Un testimone chiave contro Julian Assange ammette di aver mentito

Julianassange

L’accusa di Assange si è basata sulla falsa testimonianza di un sociopatico diagnosticato e condannato per pedofilia

Il giornale islandese Stundin riferisce che un testimone chiave nel processo di Julian Assange negli Stati Uniti ha ammesso in un’intervista al periodico che ha inventato accuse gravi nel procedimento contro il fondatore di WikiLeaks.

“Un testimone importante nel caso del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti contro Julian Assange ha ammesso di aver inventato accuse importanti nell’atto d’accusa contro il fondatore di Wikileaks”, riporta Stundin. “Il testimone, che ha una storia documentata di sociopatia e ha ricevuto diverse condanne per abusi sessuali su minori e frodi finanziarie ad ampio raggio, ha fatto tale ammissione in un’intervista appena pubblicata su Stundin dove ha anche confessato di aver continuato la sua serie di crimini mentre lavorava con il Dipartimento di Giustizia e l’FBI da cui aveva ricevuto una promessa di immunità dall’accusa”.

Questo importante testimone sarebbe l’islandese Sigurdur “Sigi” Thordarson, un informatore pagato dell’FBI che dopo aver collaborato brevemente con WikiLeaks è stato giudicato colpevole di aver abusato sessualmente di nove ragazzi, oltre a malversazione, frode e furto nel suo Paese. Uno psicologo nominato dal tribunale lo ha giudicato un sociopatico.

“La corte ha trovato che Sigurður è sicuramente un sociopatico, che soffre di un grave disturbo antisociale della personalità. Tuttavia, la corte ha stabilito che egli è in grado di distinguere tra giusto e sbagliato e non può essere considerato pazzo e quindi può essere processato”

ha riferito l’Iceland Magazine nel 2015 durante il caso di abuso di minori di Thordarson.

Tutto questo era di dominio pubblico quando il governo degli Stati Uniti stava mettendo in piedi il suo caso per estradare Julian Assange in America e processarlo secondo il Patriot Act per l’attività giornalistica che ha rivelato i crimini di guerra degli Stati Uniti, un processo per il quale Assange è ancora rinchiuso nella prigione di Belmarsh in attesa dell’appello di Washington al rifiuto della richiesta di estradizione da parte di un tribunale britannico.

E ora sappiamo per certo che l’odioso individuo la cui testimonianza ha costituito la base di gran parte di quell’accusa stava mentendo.

“I funzionari statunitensi hanno presentato una versione aggiornata di un atto d’accusa contro di lui a un tribunale di Londra la scorsa estate”, dice Stundin. “La veridicità delle informazioni ivi contenute è ora direttamente contraddetta dal testimone principale, sulla cui testimonianza si basa”.

Ciò significa che gli Stati Uniti hanno deciso di aggiungere altre accuse al precedente atto d’accusa perché accusare un giornalista per regolari attività giornalistiche era troppo debole da solo, e ora questa decisione li ha colpiti nel culo.


Gli autori dell’articolo spiegano che, contrariamente alle affermazioni di quell’atto d’accusa,

“Thordarson ora ammette a Stundin che Assange non gli avrebbe mai chiesto di hackerare o accedere alle registrazioni telefoniche dei parlamentari” e “ammette inoltre che l’affermazione, secondo la quale Assange avrebbe istruito o chiesto di accedere ai computer per trovare tali registrazioni, è falsa”.

La testimonianza di Thordarson è stata citata ampiamente dal magistrato britannico Vanessa Baraitser nella sua sentenza rispetto alla richiesta di estradizione che è attualmente in appello, e sembra decisamente insensata ora che sappiamo che era falsa. La sua sentenza ripete l’affermazione dell’accusa che Assange

“avrebbe chiesto a Teenager [codice per Thordarson] di entrare nei computer per ottenere informazioni tra cui le registrazioni audio di conversazioni telefoniche tra alti funzionari, compresi i membri del Parlamento”,

affermazione che ora Thordarson ha ritrattato.

Mentre la sentenza sulla richiesta di estradizione recita:

“Si sostiene che il Sig. Assange e Teenager hanno fallito un tentativo congiunto di decrittare un file rubato da una banca del ‘paese NATO 1’ [ codice per l’Islanda]”, Thordarson ha detto a Stundin che “questo in realtà si riferisce a un evento ben pubblicizzato in cui un file criptato è stato fatto trapelare da una banca islandese e si presume che contenga informazioni sui prestiti insoluti forniti dalla Landsbanki islandese”, e che “Nulla supporta l’affermazione che questo file è stato anche ‘rubato’ di per sé, in quanto si presume che sia stato distribuito da informatori dall’interno della banca fallita”.

Mentre la sentenza ripete l’affermazione che Assange “ha usato l’accesso non autorizzato datogli da una fonte, per accedere a un sito web governativo del paese NATO-1 usato per tracciare i veicoli della polizia”, Thordarson ha dichiarato a Stundin che “Assange non ha mai chiesto alcun accesso del genere”.

Queste rivelazioni sono davvero schiaccianti.

“Questa è la fine del caso contro Julian Assange”,

ha twittato il whistleblower della NSA Edward Snowden, ed ha aggiunto:

“Se Biden continua a volere l’estradizione di un editore sotto un’accusa avvelenata da cima a fondo con false testimonianze ammesse dal suo stesso testimone principale, il danno alla reputazione degli Stati Uniti sulla libertà di stampa durerà per una generazione. È inevitabile”.

“Ora è il momento di avere un’inchiesta internazionale su come Svezia, Regno Unito, Stati Uniti, Ecuador e Australia hanno gestito il caso Julian Assange. Il mio FOIA fornisce le prove che nulla è normale in questo caso”,

ha twittato la giornalista investigativa Stefania Maurizi.

È emblematico che il governo più potente del mondo, con tutte le sue risorse sostanzialmente illimitate, aveva bisogno di costruire il suo caso contro Assange sulla falsa testimonianza di un sociopatico diagnosticato e condannato come pedofilo. Ecco quali sono le basi dell’accusa contro un giornalista il cui unico “crimine” è stato dire la verità sui potenti.

Questo dopo che abbiamo appreso che Assange e i suoi avvocati sono stati spiati dalla CIA, che lui è stato torturato, che la sua detenzione di fatto di sette anni, prima del suo soggiorno di due anni a Belmarsh, era una detenzione arbitraria e ingiusta fin dall’inizio, e che il pretesto per tenerlo lì era esso stesso falso.

Questa è una farsa. Il fatto che quest’uomo rimanga dietro le sbarre è un oltraggio.

Caitlin Johnstone

Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare

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