Una Profezia per il nostro Tempo?

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di Mehmet Sabeheddin

Una delle leggende più antiche del mondo narra di una vasta rete sotterranea di tunnel e passaggi che collega i grandi continenti della terra a un regno sotterraneo da qualche parte sotto il cuore dell’Asia centrale.

“Tra le tribù mongole della Mongolia interna”, affermava il giornalista britannico H. T. Wilkins, “ci sono tradizioni su tunnel e mondi sotterranei che suonano fantastiche come racconti dei romanzi moderni. Una leggenda – ammesso che sia tale – dice che i tunnel conducono a un mondo sotterraneo di origine antidiluviana da qualche parte in un recesso dell’Afghanistan o nella regione dell’Hindu Kush. È Shangri-La, dove la scienza e le arti, mai minacciate dalle guerre mondiali, si sviluppano pacificamente, tra una razza di vaste conoscenze. Gli viene persino dato un nome: Agharti”.

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Ne Il misterioso ignoto, lo scrittore francese Robert Charroux, rifacendosi all’Antica Saggezza, descrive Agharti come

“un misterioso regno sotterraneo che si dice si trovi sotto l’Himalaya e dove vivono ancora tutti i Grandi Iniziati e i Maestri del Mondo dell’attuale ciclo. Agharti è un centro iniziatico…”.

Agharti”, reso anche “Agarttha” e talvolta “Agartha”, deve la sua popolarità al best-seller degli anni ’20 Bestie, uomini e dei. Scritto dall’accademico ed esploratore polacco Ferdinand Ossendowski (1876-1945), è la cronaca delle sue avventure in Asia centrale nei tumultuosi anni successivi alla Rivoluzione russa.

Ciò che rende unico il resoconto di Ossendowski è la sua affermazione che ovunque andasse in Asia Centrale incontrava l’oscura leggenda del “Re del Mondo” – che regna sul centro di potere sotterraneo di Agharti – che “conosce tutte le forze del mondo e legge tutte le anime dell’umanità e il grande libro del loro destino”. Questo sovrano invisibile del pianeta e il suo consiglio di Maestri esercitano un’influenza telepatica sulle persone del nostro mondo “esterno”. Spesso visitano i discepoli in sogno, inviano messaggeri in momenti fortuiti per conferire con i loro agenti, sparsi tra le nazioni.

Di tanto in tanto, il Re del Mondo si presentava di persona. Visitava qualche luogo sacro, arrivando e partendo misteriosamente. Lo aveva fatto in un tempio della città mongola di Narabanchi, nell’inverno del 1890/91.

Una profezia per oggi?

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In Bestie, uomini e dei, Ossendowski racconta una profezia alquanto straordinaria fatta dal Re del Mondo. Un lama buddista, l’Hutuktu di Narabanchi, raccontò a Ossendowski nel 1921 che il Re del Mondo pronunciò “trent’anni fa”, cioè nell’inverno 1890/91, la seguente dichiarazione:

Sempre più la gente dimenticherà la propria anima e si preoccuperà del proprio corpo. Il più grande peccato e la più grande corruzione regneranno su questa terra. Gli uomini diventeranno come animali feroci, assetati del sangue e della morte dei loro fratelli. La “Mezzaluna” si affievolirà e i suoi seguaci scenderanno nella mendicità e nella guerra incessante. I suoi conquistatori saranno colpiti dal sole, ma non progrediranno verso l’alto e per due volte saranno visitati dalla più grande sventura, che finirà nell’insulto davanti agli occhi degli altri popoli. Le corone dei re, grandi e piccoli, cadranno… uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto… Ci sarà una terribile battaglia tra tutti i popoli. I mari diventeranno rossi… la terra e il fondo dei mari saranno cosparsi di ossa… i regni saranno dispersi… interi popoli moriranno… fame, malattie, crimini sconosciuti alla legge, mai visti prima nel mondo.

Verranno i nemici di Dio e dello Spirito divino nell’uomo. Anche coloro che prendono la mano di un altro periranno. I dimenticati e gli inseguiti sorgeranno e attireranno l’attenzione del mondo intero. Ci saranno nebbie e tempeste. Le montagne spoglie saranno improvvisamente coperte da foreste. Milioni di persone cambieranno le catene della schiavitù e dell’umiliazione con la fame, la malattia e la morte. Le antiche strade saranno coperte da folle che vagano da un luogo all’altro. Le città più grandi e più belle periranno nel fuoco… uno, due, tre… Padre si solleverà contro figlio, fratello contro fratello e madre contro figlia…. Seguiranno il vizio, il crimine e la distruzione del corpo e dell’anima…. Le famiglie saranno disperse…. La verità e l’amore scompariranno…. Di diecimila uomini ne rimarrà uno solo; sarà nudo e pazzo e privo di forza e di conoscenze per costruirsi una casa e trovare il cibo…. Urlerà come un lupo infuriato, divorerà cadaveri, morderà la propria carne e sfiderà Dio a combattere…. Tutta la terra sarà svuotata. Dio si allontanerà da essa e su di essa ci saranno solo notte e morte.

Nel cinquantesimo anno appariranno solo tre grandi regni, che esisteranno felicemente per settantuno anni. Poi ci saranno diciotto anni di guerra e distruzione. Allora i popoli di Agharti risaliranno dalle loro caverne sotterranee alla superficie della terra.

Subito dopo questa profezia Ossendowski scrive:

In seguito, mentre viaggiavo più lontano attraverso la Mongolia orientale e verso Pechino, pensavo spesso: ‘E se…? Se interi popoli di colori, fedi e tribù diverse iniziassero la loro migrazione verso l’Occidente?.

Dopo aver citato nuovamente il Lama buddista, Ossendowski conclude il suo libro:

Il karma potrebbe aver aperto una nuova pagina di storia! E se il Re del Mondo fosse con loro? Ma questo più grande Mistero dei Misteri mantiene il suo profondo silenzio.

L’anno 2030

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Se accettiamo che il misterioso Re abbia fatto questa previsione nell’inverno del 1890/91, come è stato detto a Ossendowski, allora i 50 anni di lotte e miseria (segnati dalla Prima Guerra Mondiale, dalla fine delle monarchie europee, dalle rivoluzioni, dalle carestie, dalle malattie, dai conflitti di classe/etnici/religiosi, dal caos finanziario della Grande Depressione) ci porteranno fino agli anni della Seconda Guerra Mondiale.

Seguono 71 anni di felice stabilità sotto tre grandi regni (forse un riferimento alla contrapposizione Est-Ovest alla fine del 1945). Il che ci avvicina notevolmente al 2012, un anno reso famoso dalla sua associazione con la presunta fine del calendario Maya. Da quel momento iniziano 18 anni di guerra.

Molti commentatori moderni ritengono che siamo nella fase iniziale di una lunga “guerra”, con gli anglo-americani e l’alleanza occidentale impegnati in un nuovo tipo di “guerra asimmetrica” con la Russia, la Cina e i loro alleati nel Sud globale. Altri, in particolare i politici americani, vedono una “guerra al terrore” senza fine in corso tra l’Occidente e l’Islam radicale. Il culmine di questo periodo di 18 anni di conflitto globale ci porta agli anni 2029-2030. È allora che il popolo del regno “sotterraneo” verrà “alla superficie della terra”, rendendo nota a tutti la sua esistenza.

Tralasciando il simbolismo esoterico e mistico implicito nel mito di Agharti, vale la pena di fare alcune ulteriori osservazioni. Mentre ci avviciniamo all’anno 2029, data prefigurata nella profezia del Re del Mondo pronunciata nel 1890/91, guardiamo indietro a un secolo di spargimento di sangue e miseria senza precedenti nella storia. Guerre mondiali, genocidi, sconvolgimenti sociali e politici, crisi ecologica, instabilità economica, sono solo alcune delle terribili catastrofi che hanno colpito l’umanità negli ultimi cento anni.

In questo contesto, alcuni veggenti contemporanei vedono le guerre in Iraq e Afghanistan, le minacce all’Iran, persino la destabilizzazione della provincia cinese dello Xinjiang, come parte dell’attuazione di un antico piano. A tutto questo si aggiunge la spettacolare ascesa dei popoli asiatici. Un grande risveglio è silenziosamente in corso in Asia centrale, alimentato in gran parte dal grande progetto della Cina di ripristinare l’antica Via della Seta. Vedremo l’alba di una potente grande confederazione eurasiatica entro il 2029? Molti lo prevedono.

Come disse il mistico Barone Roman Ungern von Sternberg (1886-1921) a Ferdinand Ossendowski:

Morirò! Ma non importa, non importa… La causa è stata lanciata e non morirà… Le tribù dei successori di Jenghiz Khan si sono risvegliate… In Asia ci sarà un grande Stato dall’Oceano Pacifico e Indiano alle rive del Volga… Sarà la vittoria dello spirito.

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È questa la “vittoria dello spirito” per la quale alcuni mistici orientali e i loro alleati nei circoli occulti orientali in Occidente hanno lavorato a lungo in segreto? Almeno negli ultimi cento anni, alcuni occultisti occidentali sapevano che l’ascesa dell’Asia era vicina e inevitabile. Già nel 1888, Madame H. P. Blavatsky, che parlava apertamente di essere guidata dai “Maestri d’Oriente”, predisse un inevitabile scontro tra Oriente e Occidente:

Allora, forse, ci sarà una nuova invasione di un Atilla dal lontano Oriente. Un giorno i milioni della Cina e della Mongolia, pagani e mussulmani, dotati di ogni arma micidiale inventata dalla civiltà e imposti ai Celestiali d’Oriente dall’infernale spirito di commercio e dall’amore per il lucro dell’Occidente, addestrati, inoltre, alla perfezione dai cristiani uccisori di uomini, si riverseranno e invaderanno l’Europa in decadenza come un torrente incontenibile.

Gruppi mistico-politici segreti, noti alla storia con nomi vari e diversi: la “Gran Loggia del Vril”, l'”Ordine del Drago Verde”, la “Società degli Uomini Verdi”, la “Società del Drago Nero”, il “Tempio Han di Buddha-Shakti”… Rivendicando un legame con Agharti, hanno tutti lavorato silenziosamente nell’ombra per porre le basi di una sorta di unione fraterna tra occultisti orientali e occidentali. In un documento emesso da uno di questi ordini occulti, veniamo informati:

Il Maestro dei Tre Mondi, le cui iniziali sono K.R.T.K.M, regna su una comunità di Magi… Il prossimo Buddha verrà dal Nord e sarà il Kalki-avatar degli indù, o Kundaliniavatar, che porterà al dito l’anello di metallo di Gengis Khan. La sua venuta segnerà il ritorno dell’Età dell’Oro e precederà l’avvento della razza luminosa, contemporanea alla resurrezione di Mu o Tao-Land.

Sarà la fine del Kali Yuga, la cacciata degli Jotün e dei cacodamon dai centri governativi della terra e di 100.000 anni di karma malvagio ereditato dalle tenebre di Atlantide.

In questo caso abbiamo accenni a un legame tra la profezia del Re del Mondo e la fine del Kali Yuga. Un legame che non è sfuggito all’attenzione dell’esoterista francese Rene Guenon (1886-1951) che nel 1927 scrisse il suo studio sul Re del Mondo, Le Roi du Monde.

Guenon era anche interessato al lavoro dello studioso Gaston Georgel che sosteneva, sulla base delle sue ricerche approfondite, che la fine del Kali Yuga sarebbe avvenuta nell’inverno dell’emisfero settentrionale del 2029/2030.

Il tempo, come si suol dire, lo dirà.

Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare

Fonte

Immagine di copertina: Il Re del Mondo

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