zelensky, prima dell’invasione russa era crollato, proprio come l’apprezzamento americano verso Biden. Se si aprono gli archivi di Kiev, come chiese vanamente Trump prima delle elezioni USA, i due verranno travolti da una valanga di documenti top secret, attestanti ciò che si vocifera, ma niente prove, o meglio, nascoste in armadi blindati chiusi a tripla mandata. Rischiano anche Hunter, figlio del Presidente, nonché l’America guerrafondaia che li sostiene, non solo demok-rats ma anche i repubblicani della famiglia Bush, oltre a Pentagono, industria bellica e NATO. A margine chi gestisce il business di idrocarburi, causa di tutto. 

Poi l’ideologia globalista, che vede in prima fila pro-Zelensky le galassie di fondazioni ed ONG che gravitano attorno a Klaus Schwab, ideatore del WEF (World Economic Forum) il cosiddetto “club delle elite di Davos”, e George Soros le cui ONG nel 2014 tramarono per far cadere il Presidente filorusso Viktor Yanukovitch, come da ammissione dell’ultranovantenne speculatore, dai Media-camerieri dei potenti considerato filantropo. Fin dallo smantellamento dell’Unione Sovietica in molti si posero l’obiettivo di creare dissidi tra Ucraina e Russia, sfruttando i Media, dal ruolo fondamentale per ingannare le masse.

E ce l’hanno fatta.  

Le Presstitutes, dopo aver ignorato i brogli elettorali che consegnarono a Biden la Casa Bianca,  continuano ad intossicare il pianeta con falsità, in attuazione di una ben precisa strategia, studiata con dovizia nei dettagli ed applicata da decenni, ovunque nel mondo, con variazioni in base a momento e contesto locale.   

Per l’America del business di idrocarburi sospendere le forniture di gas russo al Vecchio Continente significa aprire il mercato ai loro prodotti, magari acquistati all’estero tramite triangolazioni, infatti hanno bussato alla porta persino di Paesi storicamente nemici come Venezuela ed Iran, perché business is business. Mentre l’Europa ebete, Italia in prima fila, nelle mani di politici cialtroni, venduti ed incompetenti è avviata al doppio suicidio, sociale ed economico.  

Chi vuol mettere fuori gioco la Russia necessita spingere il mondo contro lo Zar, anche divulgando falsità, soprattutto divulgando falsità tramite i Media, attuando un copione già recitato in mezzo mondo: nell’Iraq delle fialette, Siria del cattivone Assad, Libia di scafisti e torturatori, Birmania con il mondo cascato nella fake del genocidio etnia rohingia, musulmani vittima dei buddisti. Anche a Gaza organizzate da Hamas, che arrivò a far morire dei bambini per poter accusare Israele. Stessa follia, stessa strategia: più morti, più clamore, più possibilità di ottenere supporto internazionale: soldi ed armi.  

Assad e Putin, dittatori secondo la narrativa mediatica, ma entrambi apprezzati dal loro popolo

Nel 2018 cadde nell’inganno anche l’Italia, quando il governo giallo-verde, con Matteo Salvini Ministro degli Interni, chiuse i porti agli scafisti dal volto umano delle ONG. Il copione prevede teatranti, cineoperatori e montatori dei footage, le videoriprese. Nulla di improvvisato, non fronteggiamo ragazzini bravi a registrare video e smanettare col computer che fanno i cretinetti per gettar scredito addosso a qualcuno. Il fine è sempre ingannare l’opinione pubblica per indurla a pressare la politica, a qualsiasi livello, affinché assuma decisioni sull’onda dell’emotività suscitata, considerando che anche gli stessi politici e loro familiari cadono nell’inganno dei Media, perché può cadervi chiunque.       

Operazione psicologica: fiction e false flag, sceneggiate ed operazione bandiera falsa. 

Guerra psicologica al solito preceduta da operazione psicologica, in inglese “psyop” e “psycowar” neologismi per indicare qualcosa che accade da sempre, partendo dal cavallo di Troia. Nihil novi sub sole.

Non a caso, Tucker Carlson, uno dei principali anchor man USA, sostiene che da subito dopo l’elezione di Trump, 2016, che scompigliò un piano almeno decennale, in America è in atto la criminalizzazione mediatica di Putin. Cervello top risulta essere Joel Harding, esperto di ”operazioni di informazione” (IO) ex alto ufficiale servizio intelligence dell’esercito USA, ma anche consigliere NATO, dal 2015 consulente di Kiev e della diaspora ucraina. Dunque un pezzo grosso che ama il profilo basso, Attila in versione odierna, dove passa lui non cresce più erba. 

Gli “staged video” vere e proprie fiction, sceneggiate, al pari delle azioni definite “false flag” si pongono il fine di far ricadere accuse sul nemico di turno, inganno finalizzato a suscitare emotività, così da indurre la politica a prendere decisioni sulla base, appunto di un emotività che preclude di effettuare analisi lucide, razionali e logiche. Il termine “false flag” proviene dalla pirateria, navi di pirati sventolavano bandiere false per potersi avvicinare indisturbati alle navi da assalire, con i malcapitati che si accorgevano dell’inganno troppo tardi per sfuggire od opporre resistenza.

In Ucraina replica del tragico copione vissuto in Siria

In Siria fu conflitto interreligioso deliberatamente provocato dall’Occidente, America ed Europa, sfruttando le differenti confessioni che compongono l’Islam per fomentare scontri tra sciiti e sunniti, che in precedenza convivevano serenamente. Guerrafondai occidentali ed Arabia Saudita manipolarono un’area di sunnismo gravida di islamismo-salafowahabismo che partorì il jihadismo. Analogamente a Kiev e dintorni dapprima alimentarono la russofobia, per poi sostenere e finanziare organizzazioni paramilitari e politiche ispirate al nazista ucraino Stefan Bandera, che giurò fedeltà ad Hitler ed offrì l’humus ideologico che alimentò la malapianta del Battaglione Azov. 

Così i “jihadisti moderati”, per ottenere fondi dall’Europa si rasero la barba, lamentando l’efferatezza di Assad, che sopravvisse (fisicamente e politicamente) grazie al supporto di Russia ed Iran. Anche a Damasco, dietro le quinte a decidere, chi gestisce il business di idrocarburi, i giacimenti di gas del Qatar da indirizzare all’Europa. 

Perfetta la sintesi del vignettista brasiliano Carlos Latuff: Zio Sam che sorride beffardo, dando il benvenuto nel club dei ribelli moderati ad un barbuto islamista siriano con in mano un coltellaccio sanguinante e ad un nazista ucraino rasato a zero, che impugna un mitra

Anche in Siria fiction e fake news per criminalizzare Assad, da sempre paladino della minoranza cristiana, preziosa testimone la dinamica Suor Yola Girges, sorriso contagioso, cattolica siriana, per lungo tempo ad Assisi, come il fratello Raimondo, entrambi francescani. Guarda caso denigrata da alcuni giornalisti italiani che incontrò, fornendo loro informazioni. In Siria per un paio di giorni offrì ospitalità ad una giornalista italiana di un quotidiano episcopale, accompagnata in giro per vedere la realtà, ma tornata in Italia riportò l’esatto contrario di quanto visto e prospettato a Suor Yola. Ecco il classico esempio dell’etica dell’odierno giornalismo.  

Immagini dal profilo FB di Suor Yola: ad Assisi assieme al fratello Raimondo, con Asmaa Assad

In Siria, le prove, il test a livello locale, di quanto ora accade in Ucraina su scala internazionale: sempre stesso schema, sempre imperniato sull’ondata dell’emotività di primo impatto suscitata dagli eventi, reali o finzioni, al fine di far passare Putin ed Assad per cruenti dittatori, sterminatori di opposizione politica ed innocenti. Sempre per confondere, ingannare le masse, gregge belante ma poco pensante, che molto spesso tende a ragliare e ringhiare in coro. Tutto sempre al fine di indurre le masse a pressare i politici, a loro volta confusi dai Media, ad assumere decisioni funzionali alla strategia in atto, ovvero fornire soldi ed armi agli oppositori. Davvero troppe le analogie con quanto sta accadendo in Ucraina per non dedurre vi sia un medesimo copione.   

Politica europea complice od in mano ad imbecilli ed incompetenti totali?

Nel 2016 Mohamed Allouche, leader di Jaish Al-Islam, definiti “ribelli moderati” pur affiancando Al Nusra-Al Qaida, accorciò la barba, indossò giacca e cravatta per recarsi a Ginevra, dove mostrò foto di bambini mutilati, a suo dire dai bombardamenti dell’esercito siriano: così il quotidiano Le Monde  lo classificò “uomo di pace”. Il sottaciuto intento era bussare a quattrini ed armi, recitando il puntuale ritornello del voler portare pace e libertà al popolo siriano previa deposizione del feroce dittatore Assad, sterminatore di avversari politici ed assassino  di innocenti, incluso bambini.

Peccato che il suo gruppo, sunnita islamista, eliminò, oltre ad alcuni leader sciiti e sunniti contrari alla sua linea, anche un ragazzino a loro dire colpevole di essere spia di Assad. Come da successive immagini.      

Mohammed Allouche, durante il tour europeo. Attori ed operatori durante la fiction di un intervento di salvataggio degli “elmetti bianchi” successivo a bombardamento dell’esercito siriano

Così l’Europa finanziò i “white helmets” da Roberto Saviano, Corriere e Repubblica decantati eroici operatori umanitari che prestavano soccorso a chi finiva sotto le macerie dovute ai  bombardamenti. Ma gli “elmetti bianchi” erano fiancheggiatori dei jihadisti di Al Nusra. Anche nel caso il messaggio subliminale era: “non bombardate, muoiono innocenti, muoiono bambini” mentre il vero fine era, appunto, non far attaccare le basi di Al Nusra. Ecco un video che rimarca inesorabile che siamo di fronte ad una fiction, con il pre ed il post “ciak si gira”:

Ma anche:  

 

Attori loro malgrado: Omran Daqneesh, nel 2016 cinque anni, ed una ragazzina a cui scordarono di impiastricciare le gambe con polvere e vernice rossa, Nella fiction salvati dalle macerie di un edificio crollato per bombardamento dell’esercito siriano. Sul set anche Mahmoud Rslan, fotografo AFP, che in altro contesto scatta un sorridente selfie con uomini barbuti, gli stessi in seguito ripresi in procinto di sgozzare un ragazzino Abdullah al-Isa, considerato spia

 

Una coraggiosa suora cattolica, Maria Guadalupe de Rodrigo, missionaria argentina, senza mezze parole accusò i Media di diffondere fake news che facevano credere l’esatto contrario di quanto accadeva. Ecco il video completo:

.  

Importante prendere atto che senza Assad e senza Iran non vi sarebbero più cristiani in Siria ed Iraq, appunto perseguitati dall’islamismo sunnita – salafita – di gruppi come Al-Nusra e quelli che gravitano attorno a persone come Mohammed Allouche.

Bucha: nel filmato della Polizia ucraina datato 2 Aprile non vi sono morti sulle strade, a differenza del video successivo.

Utilizzando logica e badando alla sequela degli eventi si giunge alla conclusione che quanto denunciato dai global Media, circa Bucha con alta probabilità rientri nel calderone degli “staged event” ovvero fiction, sceneggiate, ben diverso da foto fake o fake news. Appena Kiev denunciò l’accaduto Mosca chiese riunione d’urgenza del consiglio di sicurezza ONU, ricevendo un diniego, mentre si è tenuta audizione-recita internazionale di Zelensky, eccellente attore, applaudito a Los Angeles durante l’assegnazione degli Oscar per il cinema. 

Nei fatti: il 30 Marzo i russi lasciano Bucha, cittadina a 37 km da Kiev, il giorno successivo il sindaco Anatolji Fedoruch esprime soddisfazione per la loro partenza, senza lamentare atrocità. Video da profilo FB di Toni Capuozzo.

https://fb.watch/cde7WL_qeH/

Sabato 2 la TV ucraina mostra un video, realizzato dalla polizia:

https://fb.watch/cb_EQD1EpG/ 

da cui spicca una pesantissima devastazione ma anche persone felici di esser tornate libere: unico  cadavere che si intravvede per le strade è di un soldato russo.

Fermo immagine dal video del 2 Aprile

Ma dopo l’arrivo a Bucha di TV nazionale e responsabili dell’Intelligence cambia la narrativa, poi rilanciata dal mainstream globale, col sindaco che accusa i russi di aver ucciso civili, accusa però non lanciata quattro giorni prima. Si vedono cadaveri posizionati ai bordi della strada, così da non ostacolare il passaggio dei veicoli e non essere investiti dagli autisti, che guidano a zig-zag, attenti a non investire i morti, pessimi teatranti. 

Infatti i cadaveri si sono mossi appena passati i veicoli, senza rendersi conto di essere rimasti nel campo visivo degli specchietti retrovisori, dunque con vitalità immortalata nel video. Ancor peggio gli scenografi: cadaveri con vestiti puliti, quasi perfetti dopo aver trascorso almeno una decina di giornate esposti ad intemperie ed animali di passaggio, niente tracce di sangue, inconfutabili e macabre ad attestare morte violenta, accoltellamento o proiettili. Anche il montaggio poteva e doveva esser migliore, non hanno nemmeno eliminato le immagini dei morti che si muovono. 

Oltretutto, cadaveri rimasti per le strade almeno una decina di giorni, rimossi quattro giorni dopo la partenza dei russi: davvero poco plausibile visto che nel corso dell’occupazione gli abitanti di Bucha riuscirono a seppellire i loro defunti. Da parte sua il New York Times mostrò foto satellitari con seppellimenti in fosse comuni, dichiarate del 19 marzo, ma non si vede la neve che in tal data copriva Bucha. 

I morti ci sono stati, tanti anche tra i civili, perché la guerra è guerra, ma dovere del giornalismo è scavare alla ricerca della verità, senza sconti agli amici e senza sovrapprezzo ai nemici, senza vendersi a chi paga bene, come fanno le prostitute. 

Sul fronte della guerra d’informazione, molto attivi i presunti sbufalatori, i soliti gruppi e nomi noti come BUTAC (Bufale Un Tanto Al Chilo) sedicenti “fact checker” e “debunker” spacciati da Enrico Mentana and friends come analisti super partes, mentre costituiscono un importante prodotto del globalismo mediatico. Così ridicolizzano chiunque, applicando ragionamenti logici, smantella la narrativa globalista, modalità consolidata, in Ucraina vediamo la prosecuzione del film su virus e vaccini, con badilate di fango a chi è animato dall’intento di cercare e divulgare la verità. Sarà un caso, ma di recente è affiorato che case farmaceutiche hanno sponsorizzato alcuni team di “fact checker” che rintuzzavano le critiche ai vaccini. A margine chi agisce solitario, ma sempre su indicazione di chi paga. 

Tutti dovrebbero porsi domande ed analizzare i dettagli, basandosi su presupposti reali, partendo dall’evidenza che anche al più ottuso dei comandanti militari è chiaro un accanimento contro i civili acuisce i contrasti con la comunità internazionale, da cui pesanti ripercussioni sull’intera Russia. 

Video ed eventi ignorati dai Media allineati perché smantellano la loro narrativa.

Un ultranazionalista ucraino risponde “spariamogli” ad un commilitone che gli chiede cosa fare con un civile che indossava un bracciale bianco, realizzato con uno straccio bianco, sinonimo di essere filorussi o quanto meno di aver accettato la resa, mentre il bracciale blu è indossato dagli ucraini. Dunque il colore del bracciale può determinare se vita o se morte. In un altro video un camion dell’esercito russo fornisce alimentari a dei civili, alcuni dei quali indossano bracciale bianco, per i neonazisti ucraini il solo accettare cibo ed acqua dai russi comporta l’accusa di collaborazionismo,  di tradimento, con ciò che ne può conseguire. Civili ucraini doppiamente vittime: delle bombe russe e del nazismo domestico, causa del conflitto voluto da oltreoceano: Pentagono, NATO ed industria bellica sono ansiosi di svuotare gli arsenali traboccanti d’armi, non utilizzate quando Trump sedeva alla Casa Bianca, a margine il business di idrocarburi.  

Gli ultranazionalisti di Azov, indottrinati emuli di Stepan Andrijovič Bandera, collaboratore dei nazisti, che prestò giuramento ad Hitler, intimidiscono persino Zelensky ed il governo ucraino, che contravvenne gli accordi di Minsk del 2015, che prevedeva il loro disarmo, infatti AZOV venne inglobato nell’esercito nazionale, comunque tutti liberi di continuare a perpetrare crimini ai danni di russofoni. Ed ecco spiegata l’uccisione di Denis Kireev, uno dei mediatori che il 28 Febbraio partecipò al primo incontro, in Bielorussia, con la delegazione di Mosca, accusato di tradimento, mentre semplicemente, appunto, si impegnava nel mediare. 

Logo di Azov con il “Sole Nero”, riferimento nazista
Manifestazione a Kiev con immagine di Stepan Bandera

                           

    

 

 

 

 

 

 

Battaglione Azov e svastica
Il cadavere di Denis Kireev, da comparare con i presunti cadaveri di Bucha

Civili ucraini utilizzati come “scudo umano” da ultranazionalisti ucraini. 

Agli inizi del conflitto analoga follia a Mariupol portò a vietare ad un gruppo di civili, inclusi i bambini, da giorni rifugiatosi in uno scantinato, di sfruttare un corridoio umanitario concordato tra i belligeranti, per fuggire da quella che poteva trasformarsi in una tomba comune, infatti i naziucraini vietarono loro di andarsene, così da poter continuare ad utilizzarli come “scudi umani”, probabilmente perché erano in un punto militarmente strategico.  

Follia accaduta anche a Gaza durante l’ultimo conflitto con Israele: miliziani di Hamas avevano occupato un ospedale (funzionante) per lanciare razzi su Israele, nel terrore di ricoverati e loro familiari.

Come da video, provarono a vietar loro di fuggire quando Israele replicò bombardando, al fine di far cadere sullo Stato Ebraico l’accusa di non rispettare nemmeno gli ospedali.

Stessa follia, stesse dinamiche, stessa strategia: più morti, più clamore, più possibilità di ottenere supporto internazionale.  

Anche agli inizi del conflitto nell’ex Jugoslavia analogo fatto: i Media italiani narrarono dell’esercito nazionale jugoslavo che aveva bombardato un ospedale in Istria. L’anno successivo mi recai in quella zona, dove un’anziana d’origine italiana mi riferì che l’ospedale era in costruzione e che vi si erano asserragliati indipendentisti croati che lanciavano razzi sulle caserme dell’esercito nazionale, che ovviamente replicava. A suo tempo i Media furono ingannati da narrativa di parte, non schierati nella propaganda, come ora.  

Fiction, sceneggiate anche per influenzare Italia e Spagna sull’immigrazione 

Estate 2018: lanci d’agenzia diedero notizia di un naufragio a poche miglia dalle coste libiche, oltre cento dispersi, dunque annegati, tutti d’origine africana, inclusi i bambini. I Social diffusero foto e video della barca dei soccorritori mentre portano sulla battigia i corpi di bambini, dall’apparente età di pochi mesi. Ciò avvenne poco dopo che Salvini, da Ministro Interni del Governo Conte, chiuse i porti all’immigrazione clandestina attuata dagli scafisti di alcune ONG, così sulla sponda libica del Mediterraneo ci fu il “ciak si gira” del cortometraggio “Aprite i porti od annegano bambini” poi divulgato dai Media. 

Il messaggio subliminale lanciato alla politica era: riaprite i porti o muoiono bambini. E’ chiaro che fronteggiamo una articolata strategia che si avvale di attivisti presenti in tutto il mondo e che può contare –e pagare- su singoli giornalisti che calpestano il dovere di divulgare la verità, oltre a cameramen e tecnici capaci di gestire la fase di montaggio. 

Quasi tutti abboccarono, persino il team che gestisce la comunicazione di Salvini non recepì che fronteggiavano uno “staged event” sceneggiata, ben diverso da “fake news” o “fotoshop”. Grossissima occasione non raccolta dal suo team per sbugiardare pubblicamente i Media.  

A sinistra la foto divulgata dai Media. A destra un bambolotto “reborn” con tanto di prezzo, pannolino incluso 

Vera tragedia o vera sceneggiata? Domande da porsi:   

  • Hanno recuperato tre neonati: ed i cento adulti morti annegati? Nessun Media approfondì. 
  • Tre bambini bianchi, mentre sul gommone c’erano africani: albinismo? Oppure nei negozi di giocattoli erano terminati i bambolotti afro? Dopo il sarcasmo dei Social, sul web modificarono l’articolo, asserendo che sul gommone c’erano anche marocchini, carnagione differente rispetto agli africani. Altra domanda: perché dei marocchini dovrebbero percorrere migliaia di chilometri per andare dal Marocco alla Libia, dove oltretutto (asseriscono i Media) torturano? 
  • Neonati con vestiti nuovi, lindi, non stropicciati: dopo una traversata nel deserto, ore in barca e poi caduta in mare? In Libia, narrano i Media, torturano, ma forse incapparono in torturatori gentili che offrirono vestitini nuovi. 
  • Vestiti pesanti e scarpe dalle suole immacolate, a Luglio in un paese caldo?  
  • Notare come sono tenuti in braccio, presentano una rigidità plastica. 

Soprattutto: molti subacquei sono a conoscenza di tragedie avvenute durante immersioni. Appena cessa l’attività cardiaca inizia il fenomeno della decomposizione, accelerata da caldo ed umido. Se il cadavere è immerso in acque calde, la pelle inizia subito a variar colore e perdere vitalità, in acqua salata si deteriora molto più velocemente, a maggior ragione la tenera pelle di un neonato: ma gambe e mani hanno ottimo aspetto. Quando facciamo il bagno, dopo mezzora la pelle delle dita si aggrinzisce, immaginiamo una persona in acqua per ore ed ore: ma le mani sono perfette. Se una persona annega si gonfia lo stomaco: ma nessun gonfiore. Restando fermi in acqua succede che pesciolini si avvicinano per smangiucchiare l’ultimo strato di epitelio dei piedi, per poi allontanarsi appena ci si muove. I pesci lasciano evidenti segni ai cadaveri, ma la pelle degli angioletti è perfetta.

Ed i Media?

Possibile che a nessun giornalista abbia avuto simili dubbi? Unico dubbio: giornalisti prezzolati per divulgare falsità o giornalisti boccaloni? 

In Spagna fiction + fotoshop sempre per lanciare messaggi subliminali

Due giorni dopo che la Spagna respinse ottomila clandestini, ecco il sequel, con trama scritta dalle perfide, geniali menti dell’esercito dei sociologi globalisti. Si deve sempre prestar la massima attenzione ai particolari, grave errore limitarsi alla lettura dei titoli, al solito appositamente ingannevoli. 

                       

Viene riportato che un coraggioso poliziotto si è gettato in acqua per salvare un bambino che stava annegando, sfuggito alla madre, intenta ad entrare illegalmente in Spagna dal Marocco.

Vero o falso? La fotografia toglie tutti i dubbi, lampante che sia un bambolotto: indossa i guanti ed un cappellino che non ha perso in mare, come nei fumetti. Da osservare il colorito biancastro del volto e l’insolita posa. Infine le gocce di pioggia (aggiunte con fotoshop) che nell’impatto con l’acqua non producono i classici cerchi concentrici. Italia come Spagna: appena una nazione chiude i porti o le frontiere, scatta la strategia mediatica, imperniata sul divulgare il messaggio subliminale: “aprite le frontiere, aprite i porti, lasciate che i migranti arrivino o fate morire bambini innocenti”. 

Fake news e fiction da Gaza.

Ecco il video del maquillage con vernice rossa per simulare ferimenti, con un imbarazzata bambina ed un giovane paffuto ferito ma sorridente, forse perché durante il bombardamento (o meglio il maquillage) non ha perso gli occhiali. Anche nei fumetti nessuno perde occhiali e cappello. 

In fase di trucco: bambina imbarazzata, a differenza del ragazzo paffuto, occhialuto e compiaciuto

Hamas divulgò sui social la foto di una bambina, dichiarata uccisa a Gaza dall’aviazione israeliana, con lacrimevole commento: “Un angelo di tre anni di Gaza martirizzato tra le braccia dei suoi familiari “. Ma era l’immagine di una bambina in precedenza utilizzata per promuovere prodotti per l’infanzia. 

Tornando all’Ucraina, Zelenski davanti al Consiglio di Sicurezza ONU oltre ai fatti di Bucha accusa i russi di altri massacri di civili, incluso l’attacco ad un ospedale, tra le vittime anche bambini.

Solita domanda: vero o falso?

La logica porta a dire che sia falso perché l’esercito russo non ha la minima ragione ad esacerbare la comunità internazionale, a differenza di chi sta comodo e tranquillo oltreoceano con in mano il telecomando, al fine di provocare un escalation bellica, così da far deflagrare il conflitto. Le indagini su eventuali crimini di guerra spettano alla NATO, che ha provocato il conflitto tra Ucraina e Russia: non serve aggiungere altro. 

Mauro Mauri  

Nota: tutti i video menzionati sono stati da me personalmente visionati, assieme a decine di altri. 

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