Due Intelligenze, Due Umanità

AI Human Heads

Partiamo da un dato di attualità: una parte consistente dell’umanità, certamente maggioritaria, “vaccinata” con due, tre, quattro dosi, si ammala in forma più o meno grave, e muore anche, della cosiddetta covid19. Le virgolette riassumono tutto ciò che si potrebbe dire in materia di “vaccino” e che ora tralascio, perché vorrei focalizzare l’attenzione su un’altra questione: come mai costoro ritengono la cosa normale?

Poiché il fenomeno è generalizzato dobbiamo allora chiederci: cos’è l’intelligenza?

Capacità di padroneggiare le situazioni nuove o di risolvere problemi, più che con l’esperienza, mediante la comprensione dei rapporti esistenti tra i vari elementi della situazione. Capacità di intendere, pensare, giudicare. (Zingarelli)

E’ una definizione chiara delle due caratteristiche che l’intelligenza deve possedere:: capacità di formarsi concetti logici, unendo esperienze e percezioni con una attività pensante, nella lettura della realtà; capacità di formare concetti nuovi in situazioni che si presentano per la prima volta; quindi intuizione creativa.

Se usassimo il sillogismo aristotelico, pilastro del pensiero logico, basato su tre proposizioni,  dovremmo sentir dire:

  1. ho fatto due, tre, quattro… dosi di “vaccino”
  2. mi sono ammalato della cosiddetta covid
  3. dunque questo non è un vaccino, in quanto non immunizza

 

Questo è un minimo ragionamento alla portata di chiunque. Ora, si possono fare molte supposizioni sul fatto che i diretti interessati giudichino normale che un “vaccino” non immunizzi, ma quello che a me appare più evidente, e anche pericoloso, è che la logica trinitaria sillogistica si stia perdendo e venga sempre più spesso sostituita da quella dualistica, tipica della tecnologia informatica e dell’intelligenza artificiale (da ora IA). Infatti, secondo quest’ultima, il ragionamento, se così può essere definito, è il seguente:

  1. ho fatto due, tre, quattro dosi di “vaccino”
  2. mi sono ammalato della covid… ma in forma meno grave

 

La seconda proposizione può avere un numero praticamente infinito di “varianti”: 

mi sono ammalato ma non sono finito in ospedale

sono finito in ospedale ma non in terapia intensiva 

sono finito in terapia intensiva ma non sono morto 

sono morto ma non vi è correlazione col “vaccino”….

 

Come si può vedere sono tutti pensieri senza una consistenza logica che, a differenza del sillogismo trinitario, possono essere facilmente confutati; basta osservare come i virologi di regime glissano e manipolano per dissimulare questa verità evidente. Infatti, in silenzio, nel frattempo nella definizione ufficiale di vaccino è stato sostituito il termine “immunizza” con il più sfumato e ambiguo “protegge”. 


Prendiamo ora un altro esempio, uno dei tanti ricavato dal mondo scientifico attuale. In un articolo pubblicato su Le Scienze (n. 588 del 2017) col titolo Come fare una IA più umana, a firma Alison Gopnic, affiliate professor della Università della California a Berkeley, leggiamo:

Il mio nipote di cinque anni, Angie, conosce piante, animali e orologi, per non parlare di dinosauri e animali. Capisce anche che cosa vogliono gli altri, che cosa pensano e cosa sentono… sa usare queste conoscenze per classificare quello che vede e ascolta,, e fare nuove previsioni. Di recente ha dichiarato che la nuova specie di titanosauro da poco scoperta ed esposta all’American Museum of Natural History di New York, si nutriva di piante, dunque non fa poi tanta paura.

Eppure tutto quello che arriva ad Angie dal suo ambiente è un flusso continuo di fotoni che colpisce la sua retina e le perturbazioni dell’aria che arrivano ai suoi timpani. Il computer naturale che si trova dietro i suoi occhi azzurri riesce in qualche modo a partire dalle limitate informazioni che arrivano dai suoi sensi per poi finire con previsioni sui titanosauri erbivori. Una domanda ancora aperta è se anche i computer elettronici possono farlo oppure no.

Angie, a cinque anni, svolge un sillogismo trinitario perfetto, anche se non sa cosa esso sia, prova che questo modo di ragionare è connaturato all’uomo. 

  1. I dinosauri sono grossi e mi fanno paura perché temo che mi sbranino
  2. il titanosauro si nutriva di vegetali
  3. dunque non fa poi così paura

 

Sua zia Alison, docente universitaria, professoressa di filosofia e psicologia, non è in grado di fare altrettanto con il suo ragionamento; se facesse come Angie direbbe più o meno così:

  1. Angie, malgrado le limitate informazioni che ha a disposizione, intuisce che il titanosauro, essendo vegetariano, non è pericoloso
  2. i computer più potenti che abbiamo non sono in grado di fare altrettanto
  3. dunque non è un problema di potenza dei computer o di algoritmi, e dunque dietro i suoi occhi azzurri non c’è un computer “naturale” ma qualcos’altro.

 

Se lo svolgesse forse si porrebbe altre domande e giungerebbe forse alla conclusione che la soluzione non può essere cercata dentro quello che definisce “computer naturale”, che tale non è, ma altrove, e forse intuirebbe che quello che osserva con i sensi è l’effetto di qualcosa che proviene da un mondo non indagabile con i sensi fisici. Invece si ferma alla seconda proposizione, che diventa: i computer più potenti che abbiamo non sono in grado di farlo… ma in futuro, grazie all’innovazione…. ecc.ecc; e non si accorge del buco logico del suo pensiero, visto che lei stessa ha dichiarato che Angie possiede limitate informazioni.

 

 

Lo so, questi ragionamenti sono un po pedanti e me ne scuso, ma dovevano essere fatti perché sono meno scontati di quanto potrebbero apparire, visto quanto ci è dato ascoltare e vedere dappertutto. 

Questi esempi dovrebbero bastare a far comprendere che la logica dualistica incatena, incarcera il pensiero, il quale si aggira disperato in cerca di un punto di appoggio che non trova, per un semplice motivo: esso non è adatto al pensiero umano ma alla macchina. 

Il sillogismo aristotelico libera il pensare, gli consente un appoggio dal quale può scaturire la seconda caratteristica dell’intelligenza: l’intuizione creativa, l’intuizione del nuovo.

La scienza ufficiale attuale, non più guida ma serva della tecnologia informatica e della IA, è incatenata al pensiero dualistico. L’IA ci incatena al passato, al già conosciuto perché il dualismo che ne è l’essenza non può consentire l’intuizione creativa, la creazione del veramente nuovo.

Ma come! E tutte le scoperte scientifiche, i colpi di genio, le innovazioni che si susseguono a ritmo vertiginoso e che leggiamo quasi giornalmente e ossessivamente? Se osserviamo con attenzione l’evoluzione della scienza materialistica ci accorgiamo che dal momento in cui l’informatica digitalizzata e l’IA hanno invaso il mondo intero, le cosiddette innovazioni sono sempre meno finalizzate all’evoluzione della persona e sempre più funzionali al mercato, al controllo sociale, al mantenimento di una situazione nella quale l’individuo è sempre meno libero, sempre più spinto e obbligato a comportamenti stereotipati, collettivi, o0mogeneizzati, sempre più immesso nel gregge. Se questi ultimi anni non sono bastati a dimostrarlo, speriamo lo saranno i prossimi. 

Se studiamo con attenzione il mondo digitale senza lasciarci distrarre dagli effetti speciali, ci appare subito evidente che l’unica cosa in cui il computer, più o meno potente, supera l’uomo è la velocità, poiché opera a quella della luce. Il fatto che i campioni di scacchi perdano sempre quando “giocano col computer” non dovrebbe stupire più che tanto, visto che il computer è in grado di simulare milioni di mosse e contromosse al secondo, e scegliere quella vincente. Lo può fare perché è veloce, non perché è “intelligente”; esso si limita ad eseguire ottusamente le istruzioni fornite dal programmatore umano. Solo che la logica con cui è scritto il programma è binaria, duale; dunque non è la macchina che diventa intelligente ma l’uomo che si abbassa alla logica della macchina. 

Il computer non “impara”, simula infinite prove ripetute; l’illusione che diventi cosciente o autocosciente la lasciamo alla zia Alison.

Se dunque è l’uomo a perdere sempre più la capacità della logica sillogistica, non ci stupiamo troppo se il cosiddetto uomo della strada reputa normale ammalarsi dopo essersi vaccinato, visto che anche i presunti scienziati scadono al medesimo livello.

Chiediamoci allora cosa può significare digitalizzare il Pianeta, quali effetti provoca l’internet delle cose, il 5G, tracciare movimenti, comportamenti, pensieri, emozioni, scelte di vita, di acquisto ecc. Per chi progetta la Terra Promessa del Great Reset e del New Green Deal è essenziale che le persone perdano progressivamente la capacità di comprendere utilizzando il pensiero trinitario umano. Solo con questo presupposto il passaggio al dis-umano e al trans-umano diventa possibile, anzi automatico.

Due civiltà, due tipi di umanità si formeranno, si diversificheranno, anzitutto attraverso un diverso modo di pensare, e oggi ne vediamo i prodromi. L’umanità dualistica proseguirà quello che è già abbondantemente sotto i nostri occhi. Quando Angie avrà l’età di sua zia, verosimilmente il mondo sarà già molto cambiato rispetto a quello di oggi e molte persone avranno accentuato i comportamenti automatici, vivranno immersi in mondi artificiali, evoluzioni dell’attuale metaverso, saranno “migliorati” da farmaci e “vaccini” genici di ogni tipo, mangeranno cibi prodotti in laboratorio o fatti crescere al buio, (scoperta “innovativa” di questi giorni…), insetti e altri orrori del genere.

E che cosa sarà dell’umanità trinitaria? Come vivranno le persone che avranno capito l’inganno? Non lo sappiamo con precisione, ma possiamo intuire, anche senza preveggenza, che avranno trovato il modo di non soggiacere a tutto quello indicato sopra, attraverso intuizioni innovative ed una evoluzione del pensare che, partendo dal sillogismo trinitario umano, si sia appropriata sempre più di una scienza spirituale che le porterà a “vedere” con gli occhi dell’anima il vivente, ciò che non appare ai sensi ma che è realtà, anzi la vera realtà.

Il problema è come arrivare a quel mondo. Rudolf Steiner ha fornito una via all’umanità già più di cento anni fa, con la sua Filosofia della Libertà, sulla quale ha poi costruito una Scienza Spirituale a disposizione di tutti. Ha reso disponibili tutti gli strumenti, non solo di conoscenza, per una nuova medicina, una nuova agricoltura, una nuova pedagogia, un nuovo assetto sociale e via dicendo. Non sono le possibilità e le idee che mancano, ma richiedono la volontà di accoglierle e praticarle, cosa certo non facile, pena però il ricadere nella umanità dualistica.

 

Perché una cosa è chiara. L’umanità che ho definito dualistica sarà formata da individui che sono rimasti passivi, e che vi sono scivolati, diciamo, per default, in automatico. L’umanità trinitaria sarà formata da individui che hanno scelto attivamente, con pensieri, sentimenti e azioni sempre meno egoistici, di farne parte. Sono scelte che non possono essere fatte una volta per tutte ma ogni giorno nuovamente nei fatti, con fatica, una fatica che da soddisfazione. 

Per concludere, visto il tema di questo scritto, possiamo brevemente ricapitolare ciò che Rudolf Steiner ha comunicato proprio sull’intelligenza. Essa è giunta all’uomo progressivamente, elargita da potenze cosmiche man mano che la coscienza umana evolveva ed era pronta ad un passo successivo. Ad esempio, solo nel IX secolo d.C. l’uomo è stato in grado di dirsi: io formo i miei pensieri. Tappa fondamentale questa; prima di allora i pensieri gli giungevano uniti alle percezioni.

Ma questa tappa è stata essenziale affinché l’uomo progredisse verso la libertà.

L’amministratore (per dir così), dell’intelligenza cosmica è un Arcangelo, Michele, il quale, a partire dalla seconda metà del 1800 comincia a liberare i pensieri dalla testa e apre loro la via del cuore. Nell’epoca di Michele i cuori cominciano ad avere pensieri. Quando i pensieri cominciano a formarsi dallo spirito umano l’uomo è più libero di pensare e agire, ma affinché non prevalga una logica fredda, senza sentimento, Michele comincia a cercare la via del cuore, e comincia proprio nel momento in cui il materialismo raggiunge il suo apice (oggi siamo in caduta verso la sub-natura, le forze dell’elettricità).

Questa è la via da me tentata nella mia Filosofia della Libertà. Vorrei dire che è stato tentato in quella sede di porre dinnanzi alla coscienza il pensare dopo averlo prima di tutto liberato dalle scorie sensibili, così come si presenta alla coscienza l’attività matematica, o le forze psichiche operanti nella meccanica analitica, purché ci si dediche a queste scienze con rigorosa disciplina. ( I Confini della Conoscenza della Natura, O.O. 322, conf. del 30 settembre 1920)

Chi resta imprigionato nel pensiero dualistico, digitale, non può compiere questa evoluzione del pensiero. Solo chi conserva la capacità del pensiero trinitario, mobile, sempre più staccato dai sensi fisici, ma altrettanto preciso, logico e rigoroso come quello scientifico (o meglio, come dovrebbe esserlo…)  può iniziare il percorso verso la via in cui “i cuori cominciano a pensare” e l’intuizione può così sgorgare sempre più abbondante. Viceversa si resta incatenati in pensieri nebulosi, mistici, vaghi, relativistici; il sentimento svia verso il sentimentalismo, i cuori si induriscono in un cinismo ammantato di buonismo peloso.

Tutte cose che possiamo vedere già oggi in abbondanza.

Ogni essere umano si trova oggi su un crinale e può scegliere due direzioni, o meglio può scegliere coscientemente la via che ho definito della umanità e civiltà trinitaria. L’altra direzione non si sceglie, avviene per default. 

Le forze dell’ostacolo, materiali e spirituali, cercheranno di rendere l’essere umano sempre più passivo, meccanico, iper-materialista, senza ideali, senza altri scopi che la sopravvivenza senza un senso. Possono riuscire nel loro intento solo con chi apre loro le porte, o meglio le porte si aprono da sole se non le si chiude di continuo.

Noi lotteremo fino all’ultimo respiro (e anche oltre…) per restare umani, e progredire verso la via che abbiamo scelto.

Non abbiamo nulla da “resettare”, a parte le menzogne che l’elite tecno-farma-agri ecc. ci propina attraverso i suoi media; semmai dobbiamo trasformare la realtà senza distruggere nulla, solo immettendo ciò che manca. Chissà che Angie, fra qualche anno,  non convinca zia Alison…

21 Agosto 2022

Sergio Motolese   


Sergio Motolese, musicista.
L’incontro con l’antroposofia di Rudolf Steiner gli ha consentito di integrare le esperienze musicali con quelle acquisite in vari ambiti concernenti la salute.
Negli ultimi anni si è occupato in particolar modo degli effetti del suono elettronico e dell’informatica digitalizzata sull’essere umano.
E’ diplomato  presso la LUINA (Libera Università di Naturopatia Applicata). Tiene laboratori musicali, conferenze, incontri, seminari, gruppi di studio.

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